L'inkazzautore - Gitano

Ho letto il libro e adesso, senza svelarne troppo i contenuti, mi piacerebbe farne un commento. L’idea narrativa di partenza sembra quella de “La coscienza di Zeno” di Italo Svevo, dove il protagonista ormai in età avanzata si reca presso lo studio di uno psicanalista per levarsi il vizio del fumo. Lo psicanalista gli consiglia di redigere un diario, nel quale annotare i passi salienti della propria vicenda trascorsa. Zeno lo fa e ne ricaverà profondo giovamento. Ma del resto penso che tutti noi, generalmente da molto giovani, si è stati piuttosto inclini a soddisfare inclinazioni “diaristiche” o “memoriali”. Per andare oltre Svevo e gli inizi del secolo passato, per andare altresì oltre l’invenzione della psicanalisi, vi è da dire che “Il milione” di Marco Polo è un memoriale e che anche un Giacomo Casanova ha voluto cimentarsi nel genere partorendo un capolavoro della letteratura come il racconto della fuga dai Piombi...
“L’inkazzautore” è una lunga e documentata cavalcata in quarant’anni di musica e canzoni, fatta da un tale che nella sua vita ha sempre ardentemente desiderato fare il cantante e diventare un personaggio famoso. Quando il tale è giovanissimo, privo di ogni malizia, egli vede il mondo dello spettacolo come dall’obiettivo deformato dell’enorme apparecchio televisivo a valvole, quello con lo stabilizzatore, che le famiglie italiane utilizzavano verso la fine degli anni sessanta. Talora dotandolo di una plastichina verde da apporre davanti allo schermo per avere la sensazione o per meglio dire l’illusione di una TV a colori ancora lontana dal venire. Robertino fa successo a Sanremo nel ’64 perché è veramente il cantante più bravo del momento e Al Bano comincia a mietere consensi qualche anno dopo perché veramente provvisto di eccezionali doti canore.
La fa da padrone il sogno anche nelle pagine in cui si narra del percorso festivaliero del primo Tonino Fusco, quello che si reca in tutti i concorsi rionali nei primi seventies e lì davvero ci si accorge che qualche dote il nostro forse può anche avercela, non foss’altro per il fatto che i grandi soldi e i grandi interessi in buona sostanza non incrociano le manifestazioni canore dei borghi del Sannio.
Però intanto una cosa da considerare c’è. Tonino Fusco o Gitano è una persona che ha un sogno, per realizzarlo è anche disposto a fare tanto, ma nel corso della narrazione non si perde mai un certo tipo di rapporto con il proprio territorio e la propria gente. Egli parla spesso dei suoi “paesani”, che gli vogliono tanto bene, e di qualcuno che gli si avvicina e lo colpisce per le particolari doti di gentilezza e disponibilità. Parla di impresari buoni e impresari cattivi. Forse la sua salvezza sta proprio in questo: nel non essere stato soverchiato dalle “asperità” del sogno, quando sembra che questo stia diventando un incubo, e per fare ciò il non aver mai perso il rapporto con “base Terra”. Egli parla spesso, nel contesto della narrazione, di una figura familiare o similfamiliare che al Sud noi tutti condividiamo: quella del “compare”. Con il “compare”, che sia la persona che ti battezza la figlia o ti regala l’anello il giorno del matrimonio, si crea generalmente un legame affettivo intenso. Quasi più intenso di quanto non lo sia il rapporto con il familiare di sangue, perché quest’ultimo te lo sei ritrovato e non l’hai scelto per averlo a fianco in un momento fondamentale della tua esistenza.
Recentemente ho scritto a Gitano, per quanto riguarda il progetto cinematografico che interessa “L’inkazzautore”, che un libro così corposo potrebbe costituire materia non di un semplice rifacimento cinematografico bensì di una serie televisiva a puntate. Tante sono le avventure che in esso si raccontano e i personaggi che vi sono descritti. Perché poi, dopo gli inizi e il festival delle voci nuove di Castrocaro, c’è la parte più interessante. Ci sono i primi dischi e le prime esibizioni come professionista della canzone, i primi contatti con gli impresari la maggior parte dei quali persone serie ma alcuni altri disonesti e approfittatori. Ci sono i contratti e gli sbattimenti per poter diventare un personaggio veramente famoso e le pause rubate al mondo della canzone quando sembra che il mondo della canzone non voglia proprio saperne nulla di te. Ci sono gli incontri con quelli che prima hai visto solo in televisione e che adesso hai finalmente modo di conoscere, e poi scopri che questa gente è inkazzata come e più di te…
Perché questo dorato mondo della canzone a ben vederlo è veramente brutto e, come dice Ron, “…se il tuo nome non è sui giornali lo si fa dimenticare…”. A Endrigo negli ultimi anni non se lo filava più nessuno. A Mia Martini, artista molto amata da Fusco, la distrussero sul piano umano non riuscendo a farlo su quello artistico. Rita Pavone, che voleva tanto tornare a Sanremo dopo esserci stata nel ’72, faceva anticamera dagli impresari ma non c’è mai stato verso di riportarcela. Tutta gente che ha venduto milioni e milioni di dischi… Negli Stati Uniti l’artista di una certa età, con un certo passato, viene classificato come “evergreen”. Non scompare mai del tutto e continua a fare le sue cose, i suoi dischi e i suoi concerti, anche perché c’è una porzione magari piccola di pubblico che può essere interessata. Tony Bennett, che in Italia non lo conosce nessuno e forse anche in America è un po’ dimenticato, è un “evergreen”…
E’ nella seconda parte del libro che il sogno diventa incubo e il ragazzino che si esibiva sulle piazze del circondario di Benevento è arrivato a fare i conti con la realtà vera. C’è sempre questo dualismo, questo dover fare qualche altra cosa per potersi permettere di fare l’artista, e tanti compromessi per poter arrivare per ben due volte a contatto fisico con il palcoscenico più importante dell’Italia canora. Al successo vero, quello di Sanremo, seguono le tante serate nelle feste di piazza del “Gitano Show” e le numerosissime apparizioni televisive. Serate che con il trascorrere degli anni diminuiscono per quantità e danno modo di riflettere sul prosieguo dell’attività, che non si sa più dove poter orientare (se verso una musica di sapore pop/latino/mediterraneo alla Mango o addirittura una deriva di taglio “neomelodico/partenopea” alla Gigi D’Alessio). Intanto nuovi personaggi, come lo stesso D’Alessio, vanno affermandosi sulle scene e Gitano ci spiega dettagliatamente il meccanismo di queste affermazioni non trascurando evidenziare il fatto che alla fine è sempre una questione di soldi, non d’arte vera bensì di vil denaro…
Il libro “L’inkazzautore” è anche una divertente e al contempo sconfortante galleria di personaggi autentici che animano il bosco e il sottobosco della musica leggera italiana. Il peggiore di tutti è un tale con il quale Tonino Fusco stipula un contratto qualche tempo prima del primo Sanremo, un tizio che dovrebbe essere un manager e procurare occasioni favorevoli all’artista che rappresenta, e che poi è egli stesso che beneficia di tutti i sacrifici fatti dall’artista per guadagnarsi il “posto al sole” festivaliero. Un tizio ormai dimenticato che richiama per dire che esiste un contratto tuttora valido dal quale non si può prescindere, che in passato sono stati investiti dei soldi e che si è pertanto del tutto legittimati a salire sul carro del vincitore. Questo manager ha anche una famiglia a carico, una famiglia che è sì partecipe dei suoi interessi ma anche costituita da persone invidiose per il fatto che Gitano è protagonista di un’avventura sanremese. Neanche ad avergliela procurata loro…
Ma soprattutto, almeno secondo me, la morale dell’opera rimane nel fatto che non vi è differenza alcuna fra sogno e realtà. Le cose cambiano a seconda del punto di vista di chi guarda. Mi viene in mente la conclusione di un bel film intitolato “L’asino d’oro”, visto qualche anno fa, nella quale un personaggio recita: “...Ciò che è reale non è apparente e ciò che è apparente non è reale”. All’inizio il protagonista della storia è un ragazzo che sognava Sanremo. Alla fine lo stesso ragazzo è divenuto l’artista consapevole, temprato alla luce di ogni esperienza fausta o infausta che sia stata. Masticando e sputando, per utilizzare un’espressione che gli è cara, Gitano dilegua i rospi più amari che la realtà gli presenta e può continuare così ad affrontare la strana carriera che si è scelto come se essa fosse sempre il sogno che era agli esordi.

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Scritto da: domiix 20/03/2006 10.06

Ma soprattutto, almeno secondo me, la morale dell’opera rimane nel fatto che non vi è differenza alcuna fra sogno e realtà. Le cose cambiano a seconda del punto di vista di chi guarda.

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Scritto da: Tidus forever 23/02/2006 20.50

Ti spiegherò dettagliatamente sabato, se hai letto attentamente il libro da “Gigi d’Alessio” in poi saprai ancora di più cos’è la discografia oggi.

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E' arrivata una mail da parte di Gitano:

Per Tidus forever

Ciao Tidus, sono sempre Gitano,

perdonami ancora per la risposta su Music Farm, lo farò presto, devo essere più tranquillo sul mio lavoro (la questione dell’aviaria mi ha fatto perdere un sacco di soldi).

Scusami tnto

A presto, il tuo amico Gitano

La storia di Gitano mi ha fatto venire in mente che durante uno dei miei viaggi in treno, sono capitata in uno scompartimento insieme ad una signora e la di lei figliola circa ventenne. Quest'ultima ha raccontato (5 ore e 22 minuti di viaggio... ) delle sue esperienze con un gruppo teatrale amatoriale, di un attore poco famoso ma fratello di un attore famosissimo, che gli fa da insegnante e che ci ha provato con tutte ma proprio tutte le allieve aspiranti attrici; di un famoso procuratore/manager proprietario di una casa chiamata la "villa degli orrori" dove pare che chi passa di lì in cerca di un ingaggio (attorucoli, veline, cantanti e bella gente in generale) deve sottostare alle voglie del manager in questione, sennò nisba; che un giovanotto molto famoso, tanto bello quanto per niente talentuoso, sia attualmente l'amante del manager, tanto che dispone di una sua stanza sempre pronta all'interno della villa; che una bella e nota presenzialista del piccolo schermo, ospite di non so bene quale edizione dell'Isola, sia andata nella villa per parlare di lavoro e che ne sia scappata di corsa e in lacrime.
Insomma, di tutto di più. Ho omesso i nomi per ovvi motivi e anche perchè ha poca importanza chi è. Magari saranno pure spetteguless gratuiti, se però ci fosse anche solo un centesimo di verità... mamma mia!

Sto ascoltando"Pezzetti d'amore"(grazie a Gitano e a Tidus!):non mi sembra male,ben cantato,con arrangiamenti moderni(solo alcuni mi sembrano un po' fuori luogo)e testi piu' validi.
"Pelle di luna"che non riascoltavo da parecchio e' veramente coinvolgente.Dopo un po' di ascolti saro' un po' piu' preciso su cio' che mi e' piaciuto e sui difetti

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Scritto da: Petgirl 20/03/2006 22.27
La storia di Gitano mi ha fatto venire in mente che durante uno dei miei viaggi in treno, sono capitata in uno scompartimento insieme ad una signora e la di lei figliola circa ventenne. Quest'ultima ha raccontato (5 ore e 22 minuti di viaggio... ) delle sue esperienze con un gruppo teatrale amatoriale, di un attore poco famoso ma fratello di un attore famosissimo, che gli fa da insegnante e che ci ha provato con tutte ma proprio tutte le allieve aspiranti attrici; di un famoso procuratore/manager proprietario di una casa chiamata la "villa degli orrori" dove pare che chi passa di lì in cerca di un ingaggio (attorucoli, veline, cantanti e bella gente in generale) deve sottostare alle voglie del manager in questione, sennò nisba; che un giovanotto molto famoso, tanto bello quanto per niente talentuoso, sia attualmente l'amante del manager, tanto che dispone di una sua stanza sempre pronta all'interno della villa; che una bella e nota presenzialista del piccolo schermo, ospite di non so bene quale edizione dell'Isola, sia andata nella villa per parlare di lavoro e che ne sia scappata di corsa e in lacrime.
Insomma, di tutto di più. Ho omesso i nomi per ovvi motivi e anche perchè ha poca importanza chi è. Magari saranno pure spetteguless gratuiti, se però ci fosse anche solo un centesimo di verità... mamma mia!

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Beh! Non c'è niente di nuovo. E' la classica storia di Sabani e del Merolone... Perchè no anche del festival di Sanremo del '75, dove vince una che si dice era andata a letto con un politicante ma dove si partecipava avendo consegnato fior di milioni a qualche impresariucolo. Fra i partecipanti a quel Sanremo c'erano cantanti sconosciuti, lo sarebbero rimasti anche dopo il festival, che sostennero aver pagato e anche bene. Le "Nuove Erbe" erano due gemelle e il padre di queste si dice che regalò un bel pò di milioni a un tizio. Una certa Daniela ne regalò una decina ma gli promisero anche che avrebbe vinto. Poi le cose andarono in un altro modo e uno degli organizzatori, probabilmente più estraneo alla truffa rispetto agli altri, dichiarò: "Credevo di aver portato dei bravi cantanti in una gara povera ma onesta e invece...". La gara, sicuramente povera, non era per nulla onesta.

[Modificato da domiix 26/03/2006 19.51]

Questa mattina mi è arrivata la seguente cartolina, direttamente dall'Inghilterra. L'indirizzo non è il mio, ma quello del lavoro che avevo fornito a Gitano per ricevere il CD ed il libro.

"Ciao sono sempre Gitano,

disturbo?

Caro Tidus vorrei chiedere a te e agli amministratori se è una cosa possibile ciò che chiederò:

sta per uscire una circolare del “Gitano tour 2006”, il primo concerto sarà il 5 di Giugno a Vitulano, ci saranno anche tanti impresari che quest’anno proporranno il mio spettacolo. Su questa circolare ci sarà uno spazio dedicato ai siti che parlano di me, vorrei metterci anche il “Vicolo” POSSO?

Dovrei saperlo entro questa settimana perché devo comunicarlo al tipografo.

Gradirei una risposta

Grazie da

Gitano"


Ovviamente, a nome di tutti, ho risposto che non c'è nessun problema.
Auguri per il Tour, Gitano

[Modificato da Tidus forever 22/05/2006 21.14]

Ciao Gitano e in bocca al lupo

Ciao Gitano e grazie

Un saluto a Gitano,artista vero e passionale

Ciao Tidus

Mi fa sempre piacere leggere di voi e delle vostre attenzioni su di me. Vi seguo sempre e sto sempre su “vicolo stretto”, purtroppo credimi, ci sono dei momenti in cui ti viene la maledetta voglia di farla finita, non lo faccio, perché altrimenti il sogno finisce e chi lo fa è un vigliacco. Prendersela con il mondo intero non è possibile e non è giusto…ma dico, ci sarà in un angolo sperduto del mondo una persona che abbia una briciola di spazio per aiutarmi ad uscire fuori, non sono un artista putrefatto e non so da dove e da chi possa uscire fuori qualcosa di positivo. Pensa che non faccio più date di piazza o stalle da un po di tempo e sempre che il mondo mi ha fatto perdere tutto ed io sono convinto che non ho perso niente. Ho un gruppo di grandi musicisti e cinque coriste che hanno preparato uno spettacolo e se non arriva una data e loro mi telefonano per sapere ed io non so cosa dire, l’altra sera ho telefonato a tutti gli impresari accattoni e mi sono proposto a tremila euro con tutto l’impianto, non so piu cosa fare.

Tidus salutami tutti quelli di vicolo stretto ed in particolare Domenico

Ciao e teniamo botta!

Gitano

Un saluto e un "in bocca al lupo"al nostro amico Gitano.
Poco fa,ad una tv locale genovese ho sentito i problemi della coppia Baccini-Povia,che basavano le fortune del loro singolo soprattutto su Internet,questo e' un problema di tutti coloro che incidono in piccole case discografiche indipendenti,che hanno poco pubblicita',a cui le radio network negano il passaggio radiofonico e che si basano sul passa parola e sui concerti.Le radio sono diventate delle prostitute delle grosse multinazionali e passano i soliti 10 pezzi(Jovanotti,Ligabue,Negramaro etc.etc)in rotazione,e' semplicemente vergognoso che il pubblico non abbia una piu' vasta scelta per poter decidere cosa gli piace.Il duo Baccini-Povia parlava di una manifestazione che si terra' a Benevento(to' guarda la combinazione)sulla musica indipendente.

E' la prima volta che leggo questo topic, mi era sfuggito, mi ricordo di Gitano perchè il nome d'arte mi piaceva.Ho letto la recensione del suo libro e devo dire che l'avevo immaginato che ci fossero degli inciuci, altrimenti non si spiega come delle nullità possano avere così tanto successo, vorrei tanto fare un nome ma è meglio che sto zitta

Ciao Gitano in bocca al lupo

Un saluto a Gitano anche da parte mia.
Abbiamo seguito le sue vicende con molta partecipazione. Le sue canzoni sono molto belle e il libro che ha scritto è davvero interessante, forse l'unico illuminante sugli intrallazzi che reggono questo benedetto/maledetto mondo della musica leggera.
Il problema è che con gli anni le cose sono cambiate solo in peggio. Sembra che non ci sia più spazio per la musica leggera, quando invece la musica leggera continua ad essere un genere molto richiesto dal pubblico. Sembra che a fare la musica leggera siano rimasti soltanto questi quattro cani, solo quattro e non di più, (poco) reclamizzati da radio e televisioni.
In una canzone di qualche anno fa, Don Backy diceva "...tutto dei giovani sarà e gli altri sono solo baccalà...". La verità è che non c'è più spazio neanche per i giovani, perchè con questa TV che va di moda adesso, i giovani sono già diventati vecchi nello spazio di una trasmissione. Vedi "Amici" della De Filippi o quell'altra porcheria con Morgan e Mara Maionchi.

che purtroppo è la punta di un iceberg di belle voci e di autori sottostimati e esiliati. Ma, volevo porre una domanda a Domiix: come si possono affiancare Amici della De Filippi con X Factor? Cosa c'è che non andava nei ragazzi, nelle ragazze, nei gruppi vocali della trasmissione format magnolia? Credo che sia statala sola trasmissione italiana di musica live ben cantata dai tempi del DOC arboriano o dalle prime annate del Roxi Bar su videomusic. Aver potuto scoprie i CLuster, ascoltare con piacere i già abbastanza noti 6 Ottavi, la rossa toscana Baldi o il genovese Emanuele Dabbono è stata una bella sorpresa. Non parliamo degli Aram Quartet, ancora da sgrezzare ma potenzialmente un crack. Ecco, credo che forse,scusami Domiix, partire dal presupposto che siccome c'è la ventura, o morgan o il facchinetti (peraltro anche bravo nel nuovo ruolo di conduttore) tutto sia una cagata possa non essere giusto, e invece, con grande sollievo si son sentite delle canzoni belle e molto spesso ben interpretate. Tutto questo senza nulla togliere alla questione relativa l'isolamento di chi, come Gitano, ha rifiutato le logiche della sottomissione e della prevaricazione.

Vedi, caro Bibba, il punto non è tanto "Amici" o "X Factor" bensì il sistema radiotelevisivo nel quale questi programmi sono inseriti. E' vero che esiste ancora qualcosa, come le trasmissioni in questione oppure un "Wind Music Award" che mi è capitato di intravedere ieri sera (c'erano Zucchero e altri cantanti famosi).
Io penso sempre a quello che la musica leggera era negli anni sessanta e settanta. Non so se tu c'eri ma ti assicuro, e altri miei coetanei ti potranno confermare, che per questa cosa c'era grande interesse. Per quanto se ne possa dire intorno alle edizioni degli anni settanta del festival di Sanremo, queste erano ancora molto seguite, ma c'era anche "Un disco per l'estate" e se volevi ascoltare la musica alternativa c'erano ampi spazi magari non televisivi anche per quella. C'erano le radio libere ma libere veramente come diceva Finardi e se andavi nel negozio di dischi sotto casa tua c'erano tanti dischi e tanti clienti (malgrado in generale si respirasse un'aria di crisi economica che quella di oggi è niente a confronto). Le novità musicali trovavano opportune vetrine in tanti programmi della TV, come "Adesso musica", "Discoring" e "10 hertz".
Oggi se voglio andare a comprare un disco, prima di tutto non c'è il negozio. Ha fatto la fine di tanti piccoli esercizi di vicinato, che magari presi tutti insieme offrivano più di quanto non offra attualmente il megastore. Se voglio ascoltare la musica in TV devo avere il satellite, perchè è vero che esistono un paio di canali che si occupano di musica e che trasmettono video-clip musicali. Ma questi video-clip sono sempre gli stessi, ogni giorno si ripetono sempre uguali, in quanto la loro programmazione è frutto di una strategia (ben pagata) della casa discografica volta al lancio di quel prodotto. Non parliamo delle radio private, che ormai neanche ascolto più (ma per le quali senz'altro valgono gli stessi ragionamenti già fatti per la televisione).
Tu mi dici, caro Bibba, che il prodotto di tale Emanuele Dabbono che io non conosco vale la nostra ampia considerazione. Tu senz'altro hai ragione e io non mancherò di ascoltarlo seguendo il tuo consiglio. Ma io volevo dirti soltanto che a "Un disco per l'estate" del '72 presero parte una settantina di canzoni, vale a dire una settantina di nuovi quarantacinque giri lanciati sul mercato a beneficio degli appassionati di musica leggera. Altro che la compilation di "Amici"...

domiix, 05/06/2008 13.49:

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Vedi, caro Bibba, il punto non è tanto "Amici" o "X Factor" bensì il sistema radiotelevisivo nel quale questi programmi sono inseriti. E' vero che esiste ancora qualcosa, come le trasmissioni in questione oppure un "Wind Music Award" che mi è capitato di intravedere ieri sera (c'erano Zucchero e altri cantanti famosi).
Io penso sempre a quello che la musica leggera era negli anni sessanta e settanta. Non so se tu c'eri ma ti assicuro, e altri miei coetanei ti potranno confermare, che per questa cosa c'era grande interesse. Per quanto se ne possa dire intorno alle edizioni degli anni settanta del festival di Sanremo, queste erano ancora molto seguite, ma c'era anche "Un disco per l'estate" e se volevi ascoltare la musica alternativa c'erano ampi spazi magari non televisivi anche per quella. C'erano le radio libere ma libere veramente come diceva Finardi e se andavi nel negozio di dischi sotto casa tua c'erano tanti dischi e tanti clienti (malgrado in generale si respirasse un'aria di crisi economica che quella di oggi è niente a confronto). Le novità musicali trovavano opportune vetrine in tanti programmi della TV, come "Adesso musica", "Discoring" e "10 hertz".
Oggi se voglio andare a comprare un disco, prima di tutto non c'è il negozio. Ha fatto la fine di tanti piccoli esercizi di vicinato, che magari presi tutti insieme offrivano più di quanto non offra attualmente il megastore. Se voglio ascoltare la musica in TV devo avere il satellite, perchè è vero che esistono un paio di canali che si occupano di musica e che trasmettono video-clip musicali. Ma questi video-clip sono sempre gli stessi, ogni giorno si ripetono sempre uguali, in quanto la loro programmazione è frutto di una strategia (ben pagata) della casa discografica volta al lancio di quel prodotto. Non parliamo delle radio private, che ormai neanche ascolto più (ma per le quali senz'altro valgono gli stessi ragionamenti già fatti per la televisione).
Tu mi dici, caro Bibba, che il prodotto di tale Emanuele Dabbono che io non conosco vale la nostra ampia considerazione. Tu senz'altro hai ragione e io non mancherò di ascoltarlo seguendo il tuo consiglio. Ma io volevo dirti soltanto che a "Un disco per l'estate" del '72 presero parte una settantina di canzoni, vale a dire una settantina di nuovi quarantacinque giri lanciati sul mercato a beneficio degli appassionati di musica leggera. Altro che la compilation di "Amici"...

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Ti straquoto al mille per mille Domiix, hai detto le stesse cose di cui parlo spesso con mia figlia, la quale benchè giovanissima è d'accordo con me.

"Ciao amici miei
Sono sempre il vostro gitano!
Con immenso piacere vi comunico le mie iniziative e i miei piccoli progetti. Per me siete un punto di riferimento, quasi un gancio al cielo. Sto facendo, con un mio testo in italiano delle cover di Brian Adams. Di prossima uscita un mio Cd (sempre da questa riserva asfissiante) . Se volete un assaggio di un pezzo, potete andare sul my space del mio arrangiatore Adelmo musso.
La canzone è “please forgive me” diventata “PERDONAMI”. Comunque la parola chiave è (per ascoltarla): Adelmo Musso my space
Fatemi sapere se vi è piaciuta
Ciao il vostro Gitano"


Il link ------> Perdonami

Ciao cari amici
Su jou tube c’è un mio fotovideo
La parola chiave "Sabato di maggio gitano”
Spero sia cosa gradita