Il motorino

Il mio motorino era un vecchio Laverda monomarcia, portato a casa dal solito fratello che approfittò del "regalo" di un amico, desideroso di disfarsene.
Di color panna marcia , fu smontato e ridipinto con un bel blu, tranne il manubrio ed il serbatoio, di color nero. Proprio quest'ultimo, in origine semitrasparente, era di plastica e posto quasi sotto la sella.
Il libretto di circolazione sembrava uscito da una guerra di trincea della Prima Guerra Mondiale e la velocità dichiarata era 38 kmh!
Si pedalava, si tirava la frizione e si metteva in moto. Dotato di freni a disco, spostando una levetta diventava una "normale" bicicletta (niente a che vedere col "mosquito"). La miscela mi sembrava fosse al 2%, mentre per quanto riguarda le prestazioni, in salita si doveva pedalare come un forsennato.
Consumava pochissimo, ma gli ammortizzatori non erano granchè: sul davanti facevano il loro mestiere, mentre dalla sella in giù (anzi, sellone! e per di più supermolleggiato) erano assenti e le vibrazioni, alla lunga, minarono il telaio pronto da tempo alla rottamazione!
Una volta forai (ma vaffff!!!) e ritornare fu un'avventura, specie sotto un acquazzone spaventoso!
Per quanto riguarda il clackson (una pernacchia sfiatata), se lo si usava "lanciati" (capirai che velocità!), si bruciava inesorabilmente (l'avrò cambiato almeno un paio di volte).
Al di là di ciò, era un cimelio al quale tenevo: faceva tanto "gruppo TNT di Alan Ford (sono sempre stato un menefreghista, in senso buono); ma dopo che il telaio si spaccò in due (fortunatamente non in strada), lo portai nel suo estremo viaggio verso la meritata pensione.