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Violetta - di Antonio Frazzi - con Vittoria Puccini, Rodrigo Guirao Diaz, Tobias Moretti, Andrea Giordana

Ultimo Aggiornamento: 26/05/2013 12:55
26/05/2013 12:55
 
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Naufrago
VIOLETTA



Trama:

Prima puntata

È il 1849 e la Lombardia è sotto il dominio Austriaco. Un messo imperiale sotto mentite spoglie, Andrea Caleffi, indaga sul passato di una donna legata ai dissidenti: Violetta Valery. L’uomo, fingendosi l’avvocato della sorella di Violetta, interroga le persone che hanno frequentato la donna negli ultimi anni della sua vita. La prima a essere interpellata è Prudenzia, amica e proprietaria del negozio di abiti dove Violetta conobbe Alfredo, l’uomo la cui vita sembra legata a doppio filo a quella della donna.

Dai racconti di chi li ha conosciuti, la storia d’amore fra Violetta e Alfredo viene a galla, torbida e appassionata. Impegnato a fuggire dalla polizia, anni prima Alfredo si rifugia nel negozio di Prudenzia, rimanendo per la prima volta abbagliato dalla bellezza di Violetta. Studente pieno di ideali, durante un’assemblea segreta dei patrioti, Alfredo è costretto nuovamente a fuggire per l’arrivo della polizia, ricevendo l’invito di Violetta a unirsi a lei in serata per una festa. Arrivato alla villa, Alfredo ha un primo momento di intimità con Violetta, provata da un forte attacco di tosse, ma un amico lo mette in guardia su di lei: Violetta Valery è una prostituta e un semplice studente come lui non potrà mai averla solo per sé.

A casa di Violetta, Caleffi sfoglia un libro appartenuto alla donna: “La Certosa di Parma”. Le pagine del romanzo sono piene di brevi messaggi che Alfredo le ha scritto durante un periodo di prigionia. Recatosi in carcere, dove l’uomo è ormai rinchiuso da tempo, Caleffi chiede ad Alfredo di raccontare la sua storia a partire da dove Prudenzia l’ha interrotta...

Dopo quel primo incontro, è Violetta a cercare la compagnia di Alfredo. Violetta arriva tardi al primo appuntamento con Alfredo,ammettendo di essersi dimenticata di lui; Alfredo la perdona, si lascia sedurre e poi fa l’amore con lei. Decisa a non voler rivelare parte del suo privato, Violetta confida però ad Alfredo di non essersi mai voluta innamorare: da tempo è molto malata e l’aspetta una morte precoce. Dopo questa intensa notte d’amore, Alfredo viene arrestato e incarcerato a causa della sua attività sovversiva. Ma Violetta, grazie alle sue conoscenze, riesce a ottenere il permesso di vederlo e di scambiare con lui quei messaggi che sono contenuti nel libro che ora Caleffi stringe fra le mani.

I racconti di Alfredo aiutano Caleffi a far luce sulla gelosia del ragazzo e sui rapporti personali che Violetta coltivava nel suo privato. Caleffi interroga Lucchi, sarto di Violetta nonché suo confidente e compagno nelle serate mondane. In prigione in attesa di essere giustiziato, Lucchi rivela a Caleffi che la scarcerazione di Alfredo e degli altri rivoltosi, è avvenuta grazie ad un giudice amico “intimo” di Violetta. Il racconto del sarto aiuta il messo imperiale a chiarire anche il ruolo del Duca di Sagrado, uomo chiave della dissidenza politica lombarda, che ha avuto per anni densi ed ambigui rapporti con Violetta.
Uscito di prigione, Alfredo si ricongiunge a Violetta. Fra i due la passione non è svanita, ma la gelosia di Alfredo non si placa: un anello con incisa la lettera “P”, oggetto che Violetta conserva gelosamente, è motivo di un violento litigio. Dopo le molte domande, Alfredo apprende che l’iniziale è quella dell’unico uomo che Violetta ha sposato, molti anni addietro. Riappacificati, Alfredo e Violetta fantasticano sulla possibilità di una vita al mare, lontani da Milano. La mattina seguente, Alfredo si sveglia e realizza che Violetta si è allontanata per recarsi dal Duca di Sagrado. In sella al suo cavallo, Alfredo arriva alla villa e si scontra con l’amara verità: la donna che ama si prostituisce ancora in cambio di denaro. Disperato, torna a Milano e le lascia una lettera. Ma proprio mentre è occupato a preparare i bagagli, Violetta corre da lui pronta a fermarlo.


Seconda puntata

Dopo aver letto la sua lettera, Violetta è corsa da Alfredo per fermarlo e convincerlo delle sue buone intenzioni: da quando c’è lui la sua vita da donna “traviata” è radicalmente cambiata, e i soldi che chiede ai suoi amici serviranno solo per permettere a entrambi di trasferirsi al mare. Così, Alfredo segue Violetta in Liguria. E qui i due amanti cominciano una vita insieme. Mentre Alfredo, per mantenere l’elevato tenore di vita di Violetta, si trova costretto a far fruttare il suo patrimonio al gioco, il Duca di Sagrado si reca da Violetta provando a convincerla che tornare a Milano è per lei la cosa più saggia.

Non riuscendo a persuaderla, il Duca incontra il padre di Alfredo. Preoccupato per le sorti del figlio, che sembra aver abbandonato anche il sogno di liberare l’Italia dal dominio austriaco, il padre di Alfredo convince Violetta ad abbandonare il giovane rinunciando a svelargli il vero motivo del suo abbandono.

Violetta lascia una lettera dove rinnega il suo amore e torna improvvisamente a Milano.

Alfredo, letto il messaggio, parte immediatamente e raggiunge Violetta a una festa, trovandola in compagnia del barone Varzi. Alfredo sfida a carte il suo rivale e poi getta i soldi vinti contro Violetta in segno di disprezzo, urlandole di aver finalmente pareggiato la partita. Mosso dalla rabbia fugge poi dalla città per unirsi ai patrioti accampati al confine con il Piemonte.

Durante un’offensiva che si risolve a favore delle truppe austriache, Alfredo rimane ferito gravemente. Riprese le forze alla vigilia del ritorno a Milano dell’esercito asburgico, Alfredo cerca rifugio dal padre, dove scopre la verità: Violetta lo ha sempre amato, ma si è sacrificata per lui e per l’onore della sua famiglia. Alfredo riparte per Milano, nonostante il pericolo di essere arrestato, e si ricongiunge finalmente alla donna che ama. Ma Violetta è ormai in fin di vita, consumata dalla tisi, e muore fra le sue braccia. Dopo esserle stato accanto un giorno intero, Alfredo si reca da Lucchi, vecchio amico della Violetta in cerca di conforto, ma viene scoperto e arrestato.

Ora Caleffi ha tutte le informazioni di cui ha bisogno: Alfredo non è colpevole di nessuna cospirazione, ma Violetta sì. La donna, che per anni aveva frequentato nobili e le più alte cariche politiche e militari di Milano, ha passato per anni informazioni utili al Duca di Sagrado, vero responsabile della cospirazione contro l’impero asburgico. Dopo aver ordinato la fucilazione del Duca, Caleffi libera Alfredo dalla prigionia e gli consegna il corpo di Violetta.

Prima di separarsi il messo imperiale chiede ad Alfredo un’ultima spiegazione sulla lettera incisa sull’anello tanto caro a Violetta. Alfredo gli spiega che la “P” sta per Pietro, un bambino che Violetta aveva “sposato” per gioco.

Alfredo, secondo le ultime volontà di Violetta, lascia cadere la bara della donna amata nel fiume vicino al quale è cresciuta e quando era ancora innocente aveva giocato e vissuto i suoi sogni di bambina.



Note di sceneggiatura

Sandro Petraglia

Ho lavorato al copione di "Violetta" un’estate di qualche anno fa, in una città assolata e silenziosa. L’ho fatto con un piacere speciale, come accade quando si esaudisce un desiderio che viene da lontano: scrivere un “film d’amore” (era questo il termine che usava mia madre quando mi portava al cinema di pomeriggio, tenendomi per mano). Al momento di cominciare, ero letteralmente affollato di ricordi, preso in un turbine di donne bellissime, seducenti, infelici, mitiche, irraggiungibili, eppure presenti, vive - per quella inspiegabile magia che era il cinema degli anni Cinquanta. Ho subito pensato che Violetta dovesse essere altrettanto bella, e altrettanto irraggiungibile. A questo avrebbe dovuto contribuire la scelta dell’attrice (e la scelta si sarebbe poi rivelata felicissima), ma il mio problema veniva prima, aveva a che fare con una storia che, a partire da Dumas, era passata per la letteratura, il teatro, il melodramma, il cinema, caricandosi di pesi, di stratificazioni, di incrostazioni. Ho pensato allora di costruire, attorno a Violetta, il mistero del suo passato, e quello del suo presente. Ho ‘visto’ Violetta da piccola, in un paese poverissimo, alla foce del Po; l’ho vista comprata per poche lire da un uomo, l’ho vista che spariva su un carro di spettacoli viaggianti diretto verso le città, forse Parma, forse Genova, forse la Francia. Poi ho immaginato un buco nero di anni, Violetta è diventata una donna d’amore, ma il mistero resta: forse è una spia, qualcuno indaga su di lei, c’è una detection, c’è un giallo...

Ecco, avevo quanto bastava. Ma non volevo iniziare dal passato, per prima cosa volevo scrivere una scena da ‘film d’amore’. Così: uno studente sta scegliendo da una modista un regalo per sua sorella che vive lontano. All’improvviso la porta si apre e entra, come un vento, una ragazza incantevole, esuberante, piena di vita. Lei non si accorge di lui, che la guarda turbato. Poi si volta, e... Mentre la scrivevo m’è sembrato di vedere gli occhi di mia madre che brillavano nel buio della sala: di fronte a quei due, si sarebbe scordata perfino di togliermi il cappottino.



Note di regia

Antonio Frazzi

Come sempre a lavoro ultimato si devono scrivere le note di regia da allegare al fascicolo per la stampa. Un compito non facile, soprattutto quando ormai l’opera è completata. Tutto quello che si è voluto dire è “scritto” nelle centinaia di soluzioni prese giorno dopo giorno durante le riprese, nelle molteplici indicazioni consegnate agli attori e nelle tante risposte date alle innumerevoli domande dei collaboratori. Rispondendo alle cortesi sollecitazioni dell’ufficio stampa e cercando un’ispirazione che mi tenesse lontano dalle banalità delle prime note che vengono in mente, mi sono messo a scorrere per l’ennesima volta la sceneggiatura di Violetta... e scritti a lapis ho trovato due appunti che mi hanno accompagnato nella realizzazione di questo lavoro.

La prima nota era scritta a margine della prima pagina:

“L’inizio di Violetta dovrà essere ispirato a quel Preludio al terzo atto dell’Opera di Verdi, dove la zona sonora è rarefatta. La Musica ci dovrà aiutare a percepire il delicato profumo con cui Violetta asperge la sua anima più che il proprio corpo. Perché qui è l’anima di Violetta che ci viene esibita. Quell’anima rimasta immacolata e che all’inizio si mostra attraverso la sua luminosa nudità. Poi, mano a mano che il trucco, gli abiti, i gioielli ne completeranno la vestizione, l’effige di Violetta si dovrà scomporre, raddoppiare, triplicare fino a frantumarsi per acquistare le sue molteplici identità”.

Il risultato di questa nota lo si può trovare nelle immagini della prima scena, quella su cui scorrono i titoli di testa, tanto per intenderci. Io non so se allo spettatore arriveranno tutte le motivazioni, forse no o forse solo in parte... Resta il fatto che questo appunto mi ha spinto a cercare inquadrature che suggerissero prevalentemente una cosa: qui quello che sta andando in scena non è solo il corpo ma anche l’anima di Violetta con la sua molteplice identità. La seconda nota era a metà della prima puntata:
“Lo sguardo di Violetta!” Attenzione, tenere sempre presente il progressivo cambiamento nello sguardo di Violetta durante l’evolversi del racconto... All’inizio Violetta è il centro gravitazionale attorno al quale ruota tutto il suo mondo. Tutti gli sguardi convergono su di lei. Mentre Lei non ha bisogno di specchiarsi nello sguardo degli altri per sentirsi regina. Lei regina lo è!

Voltata la pagina, dalla parte bianca del lato sinistro, la nota continuava per paragrafi con evidenti variazioni di scrittura, ad indicare il tempo intercorso tra una riflessione e l’altra.

L’inizio:
Alfredo in questa fase è uno dei tanti uomini che la corteggiano. Violetta è divertita dalla sua irruenza, dal suo ardore, dalla sua giovane età. Molti dei suoi corteggiatori sono uomini in età avanzata e quindi all’inizio per lei è come un bagno rinfrescante questo gioco quasi adolescenziale cominciato con quel giovane studente. E non è neppure la prima volta che si toglie certi capricci. Lo ha già fatto in passato. E’ una sfida che la diverte in un gioco che conosce bene e che l’ha vista sempre vincitrice.

L’ innamoramento:
Durante la sfida amorosa con Alfredo accade però qualcosa di imprevisto: un malore più grave dei precedenti. La malattia si annuncia con una espettorazione del sangue... La perdita di conoscenza... e il laudano... E questo ‘incidente imprevisto’ è sufficiente perché Alfredo “veda” di Lei quello che altri non hanno “mai visto”. Mai, neppure i suoi amici più intimi sono stati testimoni di questa sua fragilità, di questa sua debolezza, di questa sua paura. Solo Alfredo ha “visto”... e soprattutto dopo aver visto, è rimasto … occhi negli occhi ... mano nella mano ... fino a quando lei non è caduta in deliquio. Lo sguardo di Alfredo, posato su di lei sofferente, è l’ultima cosa che Violetta ha “incrociato” prima di abbandonarsi al narcotico ... E’ per questo che qualche giorno dopo lo va a cercare in mezzo alla folla. Ha bisogno di capire. Le deve delle risposte: Perché si è comportato con lei come nessun altro si era mai comportato? E Lui era sincero quando aveva pronunciato quelle frasi da innamorato? E ancora … ammesso che i suoi sentimenti fossero sinceri, perché non si era più fatto vivo nei giorni seguenti? Come doveva trattarlo? Come tutti gli altri pretendenti oppure questa volta, per la prima volta, doveva lasciarsi andare a quel sentimento che poco a poco sentiva crescere e che non osava confessare neppure a se stessa? Queste sono le ragioni per cui lo sguardo di Violetta in questa fase diventa indagatore dei sentimenti altrui. E’ lei che per la prima volta si sofferma a “guardare” un altro... Ed è lei, per la prima volta, ad avere delle speranze e riporre delle aspettative nella sfera a lei quasi sconosciuta degli affetti. Quello che le accade ha del sorprendente. Da questo momento tutto in lei è teso ad isolare e proteggere questo nuovo sentimento che comincia a prendere forma. Un sogno insperato, imprevisto che potrebbe rivelarsi... anche taumaturgico, miracoloso. Un delirio? Forse … ma dove potrebbe trovar posto ... oltre al riscatto anche la speranza di una guarigione.

Il nido d’amore lontano dallo sguardo degli altri
Lo sguardo di Violetta è diventato pieno, rotondo, luminoso, appagato, come il sorriso della sua anima.. Tutto ciò che è oscuro ora è tenuto lontano. E’ lontano il passato, sepolto nei recessi più lontani della memoria (perché sono lontani gli sguardi di quelli che sanno)... ed è lontano il futuro, la malattia, la morte. Esiste solo il presente che è diventato ai suoi occhi chiaro, nitido, preciso, luminoso come il loro nido d’amore. Lo sguardo di lui invece col passare del tempo comincia sempre più a velarsi di ombre. Per stare con lei ha rinunciato ai suoi ideali. E’ oppresso dai debiti. Gioca nella vana speranza di risolvere la sua situazione finanziaria. E’ sempre più la maschera di se stesso.

Il Sacrificio e l’Umiliazione:
L’arrivo del padre di Alfredo, è l’elemento che accelera una reazione corrosiva sotterranea già in atto. Giorgio Germont, con le sue parole, toglie a Violetta il sogno e la speranza della guarigione. Senza la quale, si trova ricacciata in quel mondo che ormai non le appartiene e che non riconosce più... e dove, come unica ancora di salvezza, non le resta che l’espiazione e il sacrificio.
Roland Barthes ha scritto che il tema centrale della Traviata non è l’Amore... ma il Riconoscimento. Violetta rinuncia ad Alfredo per farsi “riconoscere” dal mondo dei Signori. Ma potremmo anche dire che qui Violetta rinuncia ad Alfredo per riconoscere se stessa attraverso l’Amore. Lo sguardo di Violetta allora cambia, non è più diretto, diventa lontano e sfuggente. Oppure si vela di lacrime quando deve incrociarsi con quello di Alfredo. Perché ha paura di tradirsi. Solo quando non s’incrocia con quello di lui torna ad essere bramoso, con lo scopo di catturare un’ultima immagine dell’amato da conservare e custodire nella memoria. Amami Alfredo è un’invocazione e allo stesso tempo un grido disperato contro la follia di una morte prematura e innaturale.

La Morte:
Lontano da Alfredo lo sguardo di Violetta si spegne. Non ci sono più visioni esterne che riescano a catturare la sua attenzione, se non quelle che evocano il rimpianto di una vita che se ne sta andando. Tutto il mondo si è circoscritto ad un delirio che non va oltre l’ampiezza del suo ansimante respiro. Le poche figure che la circondano sono per lei ombre che fatica a riconoscere come reali. Anche l’arrivo di Alfredo potrebbe essere l’apparizione di un fantasma che emerge dal passato, un’ immagine illusoria e irreale. Quante volte ha sognato o immaginato quel ritorno, e quante volte si è dovuta risvegliare in un lago di illusoria disperazione. Vive in un perenne delirio da troppo tempo. Per questo lo sguardo non è più sufficiente a dare corpo e consistenza a un’entità che è stata desiderata e agognata così a lungo. Questa e solo questa è la ragione per cui Violetta, in quell’abbraccio che la ricongiunge per l’ultima volta ad Alfredo, usa oltre alla vista anche il tatto, l’odorato, il gusto, tutti i suoi sensi per accertarsi della veridicità della sua presenza e trattenere così, con l’immagine di lui, quel barlume di vita che le è rimasto. Ma il suo destino è scritto. Non le resta che l’ultimo atto prima che il suo sguardo si spenga del tutto: consegnare all’amato Alfredo i piccoli segreti del suo cuore di bambina.



Cast Artistico

Violetta - Vittoria Puccini
Alfredo - Rodrigo Guirao Diaz
Antonio Caleffi - Tobias Moretti
Duca di Sagrado - Andrea Giordana
Lucchi - Mauro Marino
Annina - Federica De Cola
Federico - Luchino Giordana
Prudenzia - Susanna Marcomeni
Braschi - Ugo Maria Morosi
Giorgio Germont - Massimo De Francovich
Barone Varzi - Paolo Giovannucci
Dottor Antonini - Marco Morellini
Ciarla - Alessandro Lombardo
Comandante Guarnigione - Roberto Accornero
Giudice Cividali - Mario Cordova
Adele - Raffaella Panichi
Barcaiolo - Andrea Gherpelli


Cast Tecnico


Regia

Antonio Frazzi


Soggetto e sceneggiatura

Sandro Petraglia


Direttore fotografia

Saverio Guarna


Scenografia

Maurizia Narducci


Costumi

Lia Morandini


Montaggio

Luca Montanari


Musica

Andrea Guerra


Organizzatore generale

Antonio Stefanucci


Produttore esecutivo

Luciano Calzola


Produttore Rai

Fania Petrocchi, Sara Polese


Ufficio Stampa

Open Gate Italia Srl



Immagini:








































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