Prima di parlare delle canzoni, vale la pena di ricordare che questa edizione del Festival fu organizzata in grande da Aragozzini. Due grandi innovazioni, entrambe ispirate ai festival degli anni 60: l'orchestra dal vivo, e non più le basi registrate degli anni precedenti; e la doppia esecuzione di ciascuna canzone nella categoria big, con un cantante italiano e uno straniero. Il cast fu eccellente: specialmente fra gli stranieri ci furono nomi di grande rilievo. Tutto questo portò un enorme interesse intorno al festival. E le canzoni? Vediamo un po'...
Pooh - Parteciparono con l'intenzione di vincere, e vinsero. La canzone era costruita con la consueta professionalità, pur non essendo fra le loro migliori. I quattro non vollero nemmeno rischiare l'esibizione con l'orchestra: suonarono "Uomini soli" con i loro strumenti e basta, e si può star certi che provarono all'infinito. Una nota negativa: Red Canzian con il basso verticale, praticamente un contrabbasso con i tasti, insomma una vera ignominia! Ah: grande esibizione di Dee Dee Bridgewater. Per un attimo Facchinetti credette di essere un autore di blues.
Toto Cutugno - Completamente oscurato da Ray Charles (e vorrei anche vedere!). Fu l'esempio di come una canzone assolutamete scialba potesse diventare una cosa fantastica in mano ad un vero genio della musica. Che poi Ray non abbia mai inciso "Good loves gone bad", beh, questo forse è un indizio...
Minghi e Mietta - Il commento più interessante fu quello di una giornalista, non ricordo chi, che ebbe a dire: "Adesso questo trottolino amoroso ce lo dovremo sorbire per dieci anni". Sinceramente, la canzone non era granchè. Ma quelle due parole furono sufficienti.
Ricchi e Poveri - Io sono convinto che i Ricchi e Poveri rendano benissimo nelle canzoni vivaci e briose, come "Mamma Maria" oppure questa "Buona giornata". Niente di che, beninteso, ma i tre misero sul palco tutto il loro mestiere e se la cavarono più che bene. Jorge Ben invece apparve un po' spaesato.
Anna Oxa - Questa "Donna con te" fu rifiutata da Patty Pravo con grande clamore a pochi giorni dal Festival, non si capì bene perché. Anna Oxa corse in aiuto di Aragozzini, si caricò sulle spalle questa lambada e dimostrò una volta di più di essere un'ottima interprete.
Paola Turci - Lei non mi ha mai fatto impazzire, ma questa "Ringrazio Dio" la ricordo con piacere. E anche Toquinho fu all'altezza della sua fama.
Milva - La canzone, di Ron, era molto bella. Lei portò sul palco tutta la sua classe, evitando gli eccessi in cui ogni tanto cade.
Mino Reitano - E vabbè, c'era anche lui. La canzone era piuttosto insipida, ma solo due anni prima avevamo avuto la mitica "Italia", a confronto della quale "Vorrei" era quasi un capolavoro.
Christian - Da ricordare solo il fatto che la versione straniera era stata preparata per i Village People, che all'ultimo momento non parteciparono perché uno del gruppo stava morendo. Il buon Eddie Kendricks, altro gran professionista, scese in campo all'ultimo momento, anche se la canzone non era per niente adatta a lui.
Mia Martini - Ditemi ciò che volete, io ho sempre avuto un debole per quelle belle canzoni popolari, con la melodia all'italiana anni 50, che mi hanno sempre dato un forte senso di appartenenza. Questa "La nevicata del 56" è proprio quel tipo di canzone: evocativa, familiare, e con quel ritornello che sembra scritto da Modugno. Non sapevo della storia di Gabriella Ferri, alla quale certamente questa canzone sarebbe andata a pennello. Mimì andò a Sanremo senza ambizioni, forte del successo dell'anno precedente, e provò a divertirsi: il vestito da lei indossato nella prima serata la faceva sembrare una lampada da salotto!
Lena Biolcati - Ne abbiamo già parlato nel topic a lei dedicato. Fu molto bravo Gilbert Montagnè.
Peppino Di Capri - Anche il grande Peppino si diede alla lambada. Ma, onestamente, Kid Creole fu molto più efficace.
Riccardo Fogli - La sua interpretazione passò stranamente in secondo piano rispetto a quella di Sarah Jane Morris, che nei giorni successivi al festival impazzò in radio. Io continuo a preferire la versione di Riccardo.
Marcella e Gianni Bella - Anche questa canzone mi piacque parecchio. I due si completarono bene. Ricordo di aver pensato: questa canzone sarebbe stata bellissima cantata in inglese da Paul McCartney. Invece, ahiloro, la versione inglese la fece Latoya Jackson: no comment.
Caterina Caselli - Ritorno dopo vent'anni, ma la canzone era bruttina. Perfino Miriam Makeba non riuscì a resuscitarla.
Fra i giovani ricordo solo due canzoni:
Marco Masini - Bella canzone, bella voce, vittoria meritata.
Gianluca Guidi - Da appassionato di Bacharach, questa canzone di Augusto Martelli mi piacque moltissimo. Vinse il premio per il miglior arrangiamento, davvero eccellente. E Gianluca... beh, gli venne naturale cantare quel pezzo. In una intervista di quei giorni rispose così ad una domanda: "In casa mia io ho sempre ascoltato Count Basie e Frank Sinatra: perché dovrei cantare il rock?". Bravissimo. Poi, è chiaro, chiudendo gli occhi sembrava di ascoltare Johnny Dorelli. Ma Gianluca non ne aveva colpa.
Sergio Laccone - La canzone non la ricordo, ma approfitto per chiedere lumi su questo cantautore barese, che ebbe un buon momento alcuni anni prima con una canzone di sapore mediterraneo, ascoltata più volte a "Quelli della notte" di Arbore. Non ricordo il titolo; ma il ritornello, cantato in dialetto barese, diceva: "Uè, cumbà Giuann, te ne sì sciute, te ne sì sciute...". Vi ricordate qualcosa?
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Nell'amor le parole non contano
conta la musica
(Roberto Benigni - "Quanto t'ho amato")
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