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Dialogo tra un costituzionalista e un giovane ignaro di storia del diritto

Ultimo Aggiornamento: 24/03/2005 23:01
24/03/2005 23:01
 
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Dialogo sul disastro
di Nicola Tranfaglia

Dialogo tra un costituzionalista e un giovane ignaro di storia e di diritto
Il giurista (A): Puoi dedicarmi un’ora del tuo tempo?
Vorrei parlarti di una legge costituzionale che sta per essere approvata per la seconda volta dal Senato nel silenzio.
Nel silenzio di tutti gli italiani che ne hanno sentito parlare assai poco, se si escludono gli annunci del governo e alcuni articoli apparsi, per lo più, sulla stampa di opposizione.
È una riforma che riscrive o emenda in profondità 43 articoli degli 85 che formano la seconda parte della costituzione.
Il giovane (B): D'accordo. Per un'ora almeno non parleremo soltanto dell'Iraq, del Papa che non sta bene, delle comparsate di Berlusconi su tutti i canali televisivi. Sarà quasi una liberazione!
A.: Il primo aspetto che vorrei sottolineare sono i poteri del primo ministro previsti dalla riforma.
È eletto direttamente dagli elettori in collegamento con l'elezione dei candidati alla Camera dei deputati(art.92), é esente dalla fiducia del parlamento ed é nominato dal presidente della repubblica sulla base dei risultati elettorali per la Camera dei deputati. Può chiedere che la Camera dei deputati si esprima con priorità su ogni altra proposta. In caso di voto contrario, il Primo ministro rassegna le dimissioni e può chiedere lo scioglimento della Camera dei deputati (art.94). E può nominare e revocare i ministri senza nessun controllo da parte del Capo dello Stato.
B: Ma non é possibile che la riforma dica proprio così. Se si toglie la fiducia del parlamento per far agire il governo, quali poteri ha il parlamento per limitare i poteri dell'esecutivo? E se il primo ministro può sciogliere la Camera quando gli vota contro, non spingerà i parlamentari a votare sempre per le sue proposte? Ma le cose sono sempre andate così?
A.: Mi stupisce che tu mi faccia questa domanda.
Non sai che l'attuale costituzione dà al Presidente della repubblica il potere di nominare il primo ministro con un giudizio che é di valutazione della situazione politica e della maggioranza parlamentare che si può formare?
Non sai che oggi spetta al Capo dello Stato, e non al primo ministro, sciogliere il parlamento se un governo viene battuto e il parlamento non é in grado di formare una nuova maggioranza?
B. No, ti confesso questo non lo sapevo. A scuola nessuno mi ha spiegato la costituzione vigente e all'università non seguo studi storici o di diritto.
Se il primo ministro ha tutti i poteri fissati dagli articoli 92 e 94, che cosa ci sta a fare il presidente della Repubblica: come si fa a rappresentare l'unità nazionale e a presiedere i massimi organi costituzionali se non si dispone di nessun potere e ci si limita a fare soltanto atti dovuti, di tipo notarile?
A. Vedo che arrivi anche tu a tirar queste conseguenze. Ma la riforma non si ferma qui.
All'attuale bicameralismo più o meno “perfetto” che ha caratterizzato la costituzione del 1947 e che é stato a lungo criticato in quanto espressione di un modello di stato unitario piuttosto che federale si sostituisce un senato cosiddetto federale “al quale vengono conferite addirittura funzioni decisionali finali nei confronti della Camera per le leggi che determinano i principi fondamentali nelle materie di legislazione regionali concorrenti e poteri esclusivi, sia pure temperati da un anomalo intervento del Presidente della repubblica, per la valutazione del contrasto di una legge regionale con l'interesse nazionale”. (Allegretti)
E poi nella legge si é creato un terribile pasticcio tra la scadenza dei consigli regionali e quella dei senatori eletti con il nuovo sistema, tanto che l'ex presidente della Corte costituzionale, Valerio Onida, ha scritto sul “Sole 24 ore” che per questa parte la legge provocherà conflitti costanti e pasticci a cui rimediare di continuo.
B. Davvero non capisco. Perché se si vuol creare una Camera delle autonomie locali, come tante volte ho sentito dire, non si immagina un senato federale con poteri più chiari e indipendenti dagli organi regionali?
A. Vedi, più di un costituzionalista ha notato che in realtà non si é voluto creare una vera Camera delle autonomie per non limitare i poteri del primo ministro. Di qui é scaturito il pasticcio di cui ha parlato Onida.
Ad ogni modo la cosa più grave é che domani si arriva alla seconda approvazione del Senato senza che la grande maggioranza dell'opinione pubblica italiana si sia resa conto che si sta smantellando la costituzione del 1947, la seconda parte ma fatalmente anche la prima per i legami forti che legano le due parti del dettato costituzionale, in vista di una nuova costituzione che non ha risolto i problemi di funzionamento del sistema, anzi li ha aggravati e, nello stesso tempo, ha annullato il controllo del legislativo sull'esecutivo, ha tolto poteri agli organi di controllo come il Capo dello Stato e le magistrature. In questa ultima discussione al Senato i tempi sono stati così stretti e contingentati che il maggior partito di opposizione ha avuto un minuto di tempo per ogni articolo del disegno di legge....
B. Non riesco a credere a quel che mi dici.
Come é possibile che per una riforma così complessa e radicale si contingentino i tempi e il presidente del Senato accetti simili condizioni poste dall'esecutivo? La costituzione non é la cosa più importante per regolare i rapporti tra la politica e la società, tra i cittadini? E come si potrà fare il successivo referendum se finora nessuno ha seguito il dibattito?
A. Eppure le cose vanno proprio così.
Per evitare il ricatto della Lega Nord che, con il suo 3 per cento, minaccia l'uscita dal governo, i partiti maggiori della Casa delle Libertà vanno avanti a colpi di tempi contingentati e affrontano il probabile ostruzionismo dell'opposizione pur di licenziare il testo di un disegno di legge giudicato dalla grande maggioranza dei costituzionalisti italiani un pasticcio giuridico, prima che politico, e un pericoloso passo verso la dittatura del primo ministro.
B. Ora me ne devo andare. Ma non si può dire che mi hai chiarito tutto. Quello che ancora non capisco é perché si butta a mare una costituzione che dura da sessant'anni e ha sempre evitato i pericoli di una dittatura e, al posto di essa, si vuol concentrare i poteri nel capo dell'esecutivo, penalizzando proprio il capo dello Stato e le magistrature di controllo.
A. Non posso spiegarti in pochi minuti come tutto questo é potuto accadere. Ma devo ricordarti che la crisi politica del paese dura ormai da più di vent'anni, per dire una data, dal delitto Moro. E da dieci anni viviamo in piena anomalia costituzionale.
Oggi é al potere un soggetto che vive in flagrante conflitto di interessi, domina quasi completamente i media, aspira ad ottenere tutti i poteri. Se gli italiani continueranno a votarlo e l'opposizione non li convincerà ad abbandonarlo, é fatale che si vada alla dittatura del primo ministro.
Ricordatelo e dillo ai tuoi amici che non si interessano alla politica. Sarà anche colpa loro se le cose andranno così.

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