Pochissimi giorni dopo la morte di mio padre, un vicino di casa mi chiama per dirmi che dei ladri erano riusciti ad entrare nelle cantine del palazzo.
Scendo e vedo tutte le porte scardinate (una porta per un locale cantina per ogni appartamento), gli oggetti di tutti i condomini buttati al centro dell'atrio delle cantine, valigie, abiti, scarpe, giornali, bottiglie vuote di vino, giocattoli, vecchie foto e tanta tanta altra roba.
Raggiungo la mia cantina dove non entravo da almeno un anno (forse più) e noto che tutto sommato non c'era molto rispetto a come la ricordavo: le scaffalature laterali con le bottiglie vuote in bell'ordine, pronte per essere riempite di vino; la vecchia credenza della cucina (vuota), i vecchi comodini dei miei (vuoti), delle scatole vuote. Uhm, mi pareva tutto troppo vuoto, soprattutto conoscendo l'ordine e la precisione del mio papà.
Raggiungo il fondo della piccola stanza e vedo una cassetta di legno con delle carte arruffate, e scopro così le pagelle di scuola di mio padre bambino, alcune foto di mia nonna, e altri oggetti cartacei riguardanti il babbo e la sua famiglia di origine. Niente altro.
Allora capisco che se il babbo ci conservava qualcosa, che sia vino, vecchi ricordi o altro, a quel punto non c'era più.
Ci penso spesso a questo episodio, e so che grazie a qualche gran cornuto ladro di polli, non saprò MAI quello che forse avrei dovuto sapere, o vedere, chissà.