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Seppellite il mio cuore a Wounded Knee

Ultimo Aggiornamento: 12/06/2005 14:29
24/04/2005 13:21
 
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Vampirus terribilis
."Non sapevo in quel momento che era la fine di tante cose. Quando guardo indietro, adesso, da questo alto monte della mia vecchiaia, ancora vedo le donne e i bambini massacrati, ammucchiati e sparsi lungo quel burrone a zig zag, chiaramente come li vidi coi miei occhi da giovane. E posso vedere che con loro morì un'altra cosa, lassù, sulla neve insanguinata, e rimase sepolta sotto la tormenta. Lassù morì il sogno di un popolo. Era un bel sogno… il cerchio non ha più centro, e l'albero sacro è morto" - Nicholas Black Elk (Alce Nero) –

Parto da queste struggenti e malinconiche parole di Alce Nero per descrivere Wounded Knee e cosa rappresentò per il popolo Nativo americano quel lontano 28 dicembre 1890.
Se leggiamo una qualsiasi enciclopedia troviamo più o meno parole come quelle sotto riportate:

WOUNDED KNEE, MASSACRO DI
(28 dicembre 1890). Eccidio di un numeroso gruppo di sioux inermi compiuto da truppe statunitensi a conclusione della conquista bianca dei territori nordamericani. Il 28 dicembre 1890 alcune centinaia di sioux teton, seguaci del predicatore Wovoca e praticanti la danza degli spiriti (Ghost Dance) fuggirono dalla riserva di Pine Ridge (South Dakota) per raccogliersi intorno al moribondo capo Big Foot. Circondati dalle truppe del settimo reggimento cavalleggeri che intendeva riportarli indietro, si arresero, ma, a causa di un incidente in cui restò ucciso un soldato, l'esercito aprì il fuoco sull'accampamento. Durante la primavera successiva, quando le condizioni climatiche permisero all'esercito di tornare sul luogo a seppellire i morti, se ne contarono 144, di cui 44 donne e 16 bambini.


Fortunatamente da qualche anno le essenziali parole dell’enciclopedia sono andate a sostituire la versione dei vincitori, ovvero il fatto che la Battaglia del Little Big Horn , ove gli Indiani guidati da Cavallo Pazzo sconfissero l’esercito di Custer, venisse dipinta come il Massacro del Little Big Horn e viceversa Wounded Knee veniva dipinto come una battaglia.
A Wounded Knee non ci fu battaglia, gli Indiani fuggiti dalla riserva di Pine Ridge, (dove sono tutt’ora segregati) per rendere omaggio ad un Capo morente si arresero.
Secondo le testimonianze dei supersiti si udì un colpo di pistola ed un soldato si accasciò a terra.
Quale miglior occasione per far pagare agli “sporchi musi rossi” la morte di Custer e del suo battaglione?
Il campo fu bombardato, poi i soldati fecero il resto, uomini inermi massacrati, donne violentate e poi uccise barbaramente, bambini piccoli infilzati sulle baionette e sventolati come trofei.
Morte e distruzione ovunque.
I cadaveri non furono nemmeno seppelliti, vennero abbandonati come ultimo sfregio, non meritavano nemmeno un po’ di pietosa terra a coprirli.
Solo dopo un anno si tornò a dare umana sepoltura ai resti di coloro che vennero massacrati.

Cosa rappresentò Wounded Knee?
Non fu solo un semplice e vergognoso massacro, ma la fine del sogno dei nativi, la fine di ogni loro speranza.
Un popolo che aveva sempre vissuto in completa armonia con la natura e con i propri ideali era ora schiavo di una folle corsa verso il progresso che veniva portato con l’uso delle armi.
Le bellissime terre nelle quali vivevano erano ora terreni edificabili, la struttura sociale perfettamente equilibrata crollava tra le mura di un vero e proprio carcere che per anni ci siamo ostinati a chiamare con il nome più “soft” di riserva.
Il bisonte, elemento indispensabile per il loro sostentamento si estinse quasi completamente a causa del nuovo sport portato dai bianchi, ovvero il massacro.
Massacro di Animali e di Uomini, nessuna differenza davanti al Dio denaro.
Sono passati molti anni da allora e quei corpi riposano in pace, magari cavalcano immense praterie al cospetto del Grande Spirito.
Nel mondo non è cambiato nulla, wounded knee è ormai una prassi quotidiana, uno dei tanti nomi con il quale viene definita l’infinità crudeltà della natura umana.
Wounded Knee accompagna ancora oggi i Nativi, che sopravvivono malinconici il nostro presente, anime spaesate su questa terra.
Un giorno ho rivisto Wounded Knee negli occhi di un bimbo di pochi anni, seduto su un marciapiede, con una bottiglia di liquore in mano, in mezzo alla spazzatura della riserva.




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Io sono niente: senza vita, senza anima, odiato e temuto. Sono morto per tutta l'umanità. Ascoltatemi: io sono il mostro che gli uomini che respirano bramerebbero uccidere. Io sono Dracula
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