Eccomi qui, ancora una volta, a parlare di lavoro. Immagino che più di qualcuno si domanderà:
"com'è finita?". La risposta secca è:
"li ho piantati in asso". Ma andiamo con ordine, tanto per cercare di chiarire le motivazioni della mia sacrosanta scelta.
Alle 15:40 (giusto per farli aspettare, alla faccia loro) mi presento in negozio e sono accolto da un venditore (ha circa 65 anni): mi dice che ha sentito la mia mancanza e mi porta dal titolare (sono due: padre e figlio); davanti al "vecchio" dice testuali parole:
"Questo "ragazzo" è un tipo in gamba. Da solo lavora per due. Con lui mi trovo bene. Voglio che resti. Trattalo bene". Sembra una sviolinata, ma poi vengo a sapere che anche l'altro venditore mi aveva appoggiato. Entro in ufficio e trovo anche l'altro titolare, il figlio. Apriti cielo! Non sa nulla della mia "convocazione" (decisione paterna) e freddamente risponde che già avevamo chiuso la vertenza. A quel punto dico:
"Sentite, sono stato chiamato qui per una proposta. Non accetto di essere trattato come un imbecille. Non fatemi incazzare. Sono venuto da Vicenza su vostra proposta e adesso scopro che non ne avevate parlato tra voi". Mantenendo la calma, il padre mi ripropone l'offerta, ma il figlio non ci "sente": 13^ e 14^ sono un impedimento (troppi soldi) e secondo lui la colpa della "vertenza" è da attribuirsi al 50%. A quel punto, sempre mantenendo la calma, gli dico che la colpa è soltanto loro, altro che storie! Gli dico che un lavoratore deve essere pagato il giusto, affinchè non vada a casa con un fegato spappolato e la mattina possa lavorare con la necessaria lucidità. Gli dico anche che ho fatto il lavoro di due persone, ribadendo il concetto di quello che han detto i venditori:
"Loro sanno quello che ho fatto. Se mi hanno spomsorizzato un motivo ci sarà". Il padre, quello con cui ho avuto da ridire due sere prima, è il più disposto a ricucire, mentre il figlio parla di numeri. In tutta questa "vertenza", una vocina mi diceva dentro:
"NO! NO! NO!" ed alla fine rinuncio alla loro offerta: il figlio mi ha dato una impressione altamente negativa e tutti i miei guai economici sono sempre partiti da lui. Alla fine riesco perfino a far litigare padre e figlio
C'è una cosa che dovete sapere ed è importante: con il figlio, ieri mattina, eravamo rimasti d'accordo che avrei avuto la "busta" di Aprile e questi 10 gg. di Maggio; me l'avrebbe data sabato. Bene...la busta era già lì sul tavolo, conto i soldi e trovo 1.100 euro anzichè i famosi 1.200 come da accordi: glielo faccio notare e mi dicono che ho ragione. Ora ragioniamo insieme: tutte queste belle parole per poi prenderlo ancora una volta in culo? Le persone si giudicano dai fatti e le loro sono state soltanto parole: tenete presente che avanzo da due mesi 54 euro di spese ufficio (che più volte ho ricordato) e per le quali non ho mai visto il rimborso (hanno buttato via gli scontrini
). Continuiamo col ragionamento: il fatto che la busta fosse già lì, solo per Aprile, era segno evidente che credevano che avrei accettato di restare. Peccato che ancora una volta i conti non tornassero e che la "vocina" mi aveva già suggerito di dire "NO!". Ora mi toccherà aspettare un mese per entrare in possesso delle rimanenti spettanze. La mia impressione è che è stata una "manfrina" tra padre e figlio, costruita ad arte per salvare la faccia. Alla fine ho salutato i venditori ed uno di loro mi ha detto fuori dal negozio:
"Andrea, io ho lavorato per altri due negozi e non ho mai visto un simile casino, anche solo per avere una carta. Per me non dureranno. Il figlio è un fighetto che studierà pure università (scienza delle comunicazioni) ma di lavoro non sa un cazzo. Buona fortuna"
Eccomi qui, dunque: parole, parole, parole.....e la prova definitiva della loro paraculaggine è quella famosa busta. Altre parole non servono.
--------------------------------------------------
"Notte, ore 11 - Esperienza indimenticabile...luogo meraviglioso...piazza con rudere di tempio romano...chiesa rinascimentale...fontana con delfini...messaggero di pietra...musica celestiale...tenebrose presenze"
"Ricordo ancora notte indimenticabile in casa di O. Che io possa essere dannato se accetto di nuovo un suo invito"
--------------------------------------------------