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Tex è morto e nessuno l'ha seppellito

Ultimo Aggiornamento: 17/02/2007 16:56
11/06/2005 11:57
 
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Mavaffffffff!!
Da appassionato, mi sono sfogato in un forum texofilo ed ho espresso alcuni concetti, condivisibili o meno. Riporto qui il succo dei miei interventi, ormai scomparsi tra quelli dei sostenitori nizziani (che comunque rispetto) e da interventi inutili (dal mio punto di vista) che badano più all'aspetto (copertine e disegni) che alla sostanza. Buona lettura (o ri-lettura) [SM=x520499]

Questo è stato l'ultimo Tex inedito che ho acquistato. Mi sono arreso alle ultime dichiarazioni nizziane lette in altro topic, per cui inutile proseguire: interromperò la collezione iniziata nel lontano 1973.

Veniamo all'albo in questione (N.B.: "Tumak l'inesorabile").

A me Civitelli è sempre piaciuto e questo albo ne conferma le doti e la personalità. Punto. Non c'è altro da dire. I meriti artistici ci sono e bisogna dargliene atto.
Al di là di ciò, il resto è buio assoluto. Una storiella per bambini in cui tutto è spiegato e tutto è prevedibile: quando hanno sparato ai tre giovani indiani mi sono detto "scommettiamo che uno è rimasto vivo e spiffera vita, morte, santi e miracoli a Tex?". E così è stato, fatalità....
Mi domando dove sia il pathos e l'interesse per questo genere di storie: mistero! Forse su Lancio Story (e chi ha una certa età se lo ricorda) si leggevano storielle di questa fattura, fatte apposta per non essere rilette nemmeno dopo 30 anni. So che a qualcuno questo mio atteggiamento disfattista starà sulle scatole, ma veramente ho esaurito tutte le parole ed i dispiaceri. Nizzi non ha colpe: è così, piace o non piace. Larry Yuma, sul Giornalino, era un personaggio con una trama esilissima, adatto ai ragazzini; questo Tex è identico. All'epoca mi piaceva, Larry Yuma, ma avevo 7 o 8 anni; la cosa era comprensibile. Ecco...è bello ritrovare l'infanzia, le sue atmosfere, i suoi ricordi; però Tex non è Larry Yuma. Tex è qualcosa di più: un marchio di fabbrica che ti rimane impresso sulla pelle per sempre, nonostante gli autori, i disegnatori, gli editori. Come posso appassionarmi per una squinzia di archeologa, che si troverà sicuramente in pericolo perchè suo padre è un fessacchiotto di archeologo che si fida del primo che incontra per la strada? Come posso appassionarmi per l'ennesimo indiano, maldestro e supponente, che sfida Tex in duello e si merita il titolo in copertina, manco fosse l'ira di Dio? Che ha di speciale? Ma chi è? Un buzzurro e nulla più. Sentire, poi, Tex che dice a Carson "senza un uomo saggio e pieno d'esperienza come te al mio fianco, mi sento un cucciolo smarrito", è tremendamente patetico!! Siamo arrivati al totale e definitivo cambiamento della personalità del Ranger! Non c'è nemmeno ironia in quello che dice: lo sguardo di Tex abbozza una espressione che non sa di nulla ed infatti non c'è una controbattuta....lo dice con convinzione!
Siamo alla farsa, alla disfatta, alla frutta.

La vignetta incriminata



Non accuso, nè ho mai accusato Nizzi di prendere in giro Tex. Semplicemente gli viene spontaneo. Leggere quella frase, in bocca a Tex, in uno scambio che di scherzoso non ha nulla (e se voleva esserlo, ci sono riusciti malissimo), è quanto di più ridicolo abbia letto negli ultimi anni. Tex sembra rintronato: manca solo che chiami la mamma o chieda un prete confessore. Peggio di Blek Macigno, dopo le prime divertenti avventure, quando la EsseGesse non sapeva più cosa inventarsi e metteva sulla bocca dei personaggi frasi del tipo "cosa facciamo oggi? Andiamo a pescare?", oppure "che bella giornata!"
C'era un tempo, nemmeno troppo lontano, in cui Tex si esprimeva con ben altro lessico; anzi, tutto l'albo era imperniato di quel "gergo" che ha fatto la storia di questo fumetto. Sono spiazzato nel vedere il tentativo di dare un voto qualitativo al Tex inedito, quando nemmeno ci sono i presupposti per partecipare al "concorso": è come presentarsi a Sanremo e portare orazioni funebri al posto delle canzonette. E' inutile che gli autori mi dimostrino la potenza grafica di copertine e disegni, quando poi la sostanza (sceneggiatura e testi) è ben altra cosa. Ecco perchè considero indecente quella frase: si può anche forzatamente pensare che sia una battuta, ma se compro una Ferrari mi aspetto perlomeno un'auto graffiante, non un miagolìo.
Come ho già detto, non ce l'ho con lui per partito preso: è il "progetto Tex", nel suo insieme, che non mi piace. Non mi piace un certo "politically correct" o "par condicio" solo perchè qualcuno, nella società o nelle alte sfere, ha deciso che è meglio così: può andar bene eventualmente in politica, non per l'espressione del libero pensiero e della fantasia, tantomeno nel campo del fumetto. Per non essere frainteso, mi riferisco a Tex che fuma, che beve, che magari chiamava "palla di neve" una persona di colore, che sembrava fosse troppo violento, cinico, rozzo, senza mezze misure, incurante delle leggi, provocatore ecc... Non è il fumetto che deve adattarsi ai nuovi "gusti" (di chi? e quali sono i gusti? ma ci sono mai stati "nuovi gusti" in materia di Tex? e quelli che amavano il "sapore antico" si attaccano al tram?), ma sono i fruitori dello stesso che ne dovrebbero decretare l'eventuale anomalia. A me piaceva e piace ancora quel vecchio "gusto", "uscito di produzione" e mai più riproposto; possiamo girarci intorno finchè si vuole, ma se prima era "caffè" ora è "caffelatte" (e molte volte solo latte): c'è chi lo apprezza e lo degusta, chi invece preferisce "roba forte", piena di aromi e profumi. Ne bastava una tazzina al mese, giusto per trovare la carica, l'ironia, l'avventura ed anche un pò sorridere di fronte all'irruenza del Ranger. Oggi, per me, senza tirare la scure a Nizzi, è soltanto un bel prodotto estetico, confezionato bene, da ammirare per qualche capolavoro di copertina e disegni validissimi, ma non ha anima.
Il Tex di Boselli, altro autore, è un altro Tex, ma non è detto che sia peggiore. Berardi scrisse una bellissima storia su MaxiTex (tanto che nel progetto doveva essere un esperimento a sè), "Oklahoma", senza affatto snaturare il Ranger. Boselli ha altre caratteristiche, ma non l'ho mai trovato "blasfemo"; diciamo che ne evidenzia altre parti della personalità, ma sostalzialmente non ne fa un "alter ego". Può piacere, in questa sua dimensione, o non piacere, ma non mi ha mai turbato più di tanto. Sicuramente le storie sono molto più "adulte" e meno superficiali. In un'epoca in cui tutto è il contrario di tutto e niente sembra quello che è, il "bianco e nero" è puro ossigeno. G.L. Bonelli aveva le idee chiare: è un mascalzone? Lo defenestrava! E' uno spaccone? Lo buttava giù dalle scale come un sacco di patate. Mi piaceva questo Tex. Però ho anche scoperto un Ken Parker, vera libidine narrativa, con i suoi "chiaroscuro", e se Boselli ci mette anche questa pietanza, in contrapposizione allo stereotipo, ben venga: un motivo in più per leggere qualcosa di diverso o quantomeno introspettivo; ogni tanto qualcosa di diverso ci stà. Basta che non siano fregnacce (come per tutti, del resto).
Gande Civitelli, dunque, ma la sostanza non cambia. Una storiellina che sa già di scontato, senza punti interrogativi, dove le certezze sono l'aspetto trainante dell'intero racconto. Stiamo qui, ogni mese, a valutare se Tizio migliora o peggiora, quando sappiamo tutti benissimo che i miracoli li faceva uno e l'hanno messo pure in croce. Perchè per Nizzi dovrebbe essere diverso? Attualmente questo è il suo potenziale: è la parabola della vita, con periodi brillanti e poi l'inesorabile declino. Vale per tutti. Va accettato. Ma non sono nemmeno presuntuoso da dirgli di farsi da parte: chi sono io? Nessuno, soltanto un appassionato lettore. Però la critica, se costruttiva, deve valere per tutti: nessuno ne è esente e bisogna saperla accettare. Ci sarà sempre qualcuno che non la penserà come me, in qualunque campo. Però nel caso di Tex bisogna fare una distinzione: si possono criticare o avere giudizi difformi sulle storie e sui disegni, NON sul personaggio. Se parlo al passato, di Tex, non ne trovo uno che la pensi diversamente; se ne parlo al presente, facciamo notte a furia di trovare un punto in comune.

Conclusioni:

Ho sempre pensato che Sergio Bonelli, riguardo a Tex, non valesse una cippola ed ora ne ho la conferma. Per esperienza diretta in ambito lavorativo, spessissimo i figli non valgono i padri: riescono a far chiudere baracca e burattini. Dopo questa conferma, col Tex inedito ho chiuso per sempre. Si tenga pure questa ciofeca e buona fortuna. Non si tratta di un'offesa ma di un parere personale: non ho affermato che non sappia fare il mestiere di editore, ma di non avere mai capito nulla di Tex. Scomparso G.L. Bonelli, i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Se si rileggono i miei vecchi interventi, non ho mai attaccato Nizzi per principio: dissi che le sue prime storie mi piacevano, anche perchè godevano della supervisione del vecchio creatore di Tex. Ora la "baracca" (è un termine come un altro, spero mi sia consentita l'ironia) è gestita da questo duopolio e a quanto leggo RINNEGANO, nemmeno velatamente, tutto quello che di buono era stato fatto da G.L.Bonelli: ba sti vedere testi, copertine, censura, modi di esprimersi, snaturamento dei personaggi ecc...
E' un oltraggio dire che "spesso i figli non valgono i padri?" E' offensivo? Sergio Bonelli potrà andar bene per tutto il resto, ma non per Tex: questa la mia ferma convinzione, nonostante sia il figlio del creatore di Tex.

[SM=x520499]

[Modificato da Tidus forever 11/06/2005 11.59]



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"Notte, ore 11 - Esperienza indimenticabile...luogo meraviglioso...piazza con rudere di tempio romano...chiesa rinascimentale...fontana con delfini...messaggero di pietra...musica celestiale...tenebrose presenze"
"Ricordo ancora notte indimenticabile in casa di O. Che io possa essere dannato se accetto di nuovo un suo invito"
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