Zaffiro e Acciaio - di Shaun O'Riordan - con Joanna Lumley, David McCallum

Dall'articolo pubblicato:

Chi sono i buoni e chi sono i cattivi? L'uomo senza volto che reclama la sua identità, il suo diritto a vivere, la sua libertà, o chi lo imprigiona involontariamente per l'eternità? E' giusto riportare l'equilibrio quando questo è imposto? Quanto l'ordine costituito può essere causa scatenante del disordine? Quanto l'apparente ingiustizia alimenta l'odio? Chi sono Zaffiro e Acciaio? Esseri superiori, elementi cosmici, guardiani dell'equilibrio? Un'entità superiore assegna le missioni e soltanto quando avranno risolto l'anomalia potranno uscire dalla gabbia temporale: chi è il despota?

E' un telefilm atipico, sia nella sua struttura narrativa che per i contenuti. Preso così com'è, di primo acchito, sembra essere un semplice telefilm di fantascienza, forse lento, con pochi dialoghi e molta suspence; se, invece, andiamo a scavare e ci poniamo delle domande, forse ragioni per parteggiare per i due agenti temporali ce ne sono davvero poche, al di là della simpatia e originalità dei personaggi: a loro interessa fare il loro lavoro, tornarsene a casa e ricostruire un puzzle caotico, sfuggito alle "regole" (ma quali? e di chi?), qualunque sia il prezzo da pagare (nel secondo episodio un essere umano è sacrificato per riportare l'ordine delle cose). Non sono nemmeno "angeli celesti": qui non esiste la scelta di servire un essere superiore (qui definita "entità"), ma soltanto l'imposizione di una "chiamata"; in altre parole, sono obbligati a concludere la "missione", qualunque essa sia. Non solo: manca completamente l'intercessione ("grazia") della stessa entità" e la dimostrazione sta tutta nella puntata finale, quando Zaffiro & Acciaio sono irrimedialmente bloccati a tempo indefinito (vedi foto).

Bloccati nel tempo e nello spazio