Messaggi personali

Tidus forever, 06/11/2010 13.59:

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Dal "Giornale di Vicenza" di oggi.

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Ti capisco Tid.. qui da noi è uguale (anche se non mi sono informato sulle cifre stanziate - ma l'avranno poi fatto? - per riparare i danni dell'alluvione..).. quella che si vede nella foto sotto è la strada che porta a casa mia, dove, essendo più in alto, l'acqua per fortuna non è arrivata; il punto è che nel quartiere dove abito da poco più di sei mesi, ogni volta che piove più violentemente del solito succede un disastro... lo scorso week end sul Piancavallo (a monte) sono caduti 600mm di pioggia in meno di 48 ore; gli invasi non hanno retto ed hanno aperto le saracinesche; migliaia di metri cubi d'acqua si sono riversati a valle facendo esondare prima il Meduna e poi il Noncello, i fiumi che attraversano Pordenone; purtroppo in questi casi non ci sono santi, i quartieri di Villanova e Vallenoncello vanno sotto acqua, sempre.. ma sono anni che succede! l'ultimo disastro è stato nel 2002, quando si ruppe un argine nel punto in cui il Noncello attraversa il centro storico, arrivando ad allagare anche il quartiere delle Grazie.. (quell'anno, mi ha raccontato chi c'era, l'acqua era arrivata a lambire il terrazzino al primo piano della casa che si vede sulla sinistra nella foto; da quella volta la signora che ci abita, sola, ha svuotato tutto il piano terra, che adesso usa solo come passaggio, e si è trasferita a vivere di sopra)...ma pensi che nel tempo qualcuno abbia fatto qualcosa? si, nel 2002 ripararono l'argine, che infatti questa volta ha tenuto, ma è il "sistema" che non funziona, che non ha mai funzionato... avevano previsto un fine settimana di piogge intense, soprattutto in montagna.. vuoi evitare che capitino ancora problemi di esondazioni a valle? vuoi cominciare ad aprire le saracinesche prima? niente, ogni volta commettono gli stessi sbagli, e la povera gente si ritrova puntualmente a dover combattere contro l'acqua che ti invade la casa... io la notte di lunedì scorso sono stato in giro a piedi per il quartiere ed ho visto l'acqua salire su per quella strada (per fortuna piano, non era ancora arrivata l'onda di piena); ho visto i campi vicino casa mia riempirsi d'acqua nera, tanto che alla fine sono diventati una gigantesca palude, la dove fino ad un giorno prima c'erano solo coltivazioni.. ed è angosciante sapere che se quell'acqua non si fermerà in qualche modo potrebbe arrivarti dritta in salotto... noi alla fine siamo stati fortunati, ma quanti altri hanno pianto quella notte? ...

Caspita, sono davvero impressionato.

Ancora non mi capacito. Di come il Bacchiglione abbia potuto allagare Cresole, località di Caldogno - casa mia. E le strade, le piazze del centro di Vicenza, proprio sotto al mio studio. Allagare, peraltro, è un eufemismo. Visto che si è trattato di un'alluvione disastrosa. Che ha provocato danni immensi. Alcune vittime. Migliaia di persone con la casa danneggiata, spesso in modo molto serio. Abitazioni affondate nel fango. Insieme a ciò che contenevano. E uffici, garage, automobili. Ieri, quando mi sono mosso da casa, un paio di chilometri dai luoghi alluvionati, ancora non me ne rendevo conto. Ma era impossibile circolare. Tutte le strade che percorro, quotidianamente, per recarmi a Vicenza oppure per raggiungere l'autostrada, a Dueville, bloccate.
E ancora non mi rendo conto di come possa essere accaduto. Il Bacchiglione - il fiume che ha travolto tutto, da Vivaro a Vicenza, passando per Cresole e Rettorgole, località di Caldogno - io lo conosco bene. Quando ho tempo e il tempo lo permette, lo risalgo in bici, lungo il greto. Vi entro al confine con Vicenza, il Ponte del Marchese, al confine con il Dal Molin, l'area dove, un giorno dopo l'altro, con rapidità sorprendente (e inquietudine immutata), vedo sorgere la base americana.

Da lì risalgo. Da una parte il corso d'acqua, dall'altro la campagna. Arrivato a Cresole, attraverso la strada e proseguo ancora, fino a Vivaro. Poi, di nuovo, passo la strada e continuo, in mezzo ai campi, costeggiando il Bacchiglione. Che definire "fiume" è sicuramente esagerato. Lì è un torrente che puoi attraversare in molti, diversi punti. A piedi. Visto che l'acqua è poca. Consumata dai campi. Cambia nome spesso, il Bacchiglione. Quando si avvicina a Vicenza si chiama Livelòn. In alcuni punti, d'estate, diventa Livelòn Beach, dove molti vicentini vengono a bagnarsi - fare il bagno è un po' impegnativo. E a prendere il sole. Non riesco davvero a rendermi conto di come possa essere successo. Cosa abbia potuto trasformare il mio percorso salutista - che mi permette di stare per un poco solo con me stesso - in un fiume killer. Capace di travolgere tutto e tutti. Non è la valle del Nilo. Non ci sono colline che franano, intorno. Anche se sotto c'è un bacino di falde acquifere fra i più ampi d'Europa. Due giorni di pioggia improvvisa, battente e ininterrotta, insieme allo sciogliersi rapido delle nevi nelle montagne vicine (complici lo scirocco e un veloce rialzo della temperatura. Tutto ciò ha trasformato un torrente nel Nilo in piena. Inimmaginabile, per me. Anche se, in questi anni, ho visto - e raccontato - cose che voi umani...

Un territorio verde: urbanizzato senza limiti e senza regole. Caldogno, da quando sono arrivato, negli anni Ottanta, è passato da 4 a oltre diecimila abitanti. Nei prossimi anni dovrebbe superare il 20 mila. È la previsione che orienta le scelte urbanistiche. (Forse si attende l'arrivo degli americani.) Le strade, punteggiate di rotatorie, sempre più numerose. Spesso in punti incomprensibili: in mezzo ai campi - indicano che lì nascerà, presto, una nuova entità immobiliare. Un nuovo non-luogo abitato da stranieri. (Perlopiù "italiani"; ma stranieri perché estranei l'un l'altro.) E poi capannoni, zone artigianali e commerciali. E piscine, centri sportivi. Il territorio scompare, o comunque si nasconde. Non per caso avevo scelto quel torrente per i miei giri in bici. Ormai si tratta dell'unico percorso sicuro e tranquillo. Poche le piste ciclabili e sulle strade normali, anche le più periferiche, andare in bici è da pazzi. Io stesso, quando viaggio in auto, ne ho paura. E li "investo" ... di male parole. Difficile chiedere troppo ai fiumi - e alle loro imitazioni. Difficile chiedere ai torrenti di fare gli straordinari, di affrontare prove e sfide straordinarie. Di domare l'irruzione di piene improvvise e imprevedibili. Gli argini, spesso, non ci sono più. E, comunque, i campi intorno non tengono. Anche perché, in molti casi, "livellati" dai cavatori. Le case sono lì a due passi. Sempre più vicine. L'acqua, uscita dagli argini, arriva in un attimo. E quando scende verso Vicenza, sempre più tumultuosa, non incontra più l'ultimo rifugio, l'ultimo sfogo. Il Dal Molin. È impermeabilizzato, messo in sicurezza. Oggi più che mai. Così l'onda scivola via. Prosegue sempre più grossa. E si abbatte su Vicenza senza ostacoli, senza freni, senza limiti. Gli amici di Vicenza che abitano presso Ponte degli Angeli dicono che tutto è avvenuto in fretta. Troppo in fretta. Quando hanno capito che l'acqua stava davvero uscendo dall'argine, scavalcava il ponte, invadeva piazza Matteotti, Santa Lucia e i dintorni. Era troppo tardi. Troppo tardi. Così come troppo tardi avevano capito quel che stava succedendo. Ora tutti cercano i colpevoli e si rimpallano la responsabilità, ma nessuno poteva immaginare l'inimmaginabile. E nessuno poteva immaginare che l'ambiente era lì, pronto a chiedere il conto di tanti decenni di incuria. In modo tanto clamoroso e violento.

L'inimmaginabile, peraltro, resta ancora oscuro per gran parte degli italiani che abitano altrove. Perché i giornali "nazionali" ne hanno parlato poco - a pagina 20 della cronaca. Perché le tv "nazionali" hanno guardato la catastrofe con un certo stupore. Ma senza rendere l'effettiva drammaticità degli avvenimenti. Tanto che i miei amici, i miei colleghi che abitano nel mondo - e ancor più in Italia - non si sono resi conto di quel che è successo. Non saprei dirne la ragione vera. Forse perché, in fondo, si lamentano sempre, quelli del Nordest. Così, quando ce n'è davvero il motivo, non vengono presi sul serio. Se te la prendi sempre con Roma ladrona, Roma si vendica. E quando chiami non ti sente. Forse perché resiste il mito del post-terremoto friulano; o del Vajont. Quelli abituati a fare da soli. Ad aggiustare i propri conti con le sfide del mondo e della natura senza chiedere aiuto agli altri. Così gli altri, quando ci capita qualcosa di grosso, non si accorgono di noi. Tanto siamo campioni dell'arte di arrangiarci.

Forse perché Vicenza, il Veneto, il Nordest sono terre lontane. Da Roma, ma anche da Torino e Milano. Periferia romana e padana. E poi, vuoi mettere i rifiuti di Napoli? Così, le grida si sentono poco. Echi lontani. E qualche ripresa. Qualche immagine. Persa tra le foto di Ruby, le avventure erotiche e le barzellette sconce di Berlusconi, le polemiche dell'opposizione, le inchieste infinite da Avetrana. L'alluvione di Vicenza. Un servizio a pagina 20 sui quotidiani e una notizia dopo dieci minuti di tigì, il giorno in cui avviene. Poi sparisce.

In fondo si tratta di una tragedia minore che si consuma in una provincia minore. Non merita un'inchiesta. Al massimo una cronaca. Minore.

Hai tutta la mia solidarieta',Andrea.Le tue foto testimoniano ben di piu' dei tg della gravita' della situazione,del resto l'Italia e' sempre al centro dell'attenzione per cataclismi naturali,per fatti di cronaca nera e per un premier(ora si dice cosi'),che ci fa vergognare di essere italiani

clopat, 07/11/2010 22.05:

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Hai tutta la mia solidarieta',Andrea.Le tue foto testimoniano ben di piu' dei tg della gravita' della situazione,del resto l'Italia e' sempre al centro dell'attenzione per cataclismi naturali,per fatti di cronaca nera e per un premier(ora si dice cosi'),che ci fa vergognare di essere italiani

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Ciliegina sulla torta, pagine Facebook dedicate all'alluvione dal titolo "Contribuiamo ad allagare il Veneto, pisciamoci sopra":

- E quando i Veneti sono annegati tutti, lo ripopoliamo con musulmani, che sono gente per bene e parlano senza quell’orribile accento.
- Bestemmiatori incalliti, il Signore vi ha puniti.
- Forza veneti terroni d’Europa, l’alluvione è vicina e spazzerà via tutta la vostra regione di merda, nebbia e gelo…mentre io mi godrò il sole meridionale.

Ciao Andrea, sono davvero dispiaciuta di quello che è successo in Veneto.Spero che a casa tua non sia successo nulla, avevo chiesto già tue notizie a Claudio perchè ero venuta qui e non ti avevo letto.Ti abbraccio e non dar retta alle stronzate che scrivono su FB, sapessi quante ne dicono sui meridionali.
Un saluto a tutti voi.

Guapix, 09/11/2010 11.08:

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Ciao Andrea, sono davvero dispiaciuta di quello che è successo in Veneto.Spero che a casa tua non sia successo nulla, avevo chiesto già tue notizie a Claudio perchè ero venuta qui e non ti avevo letto.Ti abbraccio e non dar retta alle stronzate che scrivono su FB, sapessi quante ne dicono sui meridionali.
Un saluto a tutti voi.

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Ciao Carola, felicissimo di risentirti
Ho avuto fortuna: io, la mia famiglia e tutto il parentado sparso qui e là. Come dice mio fratello (alias Giangi), sembra quasi che mia madre, lassù in cielo, ci abbia dato una mano. Siamo stati sfiorati, come tanti altri, e la città è stata divisa a metà. Rincuora la partecipazione della gente, i volontari, lo spirito indomito che da sempre contraddistingue i veneti; anche quelli acquisiti, come gli extracomunitari vicentini, che sono tanti e che hanno dato una mano a quella che considerano ormai la loro bella città. Avrei voluto contribuire anch'io, come tanti studenti che hanno risposto all'appello del sindaco, ma il lavoro mi impegna fisicamente moltissimo e la sera sono stanco morto. Stamattina pioveva forte; andando verso il garage, ho visto un'extracomunitaria che cercava di sollevare un grande sacco di immondizie strapieno di foglie bagnate: non meno di 40 chili. Una signora anziana che passava di lì l'ha aiutata cercando di tenere aperto il cassonetto: mi sono fermato e, incurante della pioggia, ho aiutato a sollevare il saccone. Ecco, è stato bello sentirsi dire "grazie", ma ancor più bello percepire che c'è ancora voglia di solidarietà, di sensibilità, di umana comprensione. Ognuno di noi, nel suo piccolo, può contribuire a qualcosa. Il Veneto ha preso un calcio nei denti, ha sanguinato, ma nessuno si fermava per constatare, aiutare, perso tra l'indifferenza dei media nazionali e di quella politica che, adesso, ci viene rinfacciata: tutto il mondo è paese, tutte le ferite sono uguali.

Pur essendo dispiaciuta per i tuoi concittadini e per la tua città, sono felice che a te e famiglia non sia successo nulla,Ti abbraccio

Guapix, 09/11/2010 15.27:

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Pur essendo dispiaciuta per i tuoi concittadini e per la tua città, sono felice che a te e famiglia non sia successo nulla,Ti abbraccio

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Grazie, Carola. Sono contento anch'io di stare bene

Andrea,stamattina,non mi ricordo se su La 7 o su Rai 3,sentivo che si parlava delle cause di queste esondazioni dei fiumi(cosa successa poco tempo fa anche in Liguria) e probabilmente l'eccessiva cementificazione dagli anni '60 ad oggi(ho sentito dell'eccessivo numero di Centri Commerciali nati in poco tempo in Veneto)ha contribuito non poco al fatto.Che ne pensi?

Tidus forever, 09/11/2010 13.44:

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Ecco, è stato bello sentirsi dire "grazie", ma ancor più bello percepire che c'è ancora voglia di solidarietà, di sensibilità, di umana comprensione.

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Caro Andrea, per motivi vari, tempo, tecnici, etc. non mi sono più connesso.
Volevo anche telefonarti, ma, colpevolmente, non l'ho fatto.
Ho letto e visto le foto, e sono sinceramente addolorato per quello che è successo.
Ora spero davvero che le istituzioni, locali e statali, facciano non grandi cose ma, semplicemente, il loro dovere.
Ti ho pensato spesso, caro Andrea e non deve accadere mai più che non ti telefoni.
Non ci deve essere motivo di sorta ad impedirmelo.

Molto in sintonia con la frase di oggi.

Le comunità di Sant'Egidio del centro e del sud (Calabria, Sicilia e Lazio) aiutano le popolazioni del vicentino-padovano colpite dalle inondazioni.

Cliccate qui

Andrea,se ci sei batti un colpo?

clopat, 25/11/2010 7.38:

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Andrea,se ci sei batti un colpo?

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Ci sono, ci sono....
E' un periodo di m...a, questo, che sta mettendo a dura prova il mio fisico. Torno a casa dal lavoro con la schiena dolorante e sento il bisogno di tirare il fiato. Sabato mattina, tra l'altro, sono in provincia di Verona per il patentino per macchine operatrici (massì, il "muletto", che diamine! Un ex ragioniere contabile che ormai fa di tutto! ). Poi subito ad installare una manciata di decoder digitali per qualche amico/conoscente che non capisce un tubo di sintonia, allacciamenti e fregnacce varie: fosse per loro, il decoder è una trombetta ecologica per richiamo volatili rincoglioniti.
Comunque sono vivo