Lo Hobbit - di J.R.R. Tolkien

Ciò che leggiamo con piacere, con piacere lo rileggiamo
(Orazio)

Per i lettori di tutto il mondo, Lo Hobbit funge da introduzione al mondo incantevole della Terra di Mezzo, dimora degli Elfi, dei Nani, dei Maghi, degli Orchi, dei Draghi, dei Goblin e di un esercito di altre creature descritte nel Signore degli Anelli e nel Silmarillion, le storie che ebbero origine dalla fantasia di J.R.R. Tolkien.

"In un buco nel terreno viveva uno Hobbit. Non era una cavità brutta, sporca, umida, piena di resti di vermi e di trasudo fetido, e neanche una caverna arida, spoglia, sabbiosa, con dentro niente per sedersi o da mangiare: era una casa hobbit, cioè comodissima."

Così inizia il racconto, originariamente nato dall'unione di molti elementi, provenienti da altri racconti che Tolkien raccontava ai figli durante le letture invernali dopo il tè della sera.
Pubblicato per la prima volta nel 1937, lo Hobbit di JRR Tolkien è divenuto uno dei testi più amati di tutti i tempi. E' la storia di Bilbo Baggins, un tranquillo hobbit la cui vita viene totalmente scombussolata nel momento in cui si unisce, senza desiderarlo, al mago Gandalf e a tredici nani, nel tentativo di riconquista del tesoro rubato a questi ultimi dal drago Smaug. La loro avventura si rivelerà un viaggio pieno di pericoli tra foreste incantate, Troll affamati, Ragni giganti, Lupi Mannari e Orchi spietati. Avventuroso, divertente, a tratti denso di humor, sarà proprio Bilbo a dover affrontare il terribile e spietato Smaug, in un faccia a faccia quanto mai singolare.

Alla fine dell'avventura Bilbo non sarà più lo stesso:

Gandalf lo guardò. "Mio caro Bilbo!", disse, "C'è qualcosa che non va! Non sei più lo Hobbit di un tempo!"

Bilbo non è più il tranquillo e borghese Hobbit, ma un antieroe che simboleggia l'eroismo della quotidianità nell'essere sè stessi senza arroganza e clamori; un eroismo non urlato, ma raccontato sottovoce seppur con un epica straordinaria quasi spirituale che contraddistinguerà tutta la produzione di JRR.Tolkien.

Tolkien riassume il tema centrale dello Hobbit in una lettera priva di data a Milton Waldman, scritta probabilmente verso la fine del 1951:

"In realtà questo è uno studio su un semplice uomo molto comune, nè nobile nè eroico nè dotato di doti artistiche (ma con tutte queste potenzialità non ancora sviluppate dentro di sè) che deve affrontare una grande impresa" ( e difatti, come ha osservato un critico, il tono e lo stile cambiano di pari passo con i cambiamenti dello Hobbit, passando dalla fiaba al racconto più nobile ed elevato e tornando alla fiaba verso la fine).

Come Tolkien molti anni fa, anche un mio amico lo sta leggendo ai suoi tre piccoli bambini e, come allora, ne cattura lo sguardo sognante e meravigliato.
Bello, adatto a tutte le età, avvincente e divertente: è anche il libro che spiega come Bilbo ritrovò l'anello dell'invisibilità a danno di Gollum e come questa storia sia l'anticamera del Signore degli Anelli .