Titor, l'uomo venuto dal futuro

E', questo, un discorso che molto assomiglia a quello degli universi paralleli. Il viaggio nel tempo, spiega Titor, soprattutto quello a ritroso, non può determinare cambiamenti nella linea del tempo del viaggiatore, qualunque cosa faccia, in quanto essa è ormai fissata e stabilita, determinata da scelte già compiute.

Questa è la parte più interessante di tutta la storia. Il futuro non mi interessa (guerre, morti, catastrofi, fine del mondo ecc...la solita solfa da quando l'uomo passeggia su questo verde pianeta) poichè determinato da scelte: ciò che farò o non farò determinerà il successivo scenario ed ogni scelta è imperscrutabile (una mattina ti alzi, ti girano le palle e premi il bottone sbagliato, oppure fai bisboccia col tuo migliore amico). Ciò che Titor ci racconta è un possibile scenario o parte di esso, determinato da scelte: il conflitto israeliano, attualissimo, ne è appunto un frammento intorno al quale ruotano miliardi e fantamiliardi di singole scelte (le cosiddette "variabili") che ogni persona è chiamata ad esercitare in ogni secondo della propria vita. Tali "variabili", intersecate tra loro, generano il presente e tutti i possibili futuri alternativi: qual'è quello giusto? Campa cavallo!
Se il passato viene visto nell'ottica dei "buchi neri", concordo con quanto afferma Titor: il "black hole" non è che una "discarica di celluloide" nella quale si possono ritrovare i "filmati" del passato. Non credo assolutamente ad una "interazione" con ciò che è stato: Titor che rivede sè stesso bambino, che parla con i genitori, che colloquia col nonno, per me sono autentica fantascienza.