Verona - 10/06/07

Venexia xe bela

Dopo essermi svegliato alquanto in coma (avevo ancora sulle gambe i 6 km a piedi del giorno prima, sotto un sole infuocato), mi accorgo con orrore di non avere disponibile nemmeno una maglietta bianca da indossare sotto la prevista canicola veronese. Le sorelle avevano da poco buttato in lavatrice i capi più chiari e l'alternativa sarebbe stata una t-shirt nera come gli abissi infernali. L'idea di condensare tutti i raggi solari di Verona sul mio groppone mi inorridiva: piuttosto in canottiera! Improvvisamente mi ricordo della t-shirt acquistata a Venezia l'anno prima, dopo che un piccione del tubo mi aveva bombardato con un viscido napalm: apro il cassettone e...voilà!....ecco la scritta "Venezia" sul mio petto ed il sorriso soddisfatto di chi ha indossato un capo firmato! Mancava soltanto il cappello da gondoliere, ma ritenevo eccessivo dare nell'occhio.

Verona???

Proseguendo a piedi verso la stazione, ecco i soliti contrattempi: quand'è che i passanti pretendono informazioni? Quando sistematicamente uno ha fretta, specie se non vuol perdere il treno! Ebbene, nel giro di cinque minuti, non una, ma due persone accostano la loro macchina e cominciano a chiedere la strada per andare a Monte Berico e allo stadio. Il secondo, inoltre, sembrava nemmeno interessato alle precise indicazioni del sottoscritto: gli occhi, tipici di chi ha l'idea di avere preso un bidone, finivano inesorabilmente sulla mia maglietta e probabilmente aveva il sospetto che l'avrei mandato a Mestre o direttamente a piazza San Marco.
Finalmente si levano dalle balle ed arrivo in stazione. L'impiegato FS, alla mia richiesta di un biglietto per Verona, dice esattamente queste parole: "Lei deve andare a Verona e indossa una maglietta con la scritta Venezia?". Rispondo che viaggio in incognito dato che Verona, come il Vicenza, si gioca la permanenza in serie B e che quindi non avevo nessuna intenzione di farmi notare e rischiare un pestaggio all'americana.
Sgamato il ticket e toltosi dalle balle anche il bigliettaio, prendo finalmente il treno!

Pio Ospizio S. Michele di Verona

Alla stazione di Verona una sorpresa inaspettata: Redarrow/Roberto mi si piazza davanti e per poco non mi prende un colpo! Abbracci e baci e tra un "come mai?", "cazzo ci fai?", "come stai?", scopro di non essere l'unico rincoglionito del gruppo VS: io ho avuto problemi con emorroidi e denti, lui con un occhio che dovrebbe riprendere vita e colori tra un pò di tempo, quando cazzo ne avrà voglia. Un occhio indipendente, insomma, che se ne sbatte di Roberto, suo padrone e tutore. Ed ecco arrivare anche Clopat, anche lui acciaccato, anzi, gambizzato, arrivato a Verona il giorno prima e probabilmente con un risciò.
Arriva Todo Modo e non ha un cazzo di problemi fisici: Clopat, forse, vorrebbe utilizzarlo per il viaggio di ritorno. Ed infine Walloz, con il suo macchinone nero, pronto a caricarci e buttarci nell'Adige, tanto per togliersi il peso ed il pensiero dei pesi morti. Lui guidava, Todo Modo stava seduto davanti, mentre i Nosferatu se ne stavano dietro, schiacciati da un sedile anteriore trancia-rotule. Giriamo qui e là, cercando un posteggio, e finalmente sbarchiamo.

Spritzando

Una cosa appariva subito lampante: la Fnac era aperta, ma non si trovava un bar aperto nemmeno pagandolo a peso d'oro! Ansima qui e rantola là, ecco finalmente Piazza delle Erbe ed un tavolino invitante! Si comincia con uno spritz e subito delucidiamo Clopat sulle caratteristiche del nettare. Walloz si sbilancia e lo informa che costa soltanto 2 euro, mentre io addirittura rilancio col miracolo vicentino di 1 euro! Per fortuna ci fermiamo lì, altrimenti Clopat, alla notizia che costava soltanto 1 centesimo, non solo avrebbe ripreso a camminare saltando come un grillo, ma avrebbe offerto spritz a tutta la piazza. Arriva il conto e sono 4 euro a cranio: il barista avrà visto la mia maglietta e avrà pensato "'un venexian de l'ostia me ga ciavà nà volta e stavolta ghelo meto in culo mì". Poi passa una signora e desidera vendere mazzi di fiori alla compagnia: siccome non siamo froci, io e Todo Modo sgamiamo 1 euro ciascuno come offerta, subito ringraziati dalla dolci parole "voi sì che siete buoni". Per un attimo ci guardiamo e Walloz dice: "Beh..Clopat è genovese!"

Pizzettando

Mi arriva un sottospecie di pizza non meglio identificata: schiacciatissima, sottilissima, inconsistentissima. Mi rifaccio con un litro di birra ed alla prima sorsata ne scolo una buona metà: troppo torrida Verona!
Si parla di Vicolo, di musica, di forum, di cinema, di birre. Qui non ho ben presente il filo delle discussioni dato che la birra batteva in testa, ma mi sembra che ad un certo punto qualcuno volesse soffiare il piatto a Walloz Il caldo saliva e Redarrow, che era lo stoico sfigato che non stava sotto l'ombrellone, si alza di scatto ed ordina di alzare i tacchi.

La Fnac non c'ha Ludwig

Parto subito bene, ma depongo le armi quasi subito: acquisto galvanizzato il DVD "Tex ed il signore degli abissi" ("è uscito!! guardate!!", ma avevo il sospetto che non fregasse nulla a nessuno) con Giuliano Gemma, una boiata megagalattica del costo di 12,90 euro. Lo avevo visto al cinema, ma non era mai stato pubblicato su VHS o DVD: è soltanto 4:3, audio mono e nessun extra; anzi, non c'è nemmeno uno straccio di opuscolo all'interno del box. Poi cerco "I sopravvissuti", ma non c'è traccia alcuna. Infine domando di "Ludwig" di Luchino Visconti, un altro polpettone pesantissimo, ma pregno di amarcord (lo avevo visto al cineforum della scuola): ne avevano 5 copie, ma erano introvabili. Dopo inutili ricerche, mi comunicano che tutte e 5 erano difettose ed erano state rese. Ma vafffffffff!!!
Redarrow e Walloza, al solito, fanno la spesa come al supermercato: un etto di DVD, un chilo di CD e due etti di "cazzonesomì", ossia roba degna di veri cultori. Clopat, genovese d'un pezzo, o non trova un cazzo o fa finta di averla. Todo Modo, infine, si accontenta. Usciamo dalla Fnac e ci avviamo alla macchina per salutare Walloz e Todo Modo. Restano Clopat, che svernerà a Verona anche il giorno successivo, il sottoscritto e Roberto (ma và? 5-2 = 3 )

Hamam-ghellah-hazzadì-pulzellà

Ci sediamo in un bar, col caldo boia che continua a picchiare. Due granite, un gelato, due acque toniche, una lemonsoda e una sfilza di musica araba che Roberto predilige, appoggiato da Clopat. Per un attimo, probabilmente per un colpo di sole, sembro apprezzare la melodia e comincio ad agitarmi sulla sedia, muovendo come una geisha le braccia e sparando frasi senza senso come "ammullà, cià cià cià, vaffancù, trallallà". Dopo avere sborsato i soliti cruzeiros, ci dirigiamo verso la stazione, ma è ancora presto: manca un'ora alla partenza. Allora facciamo un giretto intorno e Roberto dice "Là c'è un bar! Andiamo!". Il posto si chiamava "Lo chalet", una bettola in procinto di disintegrarsi con i prossimi monsoni estivi. Gestito da extracomunitari le cui facce sembravano uscite dal Bronx, presentava a fianco un annuncio mortuario: non abbiamo preferito indagare su chi fosse, se era morto serenamente o se fosse in realtà il classico "Wanted!" western o una vittima dei gestori Allora mi sforzo e li invito ad andare in quello vicino, ma anche lì sembravano pronti a piantarti un coltello alla schiena: come dice una famosa frase, "Veni, vidi e corcazzochemefermo".

Maristella

Ritorniamo in stazione ed entriamo al McDonald's. Chiedo una birra media per me e due piccole per Clopat e Redarrow: non avendo un bicchiere grande, me la versano nel contenitore della Coca. Mentre sta preparando le altre due, una signora si avvicina lesta lesta e dice al barista, chiavandosene delle precedenze e con un tono del tipo "senta, ho fretta, mi dia due caffè, gli altri vadano a fanculo". Incredibilmente il barista le da retta, ma poi ci serve quasi subito. Ci sediamo, parliamo e una gentile signora, vicina al nostro tavolino, attacca bottone col sottoscritto: si chiama Maristella e mi prge la mano. Contraccambio e mi domanda una Coca. "Certo", dico io, "media" dice lei. Gliela porto e mi chiede anche una sigaretta: mento spudoratamente, dicendole che non fumo da 5 anni (sic!), altrimenti mi avrebbe chiesto anche un polmone. Mi dice tranquillamente e sorridendo "tu non sei normale", a mia volta confermando e ridendo ed invitando i miei amici ad andare a prendere il treno.

Omero

Dopo averli salutati, prendo il treno: è un regionale strapieno, con tre carrozze inspiegabilmente fuori servizio. L'unico posto libero è propio nella carrozza in cui non funziona l'aria condizionata: ci saranno stati 50 gradi! Davanti a me una signora, nonostante il caldo asfissiante, legge un libro, "La storia di Omero": mi fa venire in mente Troia, data alle fiamme, ed ho ancora più caldo. Poi salgono anche dei giovani veronesi e parlano dello spareggio e del Vicenza bastardo che si è salvato. Metto in mostra la scritta "Venezia", ma dentro di me penso "chissà che lo ciapè in tel culo dallo Spezia".

[Modificato da Tidus forever 11/06/2007 22.22]