Bene finalmente qui trovo posto per relazionare su uno splendido concerto cui ho avuto la fortuna di assistere in quel di Voghera all'inizio di luglio. PFM e YES insieme come una sola volta, nel 1971, era accaduto in precedenza. La PFM nella formazione tipo senza Mauro Pagani ma con l'ottimo Lucio "violino" Fabbri e senza l'originario bassista Giorgio "fico" Piazza sostituito sin dal 1974 dal ben più tecnico e poliedrico Patrick Djivas. Inoltre un secondo batterista ( bravo e che purtroppo mi sfugge il nome ) supporta il gruppo quando Di Cioccio è impegnato ad usare in maniera seria l'ugola e a catturare la scena con un pizzico di egocentricità di troppo.
Il concerto cominciava alle 20 circa e nonostante sia arrivato in loco verso le 19 sono riuscito a piazzzarmi incredibilmente attaccato alle transenne che delimitavano il palco. In realtà alle 20 ha iniziato il gruppo di supporto , i napoletani "Malaavia" con l'irrobustimento di Tony Pagliuca (ex Orme ) alle tastiere. Presentati come alfieri del neo progressive hanno però il punto debole, a mio parere, nel cantante/bassista, più adatto a gruppi stile NCCP ( o al limite Spaccanapoli) che a quelli neoprog. Nonostante una buona esecuzione di "sguardo verso il cielo" come bis, il loro minconcerto passa del tutto inosservato e , ahimè, fastidiosetto come le zanzare che non hanno mai concesso un attimo di respiro a nessun presente, sopra o di fronte al palco. Qualche prova tecnica di luci e finalmente alle 21 ecco la PFM !!! Inizio alla grande con uno dei loro migliori pezzi di sempre "La luna nuova" e già si capisce che sono in una di quelle serate memorabili dove tutto gira per il verso giusto ( a parte le zanzare che facevano invece girare le palle ).A vrò sentito almeno 10 volte la Pfm dal vivo ma questo pezzo particolarmente mi emoziona e mi coinvolge ogni volta in misura sempre maggiore. Il concerto prosegue con l'alternanza di versioni anglo/italiane dei loro pezzi dai primi due album ( storia di un minuto e per un amico ) quindi photos of ghosts, dove.. quando, river of life, il banchetto e impressioni di settembre. Esecuzioni impeccabili come anche impeccabile lo splendido arrangiamento di "Dolcissima Maria" (da l'isola di niente) che già era stato sperimentato due anni orsono nel tour giapponese. Da spellarsi le mani con convinzione. Se proprio vogliamo trovare una nota stonata questa la inquadro nell'atteggiamento sin troppo gigionesco di Franz di Cioccio "addurmuto" (thanx guapix!)
ormai a primadonna del gruppo: si arrampica sulla batteria, zompa a destra e a manca come una scimmia in gabbia ed esorta il popolo che assiste ad improbabili tentativi corali che francamente potrebbe evitare. Avrebbe inoltre potuto anche evitare di dire, ad inizio concerto, dovendo giustificare il poco spazio sul palco a loro disposizione, che la colpa era dovuta all'apparato scenico degli yes ( splendido in realtà ) e che in realtà tutto ciò gli sembrava un preservativo gigante, malcelando una puntina d'invidia nei confronti del gruppo inglese; lo stesso Mussida, da gran signore, si è sentito in dovere d'intervenire per smorzare un pochino i toni. Incidenti di percorso abbastanza veniali ma cui francamente preferirei non assistere. Invece devo riconoscere un notevole miglioramento vocale sia in di Cioccio ( evidentissimo ) che in Premoli e persino in Mussida segno che si sono aggiornati dove forse, anzi senza forse, sta il loro punto più debole... peccato per la perenne mancanza di Bernardo Lanzetti a mo parere il cantante ideale per la PFM.
A gran voce viene richiesta "la carrozza di hans", ma evidentemente fuori scaletta, Di Cioccio, stavolta simpaticamente, dice che per quella sera l'avevano prestata a Schumacher. Solo "Maestro della Voce" dedicata a Demetrio Stratos, inquina temporalmente un concerto basato unicamente sulla primissima produzione della PFM ( Storia di un minuto, Per un Amico, L'isola di niente, e le improvvisazioni contenute sul Live in USA quali Altaloma con esecuzione finale del Guglielmo Tell di Rossini. Come bis naturalmente la mitica Celebration forse leggermente rallentata dal tentativo mezzo riuscito di far cantare a comando tutte le persone dividendole in tre gruppi distinti a seconda della posizione rispetto al palco. A parte quindi qualche peccato veniale concerto strepitoso di un gruppo che non sente assolutamente gli anni, che passano, che rinnega in toto la produzione ( pessima ) targata 80 e 90 e che finalmente ripropone in piena maturità i loro capolavori di sempre. Sono le 11 e 45 e sono in un mare di sudore pressato a destra e a manca, sono letteralmente divorato dalle zanzare e comunque appagatissimo da questo concerto..e ora? Che impressione mi faranno gli Yes? Avrò la forza di potermeli gustare appieno dopo tutto cio? Suoneranno scazzati o motivati? Beh attendete un pochino e metterò on line la seconda parte, quella dedicata agli...YES
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"Poi succede che all'improvviso, guardandoti allo specchio, dirai di chi è quel viso?
Non è il mio, non c'è un sorriso.
Il tempo dei segreti, dei sogni e dell'oblio non è più il mio..."
(Aldo Tagliapietra)
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