Caro Gilles,
sono passati ventisei anni da quel pomeriggio. Ero a casa da solo, a fare una traduzione di greco. Come al solito mi riposavo guardando un po' di tv. E una voce mi spiazzò, mi ritrovai a piangere, e piansi così tanto che non sapevo come fermarmi. Ero solo a casa, una sera calda, di quelle serate di maggio a Cagliari che ti invitano a d uscire. Ma le forze dell'affetto, della passione che mi davi con il tuo essere una persona normale e simpatica...beh, su un ragazzino di sedici anni hanno il loro porco effettaccio. Poi vennero le immagini e da allora, ogni volta che mi ricordo di te, beh, penso sempre che in Paradiso si divertano un mondo a salire, con te alla guida, sulla tua Ferrari.