Delitto di Cogne - fasi finali del processo?

L’assassino? Non so chi sia e credo di non volerlo nemmeno sapere.
Potrà nascondersi quanto vuole, potrà persino rimanere impunito, ma, prima o poi, dovrà rendere conto di quanto ha fatto.
Ma a parte questo, dopo le migliaia di volte che ci hanno fatto vedere in tutte le salse la madre, il padre, il nonno, la casa, la scena del delitto e le presunte armi, paradossalmente, io penso sempre e solo a lui...
A quel piccolo che avrebbe voluto regalare sorrisi e “buttare” baci...
stringersi sotto le coperte del lettone di mamma e papà...
e tirare calci ad un pallone...
scambiarsi le figurine con gli amichetti...
leggere un libro sognando mille avventure...
A lui che avrebbe voluto sentire il cuore battere a mille per il primo giorno di scuola
o al solo passare di quella ragazzina così bella...
A lui che avrebbe voluto studiare, magari diventare dottore
e mostrare orgoglioso la patente ai suoi...
che avrebbe voluto sposarsi, avere dei figli
e che avrebbe voluto vederli vivere, crescere
A lui che, ormai vecchio, avrebbe voluto morire un bel giorno di maggio
sereno, nel suo letto, tra gli abbracci e le lacrime dei suoi cari...
L’avrebbe davvero voluto...

Scusate, mi sono lasciato prendere la mano...
non volevo scrivere una poesia strappalacrime, ma ho tre figli e al solo pensiero di quello che è successo a Samuele sto male.
Posso capire uno scatto di rabbia, di nervosismo, un momento in cui la stanchezza ti possa far perdere le staffe (a me è successo, lo ammetto, e posso davvero capirlo con 3 figli piccoli!), ma poi ti accorgi che stai esagerando, che stai sbagliando e ti senti male, anche solo per aver alzato la voce o allungato uno sganassone. Perciò non riesco a capire come l’assassino non senta il rimorso e non stia male per quello che è successo.
Come direbbe un sacerdote che conosco, io prego per lui, perchè Samuele, in paradiso, ci è salito in carrozza e cavalli...

già...

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Scritto da: Ragno Nero 24/04/2007 15.16
L’assassino? Non so chi sia e credo di non volerlo nemmeno sapere.
Potrà nascondersi quanto vuole, potrà persino rimanere impunito, ma, prima o poi, dovrà rendere conto di quanto ha fatto.
Ma a parte questo, dopo le migliaia di volte che ci hanno fatto vedere in tutte le salse la madre, il padre, il nonno, la casa, la scena del delitto e le presunte armi, paradossalmente, io penso sempre e solo a lui...
A quel piccolo che avrebbe voluto regalare sorrisi e “buttare” baci...
stringersi sotto le coperte del lettone di mamma e papà...
e tirare calci ad un pallone...
scambiarsi le figurine con gli amichetti...
leggere un libro sognando mille avventure...
A lui che avrebbe voluto sentire il cuore battere a mille per il primo giorno di scuola
o al solo passare di quella ragazzina così bella...
A lui che avrebbe voluto studiare, magari diventare dottore
e mostrare orgoglioso la patente ai suoi...
che avrebbe voluto sposarsi, avere dei figli
e che avrebbe voluto vederli vivere, crescere
A lui che, ormai vecchio, avrebbe voluto morire un bel giorno di maggio
sereno, nel suo letto, tra gli abbracci e le lacrime dei suoi cari...
L’avrebbe davvero voluto...

Scusate, mi sono lasciato prendere la mano...
non volevo scrivere una poesia strappalacrime, ma ho tre figli e al solo pensiero di quello che è successo a Samuele sto male.
Posso capire uno scatto di rabbia, di nervosismo, un momento in cui la stanchezza ti possa far perdere le staffe (a me è successo, lo ammetto, e posso davvero capirlo con 3 figli piccoli!), ma poi ti accorgi che stai esagerando, che stai sbagliando e ti senti male, anche solo per aver alzato la voce o allungato uno sganassone. Perciò non riesco a capire come l’assassino non senta il rimorso e non stia male per quello che è successo.
Come direbbe un sacerdote che conosco, io prego per lui, perchè Samuele, in paradiso, ci è salito in carrozza e cavalli...

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Ragno Nero