Giunto a circa metà libro, non posso che confermare l'interesse per questa storia: personaggi ben caratterizzati, introspezione psicologica, avventura sapientemente calibrata. Assolutamente intrigante, poi, la simbiosi tra Eragon e la dragonessa Saphira.
Mi sono fatto un'idea riguardo il "parto" di questa storia, che reputo abbia attinto da altre fonti e da altri spunti che esulano dal racconto tipicamente fantasy. Per fare un esempio, Brom, il vecchio mentore di Eragon, lo si può tranquillamente accostare alla figura Obi Wan-Kenobi di Stars Wars: è lui che lo indirizza alla conoscenza della magia primordiale (mentre in Star Wars si parlava di "forza"); personaggio enigmatico del cui passato si sa ben poco, spesso sotto mentite spoglie, è sempre con lui che Eragon impara l'arte della guerra (allenamenti notturni intorno al fuoco: le spade non sono che rudimentali bastoni).
Altra analogia la troviamo nella situazione familiare di Eragon: la madre è un rebus, il padre è sconosciuto; è allevato da uno zio e come Luke Skywalker agisce per vendetta.
Inoltre, cosa non da poco, la figura di Galbatorix, il cattivissimo imperatore (ex Cavaliere di Draghi), passato al "male": facile e scontato l'accostamento a Dart Fener.
Si può dire, quindi, che Paolini abbia compiuto, per la sua ispirazione, una ricerca mirata tra fortunate idee del passato e da più generi: questo mix non sempre risulta una carta vincente (sarebbe troppo facile per chiunque), ma nel caso di "Eragon" funziona alla perfezione.
Rispetto al "Signore degli Anelli" e "Lo hobbit" di Tolkien (che, ricordiamo, è il creatore del genere fantasy), troviamo in "Eragon" un grande approfondimento riguardo la magia e le sue applicazioni ed anch'esso è figlio di altre idee, come il famoso gioco di ruolo "Dungeons and Dragons, capostipite del genere. Per esempio, una determinata magia è più efficace se compiuta entro un certo raggio e può richiedere un notevole sforzo fisico/mentale che può portare anche alla morte chi la effettua: tutti "parametri" che il primo GDR della storia(guarda caso fantasy) aveva introdotto come fulmine a ciel sereno.
In tutto ciò, però, la vera "mina vagante" del racconto resta Saphira, la dragonessa: è il vero punto di forza della storia dato che la sua crescita fisico/emotiva si riflette ed influenza le scelte di Eragon.
Insomma, per concludere questo primo approccio alla lettura, "Eragon" è certamente un buon libro che appassiona e che induce alla lettura, al di là degli evidenti riferimenti ai quali ho accennato.
Ci risentiamo per le conclusioni finali