Premessa
Cosi affermava G.M.Volontè:
"Non entro e non esco. Mi metto lì con tanti materiali e tante cose. Calarsi o non calarsi sono luoghi comuni, non esiste secondo me una tecnica unica, precisa. Si può interpretare un personaggio in totale immersione, ma anche al contrario. In questo paese tutti pensano che si può essere attori in qualsiasi momento e invece non è vero. Sono discipline che richiedono anni di frequentazione, John Travolta non è uno preso per caso dal Piper e messo in Saturday Night Fever, ha alle spalle una tradizione di grandissima professionalità che richiede 8-10 ore di lavoro al giorno. Ora dirvi come si svolgono le mie 8-10 ore di lavoro al giorno, qui a questo tavolo, con i miei quadernetti, la mia pazienza, il mio riflettere, il mio dedicarmi alla documentazione, mi sembra imbarazzante. C'è molto mistero nel lavoro dell'attore: legittimare questo spazio di mistero e questo interrogativo sull'attore è una cosa che voglia continuare a fare, perchè c'è dentro tutto il fascino e la curiosità che ancora ho per questo lavoro, per come lo fanno gli altri e per come posso farlo io".
Commento:
Questo film l'ho visto per la prima volta ieri notte su Rete4: sono andato a letto alle 03:30 ma ne è valsa la pena. Considero Volontè un mostro sacro del cinema italiano, degno del miglior Hoffman e De Niro, capace di calarsi in qualsiasi parte e di non essere mai uguale a sè stesso. E' un film di denuncia, tipico degli anni '70 appena cominciati, quando lavorare in fabbrica significava anche lottare per avere diritto ad un salario migliore, a condizioni di lavoro più umane, a maggiori diritti e tutele del lavoratore. Un film classista, tra imprenditori protesi all'aumento della produzione ed i sindacati; nel mezzo ci sono i lavoratori, tra cui anche Lulù e la sua vita fatta di insoddisfazioni, di frustrazioni, di totale dedizione al lavoro per raggranellare qualche soldo in più da portare a casa. Ma quale casa? Un matrimonio fallito, la difficile convivenza con un'amante, un figlio che non vede quasi mai, l'impossibilità di avere una vita sessuale soddisfacente perchè si alza col buio e torna a casa sempre col buio, stanco, a pezzi. Lulù si spacca la schiena, alla faccia dei compagni, perchè
"se sono al lavoro, tanto vale lavorare". E poi a casa, davanti alla TV, muti, per dimenticare, perchè parlare è troppo doloroso. Straordinaria l'interpretazione di Volontè. Addirittura commovente quando si sfoga durante un consiglio di fabbrica ed è più credibile e sincero dei sindacalisti. Bellissimo.