Le nostre radici

clopat
00sabato 19 novembre 2005 10:56
C’e’ stato un tempo ed un luogo dove non solo non esistevano
cellullari e pc,ma neanche televisioni e radio e addirittura neppure la corrente elettrica e l’acqua in casa.
Se chiudo gli occhi e ritorno indietro di 42 anni,in un paesino di poche anime sui monti dell’entroterra genovese,mi rivedo con una maglietta a strisce ed una trombetta in bocca,mentre ballavo il twist o imitavo Celentano,davanti ad un pubblico divertito,i muri della cucina erano di color verde ed un po’ scrostati,al centro c’era la stufetta a legna,dove cuoceva “u ‘fugassin”(una focaccetta non lievitata,un po’ dura ma molto saporita),pochi poveri mobili ed accanto al muro la”banca”(un grosso pancale che serviva per riposarsi alla sera).Uno degli uomini fumava la pipa,un altro si faceva le cartine,parlando con ampi gesti della guerra e di quando facevano il militare a Mondovi’.
Il paesino era diviso in 2 frazioni: in quella inferiore(con 3 famiglie)c’erano i”Gianchi”(per il colore biondo dei capelli),in quella superiore(dove vivevano anche mia nonna,i miei zii ed in passato anche mio padre,in tutto 7 famiglie)c’erano i “Cucchi”(probabilmente il nome derivava dal cuculo,ma il significato preciso non lo conosco),tutti quanti portavano lo stesso cognome(che e’ anche il mio),Carbone ed erano tutti parenti.I nomi erano spesso sostituiti da soprannomi(Paga,Pace,Angiulin,Luigin,Russu,Ninni,Ninna,Elli,Scarpa,Delmo etc.etc.).Non c’era la corrente elettrica,non c’era mai stata,l’illuminazione era dovuta alla lampada ad acetilene.Le sere ci si riuniva in casa di qualcuno o sotto i pergolati(si diceva “anna’ a vegia’”),si parlava del tempo passato,dei problemi del raccolto,si giocava a carte e si beveva il vino in grosse scodelle.I giorni erano quasi tutti uguali:ci si alzava presto per andare nei campi,oppure nella stalla o a lavorare negli orti.Le domeniche quasi non esistevano,la vita contadina non lo permetteva,le uniche giornate di svago erano quelle delle sagre paesane,dove si suonava e si ballava o le fiere(Sant’Antonio e i Morti) dove si mercanteggiava sul bestiame.Si viveva dei prodotti della terra:gli orti(con zucchine,fagioli e patate),gli alberi da frutta(mele,pere,susine,ciliegi e naturalmente le castagne),i funghi(ne nescevano tantissimi),la caccia(lepri,uccelli e persino scoiattoli)e naturalmente il bestiame(mucche,galline ,conigli e qualche pecora).Un animale molto importante era il mulo,che trasportava dal centro principale(quello in cui passava qualche rara auto e che distava circa 2 ore)cibo,materiale da costruzione ed altro,passando attraverso le strettissime mulattiere.Un grosso problema era il trasporto dei malati e dei defunti,che avveniva tramite rudimentali lettighe,che era ,oltreche’ faticoso, anche piuttosto pericoloso,quando d’inverno il terreno era ghiacciato e si rischiava di finire in un burrone insieme alla salma.Un altro sistema di trasporto era per via aerea ,mediante dei cavi tesi d’acciaio,le”linci”,che collegavano il paese col centro principale,per la legna si usavano agganciare delle rotelle,per il cibo si usava un carrello,che necessitava di un motorino.L’acqua si doveva prelevare alla fontana ed era compito esclusivo delle donne,che usavano un bastone che reggeva 2 secchi oppure uno solo direttamente sulla testa,le mucche venivano condotte ad abbeverarsi la mattina e la sera.La casa di mia nonna era su 2 piani:al primo piano c’era la cucina,un lungo corridoio,una camera da letto , una sorta di soggiorno e un ripostiglio,(chiamata”ca’ vegia”),al piano superiore si accedeva mediante scale di legno,c’era un mini-cucinino,un’altra camera da letto,un camerone, che in parte serviva per dormire ed in parte per conservare ceste di frutta,poi c’era il solaio.La cucina e parte del corridoio erano in pietra,il resto era tutto in legno.Uscendo,c’era un bel pergolato di uva fragola,,dietro la casa c’era la stalla e vicino”u ‘sechesu”(che serviva per essiccare le castagne e conservarle per l’inverno),poi c’era un cascinale,in cui si metteva la legna.
Io,ho vissuto li’ buona parte del 1963,le mie occupazioni principali erano spesso sadiche o pericolose: facendo il chimico mischiando il carburo(che serviva per la lampada)e l' acqua,scavando buche per trovare formicai e dargli fuoco,persino il povero”Capitano”,il gatto del paese(che ogni settimana,di sabato,come un orologio, andava incontro a mio padre)subi’ le mie angherie , lanciato da una finestra per vedere come atterrava.Qualche passatempo era piu’tranquillo:andare per funghi nei prati vicini o nei solai di qualche famiglia,per guardare i disegni dei vecchi libri,andare a farsi una scorpacciata di nocciole o more oppure rifugiarsi nei campi di grano,dove una brezza leggera rinfrescava i caldi pomeriggi estivi.C'erano solo altri 2 bambini,un po' piu' grandi di me:Lando e Italo,che andavano a scuola in un altro paesino vicino(tranne un anno ,in cui per loro 2, fu scomodata una dolce maestrina di Terni,che spezzo' i cuori dei tanti scapoli del paese).La mia dolce nonna Laide(da Adele o Adelaide)spesso mi faceva il latte dolce,una sorta di budino al cioccolato,piu’ nutriente(con molta farina e uova),mi recitava una preghiera in stretto dialetto,che citava un santo(forse san Giovanni),con un terribile finale,infatti per chi non “rigava dritto”,c’era un tizzone ardente in bocca.Ricordo che si rivolgeva a me chiamandomi “fuentu”o “fante”.
Il 1963 fu anche l’anno in cui gli ultimi abitanti lasciarono il paese,andando a lavorare in fabbrica o in porto.
Qualche tempo fa sono ritornato fra quei monti ed ho trovato solo mura diroccate,con rovi ed ortiche tutt’intorno,avevo un gran magone, perche’ricordavo le persone scomparse,come quel posto,in cui,un tempo,regnava l’armonia e l’umanita’,quella che era anche un po’ casa mia.

[Modificato da clopat 21/11/2005 14.07]

[Modificato da clopat 22/11/2005 7.04]

principenero717
00sabato 19 novembre 2005 11:38
Mio Dio Claudio, quanto è bello quello che hai scritto !

[SM=x520497] [SM=x520497] [SM=x520497]
walloz
00sabato 19 novembre 2005 12:03
Molto bello e descrittivo il tuo racconto, Clopat; complimenti !

[SM=x520497]

[SM=x520499]
Petgirl
00sabato 19 novembre 2005 12:53
Clò, adesso cosa scrivo io che sono nata e cresciuta in un casermone di cemento, tra altri casermoni di cemento? [SM=x520489]

[SM=x520556]






ps: prima o poi ti ricorderai di clikkare sulla categoria prima di inviare il tuo post? [SM=x520518]
Tidus forever
00lunedì 21 novembre 2005 13:48
E' talmente bello che stasera lo pubblico come articolo.

[SM=g27811] [SM=x520499]
EffeCi61
00lunedì 21 novembre 2005 14:26
Approvo incondizionatamente...
clopat
00lunedì 21 novembre 2005 18:47
Innanzitutto grazie per i complimenti,pero' io mi sono limitato ad essere il cronista di un mondo ormai scomparso.
Vorrei che qualcun altro ci riferisse su cio' che hanno visto i nostri padri ed i nostri nonni,su vecchie storie,su luoghi,su leggende tramandate di generazione in generazione.
Tidus forever
00lunedì 21 novembre 2005 20:45
Re:

Scritto da: clopat 21/11/2005 18.47
Vorrei che qualcun altro ci riferisse su cio' che hanno visto i nostri padri ed i nostri nonni,su vecchie storie,su luoghi,su leggende tramandate di generazione in generazione.



Il tempo di pensarci e ti accontenterò [SM=x520556]
Tidus forever
00giovedì 1 dicembre 2005 13:34
Per Clopat
Sto raccogliendo delle informazioni riguardanti il mio "parentado" e quindi qualche curiosità attinente la discussione. Stay tuned.
Tidus forever
00sabato 9 giugno 2007 22:37
Mare d'erba
Quanto verde tutto intorno, e ancor più in là
sembra quasi un mare d'erba,
e leggero il mio pensiero vola e va
ho quasi paura che si perda...




[SM=x520499]

[Modificato da Tidus forever 09/06/2007 22.54]

Tidus forever
00sabato 9 giugno 2007 22:56
Mare d'erba - Il video



[SM=x520499]
EffeCi61
00sabato 9 giugno 2007 23:43
Un cavallo tende il corpo
verso il prato
e sta fermo come me
faccio un passo
lui mi vede
è già fuggito
respiro la nebbia
penso a te





[SM=g27822]


[Modificato da EffeCi61 10/06/2007 0.10]

clopat
00mercoledì 13 giugno 2007 20:02
Che belle foto Andrea!Ma quanti siete in famiglia?
Tidus forever
00mercoledì 13 giugno 2007 20:59
Re:

Scritto da: clopat 13/06/2007 20.02
Che belle foto Andrea!Ma quanti siete in famiglia?



Con papà e mamma eravamo in 9 [SM=x520505] 4 maschi e 3 femmine. Sicuramente non ho mai sofferto di solitudine [SM=x520505] [SM=x520499]
principenero717
00mercoledì 13 giugno 2007 22:16
[SM=x520497] Foto stupende Andre, so che per te i ricordi cono carburante per la vita, ne hai da vendere è per questo forse che sei una persona così bella
Tidus forever
00sabato 16 giugno 2007 19:58
Re:

Scritto da: principenero717 13/06/2007 22.16
[SM=x520497] Foto stupende Andre, so che per te i ricordi cono carburante per la vita, ne hai da vendere è per questo forse che sei una persona così bella



Beh...bella....sono un "tipo" [SM=x520495] [SM=x520497] [SM=x520499]
Tidus forever
00sabato 16 giugno 2007 20:12
Un paio di foto per Gamma
L'amico Gamma mi aveva da tempo richiesto delle foto d'epoca di Campo Marzio. Quelle che seguono sono già inserite nel video ma, dato che notoriamente è orbo come una talpa [SM=x520505] , gli vengo incontro e lo accontento. E visto che il topic parla di "radici storiche", niente di meglio di un adeguato commento.

1963

E' l'anno della mia nascita. Sullo sfondo si intravede il carrozzone di un giostraio, mentre in prima piano si nota la rotaia del famoso trenino per bambini che aveva un tragitto lunghissimo. Sono ancora lontani gli anni '70 e '80, con i loro grandi Luna Park e le immancabili fiumane di persone.



[SM=x520499]
Tidus forever
00sabato 16 giugno 2007 20:20
Il trenino
Ed eccolo in azione, il trenino, divertimento per grandi e piccini. Per diversi anni mantenne quel suo lungo percorso che attraversava Campo Marzio; poi, probabilmente per ragioni di sicurezza ed anche per l'espandersi del Luna Park, si accorciò sempre di più, fino agli attuali striminziti, monotoni e per qualche verso assurdi giretti ovoidali.



[SM=x520499]
Tidus forever
00sabato 16 giugno 2007 20:38
Il viale alberato
E' il ricordo più bello di quello storico Campo Marzio. Le piante, dei platani alti e rigliosi, infondevano un senso di quiete ed erano il biglietto da visita di Vicenza. Un polmone verde, in piena città, dove i bambini potevano giocare e gli adulti rilassare sotto la fresca ombra degli alberi. Hanno resistito per anni, salvo arrendersi molto tempo dopo ad un battere killer trasportato dal vento e proveniente dall'America.
E come non ricordare la bicicletta col cambio Campagnolo, che all'età di 12 anni mi presi finalmente lo sfizio di farci un giro, salvo farmela ciulare qualche giorno dopo, sotto casa mia, nell'unica volta che non la incatenai [SM=x520489] Ci rimasi malissimo.



[SM=x520499]

[Modificato da Tidus forever 16/06/2007 20.42]

Tidus forever
00sabato 16 giugno 2007 20:45
Le fontane in legno
Caro Gamma, te le ricordi?



[SM=x520499]
Tidus forever
00sabato 16 giugno 2007 21:08
Un mare d'erba
Altro foto simbolo di quegli anni vicentini. L'erba era tosata di quando in quando, ma non prima che fosse bella alta e rigogliosa. Proprio per questo motivo per i bambini della zona era uno spasso: pestandola con i piedi si costruiva una "base operativa", ossia uno spiazzo circolare abbastanza grande da contenere 6 o 7 persone. Ci si sedeva, si parlava, si "cospirava", mentre intorno l'erba alta rappresentava un muro impenetrabile alla vista dei passanti. Era una bella sensazione, molto intima e stuzzicante, ci sentivamo come protetti nel nostro verde castello; un luogo dove nessun adulto poteva entrare e dove i sogni avevano dimora. E dal castello si diramavano altre stradine, costruite sempre pestando l'erba, che collegavano altre "basi operative". Il divertimento consisteva nel seguirle: più erano tortuose e maggiore era l'estasi del divertimento. Quelle stradine verdi erano le vie della nostra onirica città. Poi, quando veniva il tempo del taglio da parte dei contadini con i loro trattori, tutto svaniva. Ma la fantasia non aveva limiti, nè potrà mai scoraggiare la voglia di giocare dei bambini, pronti ad usare anche le balle di fieno, all'epoca rigorosamente a forma di parallelepipedo, per costruire delle casette. Balle di fieno come supermattoncini Lego: così nasceva il nostro paglierino igloo. E poi via, a gambe levate, se il contadino reclamava seccato il frutto del proprio lavoro.



[SM=x520499]
Tidus forever
00sabato 16 giugno 2007 21:17
Questo sono io. Capelli lunghi, biondi, un triciclo ed i baracconi delle giostre sullo sfondo. Ho un nitido ed indelebile ricordo di quel momento: mi sentivo grande e reclamavo quel triciclo che sentivo mio. Eppure il piede destro non arrivava al pedale, ma ero convintissimo di sentirne la presenza sotto la suola della mia scarpetta. Ricordo e sensazione hanno perdurato per anni nella mia memoria, probabilmente perchè questa foto più volte è passata sotto il mio naso.



[SM=x520499]
clopat
00venerdì 9 novembre 2007 16:02
Nessun altro,senza pudori, vuol raccontare le proprie radici?
A proposito,sapete come si fanno le ricerche per conoscere il proprio albero genealogico?Si va in Chiesa o in Comune?
So che,mi sembra a Firenze,sborsando un bel po' di soldi,si riusciva a sapere da dove si proveniva(parenti mi hanno detto che il nostro "ceppo"viene dalla Corsica.altri dal Piemonte,ma quale sara' la verita'?)
Danny Wilde
00giovedì 28 febbraio 2008 17:49
Re:
clopat, 09/11/2007 16.02:

....
A proposito,sapete come si fanno le ricerche per conoscere il proprio albero genealogico?Si va in Chiesa o in Comune?...


Un amico caparbio e tenace, ha fatto tale ricerca stressando il prete di una piccola parrocchia. E' un lavoro che mi piacerebbe fare, visto che poco so delle mie origini, certo che è un lavoro mica da ridere.....


clopat
00giovedì 28 febbraio 2008 17:58
Re: Re:
Danny Wilde, 28/02/2008 17.49:


Un amico caparbio e tenace, ha fatto tale ricerca stressando il prete di una piccola parrocchia. E' un lavoro che mi piacerebbe fare, visto che poco so delle mie origini, certo che è un lavoro mica da ridere.....




Ci vorrebbe soprattutto del gran tempo libero,magari quando andro' in pensione ci pensero'

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