Ultime lettere di condannati a morte e deportati della resistenza

principenero717
00giovedì 17 agosto 2006 18:05
Sto leggendo questo libro, con grande angoscia.
Il volume tratta delle ultime lettere che i condannati a morte della resistenza hanno scritto ai propri cari poche ore, se non minuti prima della fucilazione.
Emergono ritratti di giovanissimi e giovani che hanno portato avanti la loro scelta fino alle estreme conseguenze, lettere toccanti, quasi sempre ricche di fede in dio, strazianti, commuoventi.
Ciò che mi sconvolge maggiormente è il coraggio e la dignità di queste persone, che nel momento supremo hanno parole di conforto verso coloro che lasciavano.

Il periodo è quello più buio della nostra storia, l'occupazione nazista, dopo la "caduta" del fascismo e la creazione della "repubblica Sociale Italiana".
Un periodo che sto cercando di conoscere in modo più approfondito, un periodo con il quale prima o poi spero inizieremo a fare i conti davvero.
La storia non la si riscrive, è un errore madornale, ma la si deve comprendere, cercando, con obbiettività e senso del dovere, tramandarla così come è stata.
Le interpretazioni di parte, che spesso sento fare da chi dovrebbe governarci ( da una parte e dall'altra) servono solo a gettare confusione e spegnere gli atti di eroismo che devono rimanere li, fermi e chiari per i posteri.
Questi ragazzi sono morti per qualcosa in cui credevano, per un ideale, hanno pagato fino in fondo la scelta fatta, non l'hanno rinnegata.
Perchè quindi dovremmo farlo noi, seduti a giudicare dalle nostre comode poltrone?
Il periodo in questione è una macchia indelebile sulla storia del nostro paese, non la si pulisce ridimensionandola o coprendola, ma dobbiamo imparare a conoscerla, scoprirla e da quella macchia ripartire, per poter crescere come Nazione.
Non la si copre dicendo "si, ma anche dall'altra parte ci sono stati eccessi" (dopo la guerra soprattutto ed anche di questo dovremo fare i conti".
Ma le responsabilità di chi ha causato la guerra e di chi ne è uscito non si possono equiparare.
Non giudico chi ha fatto una scelta, in un senso o nell'altro ma devo capire le motivazioni che possono averla fatta nascere.
Sono passati più di sessant'anni da allora ed ancora vedo cose tipo quelle di ieri allo stadio, la svastica umana fatta da 4 imbecilli croati.
Mi chiedo se mai riusciremo a comprendere e capire ciò che è successo e soprattutto se riusciremo ad imparare da ciò che è stato.
Amo molto il mio paese, ma ritengo che una gran parte della maturità che ora manca, a livello istituzionale, sociale, potrà arrivare solo quando prenderemo coscienza di ciò che siamo stati e della tragedia che ci siamo lasciati alle spalle.
Questi ragazzi, questi Italiani, ce lo stanno insegnando ancora a distanza di tanto tempo.


vi inserisco un estratto riferito alla presentazione del volume da parte dell'autore ed alcuni estratti.
Se permettete vi consiglio anche di leggerlo, non sarà tempo buttato.


Presentazione libro


Prefazione
Mikayla Dryadia
00giovedì 12 ottobre 2006 18:09
Re:

Scritto da: principenero717 17/08/2006 18.05
Sto leggendo questo libro, con grande angoscia.
Il volume tratta delle ultime lettere che i condannati a morte della resistenza hanno scritto ai propri cari poche ore, se non minuti prima della fucilazione.
Emergono ritratti di giovanissimi e giovani che hanno portato avanti la loro scelta fino alle estreme conseguenze, lettere toccanti, quasi sempre ricche di fede in dio, strazianti, commuoventi.


Presentazione libro


Prefazione



Ce l'ho, da tanto tempo è lì che mi guarda....ma proprio non ce la faccio...io che alle superiori ero superesperta di seconda guerra mondiale e soprattutto di resistenza, che ho letto libri che narrano qualsiasi efferratezza, che ho visto film di ogni genere sull'argomento proprio quel libro non riesco ad aprirlo...
principenero717
00sabato 14 ottobre 2006 01:17
Re: Re:

Scritto da: Mikayla Dryadia 12/10/2006 18.09


Ce l'ho, da tanto tempo è lì che mi guarda....ma proprio non ce la faccio...io che alle superiori ero superesperta di seconda guerra mondiale e soprattutto di resistenza, che ho letto libri che narrano qualsiasi efferratezza, che ho visto film di ogni genere sull'argomento proprio quel libro non riesco ad aprirlo...



Capisco, l'ho finito da poco e mi ha lasciato un senso di angoscia terribile.
Una testimonianza di un periodo che mai più deve ritornare
principenero717
00martedì 17 ottobre 2006 13:35
i nuovi fascisti
QUI si parla di un altro libro, il volume conclusivo del famoso "sangue dei vinti".
Pansa, l'autore ha compiuto studi ed ha documentato proprio uno di quei periodi sul quale, accennavo sopra, prima o poi dovremo fare i conti e confrontarci.
L'autore parla del periodo successivo alla liberazione, descrive la deriva d'odio che si scatenò sugli sconfitti.

L'episodio citato mostra la propensione al dialogo ed al confronto che c'è oggi nelle frange più estreme della variopinta società italiana.
L'episodio è l'inno alla tolleranza, al dialogo, al rispetto verso le idee degli altri, alla moderazione.
Questi novelli Gandhi, che sanno sicuramente come sono andate le cose in quei tempi, hanno preso civilmente la parola, come i fa in queste occasioni ed hanno amorevolmente discusso con Pansa, e con i partigiani presenti in sala.

Beh, non è andata proprio così, l'articolo parla chiaro.
Ci ritroviamo tra le palle i soliti noti, non è un mistero che verso di loro provo (per esperienza diretta) un forte ribrezzo ed un disprezzo profondo.

Mi chiedo quanti di loro abbiano letto il libro di pansa prima di far quello che è senza dubbio più congeniale, menare le mani. [SM=x520570]
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