Una storia che non sta né in cielo né il terra

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00sabato 14 febbraio 2015 21:46
Una storia che non sta né in cielo né il terra

Paese: Italia
Durata: 53 minuti e 4 secondi
Genere: Fiaba
Tecnica: Teatro di narrazione
Regia: Raffaele Scarimboli
Attori: Daria Paoletta
Soggetto: ispirato alla fiaba La Sposa Sirena di Italo Calvino
Produzione: Compagnia Burambò


Trama:

Tutto ha inizio con una festa, la festa del matrimonio di Marionna (un nome che è quasi il presagio di un destino, nella composizione di Maria e Onda) e Cataldo (come il santo patrono delle acque tarantine), due giovani bellissimi ma inesperti della vita. Sin da subito le "comari", le pettegole del paese, cominciano a mettersi all'opera, commentando la bellezza di Marionna, "eccessiva" per la moglie di un pescatore, costretto per lungo tempo in mare.
Infatti i lunghi mesi di attesa e solitudine, che pian piano si trasformano in anni, pesano alla giovane sposa che un giorno cede alle lusinghe del re, lasciando la sua casa. Ma il "sogno" dura poco: il re si stanca di lei e la riporta in paese.
Il grande amore di Cataldo si trasforma in rabbia: porta Marionna al largo e la butta in mare. Destinata ad annegare, Marionna viene salvata dalle sirene e ribattezzata Schiuma. Nonostante tutto seguita ad amare il marito e quando questi, caduto in mare, rischia di essere trasformato in corallo dalle sirene, riesce a salvargli la vita e ad affidarlo ad una nave di passaggio. Anche Cataldo si rende conto di amare ancora sua moglie e, pentito del suo gesto, vaga disperato, preda dei suoi rimpianti, sino a quando non giunge dinanzi al "Noce delle Fate", le quali gli propongono la soluzione: rubare il fiore più bello custodito dalle sirene.
Una serie di stratagemmi e colpi di scena porta al lieto finale che mostra una coppia di sposi innamorati e felici: a ogni errore, dunque, si può rimediare attraverso l'amore e il coraggio.



Note:

* Raccontare una storia è un'arte antica tra le più affascinanti. Le parole del narratore animano una realtà che ciascuno spettatore è invitato a ricomporre nella propria immaginazione: un esercizio tanto semplice quanto trascurato. Questa "sposa sirena" è una foto in bianco e nero. Daria Paoletta racconta un paese di mare, nella Puglia ai tempi in cui le donne usavano portare i capelli raccolti e le spalle avvolte da scialli neri. Vicoli dove risuonano voci di comari informatissime; Marionna e Cataldo, giovani sposi, succubi di una volontà adulta e retriva; la lotta della vita sulla morte e l'amore, naturalmente vincitore di ogni avversità. Eppure questo passato apparentemente remoto sembra presente e l'attrice, con mezzi semplici e diretti, la voce, il corpo, qualche oggetto, se ne fa interprete, cioè traduttrice.

* L’abito azzurro indossato dall'attrice introduce il colore di una fiaba che, appunto, non è dell’aria e non è della terra, ma dimora fra i due mondi affacciata sul mare.
L’acqua è quella del golfo di Taranto dove nasce la leggenda de “La sposa sirena”, raccolta da Italo Calvino a metà degli anni Cinquanta e pubblicata nel celebre volume che riprese all’epoca un’ampia collezione di narrazioni popolari italiane.

* Lo spettacolo è un adattamento della fiaba popolare pugliese La Sposa Sirena, scritta anche da Italo Calvino nelle Fiabe Italiane, variante italiana della fiaba La Sirenetta.

* Questo spettacolo teatrale non è da confondere con due altri spettacoli teatrali: il primo intitolato La Sposa Sirena e prodotto dalla Compagnia Teatrale Crest e il secondo sempre intitolato La Sposa Sirena della Compagnia Centrale Produzioni, tutti adattamenti teatrali de “La sposa sirena” di Italo Calvino.


Foto:

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