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Il confine del Monopoli

L'Isola del Tesoro (1987)

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    Lucawenz
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    00 18/09/2013 23:21


    L’Isola del Tesoro (1987)

    Programmazione:
    cinque puntate, da giovedì 19 novembre 1987, ore 20.30, Raidue

    Regia: Antonio Margheriti (Anthony M. Dawson)
    Soggetto: dal romanzo di Robert Louis Stevenson
    Sceneggiatura: Renato Castellani, Lucio De Caro
    Scenografia: Francesco Bronzi
    Costumi: Enrico Sabbatini
    Fotografia: Sandro Messina
    Effetti speciali: Antonio ed Edoardo Margheriti
    Musica: Gianfranco Plenizio

    Interpreti:
    Itaco Nardulli (Jimmy)
    Ernest Borgnine (Billy Bones)
    Anthony Quinn (Long John Silver)
    David Warbeck (dottor Livesey)
    Philippe Leroy (conte Ravano)
    Klaus Löwitsch (capitano Smollett)
    Ida Di Benedetto (Rosalia, la madre di Jimmy)
    Renato De Carmine (Arrow)
    Giovanni Lombardo Radice (Hands)
    Bobby Rhodes (Cane Nero)
    Biagio Pelligra (Pew)
    Enzo Cerusico (Vougest)
    Stanko Molnar (Joyce, l’androide)
    Francesco Casale (Barnes)
    Andy Luotto (Ben Gunn)
    Sal Borgese (Morgan)
    Bruno Zanin
    Daniela Merlo
    Salvatore Marino

    Trama
    Anno 2300. Il piccolo Jimmy e sua madre, proprietaria di una malandata locanda vicino alle rovine dello ‘Spazioporto dei Templi’, in Sicilia, ricevono la visita di un anziano cosmonauta, Billy Bones. L’uomo intende nascondersi da una banda di pirati spaziali che gli dà la caccia, ma viene rintracciato da uno di questi, Cane Nero, che lo ferisce gravemente. Bones, debilitato dall’abuso di drek, una potente droga in uso tra gli astronauti, muore; Jimmy e la madre trovano tra i suoi oggetti la mappa di un leggendario tesoro nascosto dal pirata spaziale Flint su un lontano pianeta. Sfuggendo ai pirati che hanno seguito le tracce di Billy Bones, il ragazzo si rifugia presso il dottor Livesey e il conte Ravano, e mostra loro la mappa: i tre decidono di organizzare una spedizione sul pianeta del tesoro. L’equipaggio dell’Hispaniola, l’astronave affittata dal facoltoso conte, comprende anche il capitano Smollett, l’androide Joyce e Long John Silver, uno strano personaggio che si rivelerà in seguito il capo dei pirati.

    Analisi
    Circa un quarto di secolo dopo il celebre sceneggiato di Anton Giulio Majano, la Rai decise di realizzare un ambizioso progetto di Renato Castellani, una versione fantascientifica del romanzo di Stevenson. Si trattava di una vecchia idea, risalente agli anni ’60, che Castellani per una ragione o per l’altra non era mai riuscito a concretizzare. Nel 1985 pareva finalmente essere giunto il momento: la sceneggiatura era pronta, e la Rai aveva accettato di finanziare quasi interamente (con marginali contributi franco-tedeschi) questo kolossal made in Italy, con largo dispiego di mezzi e un cast di rilievo internazionale; sfortunatamente, Castellani morì poco prima dell’inizio delle riprese. In cabina di regia venne quindi chiamato Anthony M. Dawson, all’anagrafe Antonio Margheriti, specialista in film di genere con predilezione per l’horror e il fantastico. Qualche anno prima Margheriti aveva diretto, sempre per conto della Rai, Il mondo di Yor, un film televisivo in quattro parti di genere fanta-mitologico, che la tv di stato pensò bene di chiudere in un cassetto per una decina d’anni (fu trasmesso nel 1992 direttamente in replica notturna, verso le 5 del mattino).
    Le riprese furono realizzate negli stabilimenti Dear della Rai, negli studi Empire (ex-De Laurentiis) sulla via Pontina, e in esterni a Roma, Napoli, nella Piana dei templi di Selinunte in Sicilia e nei deserti sassosi del Marocco. Delle cinquanta settimane accordategli dalla Rai, Margheriti – abituato a budget molto inferiori – ne utilizzò solo una trentina. Il regista romano seguì fedelmente la sceneggiatura scritta da Castellani; affermò anzi di non essere l’autore del lavoro, ma solo un ‘esecutore per conto terzi’. Molti elementi del copione, scritto vent’anni prima, non lo convincevano del tutto (ad esempio la forma ‘a ciambella’ dell’astronave Hispaniola), ma alla fine le indicazioni dello script originario furono rispettate quasi alla lettera.
    Una delle idee di base di Castellani era di mostrare che gli aspetti primordiali della natura umana, come il coraggio, lo spirito d’avventura, l’amicizia, l’avidità, il tradimento, esisteranno anche nell’avvenire più remoto; a sottolineare questa persistenza del passato nel futuro, ecco che lo ‘spazioporto’ che fa da sfondo alle prime sequenze è piazzato di fianco ai templi greci di Selinunte, mentre a Napoli – ormai fusa insieme a Roma in un’immane megalopoli – si fanno ancora le processioni in onore di San Gennaro (questa sequenza è però stata eliminata dalla versione internazionale del film).
    La produzione di questa nuova Isola del Tesoro fu purtroppo segnata da incidenti e disgrazie: oltre a Castellani, un direttore di produzione morì durante le riprese, e persino Margheriti si sentì male e venne operato d’urgenza al pancreas salvandosi per miracolo. Il giovanissimo protagonista Itaco Nardulli morì tragicamente qualche anno dopo, annegato durante un’immersione nei mari della Sardegna, all’età di diciassette anni.
    Diviso in cinque puntate da circa 100 minuti ciascuna, L’Isola del Tesoro andò in onda su Raidue a partire da giovedì 19 novembre 1987, in prima serata. Le reazioni della critica non furono entusiastiche, ciononostante la Sacis distribuì lo sceneggiato in quasi tutto il mondo. Per i paesi anglosassoni furono approntate edizioni ridotte (intitolate a seconda dei casi Treasure Island in Outer Space, Space Pirates, Space Island) di durata variabile tra 120 e 145 minuti.
    Difficilmente reperibile, oggi, lo sceneggiato integrale in lingua italiana: a quanto sembra, non fu mai replicato dopo la prima messa in onda. Con un po’ di fortuna si può invece reperire all’estero la videocassetta con l’edizione condensata, in lingua inglese: è appunto su questa edizione che ho basato la mia analisi. Esiste inoltre un libro, edito a suo tempo dalla Mondadori-Nuova Eri, con l’adattamento di Gianni Padoan e i fotogrammi del film.
    Rivisto oggi, il film di Castellani-Margheriti appare un prodotto tutto sommato dignitoso, girato con mano competente e buoni mezzi tecnici; forse aveva ragione Margheriti quando lo giudicava invecchiato e un po’ fuori tempo. Nel 1987 lo sceneggiato fantastico e il cinema italiano di genere avevano già esalato l’ultimo respiro, o comunque stavano per farlo; l’avessero girata sette-dieci anni prima, ecco che questa Isola avveniristica, tra un Guerre Stellari e un Flash Gordon, avrebbe trovato la sua giusta dimensione. 



    [Modificato da Vicolo Stretto 29/08/2014 11:19]


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    veu
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    Naufrago
    00 12/10/2013 14:35
    Molto interessante! Pensare che in Italia avevano fatto un Isola del Tesoro ambientata nello spazio quasi 15 anni prima del film che ha poi fatto la Disney! Uao! Che la Disney con Il Pianeta del Tesoro si sia ispirata a questo sceneggiato?

    Peccato davvero che non si trovi lo sceneggiato in lingua italiana. Certo è come dici bene se l'avessero realizzata una decina d'anni prima sicuramente avrebbe avuto più visibilità visto che da metà anni'70 alla prima metà degli anni '80 la fantascienza andava per la maggiore.
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    pelekao
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    Naufrago
    00 27/08/2014 17:05
    L'isola del tesoro (1987) si può trovare su youtube. www.youtube.com/watch?v=Asr0hhzOCqI
    www.youtube.com/watch?v=SdhzTKqUbd8