atelier
materiale come "atelier" è scadente per tante ragioni. dico la mia.
un tempo il materiale che andava in tv, nonostante il clima politico marcatamente catto-comunista (che ha tenuto in vita l'italia, ma l'ha pure rovinata, basta guardare la condizione attuale dei più giovani che hanno di fronte a loro un futuro davvero incerto)era assai selezionato. partiamo dalle cose semplici: una raffaella carrà dove la trovi adesso? magari anche allora c'erano segnalazioni e raccomandazioni, ma di persone, compresi i registi degli sceneggiati, valide. oggi, mi pare evidente, le cose da noi sono cambiate. Non in senso assoluto, perché qualche buon prodotto c'è ancora, ma la media è penosa. avete notato quanto "la grande bellezza" richiami le tematiche felliniane? ovvio che poi si vince anche l'oscar. nel nostro piccolo mondo di amatori di sceneggiati televisivi tantissimo è cambiato. tempi, inquadrature, pathos, colori (prima c'era il bianco e nero), azione (oggi eccessiva), sesso (ormai se non si vedono un paio di tette il prodotto non può essere edito), preparazione degli attori (prima erano tutti attori di teatro, un abisso rispetto a quelli di oggi che prima diventano famosi, magari col grande fratello, e poi recitano), mancanza di originalità (chissà quando rivedremo un lavoro come "voci notturne" di pupi avati, che pure non era un prodotto "antico"), qualità delle storie da raccontare. è un altra realtà. io, tutto sommato, sono contento di essere stato ragazzino quando ho vissuto gli anni '70 (la prima di goldrake a buonasera con..., la paura di belfagor, napo orso capo, agente speciale con mcnee e la collega in calzamaglia, spazio 1999 con martin landau (il mio comandante koenig), l'indimenticabile segno del comando col bravissimissimo ugo pagliai, dov'è anna con rigillo -che sceneggiato!- e non so quanti altri momenti mi ha regalato il piccolo schermo nei mitici anni '60). Ormai è finita, amici!