Roby=2014, 04/09/2014 00:08:
Commenti sull'opera? Personalmente la trovo veramente ben fatta
Purtroppo si sono impigliate (letteralmente) nel mio registratore i 4/5 di un paio di puntate, ma una di queste (credo la seconda) almeno l'ho vista per intero al momento della trasmissione tramite tablet quand'ero, ahimé (che non lo sono più), sui monti.
Quello che ho visto non mi ha lasciato alcuna impressione particolare. Sì, è vero, formalmente l'opera tratta il delicato tema della 'Ndrangheta, ma in realtà sembra uno scenario di mafia siciliana, una di quelle cose un po' scontate che assommano un po' di luoghi comuni (ricatti, tensioni, comportamenti omertosi etc.). Dirò di più: la vicenda è perfino ulteriormente banalizzata dal ristretto di persone tra cui ruota.
Quel che più mi ha colpito è proprio la mancanza di profondità del lavoro: mi aspettavo di vedere il punto di vista del calabrese vessato e costretto all'omertà, i sussurri, le intese, le occhiate risolutive, il bisbiglio del popolo. Niente di niente, insomma, con il brutto effetto che, tolto il titolo, quello che resta potrebbe essere una semi-storia di Montalbano (che di storie ne vive di più intense).
Resta il periodo della trasmissione, certo, e l'interesse per quel colore stinto che colore vero non è. Ottima -a mio avviso- l'interpretazione di
Mico Cundari, uno di quegli attori a cui credo di poter dire che il piccolo schermo non ha dato quanto meritava.
RobertoC
[Modificato da Roberto@C 16/09/2014 22:51]
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Dove finisce la ragione comincia un territorio che non ci appartiene, nel quale siamo intrusi: una terra di regole che non conosciamo, dove si parla una lingua misteriosa e dove le nostre logiche non sono utilizzabili in alcun modo.
Noi in questo territorio possiamo solo subire il mistero, che, anziché disvelarsi, si fa sempre più impenetrabile.
Io non so dire se questa sia una pena o un premio. Io non so dire nulla, ma so che questo luogo (...) non dev’essere in alcun modo cercato né in alcun modo trovato.
“Voci notturne”, 1995, epilogo.