Rossana Casale (New York, 21 luglio 1959).
Figlia di una veneziana e di un americano, arriva in Italia all’età di tre anni e, nel 1973, entra al conservatorio Verdi di Milano per studiare percussioni e musica elettronica e, successivamente, canto. E’ in questo stesso periodo che inizia ad esercitarsi come corista, dapprima a fianco di Paola Orlandi, Lella Esposito e poi formando un coro di cinque persone. La sua vocalità limpida e correttamente impostata le frutta una serie di sedute discografiche per Edoardo Bennato, Ron, Riccardo Cocciante e Mina; lavora poi per una serie di incisioni in lingua inglese, peraltro non attribuite.
Da una lunga collaborazione con Alberto Fortis nasce nel 1983 il suo primo singolo “Didin”, prodotto dall’ex PFM Flavio Premoli. In seguito a tale esperienza la Performance Production (la stessa PFM in veste produttiva) le propone di saldare ulteriormente il sodalizio e il risultato è “Rossana Casale”, un minialbum con sei canzoni ben accolto da pubblico e critica, al punto di meritarle la “Vela d’Argento” 1985 con il brano “Aspettarti”.
Nel frattempo, grazie ad una sua collaborazione con Toquinho, entra in contatto con Maurizio Fabrizio, che curerà per lei il lavoro a venire, sia dal punto produttivo che degli arrangiamenti: ne è prova una raffinata “Brividi”, presentata al Festival di Sanremo del 1986, che precede l’album “La via dei misteri”, in cui compare una sensuale versione di “The dock of the bay” di Otis Redding. A Sanremo del 1987 la Casale propone la trasognata “Destino”, e rende sempre più evidente la sua voglia di soft-jazz. Riceve quindi l’invito a partecipare a Umbria Jazz e alla Rassegna Jazz di Roma che inaugurano una toirnée estiva al termine della quale Rossana si concede un anno di studio, trascorso nel tentativo di nutrire il suo amore per lo swing. In mirabile equilibrio tra il cantabile-soft da classica e un più distinto melodismo cool, “Roxy” (come viene chiamata nell’ambiente) pubblica nel 1989 il pregevole album “Incoerente jazz”, suonato con alcuni dei migliori strumentisti italiani del settore: Gianni Bedori, Bruno De Filippi, Luciano Milanese. Per “A che servono gli dei” c’è il passaggio Sanremese, dove Rossana si propone coma la sophisticated lady di certa canzone italiana di respiro internazionale.
Altre partecipazioni al Festival di Sanremo si registrano nel 1991 con “Terra” e nel 1993 dove, in coppia con Grazia Di Michele, raggiunge il terzo posto con “Gli amori diversi”.
Se la Fabbrica Italiana Automobili Torino si chiama FIAT,
perché la Federazione Italiana Consorzi Agrari si chiama Federconsorzi?