Scritto da: Tidus forever 03/10/2004 14.57 Ieri sera cambio canale e mi soffermo sul programma della moglie di Costanzo. Un caso emblematico: due mariti che vanno pazzi per la Cucinotta, al punto da parlarne con ossessione, vengono invitati in studio con la nota attrice; a convocarli sono state le rispettive moglie, attorniate da aitanti fustacchioni, che esigono le scuse dei mariti. Ora io dico: ma è necessario andare in TV per risolvere queste CAGATE di problemi? Sorvoliamo sui casi da "mater lacrimorum" tradizionali (dai sù...piangiamo che ci fa bene...sniff...), ma qui si sfiora il ridicolo: mogli da lasciare al primo che capita e mariti assolutamente deficienti!! Della serie: se non appaio in TV sono una merdaccia! (vedi "sei come sei" di Italia Uno).
[Modificato da focaone 04/10/2004 14.46]
[Modificato da Fiore de Campo 06/10/2004 23.20]
Scritto da: ginaone 07/10/2004 11.58 Le ragioni per cui ODIO questa tipologia di trasmissioni sono talmente tante che non saprei da dove iniziare. Innanzi tutto per me è impensabile andare davanti a migliaia di persone (anzi purtroppo milioni) a raccontare vicende così strettamente personali che alle volte rasentano l'intimo. Questo nel caso fosse vero. Se invece, come peraltro credo, sono tutte montature, trovo nauseante che vengano portate al rididicolo situazioni familiari che qualcuno purtroppo vive davvero e che non so come possa sentirsi a vederle banalizzare così in televisione. D'altro canto il 50% della colpa la attribuisco a chi le guarda. Se mancassero gli ascolti, queste trasmissioni morirebbero e finirebbero negli archivi. Eppure di questi tempi pare che ci sia un' adorazione generalizzata per le tragedie altrui. Più le storie sono drammatiche e più vengono seguite, più vengono promesse immagini cruente di massacri vari e più la gente si precipita a guardarli. Come erano belli i vecchi films di Jerry Lewis, o i vecchi varietà di una volta!!!! gina
Scritto da: principenero717 07/10/2004 12.25 Cara Gina, mi trovi d'accordo al 100% Un 50% di colpa lo ha il pubblico. Ormai è talmente vuota la vita quotidiana che si sente il bisogno di sostituirla con quella di altri.