Di nevicate colossali in tempi moderni mi risulta che ce ne siano state due: una nel '56 (ho delle foto di famiglia con mio fratello di nove anni nel cortile di casa, immerso nella neve fino alle ginocchia - io non c'ero ancora) e quella più recente del 1985. A dire il vero a Roma ce ne fu un'altra verso gli anni 70, quando facevo le scuole medie, ma non fu così ricca come le altre due.
Se non ricordo male era una mattina di festa, forse la domenica del cinque gennaio o il giorno stesso della Befana, quando il babbo alle otto del mattino venne a svegliarmi (cosa insolita per lui) al grido di "la neve, la neve!". Mi alzai più veloce della luce e un forte riverbero quasi mi accecò: TUTTO BIANCO, il balcone, la strada, i tetti, gli alberi, le automobili, tutto sepolto sotto mezzo metro di neve. E chi l'aveva mai vista! Alle otto e mezza ero già in cortile, ovviamente senza attrezzatura adeguata, ma il furbastro proprietario di articoli sportivi del quartiere, aveva tirato su le saracinesche e feci anch'io la fila per acquistare un paio di moon-boot. Dopo quella nevicata il negoziante si decise a rimodernare il negozio, chissà quanto aveva guadagnato in mezza giornata...
Naturalmente in cortile c'eravamo tutti, la mia comitiva, la comitiva del cortile vicino, gli amici del bar sulla Tuscolana, altri amici di altri palazzi e rioni. Incontrammo un amico che ci fece schiantare raccontando della sua disavventura mattutina: nello spalare la neve dal terrazzo, non si accorse che gettò di sotto anche un grosso sasso, il quale cadde dritto dritto sul parabrezza dell'auto di una signora...
La cosa che mi colpì di più era il rumore del silenzio. Le automobili giravano lentamente, e molte erano quelle ferme ai bordi delle strade, gli autobus avevano le catene e c'era in giro tanta di quella gente che neanche a Tokio nell'ora di punta. Eppure si sentiva un silenzio incredibile, roba da romanzo Urania
Il pomeriggio lo passai al Parco degli Acquedotti, un posto meraviglioso alle porte di Cinecittà strapieno di ruderi romani, con la neve sopra il ginocchio. Faticosissimo camminarci dentro ma divertentissimo per fare a pallate di neve con chiunque passasse di lì.
Impossibile spostare la mia Fiat 500 bianca, letteralmente sepolta sotto un cumulo di neve, e lì rimase per almeno quindici giorni buoni. Ebbi però la "fortuna" di vedere la neve sul mare, che se già per me era incredibile una nevicata così, figuriamoci vedere la sabbia innevata fino al bagnasciuga, con i passerotti saltellanti sul manto bianco che cercavano qualcosina da mangiare.
Poi nei giorni seguenti il casino, quello vero. Polemiche politiche tra comuni (noi ce la siamo cavata meglio... voi non siete stati pronti... il comune XXX spende poco per le emergenze... etc...), quando invece nessun comune fu immune da problemi e tutta l'Italia crollò sotto la neve. Nevicò persino in Sicilia a quote basse
Bel periodo, per la neve e... perchè avevo solo ventisette anni