Quando ho cominciato a frequentare il vicolo devo essere sincero, non avevo afferrato in pieno il significato del nome. soltanto adesso grazie anche alle vostre parole mi sono reso conto di quanta poesia ci sia in tutto cio'.
senza rendermene conto per anni ho amato i vicoli, sia quelli "storici" ed ombrosi della piccole cittadine toscane dove sono cresciuto sia quelli di Okinawa dove il sole invece da' risalto ai colori vivi dei fiori che riempiono i micro-giardini che immancabilmente circondano la case tradizionali okinawesi.
Mi riesce difficile parlare di Okinawa ( e' per questo che non l'ho mai fatto nell'apposito topic) perche' la amo ( forse anche troppo) e quando si ama e' incredibilmente facile cadere nei luoghi comuni, nelle frasi fatte, ci si ritrova ad usare quelle stesse espressioni delle canzoni d'amore da “4 soldi” che sono sempre state oggetto della nostra ironia.
Okinawa si merita qualcosa di piu' di questo e dei luoghi comuni con cui i depliant pubblicitari la illustrano. Purtroppo non e' nelle mie capacita' illustrarne le bellezze non solo naturali ma culturali e spirituali; percio' mi limitero' a parlare dei suoi vicoli, anche se temo che finiro' col dire un sacco di banalita'.
Come certamente saprete O. fu teatro di una delle piu' sanguinose battaglie della seconda guerra mondiale che causo' in tre mesi la morte di oltre 280.000 creature ( dicendo uomini probabilmente tutti avreste pensato ai militari, invece la maggior parte delle vittime furono donne, vecchi e bambini)nonche' la distruzione di circa il 90% delle abitazioni. Nell'O. attuale sono ben pochi percio' i posti dove si possono osservare le abitazioni tradizionali. Per mia fortuna io abito vicino ad uno di essi.
Descriverlo da un punto di vista architettonico e' arduo, in realta' non c’e' nessuno schema, le piccole case ad un piano si accostano le une alle altre lasciando a mala pena lo spazio per camminare uno alla volta. Inoltrandovisi pero' non si ha nessuna sensazione di oppressione sia perche' il sole tropicale di Okinawa rende luminoso e gradevole ogni angolo, anche il piu' nascosto, sia perche' attorno alle case, bassi muretti, non piu' alti di un metro, permettono allo sguardo di cogliere ogni particolare delle case, di assorbirne gli odori, di viverne la vita. Una vita che scorre ad un ritmo notevolmente piu' lento di quello della strada trafficata che ci si e' appena lasciati alle spalle, il ritmo del ricordo. Inutile dire che coloro che vivono qui sono per lo piu' anziani che lo sviluppo metropolitano ha accerchiato con il loro mondo, sono loro che trovi intenti a pulire il loro microscopico giardino o a mettere le offerte davanti al Buzudan (il mobile dove sono conservati i nomi dei loro antenati) . Quando il loro sguardo si incontra con il mio, spesso un sorriso aumenta il numero delle righe sul loro viso: “America?”, “ No Italia” ,“ Ah!, Italia, spaghetti, Marco Polo” e ridono soddisfatti del loro sfoggio di cultura. Spesso capita che mi invitino a bere ma in quel caso cerco di trovare una scusa per rifiutare dato che accettando si rischia di essere portati nel loro mondo, nel loro ritmo, nella loro memoria. Quelle poche volte che l’ho fatto mi sono ritrovato a dividere con loro ricordi di un Okinawa che non esiste piu', ricordi che in fin dei conti non mi appartengono ma che la dolcezza del momento ( e lo stato alcolico) mi porta a sentire come miei. in questi momenti e' bello essere con loro ed in silenzio guardare il cielo mentre i loro ricordi si trasformanano nella mia mente in immagini, immagini di un Okinawa che non ho mai visto e mai potro' vedere ma che almeno grazie a loro posso ancora immaginare. E' raro in questi vicoli incontrare giovani quando succede si puo’ star certi che si tratta di qualche nipote venuto a controllare che i nonni non abbiano bisogno di niente; una breve visita e poi via di corsa a girare quell’angolo che li riporta nella strada affollata, in quel mondo pieno di quei rumori e quelle luci che li rassicurano quasi a far credere loro che dimenticare il passato sia il modo migliore per garantirsi un futuro.
[Modificato da ugo.p 20/01/2005 2.31]