...caro alexander63, entrambi molto amati in Francia (Leluche, Truffaut, Godard, Demy, Malle), entrambi molto amati negli States, sia per la comune passione jazzistica che per la capacità di legarsi allo star-system hollywoddiano senza però perdere la propria europeicità. E per questo entrambi premiati con l'oscar per la migliore colonna sonora, Georges Delerue per Yentl (peraltro esaltata dalla favolosa voce di Barbra Streisand, interprete e musa del film); Michel Legrand per A little romance-Una piccola storia d'amore. Legrand lo ricordiamo per "Il caso Thomas Crown" con una strepitosa coppia McQueen/Dunaway che sprizzava erotismo da ogni poro seguendo il tappeto musicale alquanto sincopato e ritmato, "I tre moschettieri", forse la migliore trasposizione con Michael York, Oliver Reed, Frank Finlay, Richard Chamberlain, Raquel Welch, Charlton Heston..., ma anche per Atlantic City di Louis Malle, con la musica che trascende a tratti dalle immagini del deserto fondendosi nella tragedia della storia, eil cinicamente corrosivo e divertentissimo pastiche di "Pret-a-porter" di Robert Altman, ferocissima satira sul mondo della moda e di tuti gli annessi e connessi.
Georges Delerue ha musicato almeno tre dei film della mia vita, quelli che ci si porterebbe nell'isola deserta, anche senza videoregistratore o dvd (perché il ricordo sia più succulento): "La signora della porta accanto" di Truffaut, con una angosciantemente folle e bellissima Fanny Ardant: la musica spacca il cuore e stringe lo stomaco in un dolore sconcertante; "Un uomo per tutte le stagioni" di Fred Zinnemann, nel quale sfoga la possibilità di creare suoni che disegnino un passato molto, molto contemporaneo,ed "Il giorno dello sciacallo", sempre di Zinnemann, con un gelido Edward Fox, con un tema principale molto secco e sconcertante, ripetuto e ritmato con accenti fastidiosi, come il personaggio del jackal. Ma, oggi di delerue credo che il brano che più mi ritorna in mente sia "Andante for string", struggente main theme da "Platoon" di Oliver Stone: un brano che sottolinea, con la delicatezza di un merletto, le lettere, le scene di dolore, le battaglie di uno dei più drammatici film sul VietNam.
"Ma noi siamo in tre: io, Smith e Wesson"
Clint Eastwood