Con
EXTRA la RAI continua la felice stagione della fantascienza televisiva, iniziata -a parte l'esperimento di Albertazzi con
Jekill- col noto
A come Andromeda (1972), e proseguita con
E.S.P. (1973) e con l'inquietante
Gamma (1975).
Si tratta di un originale televisivo scritto e sceneggiato da
Lucio Mandarà (che ha già firmato capolavori come
Il Segno del Comando,
L'amaro caso della Baronessa di Carini e
Joe Petrosino) e diretto dallo straordinario Daniele D'Anza, la cui prima puntata (di 2) va in onda il 9/3/1976.
Tra gl'interpreti, di buona qualità,
Giampiero Albertini e Marco Bonetti.
La storia s'ispira ad un fatto di cronaca: l'agghiacciante contatto di terzo tipo, nell'Ottobre 1973, tra due ignari operai e tre alieni, che avrebbero compiuto su di loro alcuni esperimenti. Il fatto sarebbe avvenuto nella piccola città di Pascagoula (Missisipi), ed impressionò molto l'opinione pubblica il bozzetto degli alieni, con grosse tenaglie al posto delle mani.
Per quanto ricordi, la storia segue fedelmente la cronaca.
Due operai, uno di mezza età (Charles Hickson, interpretato da Giampiero Albertini) e l'altro molto giovane (Calvin Parker, interpretato forse da Marco Bonetti), sono aggrediti, nottetempo, da misteriosi alieni, che li prelevano trascinandoli nella propria astronave.
Una volta a bordo, i due sono sottoposti ad esperimenti di ogni tipo, che sono solo intuiti dallo spettatore (ci penserà la serie di
X-Files, molti anni dopo, a mostrarli in tutta la loro crudezza).
Terminato ciascun ciclo sperimentale, i due disgraziati sono abbandonati a terra, dove cercano disperatamente d'informare dapprima i loro datori di lavoro, e quindi le autorità.
Tutti sono increduli alla storia pazzesca narrata dagli sventurati, che possono confidare solo in loro stessi, ed Hickson sarà perfino sottoposto alla macchina della verità, non dopo avere subito ogni esame possibile mirante a verificarne eventuali contaminazioni.
Non ricordo bene se, come mi sembrerebbe, i due siano tratti più volte a bordo, ed ogni volta, abbandonati nel
solito vicolo isolato e maleodorante, abbiano dovuto vincere l'incredulità generale.
Chi può aggiungere altri particolari?
RobertoC
[Modificato da Roberto@C 19/01/2007 10.30]
[Modificato da Roberto@C 19/01/2007 10.40]
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Dove finisce la ragione comincia un territorio che non ci appartiene, nel quale siamo intrusi: una terra di regole che non conosciamo, dove si parla una lingua misteriosa e dove le nostre logiche non sono utilizzabili in alcun modo.
Noi in questo territorio possiamo solo subire il mistero, che, anziché disvelarsi, si fa sempre più impenetrabile.
Io non so dire se questa sia una pena o un premio. Io non so dire nulla, ma so che questo luogo (...) non dev’essere in alcun modo cercato né in alcun modo trovato.
“Voci notturne”, 1995, epilogo.