00 12/02/2007 10:16
la vita oltre la storia?
Non sapevo assolutamente come intitolare questo mio semplice intervento, ed allora ho preso a pretesto due parole che mi significano (in senso semiotico) molte delle mie scelte: vita e storia. Fatta questa premessina, purtroppo, e ne ho già chiacchierato sabato pomeriggio con il prode Tidus, non c'entra la Nato, non c'entra questo o quel Governo, non c'entra il Comune di Vicenza o la Regione Veneto. C'entrano due pezzi di carta con alcune firme che alla fine della II Guerra Mondiale l'italietta sconfitta e voltagabbana (così venne interpretata) si trovò costretta a dove firmare: il Trattato di Pace detto corto e il Trattato di Pace detto Lungo. In essi, veri e propri diktat imposti dalle potenze Alleate, con la consulenza del generale Alexander (noto anti-italiano, ammiratore di Hitler...per inciso)e l'avvallo del futuro presidente USA Eisenhower e di Churchill (che ne frattempo faceva scomparire tutta la sua corrispondenza con Mussolini...) l'Italia subiva l'onta di una resa incondizionata, miseramente coperta da parole di elogio per la lotta partigiana e la semi-cobelligeranza degli ultimi tempi. Di fatto l'Italia dovette accettare di non poter metter becco sine die alle decisioni militari ad uso e consumo delle potenze vincitrici, relative al proprio territorio, alle basi militari terrestri, marittime ed aviarie. Il diritto internazionale e dei popoli non era stato ancora ben enunciato, e di fatto, salvo rarissime eccezioni, non ha mai potuto deliberare in materia, prima di sottostare a valutazioni esterne. Paghiamo ancora la follia del ventennio, la sua deriva razzista, la sua pedissequa accaettazione delle scelte hitleriane, la pochezza di menti bacate che ancora oggi fanno sì che l'Italia non conti un emerito pisello! Italiani brava gente da spedire in Libano, in Afghanistan, in Congo, ovunque ma inutili e impotenti di fronte alle scelte tipo quella di Vicenza. [SM=x520491]


"Ma noi siamo in tre: io, Smith e Wesson"
Clint Eastwood