00 21/03/2007 13:22
Ragazzi, sono d'accordo con voi.

Sul piano estetico, direi che Voci notturne ha qualcosa in meno (a partire dal colore [SM=g27828] ) rispetto al famoso ed apprezzato cult ISdC.
L'interpretazione degli attori ha molte sbavature (Bonetti -ad esempio- ha stampata sul volto sempre e solo la stessa espressione), e non regge il confronto con quella dei colleghi di 3 decenni fa.
La trama, invece, è veramente interessante. Intanto risente di una ricerca seria, non improvvisata, condotta su elementi reali, e poi è ricca di risvolti, pieghe tutte da indagare, nodi da sciogliere, imprevisti, sorprese.
Paradossalmente (visto che c'è di mezzo Avati, che apprezzo molto), la sceneggiatura è un po' carente, ed appesantisce troppo i contenuti originali: pensate a tutti quegli "interludi" o spaccati che ci mostrano l'investigatore americano (stupido il personaggio, interpretato malissimo) alle prese con ... non sveliamo chi [SM=g27828] .

In ogni caso, lo considero anch'io, per il soggetto, l'ambientazione e le atmosfere, l'ultima espressione compiuta e soddisfacente del genere.
Nulla so, però, di Ombre: qualcuno m'illumina?

RobertoC


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Dove finisce la ragione comincia un territorio che non ci appartiene, nel quale siamo intrusi: una terra di regole che non conosciamo, dove si parla una lingua misteriosa e dove le nostre logiche non sono utilizzabili in alcun modo.
Noi in questo territorio possiamo solo subire il mistero, che, anziché disvelarsi, si fa sempre più impenetrabile.
Io non so dire se questa sia una pena o un premio. Io non so dire nulla, ma so che questo luogo (...) non dev’essere in alcun modo cercato né in alcun modo trovato.

“Voci notturne”, 1995, epilogo.