00 31/07/2007 00:19
27 anni
e mi sembra ieri. Rispetto e pietà per le vittime senza giustizia. Mi porto dentro il bisogno di parlare di quello che ha rappresentato in noi il terrorismo, lo stragismo di stato, nerorossopiduista, di cosa provavamo da adolescenti o poco più che bambini quando le notizie quotidiane di bombe, stragi, assassinii, gambizzamenti ci raggiungevano sui giornali, alla radio, alla televisione. In molte città la nostra vita è cambiata per tanto tempo, uomini e donne avevano formalmente perso la libertà di vivere sereni: il nemico era dietro ogni angolo, chiunque potesse essere anche solo definito "servo dello stato" era un possibile bersaglio. Ripenso sempre a quando, alla radio fummo raggiunti in vacanza dalla notizia del giudice Coco, sardo, assassinato a Genova con il suo agente ...di scorta, anche lui isolano. io, di una famiglia di magistrati, mio nonno, mio zio - che fu anche giovane collega del giudice Coco all'inizio della sua carriera, mio fratello che si cominciava ad interrogare per poi scegliere quella professione (e ha già avuto il battesimo delle scritte minatorie sui muri...come non cambiano i tempi). Ricordo lo sguardo sconvolto di mio babbo, e le immagini del corpo del giudice coperto da un lenzuolo. Ricordo quando uccisero Walter Tobagi, ed io cominciavo a pensare che , sì, mi sarebbe piaciuto fare il giornalista. O quando massacrarono senza pietà la scorta di Aldo Moro per rapirlo...quei corpi con i lenzuoli, le macchine crivellate, l'autista ancora dentro la macchina...ed il mio professore di italiano che alla domanda di un mio compagno "Professore, ha sentito, hanno rapito Moro" rispose "Finalmente...". Ricordo l'Italicus sventrato dalla bomba ed il suo carico di morti, ricordo l'altro treno, sempre sulla linea di Bologna il treno di Natale, ed il suo carico di morti, ricordo i telegiornali quando iniziarono a giungere le notizie della stazione di Bologna...sempre Bologna, un mio amico ci ha perso un cugino...e poi come dobbiamo chiamare Ustica e la Moby Prince? Non è un argomento sereno, sicuramente non è estivo. Ma credo che nel Vicolo ci siano delle teste pensanti che vanno oltre la semplice considerazione politica o umorale. In altri forum in cui mi è capitato di accennare il discorso o è stato fatto cadere con fastidio e poca considerazione. oppure ha portato alla mia messa alla porta, quasi per lesa maestà di chi, ancora oggi rimpiange quel fulgido periodo in cui la libertà venne messa in gioco con la P38, il tritolo, i fazzoletti e le spranghe e lo stillicidio di giovani ammazzati senza un motivo, solo perché affiggevano un cartello politico o avevano fama di attivisti. Bastava essere un sindacalista che denunciava le BR come Guido Rossa, che ricevette il cerchio di fuoco nella sua stessa fabbrica salvo poi venir rimpianto, o un un poliziotto come Santo Lanzafame, o un giudice come Emilio Alessandrini, o un professore universitario come Vittorio Bachelet. Un elenco lungo e triste, che è sepolto dall'oblio di una nazione che ha deciso di non decidere. Perché ricordare porta a fare una sola domanda: perché?

[Modificato da bibba 31/07/2007 0.21]



"Ma noi siamo in tre: io, Smith e Wesson"
Clint Eastwood