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Il giorno dei trifidi - di John Windham

Ultimo Aggiornamento: 27/08/2005 15:53
12/10/2004 12:13
 
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Mavaffffffff!!
Re:

Scritto da: ugo.p 05/10/2004 6.30
tidus che gioia mi dai. finiscilo presto che ne parliamo( magari in messenger cosi' chi vuole leggerlo non si rovina la sorpresa)
quando lo lessi la prima volta ricordo che passavo le giornate a pensare: "se succedesse dove andrei?, cosa farei?"
Lo so che incredibile ma c'e' stato un periodo che quasi speravo accadesse; avevo pianificato la cosa cosi' bene che volevo verificarla [SM=x520505]



E' un bel punto interrogativo. Possiamo parlarne tranquillamente, anche perchè sono considerazioni personali e il libro ha la sua storia, tutta da leggere ed apprezzare. Basta non fare riferimenti.

Mi ritrovo con i tuoi pensieri da ragazzino e probabilmente è una cosa che tutti hanno provato: immaginare per un attimo di essere soli, senza genitori, e fantasticare di essere pronti ad affrontare la vita con spirito d'avventura, di essere protagonisti di chissà quali mirabolanti imprese; poi si ritorna con i piedi per terra, specie se ad un tratto senti una voce che dice "pronto in tavolaaaaaa" ed il castello di carte chissà perchè crolla [SM=x520505]

Se invece analizziamo la situazione da adulti, le cose cambiano e diventano molto più interessanti. Che cosa farei, se mi trovassi in una simile situazione? Come per i protagonisti della storia, ognuno di noi ha una sua personalità ed un proprio stato emotivo; adatterò, quindi, le mie riflessioni a quelle che credo essere le mie caratteristiche, anche se sicuramente potrebbero essere smentite dall'impatto con la realtà che ci circonda: l'uomo si adatta e spesso riserva delle azioni comportamentali, positive o negative, che mai avrebbe pensato di adottare.

Nel caso specifico della storia, bisogna distinguere tra l'essere cieco o vedente. Se fossi cieco, accetterei la mia sorte con dignità, cercando di sopravvivere e confidando nell'aiuto di qualcuno: il suicidio non rientra nella mia filosofia e preferisco soffrire anzichè scegliere l'estrema soluzione. Come direbbe qualcuno, "finchè c'è vita, c'è speranza". Se fossi uno dei pochi fortunati vedenti, che fare? Salto a piè pari tutta la fase intermedia (aiuterei qualcuno? cercherei qualcosa? ecc...Sono cose che hanno molto a che fare con la coscienza, con lo stato di necessità del momento e con le situazioni, diverse per tutti) e arrivo al punto cruciale: mi aggregherei ad una piccola comunità, possibilmente di persone delle quali mi "fido" (il tempo è tiranno e quindi si andrebbe per simpatia), lontano da tutto e da tutti, cercando un luogo con buone risorse naturali da sfruttare. Niente grandi riorganizzazioni sociali, quindi, almeno all'inizio: non mi fiderei e non avrei nessuna voglia di fare da cavia per la nuova struttura governativa; preferisco spaccarmi la schiena, ma essere libero di agire e pensare. Ma tutto ciò non tiene conto dell'orrida insidia dei "Trifidi" [SM=x520500]. In quel caso rimanderei il mio nuovo progetto di vita a tempi migliori (poi non si sa mai...come ho già detto, l'uomo si adatta) e accetterei di fare parte di una nuova organizzazione: prima il dovere (distruggere il pericolo Trifidi, che riguarda tutti), poi il piacere (ho una nuova vita: come la impiego?)

[SM=x520499]

[Modificato da Tidus forever 12/10/2004 12.15]



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"Notte, ore 11 - Esperienza indimenticabile...luogo meraviglioso...piazza con rudere di tempio romano...chiesa rinascimentale...fontana con delfini...messaggero di pietra...musica celestiale...tenebrose presenze"
"Ricordo ancora notte indimenticabile in casa di O. Che io possa essere dannato se accetto di nuovo un suo invito"
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