Scritto da: Fiore de Campo 11/04/2006 22.48
Il solito disfattista... Scusa, Eragon si sta allenando, quindi l'azione è indubbiamente spostata sulla fuga dal villaggio capeggiata da Roran.
Ho l'impressione che tu non sia ancora arrivato alla battaglia in cui...
(...meriteresti che ti svelassi il finale... tks: paragonarlo a quel mattode del signore degli anelli )
Il problema è che l'allenamento di Eragon rappresenta, a 3/4 di libro, la maggioranza delle pagine del malloppone. Non ne critico l'interesse, ma la pallosità: non ne posso più di "questo sì, questo no, fai così, fai cosà, senti qui, senti là". Come dicevo, a parte le vicende di Roran, non accade nulla (finale a parte, che devo ancora leggere, ma che non può riscattare 600 e passa pagine di filofosia e magia elfica).
Nel SDA di Tolkien non ci sono pause: storia, descrizioni e pensieri viaggiano di pari passo, in un perfetto equilibrio tra azione e riflessione. Il bellissimo "Eragon" è nato dalla spontaneità di un ragazzo che, come lui stesso racconta, ha avuto la fortuna (più che meritata) di essere stato lanciato e scoperto quasi per caso: a mio avviso il successo internazionale l'ha costretto, da parte dei fans e della critica, ad approfondire, spiegare ed articolare all'eccesso, in un unico libro, quanto non era stato spiegato nel prequel. Il risultato è che "Eragon" è scorrevolissimo, "Eldest" esageratamente lento e soporifero (almeno per uno che torna a casa la sera fisicamente molto provato
)
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"Notte, ore 11 - Esperienza indimenticabile...luogo meraviglioso...piazza con rudere di tempio romano...chiesa rinascimentale...fontana con delfini...messaggero di pietra...musica celestiale...tenebrose presenze"
"Ricordo ancora notte indimenticabile in casa di O. Che io possa essere dannato se accetto di nuovo un suo invito"
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