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I "Carmina Burana" sono una raccolta di documenti poetici e musicali del Medioevo, databili XII - XIII sec. , inclusi nel Codex Latinus Monacenis.
Il manoscritto, conservato in origine nell'abbazia di Benediktbeureun, è attualmente conservato nella Biblioteca Nazionale di Baviera.
Il termine Carmina Burana è stato introdotto dallo studioso Johannes Andreas Schmeller nel 1847 in occasione della prima pubblicazione del manoscritto.

Nei loro testi, intervallati da notazioni morali e didattiche (come in uso nelle enciclopedie moralizzanti Medievali), sono riassunte le vicende degli autori, i clerici vagantes o goliardi (dal nome del mitico vescovo Golia) che usavano spostarsi tra le varie nascenti università europee, e trattano argomenti di tipo religioso e amoroso ma anche profano e licenzioso.

Il manoscritto contiene 315 testi poetici scritti su fogli di pergamena decorati con 8 miniature.

La Ruota della Fortuna



Anche se, per la maggior parte, sono anonimi, la raccolta contiene testi di Pietro Abelardo, Ugo d'Orleans, Gautin de Châtillon, Pierre de Blois ed altri.

Tutte le liriche erano destinate al canto ma gli amanuensi non hanno riportato sempre la notazione musicale (che è quella neumatica in campo aperto). Alcune indicazioni musicali più precise sono ricavabili da altri manoscritti per arrivare ad un totale di una cinquantina di brani.
Purtroppo non è rimasta traccia né dell'eventuale accompagnamento strumentale, né del tipo di strumenti da utilizzare per la sua realizzazione.

Carl Orff (1895 - 1982), nel 1937 compone la sua suite.
Si atterrà (e non troppo!) soltanto ai testi e non alle linee melodiche indicate dal manoscritto, cercando di riprodurre atmosfere e stili medievali ma con la concezione musicale del Novecento.
Le musiche catturano subito l'attenzione.
Il fatto, poi, che il brano "O Fortuna" sia usato sempre e comunque in film dall'ambientazione gotica e/o epica ne ha diffuso la conoscenza.

L'averli cantati mi ha dato maggiori delucidazioni tecniche.
Innanzitutto, sono concepiti usando parametri canori post-romantici e lirici.
Nel medioevo, la tecnica vocale era completamente differente da quella attualmente usata nella lirica. Le voci avevano una minore estensione e la tessitura armonica dei brani tendeva al registro grave delle voci.
La tecnica lirica, che comunque si è ulteriormente raffinata negli anni, ha portato ad un ampliamento dell’estensione vocale di molto superore a quello medievale.

Orff compone per voci molto estese: pretende che il soprano, il baritono ed il tenore (che però “bara” cantando “Olim lacus colueram” in falsetto) arrivino a note estremamente acute. Anche il coro, non è esente da tale richiesta.
La mastodontica struttura orchestrale di tipo sinfonico (alla quale si aggiungono 2 pianoforti ed una sezione di percussioni che richiede 5 suonatori!) non è neanche lontanamente assimilabile alla possibile sezione strumentale utilizzata nel medioevo. L’enorme numero di strumenti che la compongono, poi, rende necessario che anche il coro debba essere composto da almeno una cinquantina di elementi.
Molto eseguita è anche la riduzione per 2 pianoforti e percussioni.




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Give me a head with hair, long beautiful hair.
Shining, gleaming, streaming, flaxen, waxen.
Give me down to there hair, shoulder lenght or longer
Here baby, there, momma, ev'rywhere, daddy, daddy.

hair, hair, hair, hair, hair
Hair, hair, hair.Flow it, show it,long as God can grow it, my hair.

Let it fly in the breeze and get caught in the trees,give a home to the fleas in my hair.

(HAIR)

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