Stellar Blade Un'esclusiva PS5 che sta facendo discutere per l'eccessiva bellezza della protagonista. Vieni a parlarne su Award & Oscar!

Il confine del Monopoli

Alunni del Sole

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    Tidus forever
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    Mavaffffffff!!
    00 15/11/2004 20:47
    "Liù" è la loro canzone più conosciuta, decisamente commerciale ed orecchiabile, ma i testi dei loro brani, oltre ad essere pura poesia, hanno una controparte melodica non indifferente:

    UN'ALTRA POESIA
    Io ti conosco, t'inventerai un'altra poesia, in un momento dolce di malinconia per non lasciarmi andare sempre via......Invece ora io vorrei, sconfiggere con gli occhi, gli occhi tuoi e domandarmi quanto t'amo....

    ...E MI MANCHI TANTO
    Al suo fianco camminavo e verso il fiume mi portava, al posto dove le piaceva andare. Mi diceva: è poco tempo, sei un amore troppo breve, come faccio a ricordarti io. Poi mi disse: prendimi. Ma sentivo che tremava.

    CONCERTO
    Giorni sul lungomare insieme a te, bruciavi più del sole, e gli occhi tuoi nel vento come i miei, in cerca dell'amore, ombre di una pineta, e un prato per sognare. Concerto, di un mare senza te, che suona e mi riporta a me...

    COSA VOGLIO
    Quell'andare, veloce verso il vento, per chiederti l'amore con un sorriso stanco, e poi cercare il sole, il sole...tanto sole...Cosa voglio.....Venirti a dire vengo e ti appartengo, venirti a dire corro, corro...ma non corro...dirti che ti sogno e invece non ti sogno....cosa voglio....

    FIORI
    ....per la tua ragazza, perchè non vuoi donare a lei i fiori d'amore.......i luoghi senza tempo, i fiori dell'infanzia troverai per lei.....con il viso dipinto a donare risate.......e nel tuo giardino, tu sceglierai per lei, non fiori di tristezza, ma i fiori dell'amore.....

    L'AQUILONE
    Ricordo una mattina, che non andammo a scuola, prendendoci per mano corremmo verso i campi e come due bambini, cantando noi lanciammo un aquilone, e andava sù nel cielo, e andava sù nel cielo.....Correvi lungo il fiume, saltando tra le siepi, andavi incontro al sole legata all'aquilone, correvi fino a sera per far durare il giorno ancora un poco, ed eri ancora mia, ed eri ancora mia........E ora sei cambiata, sei triste e senza sogni, trascini sola sola, le tue giornate vuote, se guardi verso il sole, ricordi vagamente un aquilone....ma è già volato, è già volato via.....

    Non ho difficoltà ad ammettere che è il gruppo italiano, assieme all Orme, che più ho amato.

    [SM=x520499]


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    "Notte, ore 11 - Esperienza indimenticabile...luogo meraviglioso...piazza con rudere di tempio romano...chiesa rinascimentale...fontana con delfini...messaggero di pietra...musica celestiale...tenebrose presenze"
    "Ricordo ancora notte indimenticabile in casa di O. Che io possa essere dannato se accetto di nuovo un suo invito"
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    tony62
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    00 15/11/2004 21:48
    Orme ed Alunni del sole!
    Tidus...non ho neppure io difficoltà ad ammettere che dopo Le Orme gli Alunni del sole sono il gruppo che più preferisco.
    Ma non siamo i soli...ne conosco altri...si facciano avanti tutti i fans delle ORME DEGLI ALUNNI.
    [SM=g27811]
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    00 15/11/2004 22:10
    Re: Orme ed Alunni del sole!

    Scritto da: tony62 15/11/2004 21.48
    Tidus...non ho neppure io difficoltà ad ammettere che dopo Le Orme gli Alunni del sole sono il gruppo che più preferisco.
    Ma non siamo i soli...ne conosco altri...si facciano avanti tutti i fans delle ORME DEGLI ALUNNI.
    [SM=g27811]




    presente!e come potevo mancare a questo simpatico appello di tony...[SM=x520505] ...ma dalle mie parti i fans degli Alunni sono tanti,ma tanti...[SM=x520490] [SM=x520498]
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    clopat
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    Sante Gaiardoni
    00 15/11/2004 22:43
    Anch'io ho amato i dischi degli Alunni del sole,che univano un romanticismo essenziale ,ma mai banale, a un rock melodico molto apprezzabile e poi Paolo Morelli scriveva molto bene ed aveva una voce che si riconosceva dopo due note.Oltre ai brani citati da Tidus ricordo"pagliaccio","Isa-Isabella"(che mi fa ricordare ad una Isabella,molto carina, delle scuole medie),"Un ricordo","A'canzuncella","Nonna nonna"e"Le maschere infuocate".Erano una presenza fissa ad Alto Gradimento[SM=g27811]


    "Aspettero'ancora qualche anno per sentirmi dire:sei grande!"
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    New Redarrow
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    Martino Mio
    00 16/11/2004 06:09
    Le canzoni
    Voglio dire... mica è facile indicare alcuni titoli e basta.
    Io credo che ogni canzone degli Alunni del Sole sia una bella canzone, con alcune punte più alte rispetto ad altre.
    Tra le mie preferite tutto l'album "Dove era lei a quell'ora" e "Jenny e la bambola", poi "Guardi me guardi lui" :geniale la frase "ed eravamo già tanti per parlare di niente".
    Forse l'unica che non mi piace è proprio "Liù", che è stata l'unica a far vincere qualcosa al gruppo, ossia il Festivalbar 1978.
    [SM=x520497]

    [Modificato da New Redarrow 16/11/2004 6.10]



    Se la Fabbrica Italiana Automobili Torino si chiama FIAT,
    perché la Federazione Italiana Consorzi Agrari si chiama Federconsorzi?
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    Nick the Toll
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    00 16/11/2004 09:25
    Anch'io apprezzavo parecchio gli Alunni del Sole. Ok, canzoni romantiche, ma ben costruite e di gusto. La mia preferita è "Un'altra poesia", che fra l'altro piaceva e piace moltissimo a mia moglie: una canzone che fotografa perfettamente la timidezza e il pathos di quegli amori giovanili... non so se mi spiego... [SM=x520488]



    ----------------------------------------------------------
    Nell'amor le parole non contano
    conta la musica

    (Roberto Benigni - "Quanto t'ho amato")



    www.vicolostretto.net
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    Guapix
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    Hau dippe profonne ior ammore
    00 16/11/2004 10:17
    Eccomi ci sono anche io, gli Alunni erano il mio complesso preferito (dopo i Pooh) i loro pezzi sono tutti belli ma quello che preferisco in assoluto è "E mi manchi tanto"
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    Gipsyqueen
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    Naufrago
    00 15/08/2014 13:36
    Jenny e la bambola

    Ciao forumisti, mi sono iscritta ieri e questo è il mio primo post dopo quello della presentazione.

    Il bellissimo album “Jenny e la bambola” degli Alunni del Sole ha i primi quattro brani che raccontano una storia. Il primo è Un manichino in vetrina:



    Al bar della stazione
    per un po' tutti la guardammo
    quella donna che aspettava
    messa come un manichino in vetrina,
    una valigia rossa
    l'accorciava da una parte
    dall’altra si aggrappava
    ad una bambola di cartone.
    Si girava intorno
    cercando uno per farsi spiegare,
    da come la guardavo
    si era accorta che mi piaceva
    allora mi lasciò un sorriso
    credendo che l'avrei potuta aiutare
    pensai di tutto e per parlarle
    mi era venuta l'idea di un fiore.
    E non mi resi bene conto
    neanche dove stavamo andando
    solo dopo un po' mi accorsi
    che la trovavo bella
    e quando per la via del mercato
    un venditore le gridò che era bella
    pensai sconfitto che io per primo
    glielo avrei voluto dire.
    Un attimo più in là colto ancora di sorpresa
    da un gesto imprecisato che lei aveva condiviso,
    mi capitò di averla accanto e spiegandoci con gli occhi,
    andammo ancora un poco in là
    poi dolcemente scivolammo.
    E man mano si sgualciva
    quel suo lungo vestito indiano,
    man mano come in certi film
    lentamente c'inseguivamo.
    L'avevo a un passo e più di una volta
    lei mi scappava via dalle mani,
    poi la raggiunsi e finalmente
    più di una volta scivolammo a terra...
    ..e di continuo le cercavo
    carezze dalle labbra
    con lenti movimenti
    del mio capo contro il suo.


    Allora: il protagonista incontra nella stazione una ragazza bella, enigmatica, spaesata, che indossa un lungo vestito indiano. La stranezza è rappresentata dalla bambola di cartone che la ragazza stringe, “aggrappandosi” a lei. Dapprima la ragazza appare sfuggente, poi il protagonista riesce a conquistarla. La seconda canzone dell’album, La bambola di cartone, espande la descrizione della bambola e l’attaccamento che la ragazza le dimostra, e il segreto che sembra nascondere dentro di sé. Il terzo brano, Quelle sere in riva al mare... un'orchestrina suonava da lontano è solo strumentale e non aggiunge niente alla storia.
    Ma nel brano numero quattro, Jenny e la bambola, la ragazza finalmente racconta la sua vicenda personale:



    Mi raccontava che una volta da bambina
    per distrarla la portarono in campagna
    che d'inverno in città si era innamorata
    troppo presto di un ragazzo assai più grande
    .
    Sempre sola, chiusa in una stanza voleva restare
    anche quando la campagna tornò tutta in fiore
    e quando l'albero più verde dell'orto cambiò di colore
    le regalarono una bambola per giocare.
    " C'era una volta " la sentivano che le sussurrava
    e caricandosela al suo fianco l'addormentava.
    Le fantasie già di una donna s'immaginava,
    e sempre più volte di scappar via si convinceva
    di tanto in tanto nello specchio si guardava
    e con gli spilli un po' di gonna si scorciava.
    Così da qualche tempo andava in giro e la dimenticava
    ma al suo ritorno in punta di piedi la riabbracciava.
    Si era tanto trasformata ed aspettava
    quella bambina
    che anticipasse la sua primavera
    sull'orlo del letto si attardava
    a pensarla nella culla già pronta
    prolungando di più l'attesa e non dormiva
    I vestitini addosso a lei se li immaginava
    intanto che l'inverno a poco a poco se ne andava
    Quella storia della cicogna che non venne più
    le procurò qualcosa più che un dispiacere
    per questo all'improvviso aveva dei cambiamenti
    e risaliva su a nascondere un altro pianto.
    Ma la campagna era tornata ancora in fiore
    qua e là tra i vetri della casa si spostava il sole.


    Il brano ha anche una parte 2, brevissima, che contiene la decisione della ragazza di andarsene da casa portando la bambola con sé.

    La ritrovò in soffitto
    tra un mucchio di altri giochi messi da una parte coi ricordi.
    Era cambiata e poi chissà se ancora cantava,
    chissà se adesso la riconosceva.
    Con amore le dipinse il volto,
    con amore le riattaccò un braccio carezzandola
    le tolse la polvere di dosso
    poi scese giù con lei e una valigia.


    I tre brani successivi, Jenny, Un’altra poesia e Canzoni d’amore (tutti bellissimi) sono però a sé stanti, non sembrano più seguire la storia: esprimono l’amore del protagonista per la ragazza, senza più alludere alla storia personale di lei.

    La domanda che mi ha ossessionato per tutti questi anni è la seguente: nel quarto brano cosa ci racconta Jenny? Qual è il suo dramma, considerato le parti che ho evidenziato?

    ...i genitori l’hanno costretta ad abortire?...

    Notare che in questo video Paolo Morelli sembra voler fornire una spiegazione della storia narrata nell’album, ma il presentatore gli toglie brutalmente la parola:



    Grazie per eventuali opinioni
    Gipsy
    [Modificato da Gipsyqueen 15/08/2014 15:53]
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    Tidus forever
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    Mavaffffffff!!
    00 15/08/2014 20:37
    Re: Jenny e la bambola
    Gipsyqueen, 15/08/2014 13:36:



    La domanda che mi ha ossessionato per tutti questi anni è la seguente: nel quarto brano cosa ci racconta Jenny? Qual è il suo dramma, considerato le parti che ho evidenziato?

    ...i genitori l’hanno costretta ad abortire?...

    Grazie per eventuali opinioni
    Gipsy



    Un bel post, Gipsy, veramente... [SM=x520488]
    Qui ci vorrebbe anche l'amico Redarrow, ma è il solito vagabondo e bisognerà attendere che rientri alla base [SM=x520505]
    Partiamo da questi presupposti trovati in Rete (per quello che possono valere: in musica, i testi non sempre sono chiari ed immediati...anzi, molte volte appaiono ermetici):

    Da Hit Parade Italia:

    "...le otto canzoni di "Jenny e la bambola" raccontano, infatti, una storia d’amore vissuta tra tenerezze, ritrosie ed inevitabili incomprensioni"

    "Testo che nelle strofe descrive, con immagini non propriamente inedite, un amore estivo che, come la stagione che lo ha visto sbocciare, sta per finire. Lui deve lasciarla, ma lei ha una certezza: io e te ci incontreremo di nuovo.....

    Da Wikipedia - Fulvio D'Ascola:

    "Il concept "Jenny e la bambola" nasce dalla visione di una ragazza ,incontrata alla stazione di Milano, con la valigia ed una lunga bambola di cartone tenuta sopra un braccio.
    La nebbia milanese lo ispira, in una racconto in cui la protagonista vive una storia d'amore inespressa, con una maternità negata, divisa tra sogni infranti ed occasioni perdute.....


    Ritornando nello specifico:

    Si era tanto trasformata ed aspettava
    quella bambina che anticipasse la sua primavera
    sull'orlo del letto si attardava
    a pensarla nella culla già pronta
    prolungando di più l'attesa e non dormiva
    I vestitini addosso a lei se li immaginava
    intanto che l'inverno a poco a poco se ne andava
    Quella storia della cicogna che non venne più
    le procurò qualcosa più che un dispiacere


    l'interpretazione potrebbe essere duplice:

    - maternità negata in quanto "dramma della sterilità" (alias paura inconscia per un figlio desiderato che si traduce in sindrome da desiderio di un bambino)
    - maternità negata per aborto subito (spontaneo o costretto dai genitori)

    Tu che ne pensi?

    [SM=x520499]





    [Modificato da Tidus forever 15/08/2014 20:38]


    --------------------------------------------------
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    00 16/08/2014 11:21

    Ciao Tidus e grazie per l’immediata risposta. [SM=x520488]

    Io propendo per l’ipotesi di un aborto imposto dai genitori.

    La ragazza viene allontanata dalla città ove lei si era innamorata/troppo presto di un ragazzo assai più grande. E, evidentemente, incinta. Da bambina potrebbe significare tredici, quattordici anni. Le regalano una bambola, giudicandola più adatta alla sua età che non un figlio vero. Lei invece quel figlio lo desidera, vorrebbe fosse una bambina (che anticipasse la sua primavera = un figlio durante l’adolescenza, un figlio che arriva in anticipo sul periodo della giovinezza), fantastica sul suo arrivo (la culla, i vestitini…) ma viene costretta ad interrompere la gravidanza, come già stabilito. La cosa le procura gravi sofferenze e appena le è possibile (divenuta maggiorenne?) se ne va di casa, recuperando in soffitta la bambola regalatale anni prima e simbolo di quella figlia perduta.

    Il tema dell’aborto, all’epoca, era inaffrontabile in modo esplicito e veniva solo accennato tramite allusioni (vedi Alessandra dei Pooh: lei mi ha detto poco fa/che quel dubbio è realtà/poi con gli occhi di una donna/mi ha detto: è tuo però/problemi non ti darò, qui però la cosa si risolve positivamente: che bambino che sarei/se lasciassi fare a lei/nel suo corpo nasce un fiore/per sbaglio o per amore/che importa: sarò con lei)

    [Modificato da Gipsyqueen 16/08/2014 11:24]
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    Tidus forever
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    00 16/08/2014 11:48
    Re:
    Gipsyqueen, 16/08/2014 11:21:


    Ciao Tidus e grazie per l’immediata risposta. [SM=x520488]

    Io propendo per l’ipotesi di un aborto imposto dai genitori.

    La ragazza viene allontanata dalla città ove lei si era innamorata/troppo presto di un ragazzo assai più grande. E, evidentemente, incinta. Da bambina potrebbe significare tredici, quattordici anni. Le regalano una bambola, giudicandola più adatta alla sua età che non un figlio vero. Lei invece quel figlio lo desidera, vorrebbe fosse una bambina (che anticipasse la sua primavera = un figlio durante l’adolescenza, un figlio che arriva in anticipo sul periodo della giovinezza), fantastica sul suo arrivo (la culla, i vestitini…) ma viene costretta ad interrompere la gravidanza, come già stabilito. La cosa le procura gravi sofferenze e appena le è possibile (divenuta maggiorenne?) se ne va di casa, recuperando in soffitta la bambola regalatale anni prima e simbolo di quella figlia perduta.)




    Anch'io concordo con questa tua analisi.
    Un tema scottante, qui espresso in modo molto delicato, poetico, ancorchè drammatico e, soprattutto, scomodo.
    Forse (dico forse) è anche per quest'ultima ragione che il presentatore (del quale non ricordo il nome), nel terzo video, interrompe bruscamente Paolo Morelli, adducendo alla mancanza di tempo.
    Il vero scandalo, oggi, almeno in tema musicale, è un altro: la mancata ristampa di questo album degli Alunni del Sole.

    [SM=x520499]






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    00 17/08/2014 12:10
    Re: Re:
    Tidus forever, 16/08/2014 11:48:



    Il vero scandalo, oggi, almeno in tema musicale, è un altro: la mancata ristampa di questo album degli Alunni del Sole.

    [SM=x520499]





    Scandalo, è vero! Come avrai già capito, è il gruppo italiano per il quale io ho una vera passione.
    Ho visto che nessuno finora ha citato Pagliaccio.



    Che strano incontro il nostro
    arrampicati sopra due finestre
    per cercarci con la vena negli occhi
    la sera quando era tardi.

    E mi sembravi un pagliaccio
    con il viso truccato da poco
    e le mani ingiallite
    facevi fotografie.

    Che strana vita la nostra
    leggendo tutte due le nostre mani
    quel mercante non sapeva più che fare
    e ci lasciammo invidiare.

    Camminavamo per niente
    per niente si faceva l'amore
    senza mai domandarci che strane
    quelle nostre giornate.

    E mi sembravi un pagliaccio
    con il viso truccato da poco
    e le mani ingiallite
    facevi fotografie.

    Che strani i nostri vestiti
    senza neanche un portafortuna
    od un ricordo di vacanze lontane
    che ci lasciasse ricordare

    Perché di sogni mai niente
    perché di sogni non volevi parlare
    e mentre ancora ti lasciavi sfiorare
    mi domandavi se credevo all'amore.

    E si parlava di te
    come un vero pagliaccio
    con le mani sbiadite
    facevi fotografie.

    Una canzone cantavi
    nel cortile delle nostre risate
    finché scendeva un'altra sera in noi
    in silenzio ti legavo gli occhi.

    Ed ogni giorno importate
    ogni giorno ci sembrava importante
    per fare ancora un passo avanti
    nel giardino dell'amore.

    E si parlava di te
    come un vero pagliaccio
    con le mani truccate
    facevi fotografie.

    Pagliaccio, del 1975, è un testo decisamente poetico perché si serve di immagini non convenzionali nonché il rovesciamento di alcuni luoghi comuni.

    Ci offre una singolare ed affascinante immagine della ragazza, ritratta nell’atto di scattare fotografie con il viso evidentemente truccato in modo vistoso e azzardato, che canta e ride, come un pagliaccio. Si noti (ed è straordinario!) che l’utilizzo delle frasi e mi sembravi un pagliaccio…e si parlava di te come un vero pagliaccio… lungi dall’implicare derisione, costituiscono il fascino stesso della donna, dotata evidentemente di una bizzarra(malinconica?) allegria.

    Altra singolare immagine sono le mani di lei, dapprima ingiallite poi sbiadite poi truccate, altri tre aggettivi che sono normalmente usati con accezione negativa (sciatteria, malattia, inautenticità) e invece diventano parte integrante di questo fascino di svagata ed enigmatica allegria, oppure possono farmi pensare a tre successivi momenti di lei: al tempo della relazione con il protagonista le mani sono “ingiallite” per la sua alacrità nella passione per la fotografia; poi subentra l’aggettivo “sbiadite”, come il ricordo di lei a relazione finita (tutta la canzone usa l’indicativo imperfetto del ricordo), poi “truccate” perché magari (inespresso nel testo) lei, rincontrata, è cambiata e non è più quella di un tempo.

    E a proposito di sogni: mentre nelle canzoni d’amore si usa sbandierare continuamente l’importanza dei sogni e del sognare, qui invece la donna ne prende le distanze: Perché di sogni mai niente/perché di sogni non volevi parlare…

    E per finire, l’amore tra i due è altrettanto costellato di immagini poetiche e spesso insolite (i due si incontrano arrampicati sopra due finestre!) che accentuano l’intensità e la spensieratezza della loro passione (l’invidia del mercante che legge la mano, nel cortile delle nostre risate...nel giardino dell’amore...ti legavo gli occhi...), tutto è "strano": i vestiti, la vita, le giornate, ma molte immagini hanno allo stesso tempo un richiamo irresistibilmente malinconico: oltre alla già citata negazione dei sogni, ...senza neanche un portafortuna indica che invece avrebbero dovuto averne bisogno? ...senza un ricordo di vacanze lontane indica senza la banalità che caratterizza le altre coppie o esprime un amore destinato a vivere solo nel presente, senza ricordi e quindi anche senza futuro?...........................................................


    [Modificato da Tidus forever 17/08/2014 15:52]
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    Martino Mio
    00 17/08/2014 18:46
    Io vagabondo?
    Tidus forever, 15/08/2014 20:37:



    Un bel post, Gipsy, veramente... [SM=x520488]
    Qui ci vorrebbe anche l'amico Redarrow, ma è il solito vagabondo e bisognerà attendere che rientri alla base [SM=x520505]



    Guarda che hai sbagliato gruppo [SM=x520505]
    "Io vagabondo" non è degli Alunni del Sole, lo sanno anche i sassi [SM=x520495]

    Comunque sono tornato alla base da quasi un'ora e prometto risposta quanto prima.
    Grazie a Gipsy che ha riaperto il forum musicale

    [SM=x520499]
    [Modificato da Tidus forever 18/08/2014 11:59]


    Se la Fabbrica Italiana Automobili Torino si chiama FIAT,
    perché la Federazione Italiana Consorzi Agrari si chiama Federconsorzi?
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    Tidus forever
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    Mavaffffffff!!
    00 18/08/2014 12:12
    Re: Re: Re:
    Gipsyqueen, 17/08/2014 12:10:





    Pagliaccio, del 1975, è un testo decisamente poetico perché si serve di immagini non convenzionali nonché il rovesciamento di alcuni luoghi comuni.

    Ci offre una singolare ed affascinante immagine della ragazza, ritratta nell’atto di scattare fotografie con il viso evidentemente truccato in modo vistoso e azzardato, che canta e ride, come un pagliaccio. Si noti (ed è straordinario!) che l’utilizzo delle frasi e mi sembravi un pagliaccio…e si parlava di te come un vero pagliaccio… lungi dall’implicare derisione, costituiscono il fascino stesso della donna, dotata evidentemente di una bizzarra(malinconica?) allegria.

    Altra singolare immagine sono le mani di lei, dapprima ingiallite poi sbiadite poi truccate, altri tre aggettivi che sono normalmente usati con accezione negativa (sciatteria, malattia, inautenticità) e invece diventano parte integrante di questo fascino di svagata ed enigmatica allegria, oppure possono farmi pensare a tre successivi momenti di lei: al tempo della relazione con il protagonista le mani sono “ingiallite” per la sua alacrità nella passione per la fotografia; poi subentra l’aggettivo “sbiadite”, come il ricordo di lei a relazione finita (tutta la canzone usa l’indicativo imperfetto del ricordo), poi “truccate” perché magari (inespresso nel testo) lei, rincontrata, è cambiata e non è più quella di un tempo.

    E a proposito di sogni: mentre nelle canzoni d’amore si usa sbandierare continuamente l’importanza dei sogni e del sognare, qui invece la donna ne prende le distanze: Perché di sogni mai niente/perché di sogni non volevi parlare…

    E per finire, l’amore tra i due è altrettanto costellato di immagini poetiche e spesso insolite (i due si incontrano arrampicati sopra due finestre!) che accentuano l’intensità e la spensieratezza della loro passione (l’invidia del mercante che legge la mano, nel cortile delle nostre risate...nel giardino dell’amore...ti legavo gli occhi...), tutto è "strano": i vestiti, la vita, le giornate, ma molte immagini hanno allo stesso tempo un richiamo irresistibilmente malinconico: oltre alla già citata negazione dei sogni, ...senza neanche un portafortuna indica che invece avrebbero dovuto averne bisogno? ...senza un ricordo di vacanze lontane indica senza la banalità che caratterizza le altre coppie o esprime un amore destinato a vivere solo nel presente, senza ricordi e quindi anche senza futuro?...........................................................





    Prima di intervenire, attendo volentieri la replica di Roberto/Redarrow [SM=g27811] [SM=x520499]




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    "Notte, ore 11 - Esperienza indimenticabile...luogo meraviglioso...piazza con rudere di tempio romano...chiesa rinascimentale...fontana con delfini...messaggero di pietra...musica celestiale...tenebrose presenze"
    "Ricordo ancora notte indimenticabile in casa di O. Che io possa essere dannato se accetto di nuovo un suo invito"
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    Martino Mio
    00 18/08/2014 17:24
    Jenny e la bambola
    Mamma mia, e mo' che dico?
    Comincio subito con attingere anch'io dalla rete e riportare la recensione di un mio conoscente, Orlando, tratta da un blog che consulto usualmente:

    "Il successo ottenuto a Canzonissima dagli Alunni del Sole fu nel 1974 un ottimo lancio per E mi manchi tanto e Un'altra poesia, due brani contenuti nel long playing di questa sera. Ma, nonostante la forte promozione televisiva che aveva spinto i due 45 giri in classifica, Paolo Morelli e company decisero di non pubblicare una raccolta di canzoni e di proseguire senza compromessi lungo la strada del concept-album, inaugurata con Dov'era lei a quell'ora, trentatré giri di esordio di cui abbiamo parlato un anno e mezzo fa. L'altra volta raccontavano la storia di un uomo accusato di omicidio; questa volta gli Alunni raccontano di una adolescente che diventa donna: i testi, inafferrabili ed ermetici, sono conditi con il solito bagaglio morelliano di immagini ricorrenti: maschere, fiori, specchi, bambole, soffitte polverose. I temi musicali riemergono più volte nel corso della suite, spesso con arrangiamenti diversi, come se si trattasse della colonna sonora di un film. Il tutto procede senza impennate né refrain di grande impatto, e il ritmo lento e sognante di tutti i brani, alcuni dei quali solo strumentali o con ampie parti solo vocalizzate, rischia di rendere il lavoro soporifero e noioso. Questo nonostante la collaborazione agli arrangiamenti di uno dei grossi nomi degli anni settanta come Tony Mimms. Tuttavia la presenza dei testi delle canzoni all'interno del disco permette a chi vuole ascoltare con attenzione di non perdersi tra le metafore e di arrivare alla fine del disco, per altro di durata molto breve (non più di 30 minuti), prima di prendere irrimediabilmente sonno.

    Una cosa che non riesco a capire è per quale motivo gli Alunni del Sole non hanno voluto (o potuto?) sottoporsi ad una seduta fotografica per l'uscita di questo album: la casa discografica utilizza infatti, nella busta interna, lo stesso scatto che era servito per la copertina del disco precedente, mentre la copertina vera e propria utilizza l'immagine di una donna dall'età indecifrabile (se ne vede solo un occhio e il naso), che stringe la famosa bambola di cartone che dà il titolo all'intero lavoro"

    Io devo essere sincero, questo album non mi ha mai fatto impazzire ed ho sempre preferito "Dov'era lei a quell'ora".
    Comunque lo comprai all'epoca e conservo ancora il 33 giri.
    Concordo, in ogni caso, con la tesi dell'aborto ed aggiungo che la recensione tratta da HPI si riferisce, probabilmente, al solo brano "Jenny", che nella versione del 33 giri ha una durata decisamente superiore al singolo che, se la memoria non mi inganna, era iscritto al Festivalbar del 1974.
    Su "Un'altra poesia", invece, ricordo che mi arrabbiai molto all'epoca perché il brano, presentato a Canzonissima, non arrivò nemmeno in finale.

    [SM=x520499]


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    Martino Mio
    00 18/08/2014 17:35
    ...e mi manchi tanto
    Allora, tra il concept "Dov'era lei a quell'ora" del 1972 e "Jenny e la bambola" del 1974 uscì nel 1973 il 33 giri/raccolta "...e mi manchi tanto", che consacrò (meglio tardi che mai) gli Alunni del Sole ad un pubblico vasto quello del Festivalbar).
    Sono in molti a non sapere che le versioni di "Concerto" e "L'aquilone" sono qui due brani rifatti e che anche "Fiori", "Ritorna fortuna" e "Isa... Isabella" (quest'ultima presentata al Disco per l'Estate qualche anno prima) non sono inedite.
    Forse l'unico brano inedito e mai pubblicato altrove è "La maggiore età", canzone della quale non nulla oltre al fatto che pare si trovi solo su questa raccolta.
    La musicassetta (cosiddetta stereo7) è ancora qua nell'ultimo cassetto della mia scrivania [SM=x520488]

    [SM=x520499]


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    Martino Mio
    00 18/08/2014 17:45
    Qualche data
    Oh insomma, qualche anno prima non mi piaceva molto, allora ecco qua più o meno la prima parte della discografia:

    1968: L'aquilone/Con l'aiuto degli dei;
    1969: Concerto/Le 4 le 5 le 6 le 7;
    1970: Fantasia/Fiori (la prima era iscritta al Disco per l'estate);
    1971: Ombre di luci/Carezze;
    1971: Isa... Isabella/Collane di conchiglie (Disco per l'estate);
    1972: Un ricordo/Cosa voglio
    1973: ...e mi manchi tanto/I ritornelli inventati.

    [SM=x520499]


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    Martino Mio
    00 18/08/2014 17:53
    Pagliaccio
    "Pagliaccio" è una gran bella canzone, della quale Gipsy ha fatto davvero un'attenta e interessante analisi.
    Purtroppo nel 1975 il vento stava cambiando ed era difficile anche per gli Alunni del Sole ripetere ancora una volta il successo che veniva da singoli come "Un'altra poesia", "I tuoi silenzi" e "Jenny".
    Nel 1975 fiorivano gruppi musicali ovunque e in Hit Parade c'era posto per Bottega dell'Arte, Giardino dei Semplici, Santo California [SM=x520489] che rappresentavano il "nuovo".
    Gli Alunni del sole devono forse passare la mano, infatti non mi pare che "Pagliaccio" sia entrata nella Hit Parade di Luttazzi. Però precedette la meravigliosa "Guardi me guardi lui" (che fece apparizione tra i Dischi Caldi del 1976) e soprattutto un capolavoro quale "'A canzuncella".

    [SM=x520499]


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    00 20/08/2014 11:24
    Re: Re: Re:
    Gipsyqueen, 17/08/2014 12:10:



    ...senza neanche un portafortuna indica che invece avrebbero dovuto averne bisogno? ...senza un ricordo di vacanze lontane indica senza la banalità che caratterizza le altre coppie o esprime un amore destinato a vivere solo nel presente, senza ricordi e quindi anche senza futuro?...........................................................





    IMHO, "portafortuna" e "ricordi di vacanze lontane" potrei interpretarli come "souvenir", ossia "oggetti-ricordo".
    Il fatto che lei facesse fotografie implicherebbe una spiccata preferenza per i loro personalissimi ricordi, quelli vissuti insieme, scatto dopo scatto, attimo dopo attimo.
    Ricordi intimi, veramente importanti, non normali "souvenir" da esibire come trofeo agli amici.

    [SM=x520499]



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    Sante Gaiardoni
    00 20/08/2014 16:22
    Trovo molto belle anche le loro canzoni in napoletano,oltre alla celebre"A canzuncella","Carme'","Nonna nonna","Maddalena"e "Natale e' nu'ricordo"


    "Aspettero'ancora qualche anno per sentirmi dire:sei grande!"
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