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La dama dei veleni - di Silverio Blasi - con Ugo Pagliai, Susanna Martinková, Warner Bentivegna, Corrado Gaipa

Ultimo Aggiornamento: 29/12/2011 01:16
01/10/2006 01:29
 
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Una notte, una grande casa ed una figura snella, una donna, coperta da un lungo velo, che tiene un candelabro in mano....
C'è qualcosa di terribile e strano in quella figura, che sale le scale con passo lento e sinuoso.
La testa è estremamente alta, come se la donna in questione avesse un collo lunghissimo o peggio ancora, come se la testa fosse staccata dal collo....
La dama sale ed arriva al piano alto della casa,.... un urlo rompe il silenzio della notte.....

Questo è tutto ciò che ricordo di questo sceneggiato, questa scena rimase impressa per sempre nella mia mente....

Su internet si trova pochissimo, voi avete qualche ricordo in più?

La dama dei veleni (1979) di John Dickson Carr

Sceneggiatura: Giovannella Gaipa
Regia: Silverio Blasi
Cast: Ugo Pagliai - Susanna Martinkova - Warner Bentivegna - Giorgio Bonora - Paola Bacci - Corrado Gaipa - Alessandro Sperli' - Luigi Basagaluppi - Angela Cardile
Puntate: 3
Rete: TV2
Data: 31/08/1979 - 14/09/1979


Io sono niente: senza vita, senza anima, odiato e temuto. Sono morto per tutta l'umanità. Ascoltatemi: io sono il mostro che gli uomini che respirano bramerebbero uccidere. Io sono Dracula
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www.vicolostretto.net
01/10/2006 11:44
 
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Mavaffffffff!!
Purtroppo non ho nessun ricordo di questo sceneggiato e non è nemmeno reperibile con programmi P2P [SM=x520489] [SM=x520499]


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"Notte, ore 11 - Esperienza indimenticabile...luogo meraviglioso...piazza con rudere di tempio romano...chiesa rinascimentale...fontana con delfini...messaggero di pietra...musica celestiale...tenebrose presenze"
"Ricordo ancora notte indimenticabile in casa di O. Che io possa essere dannato se accetto di nuovo un suo invito"
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01/10/2006 11:49
 
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Mavaffffffff!!
La scheda completa
La dama dei veleni (1979)

Regia di
Silverio Blasi

Scritto da
Giovannella Gaipa

Tratto dal romanzo di John Dickinson Carr
The burning court
(Ed. Mondadori - "La corte delle streghe")

Cast:
Ugo Pagliai .... Dario Gherardi
Susanna Martinková .... Marie D'Aubray
Corrado Gaipa .... Guido Santacroce
Angelo Pellegrino .... prof. Dell'Isola
Annamaria Gherardi .... Gaetana Bianchi
Warner Bentivegna .... Carlo Desgrez
Giorgio Bonora .... Cesare Urbinati
Paolo Bacci .... Giulia Desgrez
Manlio Guardabassi .... Maurizio Desgrez
Alessandro Sperlì .... Commissario La Volpe
Angela Cardile .... Marta Desgrez
Gabriella Giacobbe .... Agata Perelli
Luigi Basagaluppi .... Bruno Desgrez
Attilio Cucari .... Il Perelli
Enrico Lazzareschi .... Maresciallo Calvesi
Luisa Aluigi .... Imelda Porro

Musiche di
Bruno Nicolai

Trama:
Daruio Gherardi (Ugo Pagliai), giovane dirigente di una casa editrice, incontra, durante una gita a Parigi, una giovane dinna di origini franco-canadesi, Marie D'Aubray (Susanna Martinkova), se ne innamora e la sposa. Una sera, sfogliando il libro di un suo autore, il criminologo Guido Santacroce (Corrado Gaipa), Dario si ritrova tra le mani la fotografia di una criminale francese ghigliottinata per veneficio ai tempi di Napoleone III: il suo nome è Marie D'Aubray e il volto è lostesso di sua moglie. Dario cerca di ottenere delle spiegazioni dalla moglie: la donna della fotografia è forse una sua antenata? E forse potrebbe essere coinvolta nell'avvelenamento di Maurizio Desgrez (Manlio Guardabassi)?

Copertina DVD Fabbri



[SM=x520499]
[Modificato da Tidus forever 18/05/2010 19:49]


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"Notte, ore 11 - Esperienza indimenticabile...luogo meraviglioso...piazza con rudere di tempio romano...chiesa rinascimentale...fontana con delfini...messaggero di pietra...musica celestiale...tenebrose presenze"
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01/10/2006 13:10
 
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Ho trovato questo sito.

Ma non so se ci si possa fidare, visto che il venditore vuole essere pagato in anticipo.


usato-cd-dvd.vivastreet.alice.it/usato-cd-dvd-videogiochi-libri+sardegna/rarissimi-sceneggiat...
10/10/2006 18:26
 
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Re: La scheda completa

Scritto da: Tidus forever 01/10/2006 11.49
La dama dei veleni (1979)

[SM=x520499]



Caspiterina!!! questo non me lo ricordo neanch'io...

se avete altre notizie...

io vedo se trovo qualcosa..


********************************************
Dea meravigliosamente luminosa
benedici noi con il tuo agognato sguardo,
Tu che facesti del giorno la notte &
(Mike Oldfield)
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Mikayla Dryadia ap Ruis
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Naufrago
Provo io, allora, ad aggiungere qualcosa (ho le ultime due puntate, di tre).

La Dama dei veleni rappresenta, a mio avviso, una sorta di canto del cigno della grande stagione degli sceneggiati televisivi.

Siamo nel 1979: Dallas e le telenovelas (prodotti scarsissimi a basso costo) sono alle porte, pronti a raschiare il barile di un facile pubblico di casalinghe, che non aspetta altro dal potersi perdere in storie puerili ma infinite, grazie ai potenti [SM=x520495] mezzi della TV commerciale.

In questo mare di nulla, che avrà anche l’effetto di narcotizzare la nostra creatività, la forza delle nostre sceneggiature, l’espressività dei nostri attori, la TV di Stato ci regala questa piccola perla decisamente noir, che evoca in noi (non eguagliandola) la fresca memoria di quei capolavori assoluti di genere che restano Il Segno del Comando e Ritratto di donna velata.

La storia è quella sceneggiata di Terrore al castello, di John Dickson Carr, ed è puntualmente commentata dalle musiche di Bruno Nicolai, che, con un ritmo incalzante, tale da togliere il respiro, ci accompagna in una vicenda ricca di colpi di scena in un crescendo di emozioni.
Gli attori sono interpreti di assoluto valore, quali Ugo Pagliai e Corrado Gaipa, pericolosamente mescolati ad altri, decisamente in affanno o addirittura avvilenti, come Susanna Martinkova (la tenebrosa reincarnata Marie d’Aubray).

La storia si svolge in Italia, nel romantico scenario del castelli romani, ai giorni nostri.

L’editore Dario Gherardi (Ugo Pagliai) ha sposato la bella e misteriosa Marie d’Aubray (Susanna Martinkova), ed il loro idillio procede nel migliore dei modi sino a quando non decidono di trasferirsi in campagna, in una splendida magione che ha vissuto momenti migliori, e che al pregio dell’isolamento unisce però un sottile alone d’inquietudine trasmesso, per la verità, dalla vicinanza alla fosca residenza dei Desgrez, un’antica e chiacchierata famiglia del luogo.

Proprio mentre il nostro Dario trova, piuttosto casualmente, tra le ispirate pagine di un volume a lui caro, il ritratto di un’omonima Marie d’Aubrai, processata e condannata a morte per stregoneria nel 1851, nella residenza dei Desgrez si consuma la misteriosa morte del capofamiglia, Maurizio, avvenuta di notte, nel letto di malattia, apparentemente per una banale gastrite.

In verità il nipote del defunto confessa all’amico Gherardi tutte le sue perplessità, autorizzate sia dalle condizioni stazionarie dello zio, sia dalla lucida confessione della governante, che racconta d’avere veduto, proprio la fatidica notte, una dama d’altri tempi, apparsa quasi dal nulla al chiarore tremulo delle lampade a petrolio, ascendere le scale coi suoi ampi vestiti verso la stanza del malato, con una tazza fumante.

Chi era quella donna, posto che la governante l’abbia vista davvero? Maurizio Desgrez è stato forse avvelenato?

Carlo Desgrez (Warner Bentivegna) convince il Gherardi a tentare una riesumazione del cadavere, complice un vecchio amico di famiglia, un medico radiato dall’albo che al momento ha interessi indecifrabili. Il che puntualmente avviene, in una notte piuttosto burrascosa.
Ma la bara è vuota, come aveva rivelato il sinistro presagio della signora d’Aubray-Gherardi, e tra le falde del velluto si trova solo una funicella con sette nodi: la scala del diavolo!

Non è solo questo, tuttavia, a turbare il nostro Dario, quanto una serie di particolari raccapriccianti. Secondo la governante, la lugubre donna (ovviamente velata) che avrebbe visto la notte fatale, vestiva gli stessi panni che si ammirano in un dipinto al naturale di casa Desgrez, in cui si vede una dama loro imparentata vissuta nel XVII sec.: una terza Marie d’Aubray, nota avvelenatrice, finita sul patibolo come la disgraziata discendente due secoli dopo.

Che rapporto esiste tra le due donne e la morte di Desgrez? E la moglie di Gherardi è poi legata a queste sinistre figure?

Di certo, la bella Marie non è più la stessa. Ora è sempre più introversa, inquieta, e sembra soffrire un malessere sottile inspiegabile, sino a quando un giorno scompare…


Come vedete, anche in questo caso abbiamo una solida storia di re-incarnati (che ci ricorda molto da vicino il canovaccio de ISDC), ben costruita, solida, e soprattutto, credetemi, niente affatto scontata (non aggiungo altro per non rovinare il finale a nessuno). Qui e lì si nota qualche incongruenza, alcuni passaggi della trama decisamente ostici, qualche sbavatura, e, su tutto, il mediocre livello della recitazione (perfino Ugo nostro rischia d'essere un po' troppo melenso, mentre Gaipa, che brilla, ha visibilmente le mani troppo legate), forse determinata anche dai tempi di lavorazione.

Ricordo che vidi lo sceneggiato col solleone, in una tarda estate
forse dello stesso 1979 (o poco dopo, in una replica), e rimasi affascinato e avvinto da una trama che mi ricordava lo splendido originale televisivo firmato da D'Anza neppure 10 anni prima.

RobertoC

[Modificato da Roberto@C 18/01/2007 12.41]



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Dove finisce la ragione comincia un territorio che non ci appartiene, nel quale siamo intrusi: una terra di regole che non conosciamo, dove si parla una lingua misteriosa e dove le nostre logiche non sono utilizzabili in alcun modo.
Noi in questo territorio possiamo solo subire il mistero, che, anziché disvelarsi, si fa sempre più impenetrabile.
Io non so dire se questa sia una pena o un premio. Io non so dire nulla, ma so che questo luogo (...) non dev’essere in alcun modo cercato né in alcun modo trovato.

“Voci notturne”, 1995, epilogo.
20/01/2007 18:27
 
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Mavaffffffff!!
Grazie Roberto per il tuo interessantissimo intervento [SM=x520497]
Dopo averlo attentamente divorato, mi resta ancor di più il rammarico per non averlo mai visto [SM=x520489] Mi sembra di aver letto da qualche parte che la prima puntata sia andata persa dagli archivi RAI, o sbaglio? [SM=x520499]

[Modificato da Tidus forever 20/01/2007 18.27]



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Re:

Tidus ha scritto:
Grazie Roberto per il tuo interessantissimo intervento [SM=x520497]
Dopo averlo attentamente divorato, mi resta ancor di più il rammarico per non averlo mai visto [SM=x520489] Mi sembra di aver letto da qualche parte che la prima puntata sia andata persa dagli archivi RAI, o sbaglio? [SM=x520499]




Grazie a te per l'attenzione (decisamente immeritata).

Oltre all'aggiungere qualche particolare (potrei provare, con un po' di tempo, a formalizzare una scheda nello stile delle tue [SM=x520487] ), poiché non ho dimenticato la tua apertura e disponibilità sull'altro forum, possiamo anche vedere di colmare qualche lacuna, scambiandoci le liste in privato. [SM=x520497]

Non credi?

Circa il tuo quesito, che ho letto anch'io da qualche parte, credo che nasca per lo più da un equivoco. In effetti, la RAI trasmise, sul canale satellitare, La Dama dei veleni omettendo la prima puntata per un banale problema di palinsesto, e non per lo smarrimento della stessa.

Certo, che qualcosa sia andato perso (ma forse più dimenticato e/o confuso) nei grandi archivi della TV di Stato (ad es. una puntata della serie U.F.O. col doppiaggio dell'epoca) sembra indiscutibile, ma non è questo il caso.

Io sono uno sceneggiato-dipendente in stato molto avanzato [SM=x520495] , ed i medici dicono che solo una full-immersion direttamente nel tubo catodico (alla faccia del plasma) può darmi qualche sollievo [SM=x520504] [SM=x520504]

Un caro saluto.

RobertoC


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Si, ho sentito anch'io della prima puntata, ma si potrebbe provare a scrivere a Rewind, palinsesto di fine settimana (sabato e domenica) del canale satellitare in chiaro Rai Edu2. Fin'ora hanno trasmesso cose interessanti (tra cui "Lungo il fiume e sull'acqua", mai replicato sulla Rai - e sono più di dieci anni che seguo i palinsesti notturni!!). Se bombardiamo Rewind con la richiesta della Dama dei veleni e se la prima puntata non è andata davvero persa, possiamo ancora sperare. Comincio io... [SM=g27811]


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Vampirus terribilis
Grazie Roberto, il tuo intervento oltre a schiarirmi un po' le idee mi ha portato alla luce ricordi sullo sceneggiato che pensavo di aver rimosso.
Ora, aumenta ancora di più anche la voglia di rivederlo.

Tu che hai possibilità di rivedere la scena mi confermi che la dama sale le scale con un candelabro in mano, lentamente, con passo molto strano e c'è qualcuno che la vede da dietro una porta?

Questo è senza dubbio il ricordo più chiaro che ho, il resto è davvero velato


Io sono niente: senza vita, senza anima, odiato e temuto. Sono morto per tutta l'umanità. Ascoltatemi: io sono il mostro che gli uomini che respirano bramerebbero uccidere. Io sono Dracula
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Fatto! Ora tocca a voi!! [SM=x520496]


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Provo allora a descriverti, caro Principenero, la scena che accese la tua fantasia in modo minuzioso.

E'una sera d'inverno, con le ombre inquiete che s'inseguono al tremulo e pallido chiarore di piccole lampade nella grande casa dei Desgrez.

La signora Perelli, fedele cuoca e governante, è rimasta, lei sola, a presidiare la villa, perché i giovani Desgrez sono tutti fuori, chi ad una festa da ballo (Giulia, la sorella maggiore, che indossa per l'occasione un abito confezionato sul modello visibile sul dipinto sfigurato che raffigura lasinistra Madame d'Aubray), chi al circolo o con amici.

La governante si trova in una piccola stanza al piano terra, schermata da una porta a vetri. Essa fa parte di un vasto ambiente di rappresentanza, collegato agli appartamenti al piano nobile da una lunga ed ampia scala in legno, che termina in un ballatoio.
La scala è arricchita da solide balaustre montate su colonne tornite, composte di una coppia di rombi sovrapposti e incastrati tra due colonne a sezione quadrata, e reca, dalla parte del salone di rappresentanza, due grossi vasi di terracotta a salutare chi la prende.

La signora Perelli inforca gli occhiali, e legge distrattamente un giornale. Suo compito è soprattutto quello di cogliere ogni richiesta dell'anziano Maurizio Desgrez, che giace infermo nel primo appartamento a mano sinistra del piano nobile. Purtroppo, questa sera è anche il turno di libertà dell'infermiera, e la vecchia governante ha la responsabilità di tutto quanto accade nella residenza.

Tutto è tranquillo mentre la Perelli solleva meccanicamente la testa: il Desgrez riposa, e qui e lì l'aura di silenzio è rotta appena dall'impeto del vento, che trova nelle fessure il modo d'insidiarsi negli ambiti oscuri e deserti della villa.

Qualcosa si muove al di là del vetro. La Perelli acciglia gli occhi come per mettere a fuoco una vaga impressione, che forse è una fantasia della penombra.

No, non è uno scherzo dei lumi incerti. Una figura umana prende corpo proprio all'imbocco della scala, materializzandosi in pochi istanti dall'oscurità.
La governante è talmente sbalordita che è incapace di reagire. Si tratta di una donna, non v'è dubbio, ma anche se è vestita con l'abito antico che indossava Giulia Desgrez, è visibilmente diversa da lei.

La spettrale figura in abito seicentesco sottolineata dal commento televisivo è una donna snella, esile a quanto s'intravede, che vediamo solo di spalle. Porta un lungo abito di velluto scuro, bordato al collo e alle maniche da delicate decorazioni di pelliccia, sul quale scende un lungo velo nero che le accarezza la vita. In mano stringe qualcosa, a quanto sembra una coppa d'argento.
Con incedere calmo ma deciso la figura attraversa la rampa di scale, e s'introduce senza esitazione nell'appartamento di sinistra, quello del Desgrez.

Un istante ancora, ed un urlo lacera la notte.

Della donna spettrale, dal corpo esile e dal lungo collo, non si troverà traccia.

Mi piace sottolineare ancora il commento musicale di Bruno Nicolai, imperniato sull'uso sapiente dell'organo, che rivela una chiara assonanza con le sonorità, altrettanto inquiete e suggestive, dei Goblin.

Questa scena corrisponde (tolto il particolare del candelabro, dovuto forse ad una sovrapposizione con ISdC) ai tuoi ricordi?

Devo dire che considero ineguagliabili le suggestioni di questi racconti televisivi d'ambientazione misterica e gotica, tutti giocati sulla linea di confine che separa l'intelleggibile dall'ignoto ed oscuro, in cui non è tanto la fantasia a prendere il sopravvento, quanto le emozioni violente suscitate dalla percezione dell'invisibile, dell'inspiegabile.
Capisco molto, quindi, caro Principenero, la tua passione per il mondo dell'al di là, ed ho letto con interesse misto a più di qualche brivido [SM=x520486] , il tuo articolato topic sulle storie di fantasmi, in cui riveli d'essere un esploratore sul campo!

Ne riparleremo, spero! [SM=x520497]


Ottima l'iniziativa di Ragno nero, che faccio mia.

Non ho visto se è stato aperto un qualche topic sui programmi di comune interesse.
Io purtroppo non capto (ancora) il palinsesto di Rewind, che, a quanto sembra, resta l'unico canale, con RaiSat, a trasmettere ancora questi straordinari esempi di grande televisione che ci appassionano, ma ritengo che uno scambio d'informazioni sarebbe molto utile.

RobertoC

[Modificato da Roberto@C 24/01/2007 12.53]



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Noi in questo territorio possiamo solo subire il mistero, che, anziché disvelarsi, si fa sempre più impenetrabile.
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Obababibba
ribadisco
periodicamente su sat2000 si vedono i grandi originali televisivi...


"Ma noi siamo in tre: io, Smith e Wesson"
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Naufrago
E' vero, ma non credo proprio che Sat2000 mandi "la dama"...
Più di Cuore, Pinocchio e Zanna bianca non va! [SM=x520487]

Grande RobertoC!!!

[Modificato da Ragno Nero 24/01/2007 14.12]



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Obababibba
Qualcosa di più
Mah, a dir la verità nell'ultimo anno ho visto: Colombo, Marco Polo, La Freccia Nera, Michele Strogoff, La Baronessa di Carini, Il segno del Comando, Il giovane Garibaldi, e di sfuggita spezzoni di qualche altro che ora non mi sovviene, forse proprio Pinocchio. Molto spesso capita che le televisioni locali in syndication con Sat200 si gestiscano a loro volta gli spazi nei quali trasmettere i programmi del palinsesto della televisione della CEI. Per esempio, tipico di TelelazioReteBlu, è quello di trasmettere gli sceneggiati la domenica pomeriggio, il sabato sera a notte fonda (dopo l'ennesima pubblicità Prefedil [SM=x520495] ) o in II serata dopo il programma "1x1", che sul satellite è in diretta +/- intorno alle 13,30. Insomma, un casino. [SM=x520487]


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Re:

Scritto da: Roberto@C 24/01/2007 12.27
Provo allora a descriverti, caro Principenero, la scena che accese la tua fantasia in modo minuzioso.

E'una sera d'inverno, con le ombre inquiete che s'inseguono al tremulo e pallido chiarore di piccole lampade nella grande casa dei Desgrez.

La signora Perelli, fedele cuoca e governante, è rimasta, lei sola, a presidiare la villa, perché i giovani Desgrez sono tutti fuori, chi ad una festa da ballo (Giulia, la sorella maggiore, che indossa per l'occasione un abito confezionato sul modello visibile sul dipinto sfigurato che raffigura lasinistra Madame d'Aubray), chi al circolo o con amici.

La governante si trova in una piccola stanza al piano terra, schermata da una porta a vetri. Essa fa parte di un vasto ambiente di rappresentanza, collegato agli appartamenti al piano nobile da una lunga ed ampia scala in legno, che termina in un ballatoio.
La scala è arricchita da solide balaustre montate su colonne tornite, composte di una coppia di rombi sovrapposti e incastrati tra due colonne a sezione quadrata, e reca, dalla parte del salone di rappresentanza, due grossi vasi di terracotta a salutare chi la prende.

La signora Perelli inforca gli occhiali, e legge distrattamente un giornale. Suo compito è soprattutto quello di cogliere ogni richiesta dell'anziano Maurizio Desgrez, che giace infermo nel primo appartamento a mano sinistra del piano nobile. Purtroppo, questa sera è anche il turno di libertà dell'infermiera, e la vecchia governante ha la responsabilità di tutto quanto accade nella residenza.

Tutto è tranquillo mentre la Perelli solleva meccanicamente la testa: il Desgrez riposa, e qui e lì l'aura di silenzio è rotta appena dall'impeto del vento, che trova nelle fessure il modo d'insidiarsi negli ambiti oscuri e deserti della villa.

Qualcosa si muove al di là del vetro. La Perelli acciglia gli occhi come per mettere a fuoco una vaga impressione, che forse è una fantasia della penombra.

No, non è uno scherzo dei lumi incerti. Una figura umana prende corpo proprio all'imbocco della scala, materializzandosi in pochi istanti dall'oscurità.
La governante è talmente sbalordita che è incapace di reagire. Si tratta di una donna, non v'è dubbio, ma anche se è vestita con l'abito antico che indossava Giulia Desgrez, è visibilmente diversa da lei.

La spettrale figura in abito seicentesco sottolineata dal commento televisivo è una donna snella, esile a quanto s'intravede, che vediamo solo di spalle. Porta un lungo abito di velluto scuro, bordato al collo e alle maniche da delicate decorazioni di pelliccia, sul quale scende un lungo velo nero che le accarezza la vita. In mano stringe qualcosa, a quanto sembra una coppa d'argento.
Con incedere calmo ma deciso la figura attraversa la rampa di scale, e s'introduce senza esitazione nell'appartamento di sinistra, quello del Desgrez.

Un istante ancora, ed un urlo lacera la notte.

Della donna spettrale, dal corpo esile e dal lungo collo, non si troverà traccia.

Mi piace sottolineare ancora il commento musicale di Bruno Nicolai, imperniato sull'uso sapiente dell'organo, che rivela una chiara assonanza con le sonorità, altrettanto inquiete e suggestive, dei Goblin.

Questa scena corrisponde (tolto il particolare del candelabro, dovuto forse ad una sovrapposizione con ISdC) ai tuoi ricordi?

Devo dire che considero ineguagliabili le suggestioni di questi racconti televisivi d'ambientazione misterica e gotica, tutti giocati sulla linea di confine che separa l'intelleggibile dall'ignoto ed oscuro, in cui non è tanto la fantasia a prendere il sopravvento, quanto le emozioni violente suscitate dalla percezione dell'invisibile, dell'inspiegabile.
Capisco molto, quindi, caro Principenero, la tua passione per il mondo dell'al di là, ed ho letto con interesse misto a più di qualche brivido [SM=x520486] , il tuo articolato topic sulle storie di fantasmi, in cui riveli d'essere un esploratore sul campo!

Ne riparleremo, spero! [SM=x520497]


Ottima l'iniziativa di Ragno nero, che faccio mia.

Non ho visto se è stato aperto un qualche topic sui programmi di comune interesse.
Io purtroppo non capto (ancora) il palinsesto di Rewind, che, a quanto sembra, resta l'unico canale, con RaiSat, a trasmettere ancora questi straordinari esempi di grande televisione che ci appassionano, ma ritengo che uno scambio d'informazioni sarebbe molto utile.

RobertoC

[Modificato da Roberto@C 24/01/2007 12.53]




Questo tuo post è impagabile, caro Roberto.
Ti ringrazio moltissimo.
Sono due gli elementi che avevo "sostituito" uno è il candelabro, il secondo è il vestito della dama, che ricordavo bianco.
C'è però una spiegazione, legata ad un mio sogno ricorrente che riguarda "la Dama nera".
Una dama dai neri capelli e le vesti bianche che inseguivo in un bosco e che entrava in una vecchia casa d'altri tempi, una casa in stato di abbandono.
Nei mei sogni non ho mai visto il volto della dama, ripeto, dai capelli neri e con vesti bianche.
Questo sogno l'ho fatto diverse volte, ed a parte alcuni particolari per il resto era sempre simile.
La dama percorreva il corridoio del piano superiore, la vedevo passare da finestra a finestra, con un candelabro in mano.
Mi svegliavo non appena aprivo la porta.
L'ultima volta che ho fatto questo sogno sono andato appena appena più in la, ho intravisto una grande scala che saliva al piano superiore, ma non sono riuscito ad entrare.
Pensa che uno dei miei gruppi musicali, nei quali ho cantao si chiama proprio Damanera, in onore di questa strana e misteriosa "donna".
Da qui puoi facilente immaginare perchè la dama dei veleni era, nei miei ricordi, vestita di bianco e con un candelabro in mano.
grazie ancora per questo tuo straordinario post.


Io sono niente: senza vita, senza anima, odiato e temuto. Sono morto per tutta l'umanità. Ascoltatemi: io sono il mostro che gli uomini che respirano bramerebbero uccidere. Io sono Dracula
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www.vicolostretto.net
24/01/2007 16:17
 
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Mavaffffffff!!
Re:

Scritto da: Ragno Nero 24/01/2007 14.08

Grande RobertoC!!!




Scritto da: principenero717 24/01/2007 15.12

Questo tuo post è impagabile, caro Roberto.



Sì, davvero un bel post [SM=x520497]

E siccome l'appetito vien mangiando, mi sono ributtato sul famoso articolo riguardante "Ritratto di donna velata" (che sto rivedendo e travasando su DVD). Chissà che non ne nasca una discussione quantomai appassionata come per il SDC: tombaroli, medium, reincarnazione, fantasmi, tradimenti e l'enigmatica civiltà degli etruschi sono ingredienti che promettono discussioni a 360°.

[SM=x520499]


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"Notte, ore 11 - Esperienza indimenticabile...luogo meraviglioso...piazza con rudere di tempio romano...chiesa rinascimentale...fontana con delfini...messaggero di pietra...musica celestiale...tenebrose presenze"
"Ricordo ancora notte indimenticabile in casa di O. Che io possa essere dannato se accetto di nuovo un suo invito"
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Beh, io credo che questo topic abbia ancora molto da dare, come si suol dire, ed i vostri ispirati contributi lo dimostrano.

Oltre ad un dettaglio più articolato delle puntate, che con un po’ di pazienza si può tentare, c’è una moltitudine di aspetti da approfondire.

Intanto l’uso di veri e propri topos che ricorre nei racconti de Il Segno del Comando, Ritratto di donna velata e La Dama dei veleni.
Ne sciorino i primi che mi vengono in mente: la dama velata/inidentificabile che in realtà è un fantasma; l’innocente protagonista che si trova, suo malgrado, al centro di un’inquietante vicenda; il tema del passato che torna, sempre nei suoi aspetti più deleteri e sotto forma di incubo; la vicenda di una ricerca (di cose, di persone) articolata e resa difficile da una rete d’intrighi.

C’è poi il fascino che, noi spettatori di questo bel racconto, abbiamo subito, e che persiste tenacemente nel pur frammentario ricordo di molti di noi (vedi il caso di Principenero), che difficilmente si spiega in due battute.

Quanto spaventò, la storia de La Dama dei veleni, chi la vide?
E perché?
In che cosa consiste questo suo fascino, che dura ancora dopo 28 anni?




Tidus ha scritto:


(...)siccome l'appetito vien mangiando, mi sono ributtato sul famoso articolo riguardante "Ritratto di donna velata" (che sto rivedendo e travasando su DVD). Chissà che non ne nasca una discussione quantomai appassionata come per il SDC: tombaroli, medium, reincarnazione, fantasmi, tradimenti e l'enigmatica civiltà degli etruschi sono ingredienti che promettono discussioni a 360°.





Eh! Eh!
Mi sento -come dire?- invitato a nozze!
Lo rivedo anch'io e...annoto [SM=x520498]

RobertoC


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Dove finisce la ragione comincia un territorio che non ci appartiene, nel quale siamo intrusi: una terra di regole che non conosciamo, dove si parla una lingua misteriosa e dove le nostre logiche non sono utilizzabili in alcun modo.
Noi in questo territorio possiamo solo subire il mistero, che, anziché disvelarsi, si fa sempre più impenetrabile.
Io non so dire se questa sia una pena o un premio. Io non so dire nulla, ma so che questo luogo (...) non dev’essere in alcun modo cercato né in alcun modo trovato.

“Voci notturne”, 1995, epilogo.
25/01/2007 09:31
 
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Io non potrò rivederli (causa numerosa prole!!), ma farò affidamento alla mia memoria... [SM=x520491]


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Bombolo
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26/01/2007 18:07
 
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La storia dei reincarnati secondo i Desgrez. Parte I
Ecco stenografata la conversazione tra i Desgrez ed il Commissario La Volpe (dalla II puntata), da cui si evince la versione della storia delle d’Aubray secondo i nipoti del defunto.

Protagonisti:
Commissario La Volpe –LV- (Alessandro Sperlì)
Marta Desgrez -MD- (Angela Cardile)
Dario Gherardi -DG- (Ugo Pagliai)
Cesare Urbinati -CU- (Giorgio Bonora)



La scena si svolge in un freddo pomeriggio d’inverno a villa Desgrez.


MD (scendendo le scale con un volume dalla copertina scura in mano, e rivolgendosi a LV):
-Io credo di avere una risposta logica e coerente a tutti i suoi e i nostri problemi, commissario. Sono Marta Desgrez. Credo di avere la soluzione.

LV:
-In un libro?

MD:
-Lei commissario ha avuto un’intuizione giusta. Il segreto di tutto questo –come dire?- incubo si trova nella camera dello zio Maurizio, e precisamente in fondo all’armadio dove il povero vecchio conservava i suoi troppi vestiti, ma non solo quelli. Nell’armadio c’era, tra gli altri, questo: “La storia della stregoneria” di Brimeau. Permettete che ve ne legga qualche brano. Vedete che il libro si apre naturalmente, dove più a lungo e più di recente è stato letto.
“La credenza dei non-morti si è sviluppata nella Francia di Luigi XIV. In breve, i non-morti sono le persone condannate a morte per veneficio ed i cui corpi sono stati, vivi o morti, arsi sul rogo. E’ qui che la criminologia si ricollega alla stregoneria. Le dame della corte di Luigi XIV si davano al satanismo, praticavano la messa nera e altri riti diabolici. In seguito a questo susseguirsi di delitti un tribunale speciale –è passato alla storia col nome di Camera Ardente- fu insediato all’Arsenale vicino alla Bastiglia. Ma il fatto più sensazionale fu il processo della Marchesa di Branvilleur, che si concluse con la condanna a morte della gran dama. I delitti della Signora di Branvilleur furono scoperti alla morte del suo amante, Guide de Saint Croix. Tra le sue cose fu scoperto uno scrigno contenente dell’arsenico. Dopo la sentenza, prima dell’esecuzione, la Marchesa fu sottoposta alla tortura dell’acqua, che faceva parte del sistema giudiziario dell’epoca: dopo essere stata legata ad un cavalletto, alla condannata veniva introdotto a forza tra i denti un imbuto di cuoio”.
Dario (rivolgendosi a DG), tu sai chi è che non può sopportare la vista di un imbuto? (allude a Marie d'Aubray-Gherardi)

CB:
-Marta! Ti proibisco…scusa, non so quello che dico…

MD (riprende la lettura):
-“Un altro caso famoso avvenne nel 1737. Una ragazza di nome Terese Lavoisin, omonima della famosa strega e avvelenatrice arsa 50 anni prima, fu trovata colpevole di circa 20 delitti. Sotto il guanciale di ciascuna delle sue vittime fu trovata una cordicella a 9 nodi: la cosiddetta Scala della Strega, che mette la vittima sotto la soggezione magica dell’omicida. La ragazza parlò di un misterioso unguento, che una volta spalmato sulla pelle le dava il potere di passare attraverso i muri”.
Dario (rivolgendosi a DG), ora ti prego: stai attento.
“Questo caso si svolse nella civilissima Francia di Napoleone III e riguarda una giovane e bella donna –Marie d’Aubray- che era anche il nome di ragazza della Branvilleur, e che fu ghigliottinata nel 1861”.

LV (sarcastico):
-Per stregoneria nel 1861?

MD:
-Ma no: per assassinio soltanto. Ascoltate la descrizione che fa di lei un giornalista dell’epoca: “Portava un cappellino di velluto lilla, molto elegante, e intorno al polso un curioso braccialetto con fermaglio a forma di testa di gatto”.
Dario (ricolgendosi a DG con enfasi), tu sai chi possiede un braccialetto simile… (allude ancora a Marie d'Aubray-Gherardi)

DG (animato):
-Io so soltanto che sono al manicomio. Voi tutti conoscete Marie! Ma come potere credere? Come potete sospettarla? Marie!
(Rivolgendosi a LV) E lei è capace di accusare di assassinio una donna basandosi su delle omonimie, su delle storie di streghe, sulla testimonianza di vecchi volumi ammuffiti?

[Modificato da Roberto@C 26/01/2007 20.44]



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Dove finisce la ragione comincia un territorio che non ci appartiene, nel quale siamo intrusi: una terra di regole che non conosciamo, dove si parla una lingua misteriosa e dove le nostre logiche non sono utilizzabili in alcun modo.
Noi in questo territorio possiamo solo subire il mistero, che, anziché disvelarsi, si fa sempre più impenetrabile.
Io non so dire se questa sia una pena o un premio. Io non so dire nulla, ma so che questo luogo (...) non dev’essere in alcun modo cercato né in alcun modo trovato.

“Voci notturne”, 1995, epilogo.
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