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La dama dei veleni - di Silverio Blasi - con Ugo Pagliai, Susanna Martinková, Warner Bentivegna, Corrado Gaipa

Ultimo Aggiornamento: 29/12/2011 01:16
24/01/2007 12:27
 
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Naufrago
Provo allora a descriverti, caro Principenero, la scena che accese la tua fantasia in modo minuzioso.

E'una sera d'inverno, con le ombre inquiete che s'inseguono al tremulo e pallido chiarore di piccole lampade nella grande casa dei Desgrez.

La signora Perelli, fedele cuoca e governante, è rimasta, lei sola, a presidiare la villa, perché i giovani Desgrez sono tutti fuori, chi ad una festa da ballo (Giulia, la sorella maggiore, che indossa per l'occasione un abito confezionato sul modello visibile sul dipinto sfigurato che raffigura lasinistra Madame d'Aubray), chi al circolo o con amici.

La governante si trova in una piccola stanza al piano terra, schermata da una porta a vetri. Essa fa parte di un vasto ambiente di rappresentanza, collegato agli appartamenti al piano nobile da una lunga ed ampia scala in legno, che termina in un ballatoio.
La scala è arricchita da solide balaustre montate su colonne tornite, composte di una coppia di rombi sovrapposti e incastrati tra due colonne a sezione quadrata, e reca, dalla parte del salone di rappresentanza, due grossi vasi di terracotta a salutare chi la prende.

La signora Perelli inforca gli occhiali, e legge distrattamente un giornale. Suo compito è soprattutto quello di cogliere ogni richiesta dell'anziano Maurizio Desgrez, che giace infermo nel primo appartamento a mano sinistra del piano nobile. Purtroppo, questa sera è anche il turno di libertà dell'infermiera, e la vecchia governante ha la responsabilità di tutto quanto accade nella residenza.

Tutto è tranquillo mentre la Perelli solleva meccanicamente la testa: il Desgrez riposa, e qui e lì l'aura di silenzio è rotta appena dall'impeto del vento, che trova nelle fessure il modo d'insidiarsi negli ambiti oscuri e deserti della villa.

Qualcosa si muove al di là del vetro. La Perelli acciglia gli occhi come per mettere a fuoco una vaga impressione, che forse è una fantasia della penombra.

No, non è uno scherzo dei lumi incerti. Una figura umana prende corpo proprio all'imbocco della scala, materializzandosi in pochi istanti dall'oscurità.
La governante è talmente sbalordita che è incapace di reagire. Si tratta di una donna, non v'è dubbio, ma anche se è vestita con l'abito antico che indossava Giulia Desgrez, è visibilmente diversa da lei.

La spettrale figura in abito seicentesco sottolineata dal commento televisivo è una donna snella, esile a quanto s'intravede, che vediamo solo di spalle. Porta un lungo abito di velluto scuro, bordato al collo e alle maniche da delicate decorazioni di pelliccia, sul quale scende un lungo velo nero che le accarezza la vita. In mano stringe qualcosa, a quanto sembra una coppa d'argento.
Con incedere calmo ma deciso la figura attraversa la rampa di scale, e s'introduce senza esitazione nell'appartamento di sinistra, quello del Desgrez.

Un istante ancora, ed un urlo lacera la notte.

Della donna spettrale, dal corpo esile e dal lungo collo, non si troverà traccia.

Mi piace sottolineare ancora il commento musicale di Bruno Nicolai, imperniato sull'uso sapiente dell'organo, che rivela una chiara assonanza con le sonorità, altrettanto inquiete e suggestive, dei Goblin.

Questa scena corrisponde (tolto il particolare del candelabro, dovuto forse ad una sovrapposizione con ISdC) ai tuoi ricordi?

Devo dire che considero ineguagliabili le suggestioni di questi racconti televisivi d'ambientazione misterica e gotica, tutti giocati sulla linea di confine che separa l'intelleggibile dall'ignoto ed oscuro, in cui non è tanto la fantasia a prendere il sopravvento, quanto le emozioni violente suscitate dalla percezione dell'invisibile, dell'inspiegabile.
Capisco molto, quindi, caro Principenero, la tua passione per il mondo dell'al di là, ed ho letto con interesse misto a più di qualche brivido [SM=x520486] , il tuo articolato topic sulle storie di fantasmi, in cui riveli d'essere un esploratore sul campo!

Ne riparleremo, spero! [SM=x520497]


Ottima l'iniziativa di Ragno nero, che faccio mia.

Non ho visto se è stato aperto un qualche topic sui programmi di comune interesse.
Io purtroppo non capto (ancora) il palinsesto di Rewind, che, a quanto sembra, resta l'unico canale, con RaiSat, a trasmettere ancora questi straordinari esempi di grande televisione che ci appassionano, ma ritengo che uno scambio d'informazioni sarebbe molto utile.

RobertoC

[Modificato da Roberto@C 24/01/2007 12.53]



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Dove finisce la ragione comincia un territorio che non ci appartiene, nel quale siamo intrusi: una terra di regole che non conosciamo, dove si parla una lingua misteriosa e dove le nostre logiche non sono utilizzabili in alcun modo.
Noi in questo territorio possiamo solo subire il mistero, che, anziché disvelarsi, si fa sempre più impenetrabile.
Io non so dire se questa sia una pena o un premio. Io non so dire nulla, ma so che questo luogo (...) non dev’essere in alcun modo cercato né in alcun modo trovato.

“Voci notturne”, 1995, epilogo.
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