Parte II. Una conclusione?
Protagonisti:
Commissario La Volpe –LV- (Alessandro Sperlì)
Maresciallo Calvesi -MC- (Enrico Lazzareschi)
La scena si svolge nel giardino pensile di villa Desgrez, subito dopo l’animata riunione precedente.
LV:
-Calvesi, io vorrei sapere qualcosa di
Marta Desgrez .
MC:
-Mi dica…
LV:
-Lei la conosce?
MC:
-Sì dottore.
LV:
-Che tipo è?
MC:
-Beh, è molto rispettata, ma non eccessivamente popolare, infatti non dà confidenza a nessuno.
LV:
-Mhm…questo l’avevo capito.
Segua il mio ragionamento, Calvesi.
Questa Marta Desgrez ha fatto l’impossibile per dimostrarmi che suo zio è stato ucciso da una
banda di non-morti …come dire?…Di vampiri! Praticamente ha accusato del delitto la signora Gherardi, sostenendo che è la reincarnazione della
Marchesa di Branvilleur , quella del ritratto, una famosa avvelenatrice dei Seicento; e di un’altra signora del tempo di Napoleone III, che si divertiva ad ammazzare la gente con l’arsenico. E ha citato un certo
unguento con il quale questi non-morti attraversano anche le pareti.
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Dove finisce la ragione comincia un territorio che non ci appartiene, nel quale siamo intrusi: una terra di regole che non conosciamo, dove si parla una lingua misteriosa e dove le nostre logiche non sono utilizzabili in alcun modo.
Noi in questo territorio possiamo solo subire il mistero, che, anziché disvelarsi, si fa sempre più impenetrabile.
Io non so dire se questa sia una pena o un premio. Io non so dire nulla, ma so che questo luogo (...) non dev’essere in alcun modo cercato né in alcun modo trovato.
“Voci notturne”, 1995, epilogo.