Sanremo: cinque minuti e poi...

Sibilla – Rhodesia, 14.4.1954
Esistono partecipazioni di artisti al Festival di Sanremo indimenticabili per classe, qualità, validità del testo, interpretazione. Non è il caso di Sibilla, ricordata più che altro per le terribili stecche scaturite durante la sua esibizione di “Oppio”, una canzone di Battiato. Le sue urla nel ritornello “ulu balassa mea” (o un’altra scemenza simile), agghiacciarono la platea dell’Ariston e la giuria, allucinata da quella esibizione, preferì impedirle di ripetersi. E’ stata ingaggiata anche da Federico Fellini per una parte nel film “Prove d’orchestra”.

Barbara Boncompagni – Roma, 26.3.1953
Inserita chissà come (oppure si sa benissimo) nel girone dei “Campioni” del Festival del 1983, canta la scialba “Notte e giorno”, poi fortunatamente per il futuro si astiene da altre partecipazioni. Aeva esordito nel 1980 durante lo show televisivo “DRIM”, dove cantava la sigla “Con i piedi all’insù”.

Giuseppe Ciondoli (già Fra…) – Erchie (BR), 19.10.1952
E’ il caso dell’anno al Festival del 1982: si presenta (senza tonaca) con la canzone “Solo grazie”, brano dedicato al Padre Eterno e riesce a vendere numerosi dischi. Si ripresenta, insieme ad un coretto di bambini con maglietta Unicef, l’anno successivo con “Shalom”. Due canzoni delle quali si poteva tranquillamente fare a meno, ma la legge dello spettacolo impone anche esibizioni di questo genere. Si è rivisto, sposato e con prole, tra i componenti della “Squadra Italia” ancora a Sanremo nel 1994.

Bertin Osborne – Jerez de la Frontiera (Spagna), 7.12.1953
Dopo il successo internazionale (anche in Italia? Io non lo avevo mai sentito……) del suo album “Amor mediterraneo” e del singolo “Tu solo tu”, l’affascinante Bertin arriva a Sanremo 1983 con un brano di facile presa dal titolo “Eterna malattia” e conquista soprattutto le signore di una certa età, tentando di insidiare il trono già appartenente al bel Julio. Ma la sua scalata al trono e allo scettro si rivelerà inutile

Stefano Sani – Montevarchi (AR), 23.2.1961
Ennesima voce nuova proveniente da Castrocaro 1981, Sani debutta tra i giovani durante il Festival del 1982 con una canzoncina facile facile che annovera pure Zucchero tra gli autori: la sua “Lisa” miete vittime tra le ragazzine e Stefano ne diviene il beniamino, almeno fino all’anno dopo, quando la sua “Complimenti” non riesce a bissare il successo precedente. Si sa, le ragazzine sono molto volubili…………

Pinot (Mariella Fioretti) – Roma, 14.5.1960
Biondissima debuttante, presenta all’Ariston un brano del “Cugino di Campagna” Ivano Michetti dal titolo “Donna sola”. Per fortuna le esibizioni strazianti di altri colleghi la fanno sentire in buona compagnia; Pinot infatti dimostra scarsa conoscenza del canto, incorrendo in stonature che le stroncano immediatamente la carriera.

Valentino (Giancarlo Valentino) – Marcianise (CE), 22.2.1956
Arrivato tra i giovani di Sanremo 1984 grazie al concorso Totip “Una canzone per Sanremo”, Valentino si propone come una sorta di “nuovo” Vasco Rossi, senza rendersi conto probabilmente che quello “vecchio” non ha alcuna intenzione di cedergli il posto.
La sua “Notte di luna”, pur arrivando in finale, non sarà uno tra i dischi più venduti di quella edizione.

Dhuo (Bruno Vergonzi – Milano, 28.8.1958 e Mike Logan – Liverpool (GB), 15.1.1947)
Uno dei pochi gruppi che si esibisce al Festival cantando una canzone in inglese. “Walking” non è una brutta canzone in realtà, ma si rivela assolutamente non adatta per il pubblico sanremese.
Logan aveva in precedenza collaborato anche con Mina.

Richter, Venturi e Murru (Liliana Ritteri – Roma, 28.4.1957; Varo Venturi – Roma, 9.8.1956; Marcello Murru – Arbatax, 19.8.1954)
Il trio presenta a Sanremo 1984 un insolito brano dal titolo “Mondhorama”; il pezzo è forse troppo inusuale per aprire una breccia nella giuria e viene irrimediabilmente bocciato. Il trio però non si perde d’animo e, cambiata la denominazione proprio in “Mondhorama”, incide un brano dal titolo “Stories” che vende parecchio in Germania. Lo stesso brano viene usato anche per pubblicizzare un’autovettura in televisone, ma nessuno si prende la briga di scoprire di quale brano si tratta e l’avventura del trio termina a Saint Vincent Estate del 1985.

I Trilli: Pippo (Giuseppe Zullo, 25.2.1951) e Pucci (Giuseppe Deliberi, 30.11.1949)
Già il nome del gruppo è tutto un programma: Pippo e Pucci, ovvero I Trilli. Ripescati per la squalifica di Silvia Conti al Festival del 1984, il duo si presenta con una terribile “Pomeriggio a Marrakesh”, facile bersaglio per la stampa presente all’edizione di quel festival.

Luigi Sutera – Sciacca (AG), 12.12.1960
Una delle tante anonime partecipazioni al Festival di Sanremo, Sutera presenta nell’edizione 1984 il brano “I’m in love with you”, che di inglese ha solo il titolo. Passato ben presto nel dimenticatoio.

Fabio Vanni (Fabio Tomassetti) – Roma, 4.5.1965
“Lei balla sola” rappresenta uno di quegli esempi in cui, una canzone passata totalmente inosservata al Festival, viene ripresa da un altro artista a distanza di tempo e ne nasce un successo.
Il brano, infatti, anonimo durante l’edizione di Sanremo 1984, è stato rispolverato da Fiorello ed inserito nel suo album “Spiagge e lune” ed ha avuto un buon riscontro dal pubblico.
Messe a confronto, senza nulla togliere al grande protagonista siciliano, forse è ancora meglio la versione di Vanni, davvero sfortunato in quella occasione.

Santandrea (Rodolfo Santandrea) – Faenza (RA), 6.7.1961
Prodotto da Riccardo Cocciante, che ha avuto una parte anche nella stesura della canzone, “La fenice” è un brano sicuramente non facile al primo ascolto. Santandrea la interpreta con inquietante voce da tenore e “spaventa” il pubblico dell’Ariston, abituato ad esibizioni decisamente più “soft”.

Marco Rancati – Piacenza, 16.3.1957
Dopo aver conosciuto una breve parentesi di successo nei tardi Settanta con il nome d’arte di Daniel Danieli, incidendo l’album “Honey for bears” e il singolo “It’s never too late” nel 1980, Rancati si presenta con il suo vero nome al Festival del 1985. E’ prodotto da Ron, che prende parte alla realizzazione del brano “Occhi neri”. Lo stile è quello del cantautore pavese, ma il cantante è tutta un’altra cosa.

Laura Landi – Firenze, 16.10.1958
Vincitrice di Castrocaro 1984 con il brano “Panorama”, Laura Landi arriva in punta di piedi al Festival del 1985 dove tutti cantano in playback e quindi non esiste nemmeno la possibilità di sentire se la sua voce è così limpida e cristallina come quella del disco “Firenze, piccoli particolari”.
Il brano porta la firma della collaudata coppia Gaio Chiocchio e Amedeo Minghi, quest’ultimo non ancora “Il Maestro” a quel tempo. Bocciata, senza possibilità di appello.

Miani (Giovanni Miani) – Udine, 25.5.1964
Reduce da Castrocaro 1983 e da Saint Vincent Estate 1984, Miani arriva a Sanremo 1985 pieno di grinta e di voglia di sfondare. Coautore del brano “Me ne andrò”, un brano cantato per metà in falsetto, padroneggia sul palco e si muove con mosse studiate alla perfezione, riuscendo ad arrivare al secondo posto. L’anno successivo, alla vigilia della manifestazione, Miani dichiara di avere un asso nella manica e di essere sicuro di vincere. Presenta un brano dal titolo “Ribelle su questa terra”, per metà scopiazzato da “Relax” dei Frankie goes to Hollywwod. Ma nel 1986 a Sanremo vigeva la regola dell’esibizione dal vivo e tutta la sua sicurezza dimostrata l’anno precedente viene smontata da una tiepida esibizione e da una canzone tra le più brutte in assoluto tra quelle presentate negli anni Ottanta all’Ariston.

Silvia Conti (Silvia Tornelli) – Firenze, 1.12.1962
La “favola triste” di Silvia Conti è quella di una ragazza che doveva partecipare all’edizione 1984 del Festival, ma che fu squalificata perché il suo brano (appunto “Una favola triste”) non era inedito. Silvia così la presenta a Saint Vincent Estate, ma il brano non viene notato. Abbastanza inosservata passa anche “Luna nuova“, seppure veda tra gli autori Aldo Tagliapietra delle Orme.

Rodolfo Banchelli – Sesto Fiorentino, 16.12.1958
Già campione di rock acrobatico, Banchelli arriva a Sanremo nel 1985 con la canzone “Madame”, brano in cui risalta la frase “tu mi ha deluso mi dai solo sesso”. Iva Zanicchi, partecipante allo stesso Festival, dichiarerà con il suo classico accento emiliano: “Ma io non capisco quel ragazzo giovane… non ricordo come si chiama….. ma come? La volevate fino ad adesso e mo’ non la volete più?”, suscitando l’ilarità dei giornalisti presenti alla manifestazione.
Nonostante il deludente risultato, Banchelli ci riprova l’anno dopo con “Ma che bella gioventù”, ma la prova d’appello va male. Nei tardi anni Novanta è stato visto ancora sul palco dell’Ariston insieme a Petra Magoni, per la quale ha scritto il brano “Voglio un Dio”. Vestito di nero, è rimasto immobile per tutta l’esibizione della canzone: se vede che i tempi del rock acrobatico sono finiti…..

Antonella Ruggiero – Napoli, 11.6.1969
Omonima di una grande interprete della musica italiana, “questa” Antonella stenta molto a farsi strada. Debutta a Castrocaro nel 1984 con un brano di Michele Vicino (anche lui “meteora” del festival degli anni Settanta) ed arriva sul palco dell’Ariston nel 1985. Una partecipazione davvero monotona, piatta, che annoia molto la platea e la giuria. Forse se ne rende conto anche lei; infatti esattamente dieci anni dopo ci riprova al Festival Italiano di Canale 5 con il nome d’arte di Dionira e con una canzone dal titolo “Voglio te”, dove si scatena in un “zumpa zumpa pa” terribile.

Cinzia Corrado – Supersano (LE), 22.7.1965
Partecipa a Castrocaro nel 1983 ed arriva al terzo posto a Saint Vincent Estate 1984. Al festival del 1985 riesce ad aggiudicarsi la vittoria nella sezione Giovani con “Niente di più”, profetico titolo che ci fa capire che la carriera della Corrado è già terminata ancor prima di cominciare.