I viaggi di Gulliver - estratto
PARTE TERZA - VIAGGIO A LAPUTA, BALNIBARBI, LUGNAGG, GLUBBDUBDRIB E GIAPPONE
1 - L'AUTORE INTRAPRENDE IL SUO TERZO
VIAGGIO. VIENE RAPITO DAI PIRATI.
MALVAGITA' DI UN OLANDESE. ARRIVA IN
UN'ISOLA. E' ACCOLTO A LAPUTA
....Camminai sulle rocce per un po', sotto un cielo chiarissimo ed un sole tanto infuocato da costringermi a tenere la testa bassa; ma d'improvviso il sole si oscurò in maniera diversa da come accade quando è coperto da una nuvola. Girandomi, vidi un grande corpo opaco che veniva verso l'isola. Sembrava fosse all'altezza di un due
miglia e nascose il sole per un sette minuti, anche se l'aria non mi sembrò per questo meno torrida o il cielo meno luminoso; ebbi la sensazione di essere come all'ombra di una montagna. Mentre si avvicinava potei constatare che era di una materia compatta, con il fondo piatto, liscio e splendente per il riverbero del mare sottostante. Mi trovavo su un'altura a cento metri dalla spiaggia e vidi questo oggetto enorme discendere verso di me a meno di un miglio.
Tirai fuori il cannocchiale e scorsi distintamente diverse persone che salivano e scendevano lungo i fianchi scoscesi dell'oggetto, senza
tuttavia capire che cosa stessero facendo. Ebbi un moto di gioia, perché l'istinto vitale mi faceva sperare che in qualche modo sarei
sfuggito alla disperata condizione in cui mi trovavo; eppure non sarà facile al lettore capire il senso di stupore che contemporaneamente mi prendeva nel vedere un'isola volante abitata da uomini capaci, come sembrava, di farla salire, scendere, accelerare progressivamente a loro piacimento. Non ero certo in vena di riflettere sul fenomeno e per il momento ero tutto teso a vedere quale direzione prendesse, poiché sembrava indugiare. Poco dopo, tuttavia, avanzò maggiormente e potei così notare che era formata, tutt'intorno, da loggioni e gradinate che, ad intervalli regolari, permettevano di salire dall'una all'altra galleria. Nella loggia vidi persone che stavano pescando con lunghe canne ed altre intente a guardare. Sventolai il berretto (il cappello si era logorato da tempo) e il fazzoletto in direzione dell'isola e, al suo ulteriore avvicinarsi, mi misi a
urlare come un ossesso; guardavo con estrema attenzione e così potei scorgere una piccola folla che si era radunata dalla parte dell'isola che dava verso di me. Sebbene non rispondessero alle mie grida capii che mi avevano visto, poiché indicavano dalla mia parte. Vidi anche quattro o cinque uomini che salirono a precipizio verso la sommità dell'isola e là sparirono: pensai che fossero stati mandati lassù per ricevere ordini da qualche persona eminente. Intanto il numero degli spettatori era cresciuto e dopo una mezz'ora l'isola aveva fatto manovra sistemandosi in modo che la galleria più in basso veniva a trovarsi all'altezza della roccia dove mi trovavo e a non più di cento
metri. Mi prostrai come uno che supplica con estrema umiltà, ma all'isola non arrivò nessuna risposta. Quelli che si trovavano proprio di fronte a me sembravano persone di rango, a giudicare dal loro abito. Mi guardavano e parlavano fra loro accanitamente ed infine uno di loro si espresse in un linguaggio chiaro, forbito e musicale simile all'italiano nel suono, per cui gli risposi in quella lingua nella speranza che almeno la cadenza potesse influenzare gradevolmente il suo orecchio. Anche se non ci comprendemmo a parole, quelli dell'isola non fecero fatica a capire quello che volevo, tanto ero ridotto malamente. Mi fecero capire a segni di scendere dal costone roccioso e di dirigermi verso la spiaggia; ubbidii e l'isola prese quota, poi, quando mi fu sopra la testa, venne calata dalla galleria più bassa una catena che terminava con un sedile sul quale mi posi e venni sollevato con un sistema di pulegge.
2 - CARATTERI E UMORI DEGLI ABITANTI DI
LAPUTA. CENNI SULLA LORO CULTURA.
IL RE E LA CORTE. VIENE RICEVUTO
L'AUTORE. TIMORI ED INQUIETUDINI DEGLI
ABITANTI. COMPORTAMENTO DELLE DONNE
Appena misi piede sull'isola, fui circondato da una folla di persone, delle quali quelle che mi erano più vicine, sembravano di una certa
importanza. C'era nei loro sguardi un senso di stupore, né ero meno meravigliato di loro, perché non avevo mai visto persone così strane nella foggia degli abiti, nell'aspetto e nei modi. Avevano la testa reclinata a destra o a sinistra, con un occhio rivolto verso la punta
del naso e l'altro al cielo. Avevano le vesti ricamate con figure del sole, della luna e degli astri intrecciate con quelle di violini, flauti, arpe, trombe, chitarre, clavicembali e molti altri strumenti sconosciuti in Europa.
....Arrivammo finalmente al palazzo reale e fui ammesso nella sala delle udienze; qui vidi il re seduto sul trono, circondato da persone d'alto rango. Davanti al trono c'era un tavolo pieno di globi, sfere e strumenti matematici di tutti i generi. Sua Maestà non si accorse di noi, malgrado lo strepito che si sollevò al nostro arrivo e le persone di corte che accorrevano da ogni parte della reggia.....
....Dopo pranzo i miei commensali sicongedarono e fu introdotta una persona, col suo battitore, inviata dal re. Portava con sé carta, penna, calamaio e due o tre libri, e mi fece capire a cenni che veniva ad insegnarmi la lingua. Ci mettemmo a tavolino per quattro ore filate, durante le quali scrissi un gran numero di parole in colonna con accanto la traduzione. Imparai anche delle frasi brevi, perché il mio insegnante prima ordinava aduno dei servi di prendere un oggetto, di voltarsi, di fare un inchino, di sedere, di alzarsi, di camminare e così via, e poi mi faceva scrivere la frase corrispondente. In uno dei suoi libri mi mostrò le immagini del sole, della luna, delle stelle, dello zodiaco, dei tropici, dei circoli polari, e i nomi di molte figure piane e solide. Mi disse anche i nomi e le caratteristiche di tutti gli strumenti musicali e la terminologia dell'arte musicale. Dopo che se ne fu andato, riscrissi in ordine alfabetico tutte le parole con i loro significati accanto. In pochi giorni, grazie alla mia memoria portentosa, potevo dire di avere una certa conoscenza della loro lingua. Quella che chiamo "isola volante" o "galleggiante" è chiamata nella loro lingua Laputa, un nome di cui non mi riuscì mai di rintracciare l'etimologia certa. Nella loro antica lingua, ormai in disuso, "lap" significa "alto", e "untuh" vuol dire "colui che governa"; per cui dicono che Laputa sarebbe derivata per corruzione da Lapuntuh. Personalmente non condivido questa derivazione che mi sembra un po' forzata. Mi azzardai a comunicare a quei saggi una mia ipotesi, secondo la quale Laputa sarebbe come "lap outed", dove "lap" sta ad indicare esattamente il riflesso dei raggi solari sulla superficie marina e "outed" un'ala, ma non voglio imporla a nessuno e la sottopongo al giudizio del lettore.
....Non sanno nemmeno cosa siano immaginazione, fantasia, invenzione; parole queste che non esistono nella loro lingua, essendo i loro pensieri attirati unicamente dalle scienze che ho detto sopra. Sono in parecchi, soprattutto fra quanti coltivano il settore astronomico, ad avere la massima fiducia nell'astrologia giudiziaria, per quanto poi si vergognino di professarla pubblicamente.....
....Questa è gente eternamente irrequieta, incapace di godersi un momento di tranquillità e la loro instabilità è causata da motivi da cui è quasi immune il resto dei mortali. Temono sempre che qualche cambiamento abbia luogo nei corpi celesti e da qui nasce il loro stato d'ansia; hanno paura, ad esempio, che nel suo progressivo avvicinarsi al sole, la terra finisca col tempo per esserne assorbita ed ingoiata; che il volto del sole si incrosti dei suoi stessi effluvi, diventando incapace di trasmettere la luce all'universo; che la terra sia scampata per un pelo alla carezza dell'ultima cometa che l'avrebbe potuta ridurre in un ammasso di cenere e che la prossima, che secondo i loro calcoli dovrebbe comparire fra trentuno anni, ci distruggerà tutti quanti. Se infatti questa cometa si avvicinerà al sole, nel suo perielio, entro un certo grado (come sono spinti a credere dai loro conti), riceverà un calore diecimila volte più intenso del ferro rovente per cui proseguirà il suo viaggio con una coda incandescente lunga più di un milione di miglia, capace di infiammare la terra e incenerirla se solo passasse ad una distanza di
centomila miglia dal nucleo, o testa della cometa. Temono anche che il sole, con la continua diffusione di raggi e senza alcun recupero, finisca per esaurirsi e per spegnersi, con la conseguente distruzione della terra e degli altri pianeti che ricevono sostentamento dalla sua luce. Il sovrastare presunto di questi ed altri cataclismi li tiene in perpetuo stato d'ansia: non riescono a riposare tranquilli, né a trarre nessun sollievo dai piaceri comuni e dai sollazzi della vita. Quando si incontrano al mattino, la prima domanda che si rivolgono riguarda la salute del sole; se aveva una buona cera al momento di coricarsi e di sorgere e quali speranze possano esserci di evitare la carezza della cometa. Si appassionano a queste discussioni,
come i bambini sono affascinati da terribili storie di fantasmi e folletti e che poi hanno paura di andare a dormire....
3 - UN FENOMENO RISOLTO DALLA FILOSOFIA
E DALL'ASTRONOMIA MODERNA.
PROGRESSI DEI LAPUZIANI IN QUESTA
ULTIMA SCIENZA. COME IL RE REPRIME LE
INSURREZIONI
....L'isola volante o galleggiante ha una forma perfettamente circolare con un diametro di 7837 metri, cioè un quattro miglia e mezzo, per cui ha una superficie di diecimila acri mentre lo spessore è di trecento metri. La base, o se si vuole la superficie inferiore, che è quella che si vede dal basso, è una lastra levigata di diamante, spessa duecento metri. Ad essa seguono strati diversi di altri minerali e il tutto è ricoperto da un tappeto di terra fertile di tre o quattro metri. La superficie superiore si sviluppa in declivio verso il centro dove sono convogliate le rugiade e le piogge
che cadono sull'isola, tramite numerosi ruscelli. Qui le acque sono raccolte in quattro vaste cisterne, larghe un mezzo miglio e a un
duecento metri dal centro. Il sole fa evaporare l'acqua durante la giornata, così che le cisterne non traboccano mai. D'altra parte il sovrano può, volendo, portare l'isola al di sopra delle nuvole e dei vapori e prevenire così ogni pioggia. Infatti i naturalisti sono concordi nell'affermare che le nuvole non salgono al di sopra delle due miglia, o almeno questo succedeva in quel paese. Al centro dell'isola si apre un pozzo largo cinquanta metri, attraverso il quale gli astronomi discendono in una vasta grotta, detta appunto "flandona gagnole" o caverna degli astronomi, posta a un cento metri sotto il livello della faccia superiore del diamante. La caverna è illuminata a giorno da venti lampade la cui luce è riflessa dalle pareti adamantine. Qui si può trovare una gran quantità di sestanti
di tutti i tipi, quadranti, telescopi, astrolabi, ed altri strumenti astronomici. Ma ciò da cui dipende il destino dell'isola è un magnete di proporzioni colossali, a forma di spoletta da tessitore, lungo sei metri e spesso più di tre nel punto più largo. Il magnete è sostenuto da un mozzo di diamante che lo attraversa da una parte all'altra e attorno al quale gira: esso è calibrato alla perfezione, tanto è vero che lo si può far girare con una lieve pressione della mano. Lo circonda un cilindro di diamante, vuoto, della profondità e dello pessore di quattro metri e del diametro di dodici, posto orizzontalmente e sostenuto da otto piedi di diamante, ognuno dei quali è alto sei metri. Nella parte interna, al centro, c'è una scanalatura di trenta centimetri nella quale si innestano gli estremi del mozzo girevole. Il magnete è inamovibile, perché il rivestimento
cilindrico e i suoi supporti sono un tutt'uno con la lastra adamantina che costituisce il basamento dell'isola. Grazie al magnete l'isola può salire e scendere o muoversi in direzioni varie. Infatti il magnete è dotato da un lato di una forza di attrazione nei confronti della terra sottostante sulla quale governa il re, dall'altro di una forza di repulsione. Quando il magnete viene messo in posizione eretta con il polo positivo verso la terra, l'isola scende; quando, viceversa, il polo negativo viene rivolto in giù, l'isola sale. Se il magnete sta in posizione obliqua, l'isola scivola
via planando diagonalmente, perché le forze del magnete agiscono sempre parallelamente alla sua inclinazione. Con questo moto ad inclinazione alterna, l'isola è in grado di sorvolare le varie province dei territori reali. Per spiegare il suo movimento, stabiliamo che A-B rappresenti una linea che attraversa l'isola, mentre il segmento c-d stia per il magnete (c=polopositivo, d=polo negativo) e C per l'isola. Ammettiamo che il magnete venga disposto
lungo il segmento c-d con il polo negativo verso il basso: l'isola sarà sospinta in alto, in linea obliqua, verso D. Giunta al punto D, ammettiamo di girare il magnete intorno al suo asse fino a volgere in basso il polo positivo: esso farà scendere l'isola obliquamente al punto E, dove, se giriamo ancora il magnete fino a ricondurlo alla posizione di E-F, con il polo negativo verso il basso, l'isola risalirà trasversalmente verso F, e qui giunta, potremmo girare il magnete con il polo positivo verso G, e da G ad H e così via. cambiando la posizione del magnete secondo la nostra volontà, faremo procedere l'isola con un'alternanza di salite e discese in diagonale,
fino ad esplorare tutti i territori dell'isola. Ma dobbiamo notare che l'isola non può oltrepassare i limiti della terra sottostante, né innalzarsi al di sopra delle quattro miglia. Gli astronomi, che hanno dedicato ponderosi trattati alle proprietà del magnete, lo spiegano così: la forza magnetica non agisce oltre le quattro miglia, inoltre il minerale influenzato dal magnete si trova nelle viscere della terra sottostante e negli abissi del mare, entro un raggio di sei miglia dalle coste. Esso non è dunque diffuso per tutto il globo, ma soltanto nei territori del re. Con in mano un simile potere era stato facile per un sovrano ridurre in proprio dominio le terre sottoposte all'influenza magnetica. Quando il magnete è parallelo all'orizzonte,
l'isola rimane immobile; infatti in questo caso i due poli sono ad uguale distanza dalla terra e, poiché l'uno attrae e l'altro respinge con la stessa forza, ne deriva uno stato di quiete. Il magnete è affidato ad alcuni astronomi che lo girano di volta in volta secondo gli ordini del sovrano. Essi passano la maggior parte della vita nella osservazione dei corpi celesti con telescopi di gran lunga più precisi dei nostri, ed infatti, sebbene quelli più lunghi non vadano
oltre il metro, hanno una capacità d'ingrandimento molto superiore ai nostri e danno immagini siderali infinitamente più nitide. Grazie a questa tecnica avanzata sono in grado di estendere le loro esplorazioni del cosmo molto più lontano di noi.
Hanno così potuto stilare un elenco di diecimila stelle fisse, mentre il nostro inventario più completo non va oltre un terzo di quel numero. Inoltre hanno scoperto due astri minori, o satelliti, che girano intorno a Marte, dei quali il più vicino dista dal pianeta tre volte il suo diametro, l'altro cinque volte, ed entrambi gli ruotano intorno con i rispettivi tempi di rivoluzione di dieci e di ventuno ore e mezzo, sicché il quadrato dei loro tempi periodici sta in proporzione molto approssimata al cubo delle distanze dal centro di Marte. Ciò dimostra con chiara evidenza che sono governati dalla stessa legge di gravitazione che sostiene tutti gli altri corpi celesti. Hanno rilevato anche l'esistenza di novantatre differenti comete, determinandone i periodi con precisione matematica. Se questo fosse
vero, come loro sostengono con estrema sicurezza, sarebbe veramente utile che queste loro scoperte fossero rese pubbliche, così che le teorie sulle comete, che al momento sono tanto opinabili e incomplete, potrebbero raggiungere il grado di perfezione che caratterizza le altre parti dell'astronomia.....
[Modificato da Tidus forever 27/07/2014 18:35]
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"Notte, ore 11 - Esperienza indimenticabile...luogo meraviglioso...piazza con rudere di tempio romano...chiesa rinascimentale...fontana con delfini...messaggero di pietra...musica celestiale...tenebrose presenze"
"Ricordo ancora notte indimenticabile in casa di O. Che io possa essere dannato se accetto di nuovo un suo invito"
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