In attesa che altri dicano la loro, aggiungo pochi particolari.
Secondo un caro amico col quale, tre anni fa, tentammo una ricostruzione completa dello sceneggiato, nello stesso si muoveva la figura malvagia di
Jim Crane: una sorta di
quinta colonna degli alieni, che avrebbe avuto il compito di controllare le reazioni degli umani, sottraendo credibilità a Hickson e Parker.
Crane interviene in particolare nei confronti di una donna che, grazie alla parentela con una poliziotta, avvicina Hickson e Parker, crede al loro racconto, e cerca delle prove. A quanto sembra, questa donna (Franca Nuti o Solveig D'Assunta), perde la memoria per molto tempo, e non può aiutare gli sventurati.
Ciò che mi lasciavano le immagini dello sceneggiato, al momento della visione, furono soprattutto sensazioni di sgomento e di inquieta impotenza per la piega degli eventi. La pellicola era costruita in modo tale da trasmettere allo spettatore l'ineluttabilità dei fatti.
Attendo
Clopat (la memoria vivente
),
Tidus (l'archivista di Babele
), e voi tutti
RobertoC
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Dove finisce la ragione comincia un territorio che non ci appartiene, nel quale siamo intrusi: una terra di regole che non conosciamo, dove si parla una lingua misteriosa e dove le nostre logiche non sono utilizzabili in alcun modo.
Noi in questo territorio possiamo solo subire il mistero, che, anziché disvelarsi, si fa sempre più impenetrabile.
Io non so dire se questa sia una pena o un premio. Io non so dire nulla, ma so che questo luogo (...) non dev’essere in alcun modo cercato né in alcun modo trovato.
“Voci notturne”, 1995, epilogo.