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Il Segno del Comando - di Daniele D'Anza - con Ugo Pagliai, Carla Gravina, Franco Volpi

Ultimo Aggiornamento: 24/05/2021 08:57
29/03/2014 00:59
 
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Impressionante, ancora oggi.
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"Solo una vita vissuta per gli altri è una vita degna di essere vissuta" (Albert Einstein)
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Guardiano del faro
Il segno del...?

Ho trovato un vecchio Radiocorriere del dicembre 1970, contenente un articolo sulla lavorazione dello sceneggiato; stando a questo articolo, il titolo originario del lavoro non era quello che conosciamo, bensì "Il segno del potere". Anche la conclusione della storia sembra essere stata modificata in corso d'opera, dal momento che D'Anza afferma nell'intervista che "alla fine tutto verrà spiegato e chiarito"...
[SM=g27831] [SM=g27832]


- Pensi che un uomo possa cambiare il suo destino?
- Penso che un uomo fa quello che può, finché il suo destino non si rivela.
(L'ultimo samurai)
27/09/2014 20:32
 
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In un orario antelucano sono incappato in una replica del Segno del comando, che avevo visto da ragazzino. Mi è venuta voglia di rivederlo e così ho fatto grazie alla versione su Youtube.
Confesso di essere partito molto prevenuto (“chissà che boiata sarà rivisto dopo più di quarant'anni”), per cambiare radicalmente parere via via che scorrevano le immagini. E' un autentico capolavoro e, pur a distanza di tanto tempo mantiene una freschezza ed una scioltezza narrativa invidiabili. Anche le scene di cosiddetto “teatro filmato” che per solito appesantiscono molto gli sceneggiati dell'epoca si integrano in un ritmo narrativo che è comunque quasi sempre scorrevole.
Inevitabile è il confronto con Angeli e demoni (anche perchè sono entrambi girati a Roma).
Il professor Edward Forster non sfigura affatto, anzi, di fronte al professor Robert Langdon di cui sembra essere il naturale precursore. Forster è forse più ingenuo, meno aitante ma decisamente più a suo agio nelle vesti di studioso (tanto nel romanzo quanto nella sua versione cinematografica la figura di Robert Langdon mutua i suoi tratti comportamentali più “muscolari” dall'archeologo Indiana Jones).
Molto simili sembrano invece le relazioni sentimentali, colte nel loro stato nascente o latente, che entrambi intrattengono con le loro occasionali assistenti (Barbara e Vittoria, entrambe italiane).
Per contro sembrerebbe più accurata in Dan Brown la definizione della base storica su cui si sviluppa la trama. Ilario Brandani, Marco Tagliaferri e Baldassarre Vitali sono figure di fantasia (un po' meno il principe Anchisi: il palazzo in cui furono girate le scene ambientate nella sua residenza è infatti noto anche come Palazzo Antici-Mattei dal nome dei suoi ultimi proprietari e l'assonanza tra Antici e Anchisi sembra troppo forte per essere stata ignorata dagli autori) così come inventati sono i brani tratti dal diario di Byron. Emblematico in questo senso l'aneddoto raccontato da Camilleri in un'intervista riportata sul forum in cui Bollini, magari mentre sono seduti al bar Canova accanto alla sede della Rai che allora si trovava in via del Babuino, gli chiede “come lo chiamo questo personaggio?” e lui gli butta là il nome di un suo amico pittore che ha realmente lo studio a via Margutta. Già..due chiacchiere al bar, mentre Dan Brown si avvale di uno stuolo di assistenti che svolgono ricerche per lui e nonostante questo incappa in strafalcioni madornali (clamorosa quella della possibilità di eleggere il pontefice per acclamazione – che avrebbe reso possibile l'elezione del camerlengo – abolita da Giovanni Paolo II nel 1996 mentre il romanzo è del 2000).

Ciò detto non mi resta che fare a tutti voi i miei complimenti per questo forum che è davvero denso di spunti interessanti.

p.s. Circa la “scomparsa” della famosa piazza con rudere romano, chiesa rinascimentale e fontana con delfini un paio di volte sono stati chiamati in causa sul forum i bombardamenti della II Guerra Mondiale. Ma il centro di Roma non fu mai bombardato (furono bombardati solo i quartieri periferici di S.Lorenzo e del Tiburtino) mentre fu sventrato dal piccone fascista e, unendomi al gioco, osservo che durante la demolizione della Spina di Borgo (1936-1937) in piazza Pia fu smontata proprio una Fontana dei Delfini, addossata alla facciata di un palazzo come appare nel quadro di Tagliaferri...

p.p.s. L'unico problema è che la fontana era stata realizzata nel 1861...
28/09/2014 13:33
 
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Re:
Guardiavariaga, 27/09/2014 20:32:


Confesso di essere partito molto prevenuto (“chissà che boiata sarà rivisto dopo più di quarant'anni”), per cambiare radicalmente parere via via che scorrevano le immagini. E' un autentico capolavoro e, pur a distanza di tanto tempo mantiene una freschezza ed una scioltezza narrativa invidiabili.



Innanzitutto, benvenuto tra noi [SM=x520497] e speriamo che ti fermi a lungo in questo Vicolo sì stretto ma...infinito.

Per quanto mi concerne, mi rendo conto che parlare de Il Segno del Comando mi riesce sempre più difficile, non solo perché si è detto molto sulla trama, sui personaggi, sulla storia etc. (molto, ma non tutto), quanto soprattutto perché questo originale televisivo è divenuto un po' il paradigma di ogni altra opera. Non voglio esagerare (ma lo faccio), ma ho l'impressione che tra noi appassionati commentare ISdC sia un po' come soffermarsi sulla Pietà di Michelangelo. Che altro vogliamo dirne? Che è bella, certo, per quanto un giudizio puramente estetico e soggettivo si accosti con difficoltà ad un monumento di questo tipo, universale nel suo linguaggio e nel suo stile.

Naturalmente ho volutamente esagerato per rendere più vivida un'impressione che covo da tempo. De ISdC dovremmo riprendere a parlare se non altro per sottolineare il fascino di un'opera senza tempo.
Gli accostamenti che fai non mi dispiacciono, anche se qualcuno potrebbe trovarli irriverenti [SM=x520505] , benché non nasconda una forte riserva mentale nei confronti di Dan Brown, che trova le sue ragioni in parte di ciò che hai scritto. La sua storia è stata studiata e scritta a tavolino (pur con gli sfondoni che hai giustamente sottolineato), mentre la nostra è più il frutto di brillanti intuizioni, di molte concessioni alle suggestioni che ancora oggi può offrire una città come Roma.

Io credo che ISdC abbia, se non fondato, di certo dato l'impulso al gotico italiano televisivo: un genere che, purtroppo, ha attraversato una brevissima stagione, complice anche l'incipente presenza dei prodotti sudamericani a costo zero che le reti private inoculano nei nostri cervelli già agli albori degli anni '80 (terribili quegli anni, per fare il verso a qualcuno [SM=x520505] ); ma un genere indubbiamente unico e particolarissimo. Ho letto da qualche parte che lo stesso autore e alcuni interpreti di questo lavoro lo riterrebbero oggi irrealizzabile, ad es. per l'impossibilità di farsi largo in una Roma prigioniera nel traffico (ma forse non lo era negli anni '70? Io dico di sì), ed è possibile che abbiano ragione. Io, tuttavia, penso che ISdC debba essere inteso come un palinsesto aperto, o un cantiere in movimento se preferisci, soggetto a cancellature e riscrizioni, e soprattutto alla possibilità di dar modo ad altri di riprendere il genere. O quantomeno me lo auguro.

RobertoC [SM=x520497]


[Modificato da Roberto@C 28/09/2014 13:35]


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Dove finisce la ragione comincia un territorio che non ci appartiene, nel quale siamo intrusi: una terra di regole che non conosciamo, dove si parla una lingua misteriosa e dove le nostre logiche non sono utilizzabili in alcun modo.
Noi in questo territorio possiamo solo subire il mistero, che, anziché disvelarsi, si fa sempre più impenetrabile.
Io non so dire se questa sia una pena o un premio. Io non so dire nulla, ma so che questo luogo (...) non dev’essere in alcun modo cercato né in alcun modo trovato.

“Voci notturne”, 1995, epilogo.
28/09/2014 20:22
 
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Grazie per il benvenuto! Penso proprio di fermarmi in questo vicolo perchè ho trovato discorsi e analisi molto serie. In effetti mi sento di condividere l'opinione degli autori: rispetto agli anni '70 (che sono quasi i '60 visto che lo sceneggiato è del 1971) il traffico è sicuramente cresciuto a dismisura anche se a tarda notte probabilmente le strade dove è stato girato dovrebbero essere ancora abbastanza tranquille (ma certo non completamente deserte come richiedevano alcune scene, te l'immagini la corsa di Lucia nella sigla in mezzo a un groviglio di macchine parcheggiate?).
Ciò detto, sempre nella scia del paragone con Angeli e Demoni, la Roma che appare in quest'ultimo è un'immagine patinata da cartolina, è come la vede un turista americano, mentre in SdC è molto più oscura e intrigrante, percepisci le tracce della storia che ne imbeve i muri.
Riguardo all'accuratezza della ricerca storica su cui poggiano le trame di Dan Brown, vorrei farti un esempio. Anzichè inventare di sana pianta il personaggio di Von Hessel si poteva utilizzare quello realmente esistito di Otto Rhan, l'ufficiale delle SS incaricato da Himmler della ricerca del Santo Graal e morto in circostanze misteriosissime nel 1939. Secondo alcuni non sarebbe addirittura morto ma sarebbe riapparso proprio a Roma nel 1943 come ambasciatore del Reich. Bè..non ci sarebbe stato benissimo nella nostra storia?
[Modificato da Guardiavariaga 28/09/2014 20:23]
30/09/2014 00:03
 
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Mi pare che tu stia introducendo degli interessanti elementi per riprendere a valutare ISdC, questa volta per comparazione:ISdC come una teoria di occasioni mancate, che attraversano momenti della storia e costruzioni dei personaggi.
Personalmente ho qualche difficoltà ad addentrarmi in questo sentiero, forse proprio per il coinvolgimento verso l'Opera (con l'iniziale maiuscola [SM=x520505] ), ma se ne può parlare.
Sostituire Rahn a Von Hessel avrebbe probabilmente richiesto a D'Agata un'attenzione esagerata verso la biografia del primo ed una ricucitura della sua storia personale a quella del racconto, visto che Rahn prese strade diverse (e molto lontane) da quelle capitoline. Certo, questa figura oscura e dagli interessi così peculiari si sarebbe potuta prestare alla trama in questione, ma non dobbiamo dimenticare che il Von Hessel di D'Agata è qualcosa di molto meno di un ufficiale idealista, e volutamente credo. Personalmente trovo che D'Agata abbia fatto bene a resistere alla tentazione di costruire personaggi troppo marcati nel loro ruolo, come ad es. un investigatore, un alchimista o chessò io, perché tra i molti pregi della storia è proprio la credibilità dei personaggi che la animano.


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“Voci notturne”, 1995, epilogo.
01/10/2014 07:53
 
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Otto Rhan lavorava per un dipartimento delle SS (l’Ahnenerbe) che aveva il compito di ricercare le prove archeologiche dell'antichità della razza germanica. In quest'ottica furono finanziate e organizzate alcune strampalate spedizioni come quella in Tibet alla ricerca di Shangri-La o quella in Antartide alla ricerca del punto di accesso al mondo sotterraneo favoleggiato dalla "Teoria della Terra cava". Nel quadro della stessa mistica Otto Rahn fu incaricato della ricerca del Graal e il conte Von Hessel di quella del Segno del Comando, capace di annullare il confine tra la vita e la morte...
Già la stessa adesione alle SS di un aristocratico (le SS erano a stragrande maggioranza di estrazione borghese, infatti gli alti gradi – nella delirante visione di Himmler al vertice dell'organizzazione avrebbero dovuto esserci 12 ufficiali quanti i cavalieri della Tavola Rotonda - furono costretti a fabbricarsi un'araldica ex novo proprio perchè non la possedevano) sarebbe sufficiente a fare di lui un idealista come gli aristocratici francesi che entrarono nei quadri della rivoluzione. Powell lo definisce “un ufficiale romantico, (imbevuto) della teoria del superuomo” e Anchisi (che lo conobbe personalmente) “uno che si occupava di Spiritismo e di molte altre cose”... [SM=x520498]

15/10/2014 20:45
 
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solo una parola per questo sceneggiato

L'APOTEOSI DELLA TELEVISIONE

;)
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Buona sera a tutti!! Mi permetto di segnalarvi un cortometraggio-tributo su Dylan Dog (Vittima degli eventi), disponibile in hd sul "tubo". Ve lo consiglio, perchè ha diversi punti di contatto con l'insuperabile SDC... dite la vostra! :)


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"Si te riconosco me meni, se nun te riconosco me meni... allora dillo che me voi menà!!!"
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Premesso che, ovviamente, un corto di 50 minuti non può avere la stessa complessità d'intreccio di uno sceneggiato di 6 ore, devo dire che Vittima degli eventi non mi è dispiaciuto. E qualche elemento di similitudine in effetti c'è, soprattutto nel tema della reincarnazione su cui si sviluppa la trama, che però, a differenza di quanto avviene nel SDC sfrutta un episodio, la storia di Beatrice Cenci, realmente accaduto. Anche il quadro che permette a Dylan Dog di risolvere il caso è una copia modellata sulle fattezze dell'attrice di un ritratto realmente esistente di Beatrice Cenci. A conferma di quanto già osservato a proposito di Angeli e demoni, di una evoluzione del genere in cui l'intreccio viene ancorato a più fondati presupposti storici. A proposito di quanto detto in qualche post precedente circa l'impossibilità di girare oggi certe scene in una Roma deserta come fu possibile per Daniele D'Anza, devo dire che, nonostante il mio scettiscismo, il regista dimostra che, entro certi limiti, è invece ancora possibile. Tra l'altro ha girato nelle stesse stradine attorno a via dei Coronari dove furono girate molte scene del SDC.
Grazie per la segnalazione. [SM=x520508]
28/03/2015 12:41
 
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28/03 - 31/03
Mi sono riletto, in questi primissimi giorni di primavera, il libro scritto da Giuseppe D'Agata, sperando di cogliere ulteriori spunti di riflessione.
Non riesco ancora a comprendere il motivo del cambiamento delle date di nascita/morte dei protagonisti coinvolti nella vicenda: nello sceneggiato TV del 1971, il 28/03, nel libro postumo, il 31/03.

L'unica cosa di cui siamo certi è che Giuseppe D'Agata è morto il 29/03.

[SM=x520499]


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"Notte, ore 11 - Esperienza indimenticabile...luogo meraviglioso...piazza con rudere di tempio romano...chiesa rinascimentale...fontana con delfini...messaggero di pietra...musica celestiale...tenebrose presenze"
"Ricordo ancora notte indimenticabile in casa di O. Che io possa essere dannato se accetto di nuovo un suo invito"
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28/03/2015 20:18
 
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Siamo di nuovo al 28 marzo, dopo 44 anni. Sarei tentato di rivedermi almeno l'ultima puntata del Capolavoro... adesso vado a fare gli auguri a mio fratello! Buonanotte e buon SDC!!!


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28/03/2015 20:19
 
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Re: 28/03 - 31/03
Tidus forever, 28/03/2015 12:41:

... L'unica cosa di cui siamo certi è che Giuseppe D'Agata è morto il 29/03.

[SM=x520499]



Forse D'Agata ha posticipato la data al 31 per guadagnare qualche giorno!!


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28/03/2015 22:56
 
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ricorderete che in un precedente post ho riportato una intervista di Andrea Camilleri ove egli ci raccontava di aver suggerito il nome di Tagliaferri a Bollini perchè era il nome di un pittore che condivideva lo studio con il suo amico Angelo Canevari.
Ebbene nel 2013 Camilleri ha pubblicato un libro dal titolo:
"UN’AMICIZIA. ANGELO CANEVARI".
Dello scultore romano ne fa una descrizione veramente inquietante!
Ecco cosa dice di lui Camilleri in uno dei suoi scritti:

“Quella di Angelo Canevari è l’unico prezioso esempio di una scultura che adoperi non solo lo spazio ma soprattutto il tempo come elemento essenziale della composizione. Certo la cera, certo il bronzo, ma in quella cera, in quel bronzo, a farne materia nobile Canevari ha il dono rarissimo di immettervi un coagulante di tempo.
Il suo tempo, la sua concezione della storia. Sicché la memoria, lanciata alla ricerca del rito perduto dietro tracce insondabili, lungo piste da indecifrabili segnali, quando perviene a ritrovarlo, non lo ripropone ma interamente lo rivive, restituendocelo nel tempo verbale del presente storico, quello dove il passato urge ed irrompe nell’oggi.”

[SM=x520504]

Dunque nello studio di Via Margutta abitava non solo il pittore Taglaferri ma forse anche ...
lo scultore Ilario Brandani sotto le spoglie di Angelo Canevari!

[SM=x520504] [SM=x520504]

A proposito!

Auguri Edwar Forster!!

[SM=x520488] [SM=x520488]
29/03/2015 00:24
 
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Auguri anche da parte mia a Forster e compagnia, anche se frugando in un posto insolito ho trovato che...


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29/03/2015 13:12
 
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Mavaffffffff!!
Re:
Roberto@C, 29/03/2015 00:24:

Auguri anche da parte mia a Forster e compagnia, anche se frugando in un posto insolito ho trovato che...



Beh...ci lasci così? [SM=x520495]
Attendo devotamente tue news.... [SM=x520503]

[SM=x520499]






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Re:
ba1ba2, 19/04/2013 23:15:

prosieguo 6° puntata.

Da un articolo su Repubblica del 6/11/2005 intitolato

"I volti di via Margutta"


«Come lo chiamo questo personaggio?» - mi domandò. «Chiamalo per ora Tagliaferri» - risposi. Avevo detto quel nome quasi per scherzo, Alberto Tagliaferri, che allora era vivo e vegeto, condivideva lo studio con il mio amico scultore Angelo Canevari. Senonché, quando il soggetto prese corpo e si passò alla sceneggiatura (alla quale Bollini lavorò con la collaborazione di altri), il nome di Tagliaferri rimase. ...
Mi trovai di fronte a una signora anziana, molto distinta, civilissima. Mi disse di chiamarsi Tagliaferri e di essere tornata in Italia dopo decenni trascorsi in Argentina. Aveva visto l' ultima replica del «Segno del comando» e aveva una lamentela da fare. Anzi, chiedeva se era possibile cambiare qualche scena per le eventuali repliche. Le spiegai che era impossibile e le domandai il perché di quella richiesta. Mi disse che vedendo sullo schermo televisivo quel portone di via Margutta con quel preciso numero civico aveva provato uno strazio indicibile, perché in un appartamento di quella casa inquadrata dalla macchina da presa, una trentina d' anni prima era vissuto, aveva lavorato e aveva posto fine tragicamente alla propria esistenza il suo unico figlio: il pittore Tagliaferri." [SM=x520504]

La firma di questo articolo è di Andrea Camilleri.

[SM=x520488]




Da Repubblica.it - cronaca romana del 24/02/2014

"Si è spento nella sua casa di Amelia, a Terni, lo scultore Angelo Enrico Canevari, soprannominato "Bido". Nato a Roma in una casa studio trasformata in residenza collettiva abitata da pittori, scultori e intellettuali, aveva 85 anni. Era il padre di Paolo Canevari, artista contemporaneo famoso in Italia e all'estero (ed ex compagno dell'imperatrice della performance art Marina Abramovic)."

La fonte, dunque, è attendibilissima.
Il figlio della signora, Tagliaferri, doveva essere uno dei pittori della casa/studio di Canevari.

[SM=x520499]


[Modificato da Tidus forever 29/03/2015 13:23]


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29/03/2015 14:28
 
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Tidus forever, 31/03/2007 16:19:



Il numero relefonico di Tagliaferri è
2113117: proviamo ad accoppiarne le cifre.
21 e 11: applicabile a "Alla cerimonia di inaugurazione della settimana byroniana il documento "21/4 - notte ore 11 - Esperienza indimenticabile..."
13: applicabile all'interno di 13 di Via Margutta, ma anche a "La lama, retrattile, rientra con un'unica eccezione, sempre variabile, in una serie di 13 colpi. Vuole provare lei, signor Powell? Ha dodici colpi a favore, ma un colpo su tredici uccide! E da noi, in Italia, il numero 13 porta sfortuna"
31: nel libro, è la data che sostituisce il 28/03
17: numero sfortunato per eccellenza, è applicabile alla targa di Forster, ma anche alle date di nascita. Un esempio? Detto fatto:
Ilario Brandani: 28/03/1735 - 28/03/1771
Cagliostro: 02/06/1743 - 26/08/1795
Marco Tagliaferri: 28/03/1835 - 28/03/1871 (invertire i numeri)
Edward Forster: 28/03/1935 - 28/03/1971 (invertire i numeri)

Ma è guardando la targa di Forster (vedi foto sotto allegata) che in qualche modo abbiamo una traccia della "predestinazione". Essa ci viene mostrata per un breve istante, in un primo piano a tutto schermo: ci segnala un GB per farci capire che chi la guida è un inglese, ma è discosta rispetto alle targa che domina la scena.
Essa indica: 317 F JB
Le cifre in sè sono meno banali di quanto possano sembrare. Rispetto alle date italiane, quel 317 potrebbe indicare Marzo 17, data che personalmente credo possa coincidere con l'arrivo di Forster a Roma (mai menzionata). Infatti, riguardando lo sceneggiato, quando racconterà della scomparsa della sua borsa a Powell, molte cose sono nel frattempo successe e Powel stesso, una volta sentito il suo racconto, dirà a Forster "manca ancora una settimana alla conferenza"
Quelle cifre, inoltre, contengono le accoppiate 31, 17, 71, 11, 13... [SM=x520505]
Ma adesso viene la parte più divertente: quale significato potremmo attribuire a F JB? Presto fatto:
F= Forster
JB = Ilario Brandani (dove la J sostituisce la I, forse per non scoprire troppo le carte.



[SM=x520499]




Riprendo questo post con riferimento ai numeri telefonici 2113117 (dello sceneggiato TV) e 611371 (presente nel libro di Giuseppe D'Agata).

Premetto, al solito, che è solamente un "gioco di numeri" e come tale deve essere considerato: se poi, guarda caso, in qualche modo trova curiosi rimandi al "Segno del Comando"...beh....copritevi d'aglio, stringetevi i "gioielli di famiglia" (per i maschetti) e fate [SM=x520554] (per le femminucce) [SM=x520569] .....

Che cosa s'inventerà il Tidus, direte voi? [SM=x520509]

Parliamo del professor Forster; ma di quello "vero", alias "nostro amatissimo Ugo Pagliai", nato il 13/11/1937.

Il numero 2113117 comprende i seguenti numeri: 13-11-37....

Ovviamente (e probabilmente) gli sceneggiatori potrebbero avere "sparato" un numero a caso e qualche buontempone (come il sottoscritto) potrebbe ribadire che il vero significato di 2113117 è in realtà questo: "Chiama Milano (prefisso 02) perchè a Roma se ne sbattono. La Polizia (113), perchè devi portare a casa la pelle, e la Guardia di Finanza (117), perchè tra borse piene di microfilms, medaglioni rarissimi e quadri più o meno scomparsi, sei leggermente infognato" [SM=x520505]

Il numero 611371 è più "convincente" per il "6" (alias 06, prefisso di Roma), mantenendo la combinazione 13-11-37, ma anche il più esplicito "71", anno dello sceneggiato.

[SM=x520499]
[Modificato da Tidus forever 29/03/2015 14:31]


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"Notte, ore 11 - Esperienza indimenticabile...luogo meraviglioso...piazza con rudere di tempio romano...chiesa rinascimentale...fontana con delfini...messaggero di pietra...musica celestiale...tenebrose presenze"
"Ricordo ancora notte indimenticabile in casa di O. Che io possa essere dannato se accetto di nuovo un suo invito"
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29/03/2015 15:21
 
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Mavaffffffff!!
Re:
Guardiavariaga, 01/10/2014 07:53:



Nel quadro della stessa mistica Otto Rahn fu incaricato della ricerca del Graal e il conte Von Hessel di quella del Segno del Comando, capace di annullare il confine tra la vita e la morte...
Già la stessa adesione alle SS di un aristocratico (le SS erano a stragrande maggioranza di estrazione borghese, infatti gli alti gradi – nella delirante visione di Himmler al vertice dell'organizzazione avrebbero dovuto esserci 12 ufficiali quanti i cavalieri della Tavola Rotonda - furono costretti a fabbricarsi un'araldica ex novo proprio perchè non la possedevano) sarebbe sufficiente a fare di lui un idealista come gli aristocratici francesi che entrarono nei quadri della rivoluzione. Powell lo definisce “un ufficiale romantico, (imbevuto) della teoria del superuomo” e Anchisi (che lo conobbe personalmente) “uno che si occupava di Spiritismo e di molte altre cose”... [SM=x520498]




Spunto interessante e per un particolare non indifferente: il nome completo del nostro professore è Lancelot Edward Forster.
Lo stesso Forster, scherzando con Powell alla cerimonia di inaugurazione della settimana byroniana, rivendica le capacità amatoriali di Lancillotto, nome che giudica "troppo ingombrante".

Una "pista" da seguire....

[SM=x520499]




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"Notte, ore 11 - Esperienza indimenticabile...luogo meraviglioso...piazza con rudere di tempio romano...chiesa rinascimentale...fontana con delfini...messaggero di pietra...musica celestiale...tenebrose presenze"
"Ricordo ancora notte indimenticabile in casa di O. Che io possa essere dannato se accetto di nuovo un suo invito"
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29/03/2015 15:35
 
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Mavaffffffff!!
Re: Re:
Tidus forever, 29/03/2015 15:21:



Spunto interessante e per un particolare non indifferente: il nome completo del nostro professore è Lancelot Edward Forster.
Lo stesso Forster, scherzando con Powell alla cerimonia di inaugurazione della settimana byroniana, rivendica le capacità amatoriali di Lancillotto, nome che giudica "troppo ingombrante".

Una "pista" da seguire....

[SM=x520499]





Da Wikipedia:

"In altre culture il "Graal" è associato al calderone dei Dagda, un antico talismano della civiltà celtica....
Dagda "dio buono" era una divinità celtica associata alla guerra, conosciuto anche come Eochaid "colui che combatte con il tasso" Ollathair ("padre potente")....
Nella mitologia celtica si dice che Dagda guadagnò la propria grandezza "promettendo di fare da solo tutto ciò che promisero di fare gli altri dei del cielo". Dagda era considerato il dio buono perché a lui venivano attribuiti i miracoli e perché proteggeva i raccolti badando al tempo.
Era rappresentato con una clava in mano, arma magica che, oltre ad essere strumento di offesa, aveva il potere di rendere la vita. Spesso suonava un'arpa dai poteri straordinari, in grado di causare tristezza in chi l'ascoltava e di calmare chi era colto da ira. Altro suo attributo era il calderone della resurrezione.
Il Calderone del Dagda, una larga pentola che non si svuota mai e che non lascia mai nessuno affamato, è uno dei quattro tesori che i Tuatha Dé Danann portano con sé in Irlanda. Quando il calderone non viene usato serve da contenitore per la Lancia di Lug, che gronda sempre sangue.
Nella mitologia irlandese i Tuatha Dé Danann (cioè le Genti della dea Danu) dalle sedi antiche sul Danubio si mossero verso le 'Isole settentrionali', dove diventarono maestri di magia e tecnica. Al momento di invadere l'Irlanda portarono con sé dalle loro quattro capitali (Fáilias, Gorias, Finias e Murias) quattro tesori (rispettivamente la Pietra del Destino (Lia Fáil), la Lancia di Lug, la Spada di Luce (Claíomh Solais) e il Calderone del Dagda, detto anche 'Coire Ansic', Non-asciutto."

[SM=x520499]


[Modificato da Tidus forever 29/03/2015 15:35]


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"Notte, ore 11 - Esperienza indimenticabile...luogo meraviglioso...piazza con rudere di tempio romano...chiesa rinascimentale...fontana con delfini...messaggero di pietra...musica celestiale...tenebrose presenze"
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