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Il Segno del Comando - di Daniele D'Anza - con Ugo Pagliai, Carla Gravina, Franco Volpi

Ultimo Aggiornamento: 24/05/2021 08:57
07/03/2021 16:23
 
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5 Lord Byron

Il grande poeta romantico inglese Lord George Gordon Byron, nato a Londra nel 1788 e morto in Grecia, nel Missolungi, nel 1824, soggiornò a Roma in più riprese e particolarmente nel 1817. In un suo diario, alla data del 21 aprile 1817, Byron scriveva: «21 aprile, Notte, ore undici, esperienza indimenticabile. Luogo meraviglioso. Piazza con rudere di tempio romano, chiesa rinascimentale, fontana con delfini, messaggero di pietra, musica celestiale, tenebrose presenze».
Nel racconto sono state modificate le date e la descrizione, accordandole con quanto presente nel manoscritto del discepolo di Vitali: 15 aprile 1821 «Sera. Ore 11. Piazza con portico, tempio romano e fontana con delfini. Luogo meraviglioso. Messaggero di pietra. Musica celestiale. Tenebrose presenze».
Quella sera Byron era stato invitato nella casa del suo amico Sir Percy Delaney, soprannominato Oberon, in via Delle Tre Spade 119, appartenuta precedentemente a Baldassarre Vitali. Appassionato di scienze negromantiche, estremamente superstizioso, credeva negli amuleti, negli influssi magici, nei fantasmi, nel corso di una seduta spiritica, mentre qualcuno suonava all'organo la musica del Salmo XVII (la prova che il manoscritto non si è mosso da lì), apparve lo spettro di Baldassarre Vitali. Byron fu a tal punto impressionato da quelle tenebrose presenze che, tornato a casa, sentì la necessità di trascrivere nel suo diario le parole di quella musica celestiale, in italiano: «Voltai le spalle al signore …».
Probabilmente Delaney quella sera avrà raccontato a Byron del lascito di Vitali (che non doveva essere morto da molti anni) affidato al Messaggero di Pietra e per questo viene citato nel diario. Poco probabile che Byron conoscesse prima la leggenda, anche perché non risiedeva stabilmente a Roma ed era ospite di passaggio di Sir Percy Delaney e se anche, dopo il racconto, avesse avuto l’intenzione di cercare il misterioso lascito (ammesso che sapesse di che cosa si trattasse), dopo l’apparizione gli era passata la voglia. Infatti, in una pagina dell'estate del 1821 Byron, che allora si trovava a Pisa ed era in procinto di passare per Roma, scrisse una breve nota: «Ricordo ancora, notte indimenticabile in casa di O. Che io possa essere dannato se accetto di nuovo un suo invito» (c’è qualche modifica nel racconto). Questa frase, presente nella parte non ancora pubblicata del diario, collegata alla prima dall’unica parola “indimenticabile” (che diventano due nel racconto: “musica celestiale”) ha consentito a Forster di trovare la casa di Oberon. Byron era rimasto tal-mente terrorizzato di quella serata che non intendeva più ripetere quell’esperienza. Strano, piuttosto, che Delaney non abbia cercato, o non abbia trovato il Segno. Potrei forse aver preso un abbaglio e né Delaney, né Byron conoscevano la leggenda, ma allora che senso avrebbe l’apparizione di Vitali?

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11/03/2021 16:09
 
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6 Il pittore Marco Tagliaferri

Il pittore Marco Tagliaferri è nato il 28 marzo 1835, cento anni dopo Ilario Brandani ed è morto anche nel suo stesso giorno, il 28 marzo 1871. Abitava in via Margutta 33, all’interno 13, insieme ad una modella, Lucia, che gli è rimasta accanto fino alla morte, e anche oltre. Da quel momento l’abitazione è rimasta abbandonata e il suo omonimo discendente ne conservava la chiave.
Di lui si conosce un autoritratto, conservato all’Antico Caffè Greco, con le sembianze uguali a quelle di Forster e forse anche di quelle di Brandani.
«Se fosse vissuto più a lungo, probabilmente sarebbe riuscito a diventare un pittore importante, per quanto pare che la pittura non fosse l'attività alla quale teneva di più» perché preferiva lo spiritismo, trascurando la sua arte. Teneva le sue sedute spiritiche all'Hotel Galba. Tagliaferri credeva di essere la reincarnazione di Ilario Brandani e cercava con ogni mezzo di trovare il Segno del Comando per salvarsi, ma non ci riuscì e morì in modo misterioso nel giorno della morte di Brandani, cento anni dopo. La medium/Lucia afferma che Tagliaferri era in realtà già morto da un secolo, confermando quindi che era veramente la reincarnazione di Brandani.
Dopo la sua morte compare come fantasma in varie occasioni. Alcuni anni prima era apparso durante una seduta spiritica all’Hotel Galba, rivelando ad Anchisi che un diario segreto di Byron conteneva la chiave di un mistero. È apparso poi a Foster nel cimitero degli inglesi, ma già lo aveva intravisto alla Taverna dell’Angelo.
Tagliaferri aveva individuato la piazza, nei pressi della quale aveva abitato Baldassarre Vitali e dove era apparso a Byron il 15 aprile 1817, la cui casa aveva il simbolo della civetta, come la sua d'altronde, tanto che l’aveva rappresentata in un quadro (Piazza con rudere di tempio romano, chiesa rinascimentale, fontana con delfini), che era da molto tempo in possesso della famiglia Anchisi (forse acquistato direttamente dall’autore). Conosceva la leggenda del SDC e probabilmente anche il testamento di Vitali o il manoscritto dello scrittore anonimo, altrimenti non avrebbe saputo cosa cercare, salvo che non glielo avesse comunicato un fantasma durante una seduta spiritica.
Con tutti questi elementi, perché non ha trovato il SDC? Il nascondiglio lo hanno individuato proprio tutti: Von Hessel, Powell, Forster, Lucia, perché lui non ci riesce? Forse non poteva trovarlo perché qualcuno lo aveva preceduto?
Ritornerò più avanti su questo punto.

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14/03/2021 16:26
 
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7 Olivia e Sullivan

Olivia è una bella donna, amante del divertimento, apparentemente volitiva, ma in realtà nasconde una fragilità che la porta a bere o ad appoggiarsi a persone losche come Lester Sullivan, che si dichiara irlandese, ma è tedesco di nascita, lasciandosi trascinare nei suoi sporchi affari.
Entrambi si trovano all’Hotel Galba e, secondo il racconto, giunti prima di Forster per spiarne le sue mosse, avvantaggiati dall’amicizia di Olivia con lo studioso. Mi chiedo come facevano tutti a sapere dove avrebbe alloggiato Forster.
Sullivan e Olivia sapevano della macchinazione degli spiritisti, del quadro e della leggenda legata al Salmo XVII ma, come si diceva all’inizio, erano interessati particolarmente al carteggio Von Hessel e lavoravano indipendentemente dagli altri protagonisti. Sullivan, usando un manuale di metrica, cercava di scoprire il messaggio contenuto nella musica di Vitali, ma dove l’avrebbero potuta ascoltare se, quando la trasmettevano alla tv, Sullivan non c’era, Olivia non aveva il manuale, non ha ascoltato per intero il concerto? Forse possedevano uno spartito, non certo l’originale, che comunque non si è mai visto.
Anche con il quadro acquistato all’asta, Sullivan non ha ottenuto nulla e perciò lo ha lasciato a Olivia sull’Isola Tiberina.
Non gli restava che marcare stretto Forster fino a quando non si è sfracellato cadendo dall’alto della sartoria Paselli, dopo aver fatto credere a Forster che qualcuno gli aveva sparato.

Ritornando a Olivia, lei ha detto di essere un po’ maga e ha avuto una ESP sul nome di Lucia quando era al ristorante con Edward e intuisce anche il disegno degli spiritisti: sarà vero o semplicemente le è sfuggito il nome perché lo aveva sentito da uno degli altri personaggi implicati? Ritorno più avanti su questo punto.
Dopo la morte del colonnello fugge dall’albergo e si rifugia, sola, sull’Isola Tiberina, in un appartamento in ristrutturazione che non è in grado di pagare.
Quando Forster la trova, la vede in uno stato pietoso, terrorizzata perché teme che Sullivan sia stato ucciso dagli spiritisti dopo essersi messo in mezzo alla loro faccende. «Possibile che tu non capisca? Non è per lui che io ho paura ma è per te. L'hanno fatto sparire [Sullivan] perché ha tentato di mettersi sulla loro strada ma in fondo alla loro strada ci sei tu! Sei tu la vittima! Sei tu quello che deve morire!».
Crede dunque alla versione di Sullivan sull’uccisione del colonnello e sulla volontà di uccidere Forster il 28 marzo.
Ha paura di morire anche lei, ma non vuole dire chi teme: «Sembrano delle persone normali, ma non lo sono. Hanno dei poteri sovrumani. Io sono sicura che arrivano perfino ad uccidere senza lasciare traccia». Edward sospetta di Anchisi o di Powell, ma Olivia, sempre più terrorizzata, non vuole parlare.
Nell’appartamento, oltre al quadro del pittore Tagliaferri, Forster vede un testo di metrica musicale. Con questo voleva decifrare il Salmo XVII, quindi Sullivan aveva intuito che si trattava di una musica a chiave.

Alla fine i timori di Olivia si concretizzano. Viene trovata morta, avvelenata dal gas, in una stanza chiusa dall’interno: suicidio o veramente qualcuno ha il potere di uccidere a distanza, in modo misterioso, senza lasciare traccia?
Forster non crede al suicidio di Olivia, che non ha motivo di uccidersi, ma non sa fornire una spiegazione più attendibile. Anche il commissario Bonsanti crede alla morte dovuta a una disgrazia: «È umanamente impossibile che qualcuno sia potuto entrare in quell’appartamento». La parola "umanamente" lascia perplesso Forster. D’altra parte chi altri aveva motivo di ucciderla? Il motivo lo conosce Powell che, seguendo il redivivo Sullivan, gli rinfaccia la morte di Olivia perché conosceva il vero motivo delle ricerche di Sullivan: il carteggio Von Hessel e poteva parlare. Non viene tuttavia chiarita la modalità dell’omicidio.
Sullivan alla fine muore veramente, cadendo accidentalmente dalla finestra di un’ala della Sartoria Paselli per sfuggire a Powell. Anche qui c’è comunque lo zampino di Lucia, che si fa seguire da Forster fino alla sartoria, a sua volta seguito da Sullivan e ancora da Powell: senza l’intervento di Lucia, Sullivan non sarebbe precipitato.

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14/03/2021 16:43
 
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Re:
bgiordy, 11/03/2021 16:09:

6 Il pittore Marco Tagliaferri

Il pittore Marco Tagliaferri è nato il 28 marzo 1835, cento anni dopo Ilario Brandani...




Questa è una delle cose più incogruenti... non sono un esperto in metempsicosi, ma credo che un'anima non si possa reincarnare e allo stesso tempo vagare inquieta...
[Modificato da Ragno Nero 14/03/2021 17:30]


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Re: Re:
Ragno Nero, 14/03/2021 16:43:




Questa è una delle cose più incogruenti... non sono un esperto in metempsicosi, ma credo che un'anima non si possa reincarnare e allo stesso tempo vagare inquieta...



Anch’io non sono pratico di reincarnazione (e neanche mi attira l’argomento) e vedo un’incongruenza ma su quanto raccontato nello sceneggiato.
Nella visione orientale e indiana, dopo la morte si ha la reincarnazione in una forma diversa dalla precedente, anche animale. Non ho idea se ciò avvenga immediatamente o dopo un certo tempo dalla morte. Si veda la “sorella mosca “ dei Compagni di Baal.
Nel pensiero romantico occidentale una persona può essere la reincarnazione di un’altra, appartenente anche a un passato lontano e di cui normalmente non ha coscienza se non in casi o situazioni particolari. Ad esempio qualcuno può credersi la reincarnazione di un grande condottiero romano, ecc. e in alcuni momenti emerge questa personalità.
C’è poi il caso di uno spirito del passato che prende possesso del corpo di una persona facendole compiere azioni secondo la propria volontà. Non è proprio reincarnazione, ma una specie di possessione, come si vede nell’ultimo Belfagor.
Veniamo allo sceneggiato.
Brandani lancia una maledizione, cioè ogni 100 anni qualcuno tenterà di recuperare il SDC: lui reincarnato o qualcun altro?
Il pittore Tagliaferri si sente investito della missione e, in qualche modo, anche Forster: Anchisi chiede chi sia il predestinato, non il reincarnato. Con queste premesse non si pensa a una reincarnazione ma piuttosto a una specie di ispirazione o guida temporanea da parte di Brandani: è il caso di Belfagor citato sopra. Proprio perché temporanea, ci sono momenti in cui la persona agisce in un certo modo senza rendersene conto perché “posseduta” (vedi telefonata di Foster a Tagliaferri) e altri dove può vedere lo spirito. Quindi tutto torna.
D’altra parte, nello sceneggiato si dichiara, per bocca della medium Lucia, che è sempre Brandani ad agire direttamente, dopo essersi reincarnato due volte. A sostegno di questo c’è anche la somiglianza fisica dei tre personaggi.
Con questa seconda ipotesi appaiono certamente delle incongruenze perché non può essere contemporaneamente il reincarnato e vedere lo spirito di se stesso. Una scappatoia è che si tratti di una visione della sua vita passata e non della reale presenza, anche se in spirito. Altra scappatoia è che Forster, essendo già in possesso del SDC, non ha più la necessità di essere il reincarnato o il posseduto, perciò può vedere tranquillamente lo spirito di Tagliaferri.

16/03/2021 18:05
 
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Re: Re: Re:
Brandani giura di reincarnarsi ogni 100 anni (Forster lo dice esplicitamente durante la conferenza), quindi è proprio la sua anima che trasmigra nel corpo di un altro uomo, ogni secolo.

Almeno in questo sceneggiato, predestinazione è sinonimo di reincarnazione (non è una mia opinione, ma non ricordo dove l'abbia sentito). Quindi potremmo pensare che il Tagliaferri che vediamo non è altro che un'apparizione di una delle reincarnazioni di Brandani. Anchisi non può parlare esplicitamente a Forster di reincarnazione, figuriamoci, si limita quindi a nominare la predestinazione (perchè Forster è quello che è destinato a morire o a ritrovare il segno del comando).

In quanto alla possessione, sfido il Brandani a conoscere il numero di telefono di una sua reincarnazione del secolo successivo. :)
È chiaro che si tratta di un espediente di scrittura per aumentare il mistero e introdurre l'elemento magico.





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18/03/2021 16:28
 
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Mah. Se è effettivamente un reincarnato, non come nelle religioni induiste, allora potrebbe essere valida la prima scappatoia che avevo accennato e cioè che si tratti di una visione della sua vita passata. Ci sta bene con la visione allo specchio, la specie di allucinazione di Lucia tra gli orchestrali o al cimitero, un po’ meno la presenza del pittore accanto alla tomba.
Devo dire che questo aspetto dello sceneggiato non lo avevo proprio contemplato. Spero che tu ne scopra qualche altro, in modo da avere ulteriori approfondimenti.

Ciao [SM=x520510]
20/03/2021 16:20
 
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8 Il colonnello Marco Tagliaferri

Il colonnello Marco Tagliaferri, omonimo del pittore e suo ultimo discendente indiretto, abita da quando è nato nella casa adiacente a quella del pittore. È appassionato di orologi e possiede una stupenda collezione tra cui un orologio di Brandani con un’incisione dedicata a Sant’Onorio. Quando riceve Forster, gli racconta che Lucia appare ogni tanto nella casa del pittore, ma lui non l’ha mai vista. In quanto amico del principe Anchisi, partecipa al piano del gruppo di spiritisti e lo invia alla seconda tappa dei luoghi del pittore e cioè al Caffè Greco.

Vediamo il problema della sua morte.
Secondo la nipote Giuliana, si tratta di una morte naturale, essendo malato da molto tempo. Anche il commissario Bonsanti la pensa allo stesso modo. Tuttavia, il colonnello credeva che, nel momento in cui si fosse fermato uno dei suoi orologi, si sarebbe fermato anche il suo cuore.
Forster nota che proprio l’orologio di Brandani si è fermato e, come si sa, ogni oggetto dell’orafo ha proprietà magiche. Forster non crede a questa superstizione ma poiché il colonnello ci credeva, questo avrebbe potuto causare l’attacco di cuore. Il ragionamento fila, ciò che non va è nella sceneggiatura: Forster entra nella casa almeno due o tre giorni dopo l’attacco e quindi è impossibile che si sia fermato nel frattempo un solo orologio.
A complicare le cose c’è il fatto che Sullivan affermi che non si tratti di morte naturale, ma provocata dagli spiritisti. Non vedo però alcun motivo per cui possa sostenere questa tesi, a meno che non sia stato proprio lui a provocare la morte. In effetti, la morte è avvenuta nell’ora in cui Sullivan va all’ospedale, subito dopo l’uscita di Forster. Questa ipotesi non regge perché Sullivan riceve da qualcuno una telefonata, la sera, per informarlo della morte del colonnello, in realtà intercettata da Forster. Non avrebbe senso se fosse stato lui a provocarla.
Che rapporti aveva Sullivan con Tagliaferri, che aveva negato di conoscere? Non è chiarito ma c’è un indizio. Giuliana dice: «Adesso è come se qualcosa di lui continuasse a vivere. Ancora per poco». Questa frase fa supporre che lei abbia intenzione di cedere la collezione a qualcuno, anche se a malincuore. Forse Sullivan andava da Tagliaferri per convincerlo a vendere la collezione, come stava facendo con il principe Anchisi. Ci sarebbe allora un movente per ucciderlo e in ogni caso ne avrebbe ricavato un grosso vantaggio.

C’è anche il mistero della chiave della casa del pittore.
Tagliaferri cade a terra dopo la scoperta dell’orologio fermo e così lo trova la donna delle pulizie. Si presume che sia stato visitato da un medico e poi portato in ospedale, dove poi muore.
Giuliana però dice: «Quanto a quella chiave non sapevo nemmeno che esistesse. L’ho vista per la prima volta ieri mattina appena alzata. Stavo per prenderla ma mio zio mi ha detto di non toccarla. Ha detto che era per lei, che sarebbe tornato sicuramente e che le avrebbe fatto piacere trovarla. Sembrava ci tenesse molto a fargliela avere. Per questo le ho telefonato in albergo».
Se il colonnello era in ospedale, come ha fatto a dirle quelle cose?
Inoltre, « … le avrebbe fatto piacere trovarla …» sembra indicare che era stata restituita da qualcuno dopo aver portato la valigetta di Forster nella casa. Questa comunque è una prova che il colonnello è implicato nella vicenda.

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26/03/2021 16:42
 
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9/1 Edward Forster

Studioso di letteratura inglese e in particolare di Byron, Edward Forster, è nato il 28 marzo 1935, lo stesso giorno di Brandani e di Tagliaferri, rispettivamente 200 e 100 anni dopo: morirà anche lo stesso giorno? Manca poco alla fatidica data che, secondo il commissario Bonsanti, è stata messa appositamente come limite e ultimatum alla ricerca del SDC. Barbara infatti dice: «Qualcuno ha tentato di fargli credere che lui sarebbe il predestinato a trovare il Segno del Comando e che se non lo trova deve morire». Forster, un po’ alla volta si convince: «Il predestinato di questo secolo, se dobbiamo credere alla leggenda, sono io … ma spero di non morire a mezzanotte perché credo di avere trovato il luogo dove è nascosto il segreto». Anche la medium/Lucia né conferma la reincarnazione: «e anche tu sei morto».

Forster ha scoperto un diario di Byron tra le carte degli eredi di un suo editore e in un articolo che gli ha dato parecchia fama, ne ha pubblicata la prima parte. Il resto sarebbe stato pubblicato dopo ulteriori studi che stava compiendo. Nel racconto il diario apparteneva, invece, a Von Hessel e Forster lo ha recuperato negli archivi del Ministero Degli Esteri: era una preda di guerra, uno dei documenti recuperati nel bagagliaio del conte.

In una seduta spiritica del noto gruppo all’Hotel Galba, lo spirito del pittore Tagliaferri, attraverso la medium (Lucia?), «disse che in un diario sconosciuto di un grande poeta c’era la chiave per scoprire un tragico mistero».
Anchisi è un grande appassionato di Byron e possiede tutti gli scritti che lo riguardano e, dopo alcuni anni dalla seduta, trova un riferimento nell’articolo pubblicato da Forster, che sembra confermare la leggenda perciò, per attirarlo a Roma, invia la foto della piazza citata da Byron a nome del pittore Tagliaferri. In realtà si tratta di un fotomontaggio del quadro del pittore. Nello stesso tempo l’ambasciatore Powell lo invita a tenere una conferenza su Byron, in occasione di una mostra, il 28 marzo.
Forster, più che della mostra, è interessato alla piazza perciò va a Roma per risolvere un mistero: egli ritiene che sia una descrizione fantasiosa del poeta. Non pensava certamente di trovarsi coinvolto in un mistero paranormale.

Cominciamo con la lettera. Il commissario Bonsanti dice: «Provi a pensare che un gruppo di maniaci convinti che in una fantomatica piazza sia nascosto un segreto … La leggenda trovava conferma nell’autorità di un poeta come Byron» e quindi la spedizione della lettera. Forster era in grado di scoprire la piazza, la casa e l’angelo della leggenda.
Gli spiritisti, con quella lettera, lo mandano in via Margutta 33, int. 13, una casa disabitata da cent’anni: con chi pensavano che si incontrasse? Ci sono due possibilità:
1. Sanno di Lucia e vogliono che si incontri con lei: è sensato perché Lucia, come medium, conosce la vicenda, ma dubito che ritenessero possibile stabilire un incontro con il fantasma.
2. Pensano che incontrasse il colonnello Tagliaferri, discendente dell’omonimo pittore, abitante nella casa adiacente, come avviene effettivamente il giorno successivo. È probabile che il colonnello fosse d’accordo con gli spiritisti anche perché è lui a inviarlo al Caffè Greco, dove “casualmente” incontra Powell che lo invita a guardare le stampe e poi lo invita anche a recarsi al Cimiero degli Inglesi. C’è un problema sui tempi: come faceva Powell a trovarsi lì proprio nel momento giusto?

Il disegno degli spiritisti è intuito da Olivia che dichiara: «Si direbbe che qualcuno cerchi di convincerti di un legame tra te e quel pittore. Quella ragazza, Lucia, ti ha detto che tu gli assomigli; e poi il colonnello che ti manda al Caffè Greco, la telefonata per farti andare al Cimitero degli Inglesi». Come accennavo in precedenza, se invece Olivia ne parlasse con cognizione di causa? Preferisco la prima ipotesi perché non credo che Lester si fidi molto a raccontarle i dettagli dell’operazione.
Al Caffè Forster ha la seconda ESP: vede l’immagine del pittore come se fosse lui stesso: reminiscenza della sua vita passata? La prima ESP riguarda la conoscenza inspiegabile del numero telefonico di Tagliaferri; inoltre, in ogni luogo spedito dagli spiritisti incontra Lucia e/o il pittore, e anche nella sua immagine allo specchio, che improvvisamente si rompe; la Giannelli però dice che era già rotto dalla mattina: come si spiega? Non saprei dirlo.

All’Hotel Galba. C’è la necessità che Forster si installi nell’albergo, proprietà del principe Anchisi, dove ruotano tutti i personaggi ed è da molto tempo centro dello spiritismo. Poteva scegliere autonomamente l’albergo ma, ritenendolo un forestiero che non conosce Roma hanno probabilmente pensato che si sarebbe rivolto all’ambasciata per avere indicazioni. Powell avrebbe provveduto. Ci ha pensato però Lucia, complice o meno della Giannelli, a indirizzarlo correttamente.
Gli viene data una stanza, la 33, di fronte a un palazzo dove è spiato da un uomo calvo. Tale uomo lo vediamo più volte seguire Forster: all’ambasciata, al ristorante, alla biblioteca ed è anche colui che accoglie Forster al palazzo della Sarto-ria Teatrale Paselli dove si tiene la seduta spiritica. Che necessità c’è di sorvegliarlo? C’è già Powell.

Il primo incontro che fa Forster non è con il colonnello, ma con Lucia, che la sera lo accompagna alla Taverna dell’Angelo.
Secondo Il commissario Bonsanti si tratta di una tappa fondamentale dell’itinerario magico degli spiritisti e la supposizione che ha fatto il commissario di zona e cioè che si tratti di un raggiro orchestrato per derubarlo della borsa (che stupidamente si porta dietro) appare molto plausibile. Bonsanti, però, si sbaglia; non è una messinscena per suggestionare Forster o per rubargli la borsa. La messinscena non regge perché uno dei complici è un fantasma: possono essersi messi d’accordo con Lucia? E lei non avrebbe alcun motivo di far rubare la borsa. E dunque? Foster è un reincarnato che ha veramente superato il confine tra passato e presente. È una tappa indispensabile, perché il SDC si trova imprigionato nel passato, ce l’ha Lucia, e per averlo deve entrare anche lui nel passato. Solo in questo modo Lucia può assolvere il suo compito.
Il medaglione che magicamente annebbia Edward - non è stato il vino, ma il potere del medaglione e/o della strega Lucia - è un evento non necessariamente previsto: Tagliaferri arriva effettivamente alla taverna, anche se molto tardi, oppure anche questa è una reminiscenza del suo passato, quando la sera vi si recava con Lucia. C’è però un dubbio: come hanno fatto a portare Edward stordito fino alla macchina? Era parecchio lontana. E chi è stato? I personaggi della Taverna?

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29/03/2021 13:08
 
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ciao. sono nuovo del forum. molto interessanti le vostre discussioni
su questo sceneggiato e sulla televisione di un tempo.
ho 61 anni e ho vissuto quella bella stagione.
del Segno del Comando ho il dvd ELLEU RAITRADE.
Walter
02/04/2021 16:35
 
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9/2 Edward Forster

Chi ha rubato la borsa e perché?
Solo Powell sapeva che Forster sarebbe andato alla taverna e conosceva il contenuto della borsa (a parte la segretaria). Secondo Forster non può essere di interesse per nessuno, ma questo non è vero perché il principe Anchisi è un appassionato «che possiede tutto ciò che è stato scritto su Byron». Anchisi, venuto a conoscenza del contenuto da Powell, fa rubare la borsa dopo aver fatto seguire Forster, ma si rende conto che: «purtroppo qui è un materiale inerte. Come invidio la sua capacità di far parlare antichi documenti, vecchie carte e di ridare espressione, quasi una nuova vita, a luoghi e personaggi sepolti nel passato», perciò Forster «la ritroverà certamente. … Quando i ladri si renderanno conto della inutilità del contenuto si affretteranno a rimandargliela. I ladri romani sono delle persone estremamente corrette».
La borsa viene effettivamente restituita, facendola ritrovare nella casa del pittore. Ma come hanno fatto a entrare senza smuovere la polvere? La serratura ne è abbondantemente ricoperta, indicando che la porta non è stata aperta da moltissimo tempo. Capisco che Lucia, nella sua qualità di fantasma, possa aprirla senza smuoverla, ma gli altri?
In teoria potrebbe anche essere stato Sullivan a rubare la borsa, visto che seguiva sempre Forster, ma probabilmente non ne conosceva il contenuto. Questa ipotesi mi pare meno plausibile.

Nella conferenza Forster dichiara che il suo articolo contiene due errori: la piazza citata da Byron esiste veramente e la poesia in italiano non è di Byron ma di Baldassarre Vitali.
Della poesia ne abbiamo già parlato in precedenza.
Per quanto riguarda la piazza, nell’ultima puntata vediamo Forster, accompagnato da Barbara nella frenetica caccia dell’indirizzo di Oberon, che in precedenza era la casa di Vitali, creando la giusta tensione nello sceneggiato. Ancora una volta, però, esaminiamo i fatti a mente lucida.
Nel quadro di Tagliaferri e nel diario di Byron ci sono questi elementi per individuarla: un tempio romano (o i resti), una chiesa rinascimentale, una fontana con delfini e la statua di un angelo. Il tempio romano non è di aiuto, dal momento che siamo a Roma, ma ciascuno degli altri può fornire un indizio. Teniamo ben presente che la piazza non è del basso Medioevo, ma è scomparsa da poco più 25 anni, perciò qualcuno degli spiritisti può averla vista e ci saranno sicuramente delle immagini recenti. Inoltre, anche se nel 1971 non c’era internet, esistevano le biblioteche. Così come ha fatto Forster, cercando un particolare indirizzo, gli spiritisti potevano rivolgersi al Vaticano per sapere quali chiese rinascimentali sono state abbattute durante la guerra e non più ricostruite: non credo siano molte; la fontana ha un tema singolare: voi che non ci sia un libro di arte o una vecchia guida turistica che la nomini? Quante piazze ci sono che, oltre alla chiesa e la fontana, hanno nei pressi la statua di un angelo?
Il racconto modifica gli elementi: scompare la chiesa e la statua di 2 metri più il piedistallo (per quanto relegata in un giardino) si riduce a una statuetta. In questo caso la ricerca sarebbe stata effettivamente molto difficile, ma lo sceneggiato avrebbe perso un po’ del suo fascino.

La piazza del quadro non è dunque una fantasia di Byron e il cieco che abita in via Delle Tre Spade 119 la conferma come quella che si vede dalla sua finestra, anche se ora non esiste più. In questo luogo si reca prima Powell e poi Forster, dopo la conferenza. Quando esamina il Messaggero di Pietra, Forster trova il nascondiglio, ma la nicchia è vuota. Qualcuno lo ha preceduto, ma nessuno prima della conferenza poteva conoscere il luogo, tranne Powell, che è rimasto parecchio tempo da solo sul luogo. È proprio in questa occasione che Powell scopre il carteggio e ha tutto il tempo di inviarlo a Londra prima dell’arrivo di Forster. Lo conferma anche al commissario Bonsanti.
Forster resta molto deluso, sia perché era ormai convinto di trovare il SDC, sia perché si aspettava che qualcuno degli spiritisti si affrettasse a raggiungere la casa. Non sa che Powell appartiene al gruppo e che quindi gli altri non hanno la necessità di recarsi sul luogo.

Powell, interpretando le parole «fece guardare» come “seguire la direzione indicata dallo sguardo della statua”, indirizza Forster verso un passaggio nascosto che, attraverso una serie di cunicoli lo porta agli scavi della metropolitana. Non è chiaro il motivo di questo diversivo. Forse voleva stornare Foster dal fatto che aveva trovato, non il SDC, a cui non credeva, ma il carteggio Von Hessel o forse per dargli un motivo di consolazione.
Alla fine della galleria Forster cade nel cantiere e sta per essere ucciso da una gigantesca ruspa. A mezzanotte, però, viene tolta la corrente, tutto si ferma e lui è salvo.
Anchisi crede che ciò sia dovuto al fatto che il SDC era stato ritrovato (vedi la prima parte della mia analisi), ma Powell ribadisce che nella nicchia non c’era nulla. Forster ancora non sa che il medaglione è il SDC e che questo lo ha protetto.

Dopo l’ultimo incontro con Lucia, Forster sa di essere in possesso del Segno del Comando che gli ha impedito di morire il 28 marzo, e che si è interrotto il ciclo delle reincarnazioni: vivrà dunque per sempre? Ilario Brandani, come reincarnazione è vissuto 236 anni, ma ora ha terminato il suo ciclo. Forse il medaglione dà l’immortalità - o una vita prolungata, secondo il racconto -, solo con la reincarnazione, perciò ora Foster dovrebbe avere una vita normale. Il quesito non viene chiarito nello sceneggiato, ma il racconto offre la risposta: «Il Segno del comando... Ora non è che un bel medaglione».

Continua ...
06/04/2021 19:18
 
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Re:
valter (kU9P210316), 29/03/2021 13:08:

ciao. sono nuovo del forum. molto interessanti le vostre discussioni
su questo sceneggiato e sulla televisione di un tempo.
ho 61 anni e ho vissuto quella bella stagione.
del Segno del Comando ho il dvd ELLEU RAITRADE.
Walter




Ciao valter e.. benvenuto nel forum..😉
06/04/2021 20:49
 
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Ottime considerazioni... però non bisogna dimenticarsi che resta uno sceneggiato.
Che non ci fosse bisogno, ad esempio, del "pelato" alle calcagna di Forster, perchè c'era già Powell, lo sappiamo noi spettatori alla fine della storia (o comunque alla fine dela quarta puntata). Ovviamente non si poteva far vedere Powell quatto quatto dietro al professore, altrimenti sarebbe venuto meno il senso di inquietudine e di mistero che invece si prova vedendo qualcuno di indefinito intento a spiare. Così come non tutto torna, si preferisce penalizzare la verosimiglianza per dare spazio all'intrigo, al magico, al paranormale.


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08/04/2021 08:54
 
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Re:
Ragno Nero, 06/04/2021 20:49:

Ottime considerazioni... però non bisogna dimenticarsi che resta uno sceneggiato.
Che non ci fosse bisogno, ad esempio, del "pelato" alle calcagna di Forster, perchè c'era già Powell, lo sappiamo noi spettatori alla fine della storia (o comunque alla fine dela quarta puntata). Ovviamente non si poteva far vedere Powell quatto quatto dietro al professore, altrimenti sarebbe venuto meno il senso di inquietudine e di mistero che invece si prova vedendo qualcuno di indefinito intento a spiare. Così come non tutto torna, si preferisce penalizzare la verosimiglianza per dare spazio all'intrigo, al magico, al paranormale.



Certamente, ma il fatto non sarebbe stato di particolare rilevanza se non lo si fosse rimarcato nel riassunto della seconda puntata, facendo credere che fosse un tassello importante. Sono rimasto sorpreso quando ho visto che non fa parte del cerchio magico degli spiritisti, non partecipa alla seduta spiritica ma appare solo per pochi istanti come “portiere/maggiordomo”. Essendomi sfuggita questa scena o forse non avevo collegato le due figure, ho pensato per molto tempo che fosse un uomo di Bonsanti messo a guardia di Forster, come egli stesso dichiara di aver fatto (e sarebbe stato più logico e coerente). Quando ho visto che non alcun ruolo di rilievo mi è sorto spontaneo chiedermi il perché della sua presenza.

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08/04/2021 12:49
 
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Re: Re:
bgiordy, 08/04/2021 08:54:



Certamente, ma il fatto non sarebbe stato di particolare rilevanza se non lo si fosse rimarcato nel riassunto della seconda puntata, facendo credere che fosse un tassello importante. Sono rimasto sorpreso quando ho visto che non fa parte del cerchio magico degli spiritisti, non partecipa alla seduta spiritica ma appare solo per pochi istanti come “portiere/maggiordomo”. Essendomi sfuggita questa scena o forse non avevo collegato le due figure, ho pensato per molto tempo che fosse un uomo di Bonsanti messo a guardia di Forster, come egli stesso dichiara di aver fatto (e sarebbe stato più logico e coerente). Quando ho visto che non alcun ruolo di rilievo mi è sorto spontaneo chiedermi il perché della sua presenza.

[SM=x520510] [SM=x520510]



Forse la cosa è soggettiva, ma non è importante chiedersi chi sia, ma perchè stia pedinando Forster.
A parte che vidi lo sceneggiato per la prima volta a fine anni 90 e solo dalla fine della terza puntata (quindi il pelato l'ho scoperto solo qualche anno più tardi).
A livello di sceneggiatura, comunque, se un personaggio che deve fare la parte del losco è ben riconoscibile sin dall'inizio (e un pelato non passa inosservato 😁! ), sta sicuro che difficilmente avrà un'identità determinante ai fini della storia, ma solo un ruolo che rimanda ad altro (in questo caso, al clan Anchisi).

[Modificato da Ragno Nero 08/04/2021 12:51]


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Sono profondamente attratto da questo cult degli anni 70 e ho conservato questo ricordo/legame tanto da diffonderlo tra le mie conoscenze. Mi sono ripromesso (ahimé quando avrò tempo) di visitare i luoghi ed approfondire quanto approfondibile. Complimenti per questo lavoro che leggerò e commenterò!
18/04/2021 12:39
 
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10 Lucia

Lucia, ragazza senza cognome come Olivia, fantasma dalla consistenza alquanto reale, era nata nel rione Monti. Si era trasferita nella casa di Tagliaferri per fare la modella, e non solo. Dichiara, infatti, apertamente a Forster di vedere ogni mattina Tagliaferri appena apriva gli occhi. Era nota al suo tempo perché dicevano fosse una strega ed è diventata ancora più famosa dopo la morte a causa delle apparizioni nel palazzo Anchisi insieme alla musica d’organo: «Lucia era rimasta legata al vincolo di sangue con Anchisi». Mentre nello sceneggiato non è data spiegazione, nel libro si dice che fosse essa stessa una Anchisi, figlia illegittima di uno dei principi.
Quando è morto Tagliaferri, Lucia si suicidò, o meglio, si lascio morire. Da allora è comparsa come fantasma, oltre che nel palazzo Anchisi (chi la vedeva era destinato a morire entro il mese), anche nell’abitazione del pittore. In forma più consistente, appare come medium velata durante le sedute spiritiche nel palazzo dove si trova la sartoria Paselli.
Sempre nel suo splendore carnale, si è mostrata prima nella casa del pittore, all’arrivo a Roma di Forster e poi quella stessa sera per accompagnarlo alla Taverna dell’Angelo. In tutto lo sceneggiato è sempre soltanto Forster a vederla, ma in quell’occasione è vista anche da una zingara che ne riconosce la natura: «Tu non sei come noi. Lei ti terrà per sempre qui». Ritorna ad essere più spettrale al palazzo Anchisi e poi nella concreta veste di medium durante una seduta spiritica con Forster. Egli crederà di vederla anche al Cimitero degli Inglesi e alla Basilica di Massenzio. Comparirà ancora una volta nella piazza dipinta da Tagliaferri, sotto la casa di Vitali per farsi seguire fino alla sartoria Paselli. È in questa occasione che muore Sullivan ed è presente anche quando muore Powell: ne è la diretta responsabile? Secondo Barbara sembra che la leggenda si sia voluta vendicare eliminando gli increduli, i profanatori. Per Sullivan e Powell va bene, ma la povera Olivia?

Alla fine della storia, Lucia si manifesta per l’ultima volta alla Taverna dell’Angelo. Si tratta di un incontro breve, dove il bel fantasma dai capelli rossi e gli occhi verdi si limita a rivelare che il medaglione è il Segno del Comando. «Io sola prima di te sapevo dov’era e sapevo che altri lo cercavano. Per questo ho preferito affidarlo subito a te».
Molto diverso e articolato è il finale nel racconto, in cui Lucia appare come una vecchissima donna, dall’età indefinita. Sulla base dell’età di Tagliaferri, dovrebbe avere circa 130 anni. Si manifesta come una strega che conosce Lucia e racconta allo stupito Forster alcuni aspetti della vita della modella. Anche qui rivela che il medaglione è il SDC e che può tenerlo come ricordo di Lucia che «non verrà mai più». Ormai la missione è compiuta e il SDC ha perso il suo potere. E alla fine: «Il nuovo venuto si avvicinò alla donna: le parlò con estrema dolcezza. “È tardi, Lucia. Sì, si è fatto tardi”».

Prima di commentare le due versioni, è opportuno fare un passo indietro. Quando Forster, ottenute le chiavi della casa del pittore Tagliaferri, perlustra le stanze polverose, nota appena un quadro di un busto di donna con un grande foro proprio nel volto. Il racconto, invece, rimarca la presenza del quadro: «Edward osservò con angoscia un dipinto. Raffigurava un busto di donna, ma nella tela c'era uno squarcio al posto della testa, come se qualcuno avesse voluto asportarla ritagliandola. Quel volto non poteva che essere di Lucia: suo era l'abito e al collo portava, dipinto con maestria, il medaglione con la civetta».
Anche qui, come nel Ritratto di donna velata, c’è un grosso errore: la figura porta al collo il Segno del Comando! In entrambi i casi viene raffigurato un oggetto che non può essere presente sul decolté delle giovani donne. Che sia un errore lo confermano le frasi dell’anziana/Lucia: dopo la sua morte le fu concesso - da chi? chiede Forster - di cercarlo «per interrompere la catena maledetta delle reincarnazioni» e lo ha trovato quando «tu non eri ancora nato, e neppure questo secolo». «Altri lo cercavano... e Lucia era... stava con loro ... Il principe e i suoi amici se ne servivano per cercare di avere contatti con l'aldilà. Ma Lucia doveva dare a te il medaglione, perché eri tu il predestinato».
Un’altra somiglianza tra i due sceneggiati è data dal volto: in RDV viene ricoperto da un velo; nel SDC viene squarciato. Le donne sono rese irriconoscibili per aver compiuto un’azione malvagia? E da chi?

Esaminiamo ora la versione dello sceneggiato. Come dicevo sopra, Lucia era la sola a sapere dove si trovava il medaglione (lo dichiara apertamente), ma non è specificato, quando lo ha recuperato. E qui riprendo i due punti lasciati in sospeso in precedenza.
Secondo una mia idea, certamente non condivisa dall’autore, Lucia desidera il SDC. Essendo una strega, ha le capacità di trovarlo prima di Tagliaferri. Quando si fa ritrarre, possiede effettivamente il medaglione che ha recuperato (nessun errore quindi), ma il pittore non lo riconosce come il SDC. Ecco perché all’inizio dicevo che lo sceneggiato assume una vita propria, perché va oltre le intenzioni dell’autore. Tagliaferri non può dunque trovare il SDC perché è già stato recuperato e quindi muore, come prevede la maledizione, ed è costretto a reincarnarsi nuovamente. Lucia muore sia per il dolore per aver provocato indirettamente la morte del pittore, sia perché avendo peccato come Vitali, non può che morire.
È un’idea suggestiva, forse balzana, ma mi sembra l’unico modo perché tutti i tasselli della vicenda trovino il loro posto.

Prima di concludere volevo fare un'ultima considerazione sulle due versioni del finale.
Nello sceneggiato l’incontro tra Forster e Lucia, essenziale, conciso, forse troppo sbrigativo, avviene in un’atmosfera serena. Lucia sorride, è contenta di avere compiuto la sua missione. Forster/Tagliaferri/Brandani può riprende la sua vita normale mantenendo un bel ricordo di questo strano incontro.
Il racconto, invece, fornisce una serie di spiegazioni su alcuni punti della storia rimasti oscuri, ma l’atmosfera è melanconica, il locale è scarsamente illuminato e il servitore ha una faccia spettrale. Lucia è invecchiata, non si fa riconoscere. Ha atteso tanto tempo questo momento, sospesa tra due realtà, troppo forse, non risparmiandole lo sfiorire della sua bellezza.

FINE
19/04/2021 12:32
 
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Effettivamente come fa Lucia ad avere il medaglione quando ancora Tagliaferri è in vita e lo ritrae nel dipinto? Vero è che lo strappo sul dipinto potrebbe significare o una vendetta dell’anima di Tagliaferri in pena contro lo sgarro della modella, ma anche un gesto di “pentimento” della stessa... Però non ce la vedrei a cercare appositamente il Segno del comando alle spalle del suo amato… da quanto dice nel finale dello sceneggiato (e comunque anche nel romanzo), sembrerebbe che lo abbia trovato solo dopo la morte del pittore e comunque da morta anche lei … che l’abbiano scoperto casualmente è difficile, è vero che la pizza era stata trovata, ma se individui il messaggero di pietra, che al suo interno nasconde un medaglione, io avrei fatto due più due… e quindi la catena di reincarnazioni si sarebbe fermata lì… a meno che quella ritratta non sia Lucia… ma che senso avrebbe? Nessuno, solo quello di suggestionare lo spettatore (tanto, alla fine - è brutto dirlo - tutto è finalizzato a quello).

In ultima analisi, trovo molto più malinconico e struggente il finale dello sceneggiato… perché non è che Forster esca dalla taverna e torni alla luce del giorno tutto contento, ma rimane dentro quell’anfratto, mentre tutto si fa buio… sospeso in un eterno presente in cui il tempo non esiste, tanto “non fa differenza” (mica semplice per uno scettico come era inizialmente Forster).
Comunque credo che sia soggettivo…


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19/04/2021 13:42
 
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Innanzitutto GRAZIE bgiordy per queste attente analisi! ;)

Ho semplicemente intenzione di segnalare, relativamente alla quarta puntata, che durante il "delirio" di Forster si vede chiaramente Lucia che, in una sorta di danza, misticamente parlando "lascia le consegne" a Barbara.

O quantomeno io così ho interpretato quel momento onirico.

Deduco quindi che quanto letto dalla zingara in merito a Lucia: "Lei ti terrà per sempre qui", sia riconducibile proprio a Barbara, la "nuova" Lucia reincarnata, verso la quale Forster dimostra una chiara attrazione. Che sia Barbara che terrà per sempre a Roma il buon dottore?

Inoltre forse proprio perché (come suggerito) Lucia fosse una Anchisi, le permetteva di avere accesso alle informazioni e quindi di sapere dove fosse il Segno del Comando, e di conseguenza di recuperarlo per Marco Tagliaferri, fallendo, e successivamente per Forster cento anni dopo, riuscendo?

Bella discussione! [SM=g27811]

17/05/2021 17:34
 
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16 maggio 1971 è trasmessa la prima puntata del Segno del Comando. Ho visto solo un accenno sul TG3, che tristezza.

ciao
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