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Il Segno del Comando - di Daniele D'Anza - con Ugo Pagliai, Carla Gravina, Franco Volpi

Ultimo Aggiornamento: 24/05/2021 08:57
14/09/2004 15:41
 
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Guardiano del faro

Mavaffffffff!!
Tutti gli aspetti della quinta ed ultima puntata: parte prima

1) Powell e Forster salutano il commissario Bonsanti, che se ne va dopo il suo intervento sul luogo della presunta disgrazia. Powell comincia un monologo: "E' strano come ci si senta in colpa quando una persona che ci è cara decida di farla finita". Forster replica: "Olivia non aveva nessun motivo per togliersi la vita: l'amava troppo anche nei momenti peggiori. Powell, io non credo che si tratti di una disgrazia, di una banale fuga di gas. E' una spiegazione troppo semplice". E Powell: "Lo so. Lei è in grado di fornirne una più attendibile?"
Commento: da questo scambio di battute si intuisce che anche Powell non creda ad un suicidio.

2) Forster è in casa di Barbara e continua ad analizzare il diario segreto di Byron, contenuto nei microfilms. Finalmente scopre qualcosa e lo fa notare a Barbara: "Indimenticabile notte in casa di O. Che io possa essere dannato se accetto di nuovo un suo invito". Barbara fa notare che quelle parole sembrano un amore al quale Byron voglia sottrarsi e che potrebbe essere l'iniziale del nome di una donna. Forster, però, non è convinto: le donne di Byron hanno sempre avuto un nome ed un cognome. Capisce, comunque, che quel "O" è una chiave determinante ai fini dell'enigma.
Commento: è una traccia che può essere sfuggita a chi aveva precedentemente rubato la borsa o che comunque richiede una ampia ed approfondita ricerca. Tanto vale far continuare Forster nelle ricerche.

3) Forster comincia a girare le biblioteche della città e Barbara gli da una mano. Ad un certo punto pensa di essere su una buona strada: Sir Pearcy Delaney ha cambiato abitazione nel 1816; non gli resta che scoprire la sua abitazione e la trova su vecchi registri anagrafici parocchiali.
Commento: chi è Sir Pearcy Delaney? Un amico di Byron (vedere punto 15). Forster comincia ad indagare sugli amici e conoscenti di Byron presenti a Roma: è il 24/3 quando trova nel
diario "Indimenticabile notte in casa di O." Finalmente, il 28/3 trova l'indirizzo di Sir Pearcy Delaney. Scrive su un foglio l'indirizzo: Via delle Tre Spade 119; più in alto, il
nome "Omiccioli" con un punto interrogativo, poi "Oberon" e quindi "Sir Pearcy Delaney". Omiccioli era un amico di Byron a Roma, segno evidente che la ricerca di Forster non è stata facile, avendo indagato anche su di lui: ormai sono passati 4 giorni dall'inizio delle ricerche.

4) Forster va in "Via delle tre spade 119" e vi trova il famoso simbolo della civetta, come all'interno 13 di Via Margutta, l'abitazione del pittore Tagliaferri. Entrando nel palazzo, Vi troverà un lastrone del pavimento con inciso "Sir Pearcy O. Delaney" ed una pittura religiosa, ormai usurata dal tempo. Ode una musica d'organo e sale le scale fino a bussare alla porta dell'appartamento dal quale proviene la musica. Quando la porta si apre, appare un vecchio, cieco, e Forster gli dice che non aveva resistito a quella bellissima musica; il vecchio lo fa accomodare.
Commento: il vecchio non riceve mai visite (ad esclusione, si presume, di chi provvede al suo sostentamento). E' particolare questa fiducia: lascereste entrare uno sconosciuto in
casa vostra, per di più essendo non vedenti?

5) Forster è attratto da un armadio barocco. Il vecchio dice: "E' degli inizi del '700, è leggero e monumentale allo stesso tempo. Piaceva tanto ad ufficiale delle SS che è stato qui durante la guerra, un manigoldo molto raffinato, appassionato di musica. Ha fatto di tutto per portarmelo via. Per fortuna gli alleati sono arrivati in tempo". Forster nota degli altri splendidi manufatti.
Commento: Ci sono oggetti di valore ed un vecchio fa entrare uno sconosciuto: se fosse stato un malintenzionato avrebbe fatto una fortuna! Eppure c'è un certo feeling e nessuna esitazione. Forse il "predestinato" trasmette questa sicurezza.

6) Il vecchio apre una finestra e dice: "Da questa finestra si gode la vista di uno dei luoghi più suggestivi di Roma. Guardi, guardi che armonia di piani: a sinistra, quel rudere di tempio romano, al centro la chiesa rinascimentale, un piccolo gioiello, a destra quell'altro capolavoro, la fontana coi delfini, la vede laggiù?"
Commento: la piazza non c'è più, ma solo un parcheggio. Durante la guerra, come da interventi precedenti in questo topic, la piazza deve essere stata distrutta dai bombardamenti. Tagliaferri l'aveva disegnata, segno evidente che si era recato sul luogo: probabilmente pensava che il SDC fosse in quella piazza, ma ovviamente non ne conosceva l'esatta ubicazione. Oppure conosceva Oberon (vedi ipotesi da me citata nella quarta
puntata) ma non riuscì mai a sapere del nascondiglio (vedere punto 18).

7) Forster capisce che una volta la piazza esisteva. Così dice Forster: "Posso farle una domanda? Che cosa stava suonando all'organo?". Il vecchio: "Una composizione di Baldassarre Vitali: il salmo XVII". Forster gli dice che nella chiesa di S.Onorio mancava proprio il salmo XVII. "Certo, l'ho io!" dice il vecchio, "Vitali non volle lasciarlo alla chiesa perchè era convinto che fosse una musica maledetta. Era un povero peccatore..."
Commento: strana questa opinione su Vitali, visto che era un negromante. Come vedremo più avanti, Vitali uccise Brandani per carpirgli un segreto ed il salmo XVII contiene la chiave per ritrovarlo; il salmo XVII non è l'ultimo capitolo dell'opera ed i manoscritti prima e dopo il XVII sono donati a S.Onorio. Ecco due ipotesi:
- Il pentimento: Vitali, un musicista che scrive opere sacre, è diviso tra la passione della sua arte e un oscuro interesse per la negromanzia; commette un omicidio, salvo pentirsi e riprendere la sua vita artistica, trattenendo quel salmo maledetto (.."era un povero peccatore"....). Lo scrittore anonimo del '700 (il libro di Anchisi) rivela che il Maestro
(Vitali) affidò la custodia del SDC ad un messaggero di pietra affinchè ne custodisse per sempre il segreto: una bella pietra tombale guardata da un angelo, non certo da qualche mefistofelica o pagana icona.
- L'ingenuità del vecchio cieco: il vecchio non conosce le vicende esoteriche di Vitali.

8) Il vecchio prende da un armadio il manoscritto del salmo XVII: "Eccolo! Salmo XVII, ovvero della doppia morte! Legga! Legga le parole! Sono una confessione straziante!" Forster vi ritrova le famose parole "Voltai le spalle al Signore e camminai sui sentieri del peccato..."
Commento: perchè è definito "doppia morte"? Perchè la leggenda narra che Vitali uccise Brandani e che questi giurò di reincarnarsi ogni 100 anni. E' una leggenda che presumo Forster ne sia venuto a conoscenza durante le sue indagini (la cita espressamente per la prima volta nel punto 16), e che dunque circolava da tempo. La "confessione straziante" non può essere presa comunque in considerazione come eventuale pentimento di Vitali (che rimane una ipotesi), poichè quei versi furono composti appositamente per il "segno del comando": una musica maledetta, forse anche di espiazione, che cela il nascondiglio del medaglione. Rimane una cosa curiosa: il vecchio dice "legga, legga le parole!", segno evidente che in passato il vecchio era un vedente, visto che le conosceva, o che qualcuno gliele ha lette. Anzi, era sicuramente un vedente, dato che descrive benissimo a Forster la piazza che ora non c'è più.

9) Riaffacciandosi alla finestra vede Lucia, che cammina proprio nella piazza che ora non c'è più. A quella visione, Forster saluta precipitosamente il vecchio, promettendogli di
ritornare.
Commento: Forster comprende che ha risolto l'enigma e l'apparizione di Lucia è come una specie di conferma.

10) Forster insegue Lucia fino alla Sartoria Paselli, luogo che conduce alla famosa stanza della seduta medianica. Nel frattempo Sullivan è braccato da Powell e cerca scampo a sua
volta nella Sartoria, ma Powell lo raggiunge e dice: "Sullivan, il morto che resuscita è una vecchia trovata, qualche volta ancora efficace". Sullivan: "Si tolga di mezzo, Powell, non ho
tempo da perdere con lei!". Ancora Powell: "Ah, lo credo! Il suo interesse in questo momento è tutto per il professor Forster, per le sue ricerche. Lei vuol costringerlo a rivelarle ciò che ha scoperto". Sullivan: "La faccia finita, cosa vuole da me!". Powell dice che il suo dovere è quello di proteggere Forster, di evitare che gli accada qualcosa di spiacevole. Inoltre: "A proposito, la Polizia la sta cercando. La povera Olivia aveva i nervi scossi, c'era il rischio che rivelasse i suoi veri scopi, Sullivan, ilCarteggio Von Hassen, e a lei poteva far comodo che morisse, non è vero?".
Commento: il "carteggio Von Hassen" viene citato per la prima volta. Soffermiamoci su Sullivan: lui ha intuito la verità, riguardo al mistero, e cerca Forster: ma Powell lo bracca, perchè il "carteggio Von Hassen" non deve finire nelle sue mani. Che cos'è questo carteggio? Vedere punti 36 e 37.

11) Sullivan fugge, pistola in mano, inseguito da Powell. Forster, anche lui nella Sartoria e intento a cercare Lucia, scosta una trave la quale rivela una finestra che sporge
pericolosamente sul vuoto. Si sente un grido e Sulivan precipita e muore. Viene inquadrato l'orologio al polso di Sullivan: segna le 20:45.
Commento: Sullivan è stato ucciso da Powell o è stata una disgrazia? O è stata Lucia, inseguita da Forster? Non vedo Powell nelle vesti di un assassino spietato: bastava bloccarlo per qualche ora, visto che la conferenza (e quindi la soluzione dell'enigma), si sarebbe tenuta da lì a poco. Lucia, però, sarà presente anche in una successiva "disgrazia" (vedere punto 43).

12) Forster è nell'ufficio di Powell e si domanda perchè Sullivan avesse organizzato tutta quella messinscena: la telefona, i colpi di rivoltella, la finta morte. Powell: "E' chiaro, per farsi credere lontano dalla faccenda, pronto a saltare fuori al momento opportuno". Powell: "Non vuol proprio dirmi che cosa cercava Sullivan?"; ma Powell sorvola, trattandosi di segreto professionale.
Commento: come poi vedremo (punto 32), Powell dirà a Forster il motivo.

13) Arriva il momento della conferenza. Sono presenti, tra gli altri, Anchisi, la Giannelli, Paselli e Barengo. L'albergo Galba, si viene a sapere, è di proprietà di Anchisi. Powell dice a Forster che sarà presente solo alla presentazione, poi si dileguerà.
Commento: come vedremo più avanti, verso la fine di questo racconto, Anchisi/Giannelli/Paselli/Barengo rappresentano una setta esoterica.

14) Forster rivela al pubblico presente che la famosa frase, scritta in italiano da Byron, NON E' di Byron. Byron si era limitato a copiare dei versi che evidentemente lo avevano colpito, versi di un musicista italiano della fine del '700, Baldassarre Vitali, versi che accompagnano una sua composizione per organo, il salmo XVII, detto anche della "doppia morte". Il manoscritto del salmo XVII, ritenuto perduto, appartiene ad un raffinato musicologo che vive a Roma , completamente appartato, in una vecchia casa, nei pressi del luogo dove, fin dagli inizi del secolo, sorgeva una piazza descritta da Byron nella stessa
sera, 21/04/1817. Così lo descrive Byron: "21/04 - Notte, ore 11 - Esperienza indimenticabile...luogo meraviglioso...piazza con rudere di tempio romano...chiesa rinascimentale...fontana con delfini...messaggero di pietra...musica celestiale...tenebrose presenze". Più tardi, la notte stessa, Byron annotò i versi di Baldassarre Vitali: "Voltai le spalle al Signore e camminai sui sentieri del peccato. Voltai la spalle al signore...ma quando il tempo finì, seppi che ero giunto dove non dovevo giungere. Dritta è la strada del male...ma quando il tempo finì, la strada era finita e così l'anima mia, perchè avevo voltato le spalle al signore".
Commento: il diario di Byron, dunque, la prima parte già pubblicata fin dall'inaugurazione della settimana byroniana, conteneva già la soluzione all'enigma (vedere punto 20): mancava solo il luogo.

15) Nel frattempo, Powell si allontana dalla conferenza e si dirige in Via delle Tre Spade. Forster prosegue: "In una pagina dell'estate del 1821, Byron che all'epoca era a Pisa ed in procinto di passare per Roma, lasciò una breve nota: Ricordo ancora notte indimenticabile in casa di O. Che io possa essere dannato se accetto di nuovo in suo invito". Questa frase era
contenuta nella seconda parte del diario di Byron e a Forster non fu facile stabilire il collegamento tra le due pagine del diario che avevano in comune soltanto una parola: "indimenticabile"; soprattutto stabilire chi fosse "O" e dove abitasse. Oberon era il soprannome che Byron aveva dato al suo amico Sir Pearcy Delaney, che visse a Roma nello stesso periodo. La casa, in Via delle Tre Spade 119, è la stessa casa che, prima di Sir Pearcy, aveva abitato Baldassarre Vitali ed il quale apparve a Byron nel corso di una seduta spiritica. Qualcuno, quella notte, suonò la musica del salmo XVII e apparve il fantasma del suo autore, Vitali: forse un volgare trucco, forse la suggestione dell'inconscio collettivo.
Commento: Oberon era uno spiritista? Conosceva Tagliaferri, altro spiritista? Una cosa è sicura: nè Oberon nè Tagliaferri (forse quest'ultimo in punto di morte; vedere punto 16) conoscevano il luogo segreto di Vitali.

16) Byron fu talmente impressionato da quelle tenebrose presenze, che sentì la necessità di scrivere nel diario le parole della musica, un "musica celestiale", anche se l'autore,
all'epoca, aveva fama di essere un negromante, soprattutto aveva fama di avere ucciso un uomo, suo rivale in negromanzia, l'orafo Ilario Brandani, per carpirgli il segreto della sua forza, il Segno del Comando.
Commento: il "segreto della sua forza": si è discusso a lungo di questo segreto! Erano rivali, quindi non certo amici: un amico condivide, collabora, seppur mantenendo i segreti più importanti; essere "rivali" equivale a essere "nemici", come in guerra. Probabilmente erano ambedue adepti di una stessa setta, chiamiamola "La civetta", poichè il simbolo nella casa di
Vitali/Oberon corrisponde a quello disegnato sul medaglione di Brandani ed è presente in casa di Tagliaferri. Brandani, però, era un grande negromante: aveva scoperto la capacità di annullare il confine tra la vita e la morte per mezzo del "Segno del comando", il medaglione che Lucia ha donato a Forster. La "maledizione" di Brandani, poco prima di morire, è il giuramento di reincarnarsi ogni 100 anni in un uomo e ritrovare il medaglione: senza di quello non può annullare il confine spazio/tempo, vita/morte (ed anche interrompere il ciclo di reincarnazioni: ma questo non è un problema! Lo scopo finale è ritrovare a tutti i costi il medaglione, impiegasse anche 1.000 anni! E' lui che si reincarna: in pratica Tagliaferri e Forster hanno lo stesso spirito di Brandani e quindi gli stessi ricordi, ma la presa di coscienza di sè è molto lunga, con dei flash e delle riminiscenze) prerogativa di un'altra persona, Lucia, amante di Brandani/Tagliaferri/Forster, morta suicida dopo la morte del
pittore. Chi è Lucia? E' un fantasma che appare a pochissimi (Forster e la zingara) ed è la medium delle sedute medianiche alla Sartoria Paselli. Come vedremo al punto 42, anche Anchisi dice che Lucia è proprio un fantasma; ma non è un semplice spettro e non è evocato: infatti interagisce con le cose (apre le porte, sale in macchina, dona il medaglione, si lascia prendere in braccio dopo la seduta...salvo poi sparire!). Agisce indisturbata, sospesa tra passato (come la Taverna dell'Angelo) e presente. Perchè Lucia sembra avere il potere scoperto da Brandani? Se ha trovato il SDC, nessun problema: ma quando? Il medaglione l'aveva Vitali: di lui si dice che non si conosca nemmeno il luogo dove fu sepolto (lo dice il direttore d'orchestra della Basilica di Massenzio a Forster e Powell) ed è morto (appare come un fantasma a Byron). Ed ecco la mia suggestiva ipotesi:
- il medaglione, ossia il SDC, non dà la vita eterna terrena, ma una volta defunto ti permette di essere sospeso tra due mondi, quello spitituale e quello terreno; non uno "zombie", dunque, ma un essere superiore, che unisce le due qualità. Vitali aveva nascosto il medaglione per paura che qualcuno, in futuro, glielo sottraesse, perdendo per sempre quel potere. Quando muore, ha gli stessi poteri di Lucia ed appare a Byron, spaventandolo, quando capisce che il poeta ha identificato il "messaggero di pietra" in casa di Oberon (come dai suoi scritti nel diario). Nel frattempo, pochi anni dopo la morte di Byron, Brandani si reincarna in Tagliaferri ed inizia, seppur lentamente, la ricerca del medaglione: è un pittore e solo un pò per volta si sente investito di questa spasmodica ricerca, poichè la presa di coscienza di sè non è così automatica. Dipinge un piazza: gli ricorda qualcosa di importante! Nel frattempo si innamora di una modella, Lucia, e le fa un autoritratto dipingendo il medaglione raffigurante la civetta: che è il simbolo della sua casa, sia all'esterno che all'interno! Egli sa che quel simbolo significa qualcosa di importante, qualcosa che lo lega ad un passato che non riesce bene a identificare; alla fine la leggenda di Vitali arriva anche alle sue orecchie, tramandata dal '700 in poi, e quindi del "messaggero di pietra". Ad un certo punto tutto quadra! Prende piena coscienza di sè, del suo destino. Peccato sia troppo tardi...ma in punto di morte riferisce a Lucia dove trovare il SDC e le dice di prenderlo seguirlo nel suo destino: se farà così, saranno uniti per sempre, poichè lo spirito di Brandani, potente negromante, è capace di donare la sua forza
anche alla persona che ama. Il giorno dopo la morte di Tagliaferri, Lucia va sul luogo e prende il SDC: non ci è dato di sapere se Vitali le apparve, per spaventarla o impedirne in
qualche modo il trafugamento: sicuramente l'amore per il pittore fu più forte e riuscì nel suo intento, rispedendo per sempre Vitali nel mondo delle ombre. Ritrovato il SDC, lo infilò al collo e si uccise, convinta del potere dell'amuleto e dell'amore di Tagliaferri. Il suo corpo stramazzò al suolo, ma lei fu subito fantasma, grazie a quel medaglione: lo raccolse
dal suo cadavere e lo custodì, attendendo la reincarnazione di Tagliaferri.

17) Il segreto di Baldassarre Vitali: si diceva fosse stato affidato alla custodia di un messaggero, che aveva "bensì corpo ma non anima". Powell: "E' il messaggero di pietra di cui parla Byron nel suo diario, (Notte ore 11 ecc..) il quale evidentemente conosceva la leggenda".
Commento: Byron conosceva la leggenda (vedi punto successivo) ed una sera si trova proprio nella casa di Vitali/Oberon: nel suo diario cita la piazza (che si vede dalla finestra di quel palazzo) e la statua: perchè non andare a verificare? Probabilmente a causa delle "tenebrose presenze" (vedi sempre punto successivo).

18) Solo le 22:00. Forster: "Una statua, dunque, probabilmente l'immagine di un angelo (la parola, in greco, significa messaggero). Secondo la leggenda, Vitali uccise Brandani, che
morendo giurò di reincarnarsi ogni secolo in un uomo che avrebbe avuto la missione di ritrovare il segreto guardato dal messaggero di pietra. Infatti, 100 anni dopo, un altro uomo, nato lo stesso giorno di Brandani, si sentì investito di quella missione. Era il pittore Marco Tagliaferri, il quale trascurò la sua arte per dedicarsi allo spiritismo; ma Tagliaferri non riuscì mai nel suo intento, anche se la sua testimonianza è in un quadro che riproduce la piazza in prossimità della casa, dove aveva abitato Vitali e dove questo apparve a Byron, in quella notte di aprile. Marco Tagliaferri morì, il 28/03/1971, 100 anni dopo il giorno della morte di Brandani. Aveva così, come Brandani, 36 anni. Era, per coloro che credono nello spiritismo, un predestinato, la reincarnazione di Ilario Brandani.
Commento: Byron, dunque, era a casa di Oberon e conosceva la leggenda. Tutto quadrava, statua compresa; ma gli apparve il fantasma di Vitali, forse per scongiurarne il ritrovamento: solo il predestinato (o il legittimo possessore) poteva impadronirsi nuovamente del SDC. Per la cronaca, ricordo che Tagliaferri doveva ancora nascere (e quindi anche Lucia). Byron
è talmente spaventato che scriverà: "che io sia dannato se accetto di nuovo un suo invito"; forse è scappato precipitosamente, terrorizzato!! E Oberon? Sapeva qualcosa? Sicuramente non il luogo segreto oppure non conosceva la leggenda.

19) Interviene Anchisi e chiede chi è il predestinato o reincarnato di questo secolo: forse si può fare qualcosa per salvare quello sventurato.
Commento: Anchisi recita bene la sua parte, perchè un pò ridicolizza il "suggestivo" racconto di Forster.

20) Powell risponde: "Il predestinato di questo secolo, se dobbiamo credere alla leggenda, sono io, ma spero di non morire a mezzanotte, perchè credo di avere trovato il luogo dov'è nascosto il segreto e sono in grado di rivelarlo. Nel sotterraneo della casa che fu di Vitali, e più tardi di Sir Pearcy Delaney, l'Oberon del diario di Byron, c'è, in una cornice di pietra, un'immagine sacra e Vitali aveva nascosto il segreto nelle parole del salmo XVII". Ecco la soluzione dell'enigma: Voltai le spalle al Signore e camminai sui sentieri del peccato: significa, all'interno della cripta della casa, voltare le spalle all'immagine sacra.
Camminai sui sentieri del peccato: significa fare tanti passi quante sono le battute del pezzo musicale, andando dritti, perchè dritta è la strada del male. Quando il tempo finì: finita la musica, si è sul posto. Al termine di quel percorso c'è il messaggero di pietra del diario di Byron, il messaggero di pietra che aveva bensì corpo, ma non anima della leggenda di Baldassarre Vitali.
Commento: Forster ha risolto l'enigma ma ancora non ha trovato il SDC che dovrebbe salvargli la pellaccia. Non gli conveniva andare sul luogo, trovarlo e poi fare la conferenza? Si fida di Powell, che manda in avanscoperta, sapendo che a lui interessa solo il carteggio.

21) La conferenza è terminata e Forster si reca in Via delle Tre Spade. Vede la statua dell'angelo ed appare Powell: sul posto non si è fatto vivo nessuno!! Forster: "Mi hanno
fatto venire apposta dall'Inghilterra perchè trovassi questo luogo, l'angelo e il lascito misterioso di Vitali!". Powell fa l'ironico: "Chi si aspettava che venisse, visto che Sullivan è definitivamente morto?". Ma Forster si aspettava che Anchisi, conoscitore della leggenda, si affrettasse di venire sul posto. Powell fa il finto tonto, dicendo che Anchisi poteva essere uno studioso soddisfatto della conferenza; inoltre afferma di non avere trovato nulla. Forster sposta un pezzo basso della statua e scopre una nicchia, ma è vuota! Forster è incredulo ma dice a Powell che il messaggero non ha fatto buona guardia nemmeno a
quello che Powell cercava, anche se non sembra molto deluso. Powell: "L'importante è che non ci arrivasse Sullivan. Per me ormai era sulla pista giusta, Bisognava fermarlo".
Commento: Powell ha trovato ciò che gli interessava (il carteggio Von Hassen). Tutto il resto è relativo!

22) Powell poi ha un'idea: "Cosa diceva quella vecchia cronaca settecentesca? (N.B.: il libro di Anchisi) Non parlavano di un lascito guardato da un messaggero? La frase potrebbe significare "dove guardava l'angelo", ossia la direzione dello sguardo.
Commento: è un'estremo tentativo, forse sincero di Powell, per rincuorare Forster.

23) Lo sguardo dell'angelo indica una siepe e dietro di essa, celata, una botola. I due vi si calano, torcia alla mano, e si trovano nel ventre di Roma. Proseguendo, sbucano proprio dove alcuni operai stanno facendo i lavori della metropolitana. Forster scivola e sta per essere infilzato da una ruspa, ma a mezzonotte precisa i lavori terminano e la ruspa si ferma.
Powell: "A proposito...buon compleanno, Forster!"
Commento: Forster salva la pellaccia non perchè aveva il SDC, in quanto tale, ma perchè ha assolto il suo compito: il ciclo della "reincarnazione" è finito e il SDC, con il suo potere, è ritornato nelle sue mani! (Brandani/Tagliaferri/Forster).

24) Barbara è in albergo in compagnia di Bonsanti, il commissario. Appare nervosa, ma Bonsanti la rassicura. Ecco laspiegazione di Bonsanti: "Provi a pensare ad un gruppo di
maniaci, convinti che in una fantomatica piazza sia nascosto un segreto. Immagini l'emozione di questi signori quando leggono, in una rivista universitaria, un articolo di un professore di Cambridge in cui la leggenda trovava conferma nell'autorità di un poeta come Byron. La loro prima mossa è stata la lettera del pittore Tagliaferri". La lettera, contenuta nella borsa di Forster, non c'era più ed era scritta a macchina: chiaro che non poteva averla scritta Tagliaferri, che è vissuto nella metà dell'800. L'importante era chiamarlo a Roma, con un pretesto. Bonsanti: "Erano sicuri che il professore, servendosi del diario, sarebbe stato in grado di ricostruire i movimenti di Byron".
Commento: inizia la lucida e razionale analisi di Bonsanti.

25) A proposito delle coincidenze anagrafiche: "Coincidenze, abilmente sfruttate. Si ricordi che si tratta di gente unita dalla passione per le leggende, spiritismo, astrologia, e poichè non potevano dire al professore "ci trovi il segno del comando", hanno montato tutta una messinscena negromantica, magica: il quadro, il medaglione, nel tentativo di suggestionarlo. Inoltre avevano bisogno di imporre una scadenza precisa, perentoria, minacciosa alle ricerche del professore; contavano che la data del 28/03 costituisse per lui come una specie di ultimatum".
Commento: nulla di strano, liscio come l'olio. Tranne quel "medaglione", ma per questo mi riservo un commento finale a parte.

26) Su Lucia: "Nessuno l'ha vista, tranne il professore. La Taverna dell'Angelo non è mai saltata fuori". Ritorna Forster e Barbara è sollevata. Bonsanti dice a Forster che probabilmente nessuno si era fatto vivo perchè avevano paura della Polizia, sapendo con che gente aveva a che fare. Ancora Bonsanti: "Anchisi, un uomo che si sta rovinando per la sua mania di vivere come un signore antico e che ha perso ogni senso della realtà per correre dietro alla leggende più assurde; un essere grottesco se non fosse da compatire. E poi? E poi la signora Giannelli, con la sua passione per l'astrologia, il professor Barengo, un numimastico di valore che però è stato trascinato da Anchisi nella sua follia...e poi il sarto Paselli, che stravede per Anchisi e gli confeziona i costumi degli ordini cavallereschi più incredibili che esistano. Tutta gente incensurata: che cosa le hanno fatto? Io non avevo nessun motivo per intervenire". Inoltre: "Il colonnello Tagliaferri era un grande amico di Anchisi, aveva le sue stesse manie, in un certo senso la sua morte è stata utile ai loro piani, perchè lei ha pensato che sotto ci fosse qualche cosa di oscuro. Tagliaferri aveva avuto un altro grave attacco cardiaco due mesi fa"
Commento: tutto liscio, tranne il fatto che per me Tagliaferri è stato fatto fuori "volutamente".

27) Forster non è convinto della morte di Olivia. Bonsanti: "Domani, ripensandoci, o tra qualche giorno, non ci troverà niente di anormale. Semmai il problema rimane tra suicidio o disgrazia. Io sono più propenso a credere a una disgrazia, una fuga di gas. La scientifica ha fatto ogni possibile verifica: mi creda, è umanamente impossibile che qualcuno sia potuto entrare in quell'appartamento".
Commento: Anchisi & C. dispongono di "forze oscure".

28) Bonsanti: "Evidentemente, Sullivan e Olivia, sapevano della macchinazione che si tramava alle sue spalle. Olivia era una sua vecchia conoscenza e naturalmente volevano approfittare del clima di suggestione che si era creato intorno a lei, tanto è vero che Sullivan, per impressionarla, ha tentato una finta morte".
Commento: Sullivan era alleato di Anchisi ed era al concorrente della macchinazione. Poi ha lavorato per conto suo, sganciandosi.

29) Bonsanti chiede a Forster se Powell gli avesse mai parlato di Sullivan. Forster sa solo che durante la guerra aveva lavorato per lo spionaggio tedesco. Bonsanti: "Sullivan, tedesco di nascita e poi naturalizzato irlandese; dopo la guerra ha tentato un pò di tutto, dal traffico di armi al contrbbando delle opere d'arte, ma è sempre rimasto una figura di secondo piano, non è mai riuscito ad entrare nel grande giro. E' per questo che cercava il colpo grosso".
Commento: nulla di sconvolgente. Che fosse un tipo losco o quantomeno strano lo si sapeva già.

30) Bonsanti a Forster: "Lei si è chiesto perchè nessuno di quei signori si è fatto vivo, sul luogo da lei indicato, ma questa sera, mentre teneva la conferenza, Powell si è recato al cortile dell'angelo, per precedere qualsiasi concorrente. Professore, è sicuro che il suo alleato non abbia trovato nulla, mentre aspettava lei?"
Commento: certo che lo sapeva! Lo dice proprio a Powell (vedi punto 21)

31) Powell, nel frattempo, è da Anchisi. Powell: "Le ripeto che non ho trovato assolutamente nulla". Ci sono anche la Giannelli, Paselli e Barengo. Anchisi: "Sono le tre dopo mezzanotte. Il professor Forster è ancora vivo. Questo per noi ha un solo significato: che Forster ha assolto il suo compito". Barengo: "Lei, signor Powell, è l'unico che è stato sul luogo rivelato da Forster durante la conferenza". Powell: "Così mi era stato ordinato da voi sotto vincolo di giuramento. Sono il più fedele degli adepti e ricordo perfettamente la formula." Giannelli: "..e lei pensa di avere mantenuto scrupolosamente i supi impegni?".
Commento: guarda caso, Barengo fa parte della setta. Proprio quello che valutò il medaglione e che voleva comperare a qualunque prezzo da Forster; uno che conosceva bene l'arte di
Brandani, il negromante. Vedere commento finale.

32) Forster, a proposito di Powell: "Sapevo soltanto che cercava il carteggio Von Hassen, ma non ho mai saputo cosa fosse, nè mi sono preoccupato di saperlo".
Commento: avrà mai saputo da Powell che ritrovando il SDC (o il luogo segreto) sarebbe saltato fuori anche il carteggio? Credo di sì, perchè la collaborazione e la fiducia è continuata: Powell controllava che a Forster non accadesse nulla di spiacevole, il professore indagava. Gli obiettivi erano diversi (carteggio e SDC) ma la ricerca li accumunava.

(continua con la seconda parte dell'ultima puntata)



[SM=x520499]

[Modificato da Tidus forever 31/03/2007 19.04]



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"Notte, ore 11 - Esperienza indimenticabile...luogo meraviglioso...piazza con rudere di tempio romano...chiesa rinascimentale...fontana con delfini...messaggero di pietra...musica celestiale...tenebrose presenze"
"Ricordo ancora notte indimenticabile in casa di O. Che io possa essere dannato se accetto di nuovo un suo invito"
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